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Autore: Akune_Niives    19/08/2013    2 recensioni
Sogni. Raven ne ha fatti molti, nella sua vita. Ma mai come questo. Il sogno che le cambierà la vita, che le farà veramente scoprire chi è. Che le farà scoprire chi è Lui. Il giovane che sogna ogni notte. Un'illusione? O un avvertimento del destino?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci dirigemmo verso l'aula 23, quella più grande del piano superiore.

Arrivati davanti alla porta notammo un foglio attaccato con del nastro adesivo. C'era scritto che il corso era stato spostato nell'aula 8, quella che veniva usata per i corsi estivi.

Ci dirigemmo verso l'aula indicata e capimmo il motivo dello spostamento.

Al suo interno c'erano si e no 15 persone, numero per il quale era inutile occupare una stanza grande come la 23.

Max mi guardò.

-Senti, ma dobbiamo proprio? C'è un interessante convegno su Windows 8 e..- iniziò a sussurrarmi nell'orecchio.

Lo afferrai per la maglia e lo buttai a sedere sulla prima sedia che avevo accanto. Nonostante Max fosse alto e forte, non so come ero una dei pochi che riusciva a sollevarlo.


-Ascoltami bene: il professore di Storia ti ha ordinato di seguire questa lezione. Hai il massimo dei voti in qualsiasi materia, tranne che a Storia. Quindi, a meno che tu non voglia passare l'estate in questa stanza, ti consiglio di chiudere il becco e di aprire le orecchie.- sibilai, sedendomi accanto a lui.

Max si ricompose alla meglio, sistemando la felpa e mi guardò sottecchi.

-E allora perché tu saresti qui?- mi chiese, sempre a bassa voce.

-Ci deve pur essere qualcuno che ti sorvegli, no? E poi ho consigliato io al professore di farti partecipare.. Arthur DuMondray è il suo scrittore preferito, e anche il mio. Ha sorriso in modo angosciante e mi ha detto che era un'idea perfetta. Giustamente gli dovrai raccontare tutto e lui ti metterà un voto.-

Max si batté la mano sulla gamba

-AH! Lo sapevo che c'era un trucco.- esclamò, lanciandomi poi uno sguardo odioso.

Io sorrisi e poggiai la tracolla per terra.

-Dai, non te ne pentirai.. Sarà divertente!- mormorai, appena in tempo per sentire la porta che si apriva di scatto.

Come si era aperta, si era chiusa violentemente dietro di noi. Ci voltammo simultaneamente e vedemmo un uomo passarci accanto.
Era alto, aveva spalle larghe e lunghi capelli bianchi.
Teneva sotto braccio carte su carte ed entrambe le mani stringevano due valigette, molto più grandi di due semplici ventiquattrore.
Mi diede la vaga idea che zoppicasse, ma non ci feci necessariamente caso.

Buttò le valigette sulla cattedra e frugò nei fogli fino a che non ne trovò uno, che appese alla lavagna magnetica vicina a lui.
Era uno schema complicato e confuso, e sembrava fosse stato scritto secoli fa.

L'uomo si voltò di scatto e ci fissò uno per uno.

La maggiorparte di noi ebbe un sussulto.

Aveva un'enorme cicatrice che partiva da poco più sopra della tempia sinstra, scavalcava l'occhio, tagliava il naso, deformava la bocca fino ad arrivare al di sotto del mento, dove poi spariva sotto il colletto della camicia. Un bel taglietto, mi ritrovai a pensare.

Lui ci guardò ancora una volta, divertito, e con voce roca ci chiese:

-Sapete come me la sono fatta questa?-

Una mano saettò in alto per poter rispondere. Mi sporsi per vedere meglio. Era una ragazzina del secondo anno, una di quelle che ti fanno salire l'omocidio per il semplice fatto di voler essere sempre e solo perfette. La mandai al diavolo mentalmente.

-Nella sua più recente intervista ha dichiarato di essersi procurato quella ferita mentre inseguiva un vampiro. Mentre il suo medico curante afferma che è stato a causa del ramo di un albero un po' troppo basso nel momento in cui lei era un po' troppo sbronzo.- rispose tutto d'un fiato, sorridendo.

L'uomo la fissò intensamente per un lungo momento, cosa che le fece sparire il sorriso e abbassare la testa. Staccò gli occhi da lei e tornò a guardare il resto della classe, sempre con un ghigno che sembrava voler essere un sorriso.

-Ammetto che non pochi hanno dubitato delle mie affermazioni, ma d'atronde chi può dar loro torto? Come si fa a credere che certe cose possano esistere ancora oggi? Beh. Esistono.- mormorò, alzando le braccia.

Oh, si. Grazie tante per la favolosa spiegazione, pensai.

-Come questa, ne ho a centinaia- continuò, indicandosi la cicatrice che gli deformava il volto -E certo non possono essere frutto di fantasia, come è impossibile pensare che ogni albero del nostro Stato sia alto poco più di un metro e 70.- disse, ammiccando verso la ragazza che aveva parlato poco prima.

-Voi siete studenti, ovviamente liberi di non credere a nessuna delle parole che sto per dirvi. Ma se siete qui, un motivo ci deve essere.- 

Soffermò lo sguardo su Max e sorrise, come se avesse intuito il vero motivo per cui il ragazzo fosse in quella stanza. Max, accanto a me, si agitò leggermente sulla sedia.

-Se alcuni di voi hanno letto i miei libri, e so che qualcuno l'ha fatto, avrete notato che sono sempre pieni di informazioni, date e luoghi precisi, di desrizioni e disegni. Ma non sono qui per lamentarmi di chi giudica instabile la mia salute mentale o chi mi reputa un alcolizzato. Io sono qui per parlare di quello che so, di quello che ho visto e che conosco. Perché tutto ciò è vero. Tutto. Ogni singola cosa. Voglio che voi, nuove generazioni, riusciate a capire cose che persone dalla mentalità chiusa non vogliono nemmeno ascoltare. Tutto questo è vero. Esiste. Esistono in mezzo a noi. Ci possono passare accanto senza che noi possiamo riuscire ad accorgercene. Possono trovarci nei sogni. I vampiri, specialmente. Con i loro occhi rossi e stanchi, con i loro tatuaggi enormi sparsi per tutto il corpo.- 

Si stava facendo prendere dalla storia, tanto che mimava ampiamente con le braccia ogni singola cosa.

Quella sua descrizione però, mi fece tornare alla mente il mio sogno. Mi sporsi in avanti per ascoltare meglio.

-Sono agili, non si sentono nemmeno respirare. E lasciate perdere quelle cazzate sui paletti di frassino o la luce del sole. Come si evolve la specie umana, anche in loro ci sono dei mutamenti genetici. Ormai resistono alla luce del sole, protetti da solo una cosa. Chi sa dirmi quale?-

La maggiorparte dell'aula alzò la mano, tranne me e Max. 

Che avessi sognato un vampiro?

Intanto, l'uomo iniziò a controllare una lista lì vicino.

-Vuole dirmelo lei, signorina.. McCay?-

Max mi tirò una gomitata tra le costole per farmi rinsavire dalle mie distrazioni.

Alzai lo sguardo.

Arthur DuMondray mi stava fissando. Mi fece un cenno per invitarmi a parlare.

-C-Come? Ah, si.. Secondo il suo libro "Maschera di Ferro" ogni vampiro ha sul corpo un tatuaggio più o meno grande. I tatuaggi riescono a proteggere la creatura dai raggi solari durante il giorno. Sono di variabile grandezza. Dipendono dal tipo di luogo da cui provengono.- iniziai a dire.

Parlavo a raffica, come se stessi leggendo il libro nella mia mente.

Il signor DuMondray mi fece cenno di fermarmi.

-Vedo che è molto preparata signorina. Bene, ma adesso ho per voi una storia che nemmeno una persona informata come lei conosce. Non l'ho ancora scritta in nessun libro, l'ho tenuta in serbo per oggi.-

E si voltò verso lo schema alle sue spalle, allungando le braccia per indicarcelo.

Il mio cuore perse un battito.
   
 
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