Ringraziamenti:
Sore: cos’hai, manie di protagonismo? No, mi spiace, per questa NON mi sono ispirata a Be Different….ma penserò a quella scena quando ballerò con Lucas al rinfresco del nostro matrimonio.
Marki: seguito forse diverso da come ti aspettavi… ma volevo più che altro sottolineare la sensualità di questo ballo… spero che ti piaccia comunque!
Romanticgirl: grazie, come sempre!
Discepola: che ragionamento aspetti? XD ok,
scherzi a parte… io ce ne passerei due di vite!!!!!!
Ah, ho una proposta semi-indecente per te…. Ti manderò una
mail.
E ora ecco il secondo e ultimo capitolo…. Avrei forse, non
sicuramente ipoteticamente in mente una continuazione che descriva la gara di
ballo, sempre divisa in due parti ma non prometto
niente!!!
E ora…leggete È un ordine!!!
E, se volete, commentate anche…x
favore….*.*
Temperance (che
vorrebbe essere Kelsi in questa storia)
“La danza è…”
°n’inutile perdita di tempo.°
Questo avrebbe voluto dirgli, Kelsi, ma non le sembrava il caso
di farsi sbattere fuori ancora prima di cominciare.
Decise, quindi, di optare per qualcosa di più soft.
“La danza è ballo.”
“S…sì…” Ryan
la guardò con un sopracciglio alzato.
°Ecco, ora si sta chiedendo a che livello può arrivare l’idiozia
umana. Fantastico.°
“Proviamo in un altro modo.” Riprese
il giovane, sorridendo. “Cosa è per te la musica?”
°Oh, questa la so!°
“La musica è armonia.” Rispose
lei, sicura. “È poesia, energia, emozione. Tutto è musica, dal canto
dell’usignolo al rombo di un motore al battito di un cuore innamorato. La musica
è quella cosa senza la quale non potrei vivere… è come aria per me.”
“Bene, bene… e se io ti dicessi che anche la danza è tutto questo?”
Kelsi mise su il suo miglior sorriso ironico.
“E come
potrebbe?”
“La danza” Ryan
si alzò in piedi, fissandola negli occhi con uno sguardo color del cielo
d’autunno che la ragazza non avrebbe esitato un secondo a definire ipnotico. “è
armonia in movimento, poesia su due piedi, energia di un corpo che non sa star
fermo, emozione di un volto che vive di ritmo. È il battito d’ali di quell’usignolo, il meccanismo che fa funzionare quel
motore, la pulsazione che da vita a quel cuore. La danza è la mia aria, Kelsi,
e io sono qui per insegnarti a respirarla.
Il suo viso, a quel punto, non
distava più di una manciata di centimetri da quello
della pianista e lei non poté fare altro che trattenere il respiro alla
presenza di una tale passione.
Non avrebbe mai creduto di poter
scorgere nel frivolo e sottomesso Ryan Evans una forza di quel genere.
Una forza così simile alla sua.
“Wow…” Esalò, mentre lui le
prendeva una mano e la faceva alzare, stringendola a sé.
Kelsi arrossì violentemente, come faceva ogni volta che si
trovava a stretto contatto con un ragazzo.
°Oh, avanti, Nielsen, non è un
ragazzo: è Evans!°
“E ora passiamo allo specifico: la
rumba.” Ryan rafforzò la
presa sul corpo di Kelsi e il sentire così
chiaramente il battito del cuore di lui e i muscoli,
tesi e vibranti sotto la sua pelle, così come vedere la determinata bellezza di
quel volto aperto e cordiale le fecero immediatamente riformulare il pensiero.
°Sarà anche Evans, ma è decisamente un ragazzo!°
“Sì, la rumba… Ryan,
potresti allentare un po’la presa?”
“No.” Replicò lui, semplicemente,
allungando un braccio verso il tavolo per prendere il telecomando dello stereo.
“La rumba è pura e semplice passione.” Premette il tasto play,
per poi posare il piccolo parallelepipedo nero di nuovo al suo posto, mentre
una musica coinvolgente dal sapore caraibico iniziava
a fuoriuscire dalle casse. “Insieme al tango, è in assoluto il ballo più
sensuale. È espressione sulla pista di ciò che, solitamente, si fa a letto, mi segui?”
“S…sì…” Biascicò Kelsi, imbarazzata, lasciandosi guidare da Ryan nei primi, timidi passi sul prezioso pavimento di
marmo rosato.
“Bene, quindi capirai che, al fine
di rendere la rumba comunicativa al massimo, è necessaria una certa attrazione
tra i due partner.”
“Beh, Ryan,
allora credo che noi due non….”
“Non ho detto amore, kelsi, né simpatia. Parlo di attrazione
al suo stato base, puro desiderio fisico.”
Una mano del ragazzo salì lungo la
schiena della pianista e scostò i suoi capelli di lato, accarezzando, poi, con
delicatezza, il collo latteo.
Senza pensare a ciò che stava
facendo, Kelsi inclinò la testa da un lato, chiudendo
gli occhi, mentre continuava a muoversi, seguendo Ryan
e la musica.
“E questo
c’è tra noi…” Sussurrò lui, rivolto più che altro a se stesso. Eccome se c’è…”
°O, almeno, da tuo
lato è solo questo. Dal mio, invece…°
“Apri gli occhi e guardami.”
Ordinò Ryan, con tono autoritario e dolce allo stesso
tempo.
Kelsi eseguì, solo per trovarsi davanti lo sguardo sereno e
gentile di lui, illuminato da un sorriso un po’ sghembo.
“Visto? Stai ballando!”
Era vero, accidenti!
Nemmeno se n’era accorta, occupata
come era a pensare alla storia della sensualità e al
perché di quella chimica speciale che il ballo sembrava creare tra lei ed Evans. Eppure si stava muovendo,
stava danzando… e anche discretamente, visto che il suo partner possedeva
ancora entrambi i piedi.
La voglia improvvisa di
abbracciarlo fu troncata sul nascere dal sentore della mano
di lui che si muoveva da qualche parte nei pressi della sua coscia e
della punta del suo naso che scivolava leggera sulla pelle del suo collo,
mandandole brividi in ogni singolo angolo del corpo.
Brividi terribilmente belli, nuovi
e sbagliati.
Soprattutto sbagliati, perché era
pur sempre Ryan Evans,
quello a cui stava praticamente appiccicata e lei
odiava Ryan Evans.
O no?
“Ryan…”
Iniziò, senza nemmeno ben sapere come continuare la frase.
Lui, comunque,
la sollevò dal problema.
“È strano, no? Sentirsi così
attratti da una persona che ti odia.”
“O che
odi…” Replicò lei, dando voce ai propri pensieri.
La timida, riservata,
insignificante pianista della East
High non aveva idea di cosa avesse quella musica, quel ballo di speciale, così
come non poteva dirsi una grande esperta di sesso e affini, ma riteneva di
poter dire con fin troppa certezza che quel ritmo, unito alla consapevolezza
della vicinanza dei loro corpi e alle labbra di Ryan
che si posarono, per un attimo solo, sul suo collo, rappresentava l’esperienza
più carica di erotismo della sua ancora breve vita e questo la spaventò.
“Ryan…”
Chiamò di nuovo, gli occhi bassi, allontanando il giovane da sé. “Io devo… devo andare a fare… qualcosa.”
“Ok…torni
domani, vero?”
Furono quelle parole o, meglio
come quelle parole furono pronunciate a convincere Kelsi a prendere il coraggio a due mani e guardare di nuovo
Ryan negli occhi.
Occhi, nei quali trovò qualcosa
che mai si sarebbe aspettata: preoccupazione… e qualcos’altro al quale non
seppe né volle dare un nome.
“Ho… ho
fatto qualcosa di sbagliato?”
La pianista
sorrise e, non ricordando nemmeno uno
dei motivi che l’avevano spinta ad odiare quel ragazzo fino ad allora, si alzò
in punta di piedi e posò un bacio leggero sulla guancia di lui.
“Dammi il tempo di capire che cosa
è successo oggi, ma sì, tornerò: la voglio vincere, quella gatra.”
“Contaci.” Rispose lui, il sorriso
tornato sulle labbra.
°E che sorriso…°
“Grazie, Ryan.”
“E di
che?”
“Di avermi insegnato a respirare.
The end