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Autore: Water_wolf    22/08/2013    6 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Colonna sonora consigliata dal primo "§":
Wings - Macklemore


"Like the cilling can't hold us
Can't Hold Us, Macklemore (<3)"

 

A Sara,
perché sole siamo niente e insieme siamo tutto.
E perché mi hai convertito a Macklemore.


 

Neanche il tempo di dire “Svelti! Andate a prepararvi!”, che angeli su angeli entrarono a fiotti nella Sala delle Udienze. Elisabeth Winter dovette prendere il martelletto che teneva sotto un banco e abbatterlo sul legno per farsi ascoltare.
<< Ordine! >> chiamò, e sui presenti scese un silenzio nervoso << Risolverò ogni problema, ma prima, scortate i Custodi degli Elementi alla zona militare. >>
Tirò un sospiro, poi disse, decisa << Sono loro la nostra arma vincente contro Zeigen. >>
Chiara s’immobilizzò. Non credeva alle proprie orecchie. Davvero ha ammesso che solo noi siamo la chiave della salvezza di Upward? si domandò. Jonas la riscosse, sussurrandole all’orecchio << Mai giudicare troppo presto una persona, può sempre trovare il modo di stupirci. >>
Il chiasso riprese a farsi sentire, e il gruppetto uscì dalla Sala delle Udienze. Trovarono fuori un angelo ad ali spiegate, in una mimetica flecktarne°, le mani intrecciate dietro la schiena. Si mise in testa, scivolando senza problemi tra i fiumi di angeli indaffarati. I malati venivano evacuati nei piani più bassi e sicuri, mentre medici e alcune infermiere si dirigevano al campo militare per assistere i primi feriti, tra i civili.
I sei Custodi erano salmoni contro corrente, arrancavano, si perdevano, toccavano corpi estranei per farsi strada verso la meta. Il militare, invece, sembrava perfettamente a suo agio in quella situazione di caos.
I muri furono il primo segno di cambiamento, più spessi, più scuri; le porte avevano meno fronzoli e i vetri furono eliminati del tutto. Chiara pensò di trovarsi in un’immensa lattina di metallo, acciaio e ferro.
Il militare aprì loro una porta, congedandosi con un mezzo inchino. La visone che si aprì fu quella di un enorme formicaio in fermento, gli angeli in mimetica militare sembravano trasudare da ogni dove.
<< Ehi, voi, reclute! Qui! >> gridò una voce.
Un soldato di mezza età, il viso e le braccia scoperte sfregiate da diverse cicatrici, fece cenno al gruppo di seguirlo. Puzzava di sudore e di una colonia scadente, la sua postura emanava arroganza e sicurezza.
<< Ancora non capisco perché abbiamo una donna come presidente, insomma, è enormemente stupido unire due obbiettivi sensibili così. Ah, se ci fosse uno di noi al comando! >> commentò il militare.
Chiara chiese spiegazioni a Jonas con lo sguardo. L’angelo dovette gridarle dritto nell’orecchio per farsi sentire.
<< Intende dire che la Winter ha commesso una negligenza, un ospedale e la Residenza del Presidente sono dei punti deboli, ciò a cui pensano subito i terroristi quando devono piazzare una bomba. >>
<< E allora perché l’ha fatto? E perché c’è un esercito intero qui? >> domandò lei.
<< Non sai quello che può fare avere il proprio presidente vicino quando si sta male, Chiara. E’ speranza, e la speranza è sempre l’ultima a morire: è una pistola contro i nemici, in questo caso. Per quanto riguarda i militari, be’, questi sono pochi in confronto a quelli stipati nelle retrovie di Zeigen. La Winter ha iniziato a crearsi un mini-esercito quando sempre più Bianchi diventavano Neri. >>
<< Vuoi dire che se non riusciamo a sconfiggere Zeigen, Upward sarebbe completamente in mano nemica? >> chiese Chiara, stringendo la mano di Jonas.
<< Io dico che tu gliel’hai fatta sotto il naso da sola, e che insieme sarà impossibile perdere. >>
La Custode dell’Acqua pensò che impossibile proprio non era, visto che la prima volta che avevano tentato erano stati sconfitti.
<< Piccioncini, per le effusioni ci sarà tempo dopo la battaglia. Ora, andate ad armarvi! >> li esortò il soldato.
Solo in quel momento Chiara si accorse di essere in una frazione del giardino della Residenza Winter. Altri angeli vagavano, presi dalle loro mansioni, soffermandosi su alcuni banchi dove erano disposte armi di tutti i generi.
Proprio in quel momento, un plotone formato da angeli bardati di colori dal verde scuro alla sabbia, armati di M4°°, partì in volo per contrastare i Neri al Muro. Dimitri si sporse verso la loro guida.
<< Perché hanno questa mimetica se siamo in città? Saranno facilmente riconoscibili. >>
<< Ottima osservazione, recluta. Essere riconoscibili è quello che vogliamo, dobbiamo distinguerci dai nemici, visto che già sarà difficile ammazzarsi tra fratelli o amici. Se fossimo tutti in urbano°°°, credimi, sarebbe il putiferio. >> spiegò, battendo una mano sulla spalla di Dimitri, che quasi si piegò in due.
Shai e Emilia soffocarono una risatina. Il soldato si fermò davanti a una specie di stand, dove sei pistole e altrettanti giubbotti anti-proiettili li aspettavano. << Indossate questi e, se vi servono, prendete con voi quelle. Tu >> indicò Andrea << va’ a farti stringere quelle bende, forza. In gamba, reclute! >>
Si allontanò, ma Shai lo fermò.
<< Aspetti! Non ci ha nemmeno detto come si chiama! >>
Il soldato sorrise, beffardo. << Be’, quando vi servirà una mano per portare a casa la pellaccia, tenetevi in contatto con me con quelli. >> indicò uno spesso filo attorcigliato, attaccato ai giubbotti. Era un auricolare. << Sono il maggiore Connor. >>
Si voltò, e scomparve tra gli altri angeli. Andrea seguì il consiglio del militare, mentre gli altri ragazzi prendevano i giubbotti anti-proiettili, evitando le pistole. I Custodi si aiutarono a vicenda, considerando che infilarseli era molto più semplice vederlo alla televisione che farlo nella realtà. Andre’ tornò presto, e Shai gli diede una mano a infilarsi il giubbotto.
Alle loro spalle si levarono delle voci concitate, e una folla di angeli in frac e militari si fecero largo tra la folla. Chiara trasalì quando riconobbe al centro di quell’uragano Elisabeth Winter.
I maggiordomi tentavano di convincerla a non fare quello che aveva intenzione di fare, qualunque cosa fosse, mentre un soldato ne atterrava uno sbattendogli in faccia il suo parere opposto.
<< BASTA! >> sbraitò infine il Presidente. Si avvicinò a un banco e prese una fondina. << Sono la massima autorità politica di questa città,  sono cosciente delle mie scelte, e non ho intenzione di ricredimi. Combatterò questa guerra con i miei soldati, il mio popolo. >>
Scelse una pistola tra tante e se la mise nella cinta.
<< Ma, Presidente, se Lei dovesse mancare chi la sostituirà? >> domandò qualcuno.
La Winter agguantò un giubbotto anti-proiettili. << Ho una squadra addestrata alla mia protezione, non dovete temere la mia incolumità. Se soccomberò, lo farò insieme a Upward! >>
Un coro di acclamazioni si levò dai soldati, che furono rinvigoriti da quel discorso. Chiara pensò che sarebbe stato adatto più a Barba Nera che cercava di attaccare una nave della marina inglese che a un Presidente del ventunesimo secolo. Un militare l’aiutò con il giubbotto.
Emilia finì di sistemarsi, gettò un’occhiata in tralice al Presidente e commentò << Ma che cosa crede fare? Tirare fuori una sciabola e gridare “fuoco alle polveri, miei prodi!”? Si farà ammazzare, statene certi. >>
Dimitri la osservò per un attimo prima di ribattere. << Sarà, ma io ce la vedo. E’ molto spaco botilia amazo familia. >>
Emilia quasi si strozzò per colpa delle risate, tanto che si dovette appoggiare a Chiara per non cadere. La comitiva per intero fu contagiata da quell’attacco di ridarella, e tutti presero a ridere senza un motivo preciso.
Quello scoppio di felicità fece dimenticare per un attimo ai sei Custodi la loro missione, il compito che gravava sulle loro spalle di adolescenti. Ma, in fondo, lo sapevano: avrebbero dato il tutto per tutto pur di salvare Upward. Quella non sarebbe stata l’ultima volta in cui ridevano.

§

Non fu facile arrivare al di là del Muro. Troppa confusione, troppi angeli, troppo sangue, troppi morti inutili. Chiara desiderò tapparsi le orecchie, poter guardare quelle scene come se appartenessero a un film, osservare solo una massa indistinta di corpi e piume in movimento, senza udire le loro grida di dolore, senza avere nelle narici l’odore del sangue.
Sentì il sapore della bile in bocca, e si affrettò a passare per il tunnel sotterraneo creato da Andrea. Arrivare dall’alto era impossibile, gli eserciti si scontravano anche in aria.
E’ la guerra, si disse, ma quel pensiero non giustificò quello che gli angeli stavano facendo. E anche lei.
Continuarono sotto strati e strati di cemento e terra finché Andre’ si fermò, tastò una parete e disse << Il palazzo è qua sopra. >>
Aprì un varco e formò dei gradoni compatti, in modo che fosse possibile salire tranquillamente. Quando arrivarono in superficie, Emilia spense i fuochi fatui che aveva acceso durante il percorso.
Era meglio non dare nell’occhio, anche se tutti erano coscienti che Zeigen sapeva del loro arrivo, non il momento esatto, ma di sicuro aveva preso delle precauzioni. Ed era di quelle precauzioni che avevano paura.
<< Ai piani alti, come l’ultima volta? >> domandò Dimitri, scrocchiandosi le dita.
Non l’avrebbe mai ammesso, ma si sarebbe sentito più a suo agio a derubare il caveaux  di una banca a Montecarlo che lì, col chiodo fisso di un obbiettivo da raggiungere.
Chiara annuì, indicando il piano in cui aveva incontrato per la seconda volta Zeigen. Si stupì di ricordarselo, con la confusione che poi si era creata, ma sapeva che il cervello annota dettagli che al momento sembrano insignificanti, oppure i particolari più sgradevoli. 
Dimitri si concentrò, chiuse gli occhi, e in un battito di ciglia i sei Custodi si ritrovarono a sfrecciare insù, attraversando muri, pavimenti, stanze e anche mobilia varia come fantasmi, senza il peso d’essere morti.
<< Tlin, si avvisano i signori passeggeri che il ‘Dimitri Express’ è arrivato a destinazione. >> buttò lì per lì il ladro, ma non riuscì a smorzare la tensione.
Jonas giocherellò con l’elsa della Spada della Pace, fissando torvo la porta innanzi a loro. All’improvviso, una voce rauca e metallica fendette l’aria.
<< Il Signor Zeigen vi aspetta alla Sala Rubino, piano ottanta. Arrivederci e buona giornata. >>
Emilia commentò << Oook, questo era inquietante. >>  
Shai, pratica, ordinò <<  'Dimitri Express', ottantesimo piano, per favore. >>
Il ladro fece una smorfia, ma eseguì. Salirono i piani velocissimi, ritrovandosi in un corridoio buio e stretto, ci si poteva camminare massimo in due spalla a spalla. La voce roca li raggiunse anche lì, guidandoli ogni volta che si presentava una svolta o un incrocio.
Dopo dieci minuti buoni in quello strano piano che sembrava costruito a replica del labirinto del Minotauro, quella sottospecie di navigatore dichiarò << Siete arrivati a destinazione. Addio. >>
Ma davanti ai sei non c’era niente.
Poi, un  cigolio acuto fendette l’aria. Le piastrelle del pavimento si inclinarono pericolosamente verso l’interno.
<< Che cosa sta succedendo!? >> sbraitò Emilia.
Un sonoro tong sovrastò la sua voce. Il pavimento si stabilizzò per un attimo, dopodiché i Custodi non ebbero più nulla sotto i piedi a sostenere il loro peso. Sei buchi neri si spalancarono e li risucchiarono singolarmente.
Jonas impiegò cinque secondi a spiegare le ali, ma si rese conto di non poterle sbattere ne portarsi su. Allora usò l’aria, però anche quel tentativo fallì: il pavimento era di nuovo al suo posto. Shai tentò di catturare una debole corrente ascensionale, ma senza successo.
Ripiegarono le ali e si lasciarono scivolare giù nel buio.

§

Emilia atterrò con un tonfo sordo e tra cigolii di legno. Intorno a lei il buio più completo. Una luce entrò nella sua visuale, facendola alzare sui gomiti.
<< Chi sei? >> domandò.
Il bagliore illuminò un uomo abbigliato con vestiti d’altri tempi, basso e con una parrucca in testa. Non l’aveva mai visto, ma sapeva, sentiva, che quello era Zeigen.
<< Ho deciso di occuparmi personalmente di ognuno di voi. >> esordì, serio. Si avvicinò, strinse una frazione di buio e disse << Così farò. I miei più cari saluti, Custode del Fuoco. >>
Con un rapido movimento abbassò ciò che teneva in mano, scomparendo alla vista.
Emilia si sentì soffocare. Accese su un dito un fuocherello, e quello che vide la spaventò a morte. Si trovava dentro una bara buia e fredda.
Spense immediatamente la fiamma, nonostante fosse la sua unica fonte di luce e calore. Se voleva sopravvivere, doveva stare calma e respirare poco.
Non sapeva quanta aria ci fosse ne quanto sarebbe durata, ma strinse gli occhi e pregò i suoi amici di venirla ad aiutare.

§

Dimitri riuscì a arrivare in piedi. Non vedeva nulla, così chiuse gli occhi e iniziò a percepire ciò che c’era introno a lui. Il buco da cui era caduto, una piccola stanza quadrangolare, i suoi piedi sul pavimento, una persona che lo fissava a braccia incrociate.
<< So chi sei. >> disse, cupo.
Zeigen proruppe in una risata.
<< Ho pensato molto a come eliminarti, Custode dello Spazio, il tuo potere è così… poliedrico che il suo unico punto debole è se stesso. >> commentò, umettandosi le labbra.
<< Non mi piace chiacchierare. >> ringhiò Dimitri.
Espanse la mente e lanciò una rete invisibile contro il suo avversario. Zeigen non si mosse, anzi, mormorò due sole sillabe e l’attaccò del ladro si bloccò. Poi, all’improvviso, la gabbia si ritirò su se stessa a una velocità allucinante.
Il Custode imprecò, strinse i denti fino a farli scricchiolare, ma la rete continuò a restringersi fino a intrappolarlo. Si scagliò contro il muro invisibile, e una scarica elettrica lo percorse da capo a piedi. Gridò.
<< Sai, anche noi angeli abbiamo potenziali nascosti. Buona reclusione, Custode dello Spazio. >> disse, aprì una porta in fondo alla sala e uscì.
Dimitri si lanciò di nuovo contro la rete, urlando alle spalle di Zeigen << Sei un vile! Un codardo! Affrontami faccia a faccia! Questi trucchetti sono solo per chi ha la coda di paglia! Combatti con me! >>

§

Chiara si schiantò sul pavimento. Una fitta le percorse il fianco ammaccato quando si tirò su, sbattendo le palpebre per riuscire a vedere meglio. Niente da fare: c’era solo l’oscurità alla fine del tunnel. Dove sono? Dove sono tutti?
Dai suoi piedi iniziò a scorrere un ruscello, si trasformò in una pozza e poi in un piccolo lago. Chiara calcolò che si poteva uscire solo dall’alto o da una porta, anche se quest’ultima era chiusa.
<< Custode dell’Acqua, la mia preferita. Come stai? >>
Chiara rabbrividì, estendendo la sua percezione su tutta la superficie del lago. Ma Zeigen doveva volare silenzioso come un gufo, perché non riusciva ne a sentirlo ne a percepirlo.
<< Abbi il coraggio di sfidarmi ad armi pari. >> abbaiò, sulla difensiva.
<< Sei preoccupata per i tuoi amici, cara? >>
<< Non dovrei? >>
Zeigen rise, avvicinandosi a lei. Chiara alzò una colonna d’acqua, pronta a trasformarla in una decina di lame affilate.
<< Fai bene, perché presto soccomberanno. Sai che cosa può sconfiggere il tuo elemento, l’Acqua? >>
<< Dimmi dove sono, bastardo! >> urlò, perdendo quella poca calma che aveva.
<< Molte cose. >> proseguì imperterrito Zeigen << La Terra, per esempio, o dei veleni, persino lo stesso Fuoco. Interessante, vero? >>
<< Sì, se fossi una bambina in gita alla fabbrica di cioccolato e non la persona che ti sconfiggerà. >> ribatté, aspra.
<< Oh, siamo aggressive, eh? Va bene, diamo inizio alle danze. >> decretò.
Lanciò qualcosa nell’acqua, e quella sostanza si espanse rapidamente su tutta la superficie del lago. Zeigen aprì la porta, illuminando la stanza per un attimo, e la salutò, lugubre << E’ ora di essere cotti, Acqua. Addio. >>
E gettò un accendino acceso sull’acqua, scomparendo oltre la porta. Chiara lo capì in quell’istante: la sostanza era petrolio, e il petrolio era altamente infiammabile.
L’incendio divampò sulla superficie in pochi istanti, l’acqua si iniziò a scaldarsi.
Chiara ne evocò quanta più possibile, pensò intensamente alle correnti fredde, ai mari del nord, agli iceberg, a granite, tempeste… tutto ciò che potesse raffreddarla.
Il livello dell’acqua si innalzò fino a entrare nel tunnel. Ma le fiamme continuavano a bruciare, scaldando misteriosamente anche gli strati più sotto.
E’ magia, intuì Chiara, sentendo la calura farsi strada verso di lei.
Sperò di riuscire a resistere il più possibile, pregò per Jonas e tutti gli altri, poi chiuse gli occhi e immerse anche la sua mente nelle acqua gelide che dall’immaginazione diventavano realtà.

§

Andrea atterò di schianto. Sentì le ossa del polso ferito schioccare e piegarsi innaturalmente, facendogli vorticare davanti agli occhi una marea di puntini luminosi. La prima fitta gli tagliò in due il respiro. Rotolò supino, respirando con affanno, stringendosi il polso inequivocabilmente rotto.
Poi, una sensazione mai provata prima lo fece sobbalzare. Non sentiva la terra.
Ovunque fosse stato, anche prima di scoprire i propri poteri, l’aveva sempre trovata sotto i propri piedi. Ora era come scomparsa senza motivo.
Per un attimo, tremò. Non gli piaceva volare, ne tanto meno fluttuare nel nulla come in quel momento. Perché sapeva che il pavimento era sotto di lui, ma era come un sogno lontano.
<< Non c’è gusto a sconfiggere qualcuno già ferito. Sarò clemente con te, Custode della Terra. Dovrai solo chiuderti nel tuo guscio e sperare di resistere abbastanza a lungo. >>
<< Zeigen. >> ringhiò, tirandosi su.
Il polso rotto gli inflisse una scarica di dolore acuto, ma lui la ignorò.
Adesso più lontana, la voce del nemico disse << Divertiti e addio, Andre’. >>
Poi, fiamme, aria e fulmini squarciarono la quiete della stanza. Che cosa…? pensò, ma fu costretto a interrompere il filo della coscienza.
Innalzò, seppur con una certa difficoltà, delle alte scaglie di terra. Vi si rifugiò all’interno, sigillandocisi.
C’era abbastanza aria per qualche ora, ma il fuoco si faceva sentire, le raffiche di vento erano colpi di scure e i lampi il martello degli dei. No, non sarebbe stato facile per nulla.

§

Jonas lasciò che le ali lo facessero atterrare dolcemente, planando per quanto gli fu possibile. Non fu sorpreso di trovarsi al buio, era un ottimo modo per disorientare il nemico, soprattutto se quest’ultimo era appena scivolato giù da un tunnel dopo che il pavimento aveva ceduto sotto di lui.
<< Zeigen. >> chiamò << Fatti vedere! >>
La stanza si illuminò all’improvviso, e la figura dell’angelo nero a ali spiegate riempì il campo visivo di Jonas. 
<< Avevi la possibilità di diventare più forte, di passare dalla parte dei vincenti e l’hai sprecata. Mi hai tradito, mi hai deluso. >>
Jonas sputò per terra. << Sai che me ne importa di aver ferito i sentimenti di un mostro? Cosa può cambiare la tua insoddisfazione in questa situazione? >>
Zeigen abbozzò un sorriso ironico. << Immaginavo una risposta simile… Bene, ti sei avvicinato alla morte, angelo. >>
Con uno schiocco di dita ritornò il buio, e l’ometto schiuse un attimo la porta, dicendo << Cosa c’è di meglio di un bella morte sottovuoto per il Custode dell’Aria? >>
Il tunnel si sigillò. La nuova parete iniziò a scendere su Jonas, lenta ma inesorabile.
Il ragazzo sguainò Chion, si deterse la fronte imperlata di sudore con la mano libera e si preparò. Quando la lama, rafforzata dai venti, cozzò contro il muro Jonas avvertì il dolore farsi strada dentro di lui.
Zeigen aveva scelto una prova mortale, l’aveva costretto a sorreggere la parete da solo, come Atlante fece con il cielo perché non schiacciasse la terra.
Ma non era la terra che importava a Jonas, quanto mantenere il suo corpo integro.

§

Shai atterò facilmente grazie alle ali. Non si curò del buio: se Zeigen pensava che la spaventasse o che potesse usarlo a suo vantaggio si sbagliava.
<< Custode del Tempo, che piacere incontrarti. Uno splendente angelo bianc- >>
<< Taglia corto, Zeigen, non m’interessano le tue chiacchiere. >> lo interruppe lei.
L’altro rise. << Non hai tempo, per caso? >> cercò di scherzare.
Shai scosse la testa. << A dire il vero, ne ho quanto ne voglio. >> disse.
<< Allora possiamo conversare, cara. >> ribatté Zeigen.
Ma Shai non aveva finito il suo discorso. << Sei tu quello che non ne ha. >>
E così dicendo, scagliò un globo contro il luogo dove proveniva la voce, inaspettatamente. L’angelo nero fu colpito in pieno petto.
<< Torna fra un paio d’ore, caro. >>
Zeigen, infatti, si riavvolse come il nastro delle vecchie cassette, ritornando sui suoi passi, ripetendo le parole al contrario. Uscì dalla porta da cui era entrato, indicando a Shai il modo per andarsene.
La mora non perse tempo; chissà cos’era capitato ai suoi compagni. Strinse i pugni, serrò le labbra e il petto le si gonfiò d’orgoglio mentre percorreva i corridoi inseguendo il legame che aveva con Dimitri.
Shai, si disse, è arrivato il tuo momento per salvare il culo a tutti.


***

Angolo dell'autrice:
Alleiluia! Sono secoli che non aggiornavo, vi ho fatto penare questo capitolo non poco. In realtà l'avevo già finito di scrivere circa una settimana fa, ma rileggendolo mi è sembrata una merdina per cui l'ho riscritto tutto d'accapo.
Vediamo la Winter in un 'inno al valor civile', e ho fatto felice la mia scimmia-fratello chiedendogli parecchie cose sui militari *dovevano essere cinque minuti, ma si è prolonguata un ora intera! -w-*
Jonas ci ha regalato il modo per sconfiggere Zeigen, sta a voi individuare la frase e tentare il superenalotto x'D
Ah, mi sono ricordata solo adesso una cosuccia: ho mai specificato come leggere il nome del cattivo? Nel caso la risposta sia no, dovete leggerlo 'alla tedesca', quindi Zaighen e non letteralmente Zeigien *che è più moscio*
Sono una merdina, scusate ^^""""
Non credo riuscirò ad aggiornare prima di settembre, le mie vacanze stanno per finire e i meravigliosi doveri scolastici mi chiamano *ç_ç* Ergo: mettetevi l'anima in pace, keep calm and read my other story Sagittarius - Nel Segno del Fuoco hahah LoL xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto (e che abbiate amato Macklemore *occhiata cattiva indagatrice*) e.... Ce la faranno i sei custodi a sopravvivere? Jonas diventerà il nuovo prodotto buitoni "Le sottilette angeliche"? Ma, soprattutto, Shai salverà il culo a tutti?
Lo scopriremo nella prossima puntata tanananananannnnnnn! *sclero time*



 

 

Legenda:




°mimetica flecktarne


°°M4

°°°mimetica urbana
  
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