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Autore: fralesuebraccia    21/08/2013    0 recensioni
- Non posso.
- Perché?
- Troppe persone sono entrate e uscite nella mia vita, lasciandomi a terra. Non posso permetterlo di nuovo. - Distolse lo sguardo.
- Ma io non lo farò. Non ti lascerò mai andare. Te lo giuro. - Evitò il mio sguardo.
Dopo una lunga pausa parlò - Come fai? - Chiese, guardandomi negli occhi.
- A fare cosa?
- A farmi impazzire così. - Disse con una smorfia divertita sulle labbra.
- Ehy, ti ricordo che sei stato tu quello che per tre mesi mi hai fatto dannare par darti ripetizioni di Chimica! - Lo guardai divertito.
E chi l'avrebbe mai detto che mi innamorassi di quel ragazzo?
- Vero, scusa. Come posso farmi perdonare?
- Io un modo lo conosco - Dissi vagamente, prima di posare nuovamente le labbra sulle sue. Dio solo sapeva quanto amavo quando mi stringeva in quel modo.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

 — Tesoro, è la quarta volta che te lo ripeto: riuscirò a venire. Inventerò qualche scusa. Ci vediamo lì tra un’ ora, con i ragazzi. Ok?  — Dissi per la millesima volta, rassicurandola. 
 — Non fare tardi e, se c’è qualche imprevisto, fammi uno squillo. Ti voglio bene. — Disse Jennifer.

Chiusi la chiamata sbuffando. Era la mia migliore amica, ma a volte si preoccupava troppo per cose inutili. In nove anni che mi conosceva, si sarebbe dovuta abituare agli imprevisti con me - soprattutto, con mia madre. Ma no, tutte le volte era lo stessa storia! Ancora non gli era entrato in testa che sapevo inventare ogni genere di scusa a mia mamma, per poi sgattaiolare via da casa. 

Sbuffando di nuovo, aprì la porta della camera e scesi le scale. Arrivata in cucina, dissi a mia madre con voce fintamente stanca ed assonnata:

 — Ehy mamma, credo proprio che andrò a dormire. La scuola oggi mi ha distrutto!
 — Alle nove? Strano a quest’ora.. Ti senti bene? Vuoi misurati la febbre? — Chiese con aria preoccupata, avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla fronte, per cercare di calcolare la mia temperatura corporea. 
 — No, vado solo a dormire un po’. Domani starò meglio. — La rassicurai, iniziando a salire le scale. 

A volte mi sentivo in colpa a dirle cazzate su cazzate, ma era l’unico modo per farmi uscire di casa. Ho diciassette anni e una vita sociale; se continuare a fare quello che i ragazzi della mia età fanno il Venerdì sera comporta mentirle, allora lo farò. Da un annetto circa non lascia farmi niente… 

 — Santa Monica, Pacific Park, dieci e mezza? — Chiese mio fratello con un sorriso, aspettandomi in cima alle scale.
Un sorriso comparve sulle mie labbra. — Mi dai uno strappo tu? — Chiesi salendo l’ultimo gradino.
 — Ovvio! E ci resto anche! Jay e gli altri stasera stanno lì. Qualche birretta, una ragazza e una festa in spiaggia. Cosa c’è di meglio? 
 — Passiamo a prendere anche Janelle? — Chiesi, cercano di fare mente locale per organizzare il tempo per truccarmi, vestirmi e farmi i capelli. Di certo non sarei uscita in quello stato - ero in condizioni davvero indecenti!
 — Nono, lei ci aspetta già lì.
 — Okay. Tra mezz’ora ti aspetto nel vialetto dei Jefferson. Mamma sa che esci?
 — Certo! Ho ventun’anni, posso uscire quando e dove voglio. — Fu l’ultima frase del discorso.

Tutti e due andammo nelle rispettive camere a prepararci per la festa. 
Aprì le ante dell’ armadio e cercai per un po’ cosa mettermi. Ed eccolo lì, il dilemma di tutte le ragazze: un armadio pieno di vestiti e non hai mai niente da metterti.
Dopo cinque minuti di sbuffamenti, optai per dei jeans scuri, una canottiera bianca coperta da un maglione lungo grigio, che lasciava un po’ scoperte le spalle e un paio di Vans.
Mi vestii in fretta a furia, mi passai un velo sottile di matita nera nell’interno occhio, un tocco di mascara e iniziai ad arricciarmi le punte dei capelli con il ferro. 
Dopo circa venti minuti, presi il telefono e, stando ben attenta a non fare il minimo rumore, sgattaiolai fuori dalla porta di casa.

Aspettai nel vialetto del Jefferson - i nostri vicini di casa - per circa dieci minuti prima di vedere l’auto di mio fratello uscire dal garage. Alzai gli occhi al celo ed entrai in macchina. 

 — Ce l’hai fatta! Ancora due secondi e mi ibernavo: sai com’è, è Febbraio! — Mi lamentai, premendo il bottone sullo stereo che sparò la musica ad alto volume dalle casse mentre Jessie premeva l‘acceleratore, diretto verso Santa Monica.
 — Non ti lamentare troppo. Ti ricordo che tu in questo momento dovresti essere a dormire perché ‘ti senti troppo stanca’ — Disse imitando a mia voce. Scoppiammo entrambi a ridere. — Non capisco come mamma abbocchi ancora a queste stronzate!




Finalmente, dopo venti minuti arrivammo alla spiaggia dove si teneva la festa. Poco prima di scendere, Jessie si raccomandò:

 — Alle due e mezza ti voglio qui e se sei ubriaca sono cazzi tuoi con mamma. Chiaro? 
 — Sissignore, agli ordini! — Scherzai prima di scendere dall’ auto.
Prendemmo due direzioni completamente diverse. Io andai verso il molo, sicura di trovare Jennifer e i ragazzi lì. Mio fratello, invece, andò diretto alla spiaggia, adocchiando Janelle - la sua ragazza - che ballava in un gruppetto.

 — Catelynn, finalmente! Ti stavo per chiamare, giuro. — Jen venne verso di me con due bottiglie di birra fresca in mano. — Questa è per te. — Disse porgendomi una delle due bottiglie.
 — Ehy Cate! — Mi salutò Spancer, abbracciandomi. Justin e Agelina mi fecero un segno con la mano. 
 — Come stai? — Chiesi.
 — Tutto bene. Scuola?
 — Una merda come sempre. Se tocco un’ altra volta un libro con la filosofia inglese, giuro che lo faccio a pezzettini! — Rise. — Tu a lavoro?
 — Senti, a proposito di questo. Mi serve un favore. Cioè, non a me ma a Justin. — Il solo pensiero mi fece rabbrividire. Non mi era mai piaciuto quel ragazzo e non mi era mai piaciuto neanche come andava a fare il puttaniere in giro per Los Angeles.
 — Dimmi, poi ti dico se posso. — Chiusi gli occhi, aspettandomi il peggio.
 — Devi dare delle ripetizioni a Justin di Chimica, da Marzo fino a Giugno. Ti prego.
 — Cosa? — L’idea era assurda! — Spancer… già faccio fatica a seguire le lezioni di mio. Figurati se-
 — Ti prego Cate! Gli serve o a lavoro potrebbe avere dei problemi! Il nuovo capo ha messo questa regola e lui è l’unico che non ha dato l’esame perché ha lasciato la scuola a sedici anni. Se non lo sosterrà e supererà verrà sbattuto fuori e lo sai che di questi tempi il lavoro non è facile da trovare. — Cercò di convincermi.
L’idea di stare a contatto con Justin più di qualche volta al mese non mi faceva impazzire.
 — Ti supplico! Fallo per me! 
 —  Ti prego Catelynn, ti chiedo solo questo favore. Se mi sbattono fuori dall’ officina sono nella merda più totale. Devo solo superare quel dannato test! Tre mesi: ci vediamo dove e quando vuoi. Prometto di esserci! —  Con mia grande sorpresa, Justin era venuto verso di me per chiedermi un favore.
 —  Non lo so Justin… non puoi chiederlo a qualcun altro? —  Non mi sentivo affatto sicura a prendere impegni con un ragazzo come lui. Lo sapevano tutti com’era fatto! —  Che so… tipo Jen, Angelina o qualche altra ragazza?
Scoppiò a ridere. — Andiamo Cat! Jen ha per culo la sufficienza, Angelina è un anno indietro e le altre ragazze che conosco me le porto solo a letto. Sei l’unica che puoi farlo, ti prego!
Non ci potevo credere. Justin Bieber che supplicava qualcuno! Mi trattenei dal ridere… Ma cavolo, sembrava così sincero e bisognoso d’aiuto che.. quasi quasi!
 —  Ok, va bene. Ma non mi far esaurire! — Ebbene sì, non ci potevo credere neanche io… Questa esperienza avrebbe portato solo che guai, potevo metterci una mano sul fuoco! Ma d’altronde, me lo stava chiedendo gentilmente e sinceramente, detto da parte sua apprezzavo il gesto. 
 —  Grazie mille Catelynn. Significa molto per me. — Mi sorrise riconoscente. Poi fece qualche passo indietro e andò a poggiarsi sulla recinzione del molo. Frugò qualche secondo nelle tasche dei jeans e ne estrasse il suo Iphone, si allungò verso nella mia direzione e me lo porse. — Scrivimi il tuo numero.
 —  A che ti serve? — Domandai incredula.
 — Per le ripetizioni? — Mi fece esco con tono ovvio.
Certo! Che idiota. — Scusa, non ci avevo pensato. — Digitai il mio numero e glielo ridetti. 
 —  Poi in questi giorni mi faccio vivo così organizziamo. Grazie ancora. — Sorrise di nuovo.
Rimasi sorpresa. Non credevo avesse un cuore, davvero!
 — Catelynn, Catelynn! Ehy! — Jen mi strattonò per il braccio, interrompendo i miei pensieri. La guardai interrogativa.
 —  Vuoi stare qui tutta la sera? Bevi un sorso di birra e vieni a ballare!
Un sorriso mi si dipinse sulle labbra. Era ora di divertirsi!
 — Voi che fate: venite? — Domandai, bevendo un sorso di birra ancora fredda.
 —  Eccoci! — Sorrise Spancer.

Angelina, Spancer e Justin ci seguirono a ruota, buttandosi nella mischia ed iniziando a ballare. 
Dio solo sa quanto avevo bisogno di distrarmi e quelle feste in spiaggia il Venerdì sera facevano proprio a caso mio.
Mentre ballavo a ritmo di fianco a Jennifer, mi girai e con la coda dell’occhio vidi Justin posare le mani sul fondoschiena di una ragazza troppo finta, troppo bionda ma soprattutto troppo poco vestita.

 “Okay, ritiro tutto: è il solito puttanire di sempre!” Pensai tra me e me. 

Ma in quel momento non mi andava proprio di pensare a lui. Volevo solamente divertirmi e staccare un po’ la spina. Scacciando via i pensieri, bevvi un altro sorso di birra, poco prima di vedere che i due si stavano baciando.


 

Ciao belli! :D
Prima FF su Justin.. all'inizio ero un po' scettica perché non ho mai scritto su di lui ma ci ho voluto provare (:
Che dire.. datemi il vostro giudizio e seguitemi su Twitter per sapere quando aggiorno (: ! (@1HeroKidrauhl)
Al prossimo capitolo C:

 
  
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