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Autore: _Krzyz    22/08/2013    4 recensioni
Tutti conoscono la storia di Katniss e Peeta. La loro vita verrà ricordata per sempre grazie a quella storia. Ma le storie dei Ventidue tributi morti, quelle sono morte con loro. Perchè a nessuno è mai interessato ricordarle. E' così che comincia la Fiaba da Una Terra di Polvere. La Fiaba delle vite degli altri, che ora meritano di essere ricordate, che ora vivranno per sempre.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Saw Cindarella in a party dress
She was looking for a nightgown…”

 
Questa è La Fiaba di un Barlume di Bellezza Vera  in un Mondo Finto.
 
Perchè quella ragazza era  bellissima. Non di una bellezza falsa, di quelle create artificiosamente a Capitol City, lei era bella davvero. Ma lei non avrebbe voluto essere bella. Lei avrebbe voluto essere normale.

Tutti le facevano i complimenti per come le stavano bene i capelli, per il colore dei suoi occhi, per i suoi lineamenti da bambola. I suoi genitori la portavano di festa in festa per mostrarla alla gente e crogiolarsi nella bellezza della loro creatura.
“Sorridi, stellina!” “Forza tesoro!” “Facciamo una foto!”
I suoi genitori dicevano solo questo. 
Suo padre non le aveva mai rimboccato le coperte alla sera.
Sua mamma non cucinava altro che cibi dietetici per farla stare in forma.

Così lei si iscrisse in accademia per partecipare agli Hunger Games. Sua mamma non le parlò più. Suo padre nemmeno. Continuavano a portarla a sfilate e concorsi , si pavoneggiavano e poi, dopo essere arrivati a casa, si chiudevano in loro mentre lei si inzaccherava il vestito per provare a centrare il bersaglio dipinto in rosso su un albero. Non mise mai a segno un centro. L’arco non le obbediva, le frecce non la seguivano, la sua mano era sempre troppo debole per tendere quella corda.
Dopo l’ultima serata passata a sentire i suoi genitori vantarsi della loro progenie la ragazza si stufò. Era stata usata, fin da bambina. Perché lei era bellissima, bella davvero. Era una principessa vestita da festa.  Una principessa bionda come il grano e con gli occhi verdi come le gemme degli alberi a primavera. Una Cenerentola vestita da festa che a mezzanotte  scappò. Nessun principe la seguì. Rientrò in casa, prese arco e faretra e cercò una borsa. Vi mise dentro un po’ di vestiti, sufficienti  appena per non morire di freddo , e poi cominciò a frugare in giro per tutta la stanza. Poi lo trovò. Quell’abito nero da sera.
Sua madre non voleva che se lo mettesse, era troppo serio.
Suo padre non voleva che se lo mettesse, era privo di personalità.
Eppure a lei piaceva. Lei adorava quel vestito. In fretta si tolse il frivolo completo di chiffon che indossava e infilò l’abito nero. Legò i capelli alla bell’e meglio, indossò il cappotto e scappò.

Corse per tutta la notte, fino ad arrivare alla casa dov’era sempre benvoluta. La casa dove sarebbe sempre voluta andare ma dove non era mai andata per colpa dei suoi genitori. Tre battiti alla porta ed ecco il ragazzo apparire in pigiama.
Lui le voleva bene.
Lui sapeva che era bellissima, bella davvero.
Ma sapeva anche che lei era bella dentro, che la smorfiosa la faceva per i suoi, non per lei stessa.
-“Marvel?”- 
-“ Che diamine ci fai qua a quest’ora e ,come se non bastasse, sei in vestito e cappottino leggero  a metà gennaio! Sei pazza?!”-
Lei lo abbracciò. Era l’unico che la apprezzava per com’era. Era l’unico che non la guardava con occhi invidiosi o avidi. Era il suo unico amico.
Rimase sul divano con lei quando scoppiò a piangere. La stringeva e la consolava, carezzandole la nuca. E quando si addormentò la portò di peso nel suo letto, per farla stare comoda. La guardò per tutta la notte, per assicurarsi che dormisse bene, per essere là se ci fosse stato bisogno. E si addormentò su una sedia di legno, perché non voleva lasciarla sola. E alla mattina le portò la colazione a letto, sua madre aveva sempre detto che portare la colazione a letto alle ragazze era un segno di grande affetto.
E Cenerentola sorrise, sorrise davvero , con i capelli scarmigliati , il mascara colato della notte precedente che faceva risaltare il gonfiore degli occhi. Ma quell’espressione così viva, così autentica… L’espressione che aveva dimenticato come fare , in tanti anni di sorrisi falsi, tirati per venire bene nelle foto.
E il ragazzo sorrise, perché vederla felice , vedere che la sua unica amica stava bene e non piangeva più lo rallegrava.

Riprese gli allenamenti, quella fragile ragazza bionda in abito da sera, ma le frecce non la tradivano più. E quando arrivò la Mietitura e lei, avvolta nel suo vestito di seta nera, si offrì volontaria insieme al suo amico come tributo la folla ammutolì. Perché lei era bella, bella davvero. Perché ora era forte, forte davvero. E i suoi genitori non la vennero a salutare, ma a lei non importava. Non le importava nemmeno vincere. Ce l’aveva fatta. Lei non era più inutile.
 Il Barlume era diventato una Luce, abbagliante, bellissima.
Quando entrò nell’Arena, con la giacca militare e le trecce, tutti per un istante la fissarono. Poteva una ragazza tanto bella essere altrettanto pericolosa?  Si, lo era. Lo era , quando nel bagno di sangue uccise un paio di ragazzi come se non sapesse fare altro. Lo era,  quando sfiorò la ragazza che si era arrampicata sull’albero.

Ma quando gli Aghi Inseguitori cominciarono ad attaccare non era più così pericolosa. Lottava e lottava, ma la sua mente era annebbiata.
 -“Marvel! Marvel!”-
Non arrivò in tempo, Marvel , stordito dalle punture. Il cannone aveva già sparato.
Ma anche allora, nonostante il corpo deformato dal veleno, lui la trovava bellissima. Perché lei era bellissima dentro. Al polso aveva legato un nastro di seta nera. E lui la ricordò quella notte, avvolta nel suo vestito color della notte, sconvolta e infreddolita. E ricordò alla mattina il sorriso di lei, così vero e così triste.
 
E si ricordò di lei così. Perché lei era la Cenerentola vestita da festa che voleva l’abito da sera. Perché lei era Glimmer ed era bella, bella davvero.

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IL KACTUS DI KRZYZ
Ecco qua il primo capitolo di questa storia...come vi sembra? E' venuto più corto di quanto pensassi, i prossimi saranno più lunghi.
Bacioni, _Krzyz
  
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