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Autore: Haronicaonelove    24/08/2013    3 recensioni
HOPE HA UNA GRAN VOGLIA DI UNA VACANZA DAVVERO SPECIALE QUEST'ESTATE.
UN MESE AL MARE CON LA ZIA GIORNALISTA DI MODA, TRA SOLE, FESTE E VIP.
E L'INDIMENTICABILE COLONNA SONORA DEL SUO GRUPPO PREFERITO, GLI ONE DIRECTION.
E INVECE I SUOI LA MANDANO IN VACANZA DA SOLA... IN UN COLLEGE PERSO NEL NULLA, IN UN VILLAGGIO INGLESE CHE NON E NEMMENO CITATO SULLE MAPPE STRADALI ED E IL REGNO DELLA NOIA MORTALE, ALTRO CHE REGNO UNITO.
PER FORTUNA CI SONO LE NOTE DEGLI ONE DIRECTION A CONSOLARLA.
MA TUTTO CAMBIA QUANDO SCOPRE CHE LORO, LORO, OVVERO LOUIS, HARRY, ZAYN, LIAM E NIALL, I SUOI IDOLI, SONO PIU VICINI DI QUANTO AVESSE MAI IMMAGINATO!
INIZIA COSì, PER HOPE E I SUOI NUOVI COMPAGNI DI VIAGGIO, UN'AVVENTURA SULLE ORME DEL SUO GRUPPO PREFERITO, UNA VERA E PROPRIA CACCIA AL TESORO, CON IN PALIO UN'ESTATE INDIMENTICABILE, AMICIZIE VERE E CHISSA, L'AMORE.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Se mi trovo in Inghilterra, lontano centinaia di chilometri da tutto ciò che amo e da dove vorrei essere, è colpa della mia severissima madre e delle sue idee circa l’educazione di una ragzza della mia età.
Il mio destino è stato deciso un mese fa, la sera in cui avevo intenzione di discutere dei programmi per l’estate con i miei genitori: una di quelle situazioni che nella mia famiglia speso si trasformano in autentiche tragedie, per la sottoscritta.
-No, Hope, non se ne parla proprio!- ha dichiarato lapidaria mia madre, appena ho accennato la possibilità di partire con Chanel, la mia super zia preferita, per una vacanza al mare.
Non ha neppure alzato la testa dal tagliere su cui stava affettando i pomodori per l’insalata, nella nostra cucina ordinata e organizzata come una clinica svizzera.
Brutto segno, quando mi chiama per nome, rinunciando a uno dei mille diminutivi che si inventa di continuo: “educatrice implacabile”.
-Però non è giusto, io non posso mai fare nulla! Che male c’è a passare qualche giorno in Sardegna con la zia?- Ho insistito.
Sapevo a priori che la possibilità che mi lasciasse libera di scegliere come occupare le quattro settimane di luglio in cui lei e papà ancora lavoravano, erano scarse.
Per questo genere di cose mia madre sembra convinta che io abbia ancora cinque anni: si aspetta che accetti con gratitudine i suoi tentativi di organizzare la mia vita, e si stupisce quando dimostro di avere una volontà mia in proposito.
Eppure mi ero illusa di avere almeno un minuscolo spazio di trattativa, mi ero aggrappata alla vaghissima speranza di riuscire a spiegarle perché partire con la zia fosse così tanto importante per me.
-Non è una vacanza adatta ad una ragazza della tua età- ha ribattuto lei, che non si lascia mai impressionare dalle mie suppliche.
Il fatto che andasse avanti a grattugiare carote mentre io la imploravo dà un’idea della scarsa considerazione di cui godo in questa casa.
-Mamma, forse non te ne sei accorta, ma non sono più una bambina! Figurati che Alexis e Sharon vanno in campeggio da sole, quest’estate…- ho ribattuto, scegliendo di giocarmi subito il mio asso nella manica.
Le mie migliore amiche se ne andavano in vacanza da sole.
Un’argomentazione che avrebbe dovuto - nelle mie fantasie – farla capitolare.
Poi, realizzando con sconforto che mai e poi mai mia mamma si sarebbe lasciata convincere dai programmi estivi delle mie amiche, ho aggiunto: - … e comunque sarei sempre con zia Chanel!
-Non mi sembra una garanzia sufficiente – ha detto sciacquandosi le mani e guardandomi per la prima volta da quando era incominciata la discussione.
Era una sera tiepida di inizio estate, dalla finestra della cucina entravano gli ultimi raggi del sole che tramontava, ma il suo sguardo ha abbassato la temperatura di un paio di gradi.
Benchè mia madre – preside di un liceo noto per la severità del corpo docenti – si dimostri spesso scettica nei confronti del suo stile di vita, per me zia Chanel resta un mito assoluto.
Praticamente tutte le amiche mi invidiano a  morte, per questa zia.
E hanno ragione!
Quasi quasi mi invidio da sola!
La sorella di mio padre lavora in una famosa rivista di moda, e la sua vita è un turbinio di sfilate, cene mondane, presentazioni.
Viaggia continuamente tra Parigi e New York e, ogni volta che la incontro, ha storie divertentissime da raccontarmi, regali pazzeschi e un’energia contagiosa; ma stavolta si era davvero superata.
Il sabato precedente eravamo andate al cinema insieme.
Dopo lo spettacolo, mi ha proposto di fare merenda in un piccolo bar molto alla moda e, davanti a una tazza di thè allo zenzero, si è messa a raccontarmi sei suoi programmi per le vacanze: un famoso stilista l’aveva invitata a trascorrere tutto il mese di luglio nella sua villa al mare in Sardegna, mentre lui avrebbe girato il mediterraneo in barca a vela.
-Ha detto che era inutile lasciare la casa vuota!- ha spiegato, sbocconcellando un biscotto alla carota.- Per pensare alla prossima collezione ha bisogno di tranquillità, e il suo vicino di casa è un discografico: d’estate invita i cantanti  che lavorano per lui, organizza cene per centinaia di persone nell’enorme giardino e feste che durano fino a mattina!
In estate, in effetti, se si vuole stare in pace, è meglio spostarsi in alto mare…
A quel punto non ho più prestato attenzione al discorso e ho cominciato a fantasticare di eleganti cene in riva al mar, abiti da sera e pomeriggi al sole, passati a sfogliare riviste di moda nel giardino della villa dello stilista.
Tra l’altro, ricordavo di aver letto da qualche parte, un articolo di gossip secondo cui Harry Styles sarebbe forse stato ospite del suo produttore discografico, al mare.
D’accordo, era solo una fantasia… ma non sarebbe stato fantastico incrociare gli One Direction a una delle feste del discografico? Ok, le probabilità di incontrarli erano davvero bassissime, ma chi mi impediva di sognare?
Vederli a Milano, nella mia noiosa vita blindata dalle regole di mia madre, restava comunque impossibile.
Il fatto è che per me gli One Direction sono importantissimi: le loro canzoni sono stata la colonna sonora del mio ultimo anno.
Le loro voci hanno il potere di trasportarmi lontano da tutto, dai problemi, dalle difficoltà, dai casini con i miei genitori.
Con loro posso sognare una vita diversa.
Per questa ragione anche la remota possibilità di incontrarli quasi mi toglie il respiro.
E comunque un’estate con zia Chanel sarebbe stata un’esperienza pazzesca, soprattutto se paragonata alla noia che mi aspettava ad agosto, quando mi sarei dovuta sorbire un mese di scarpinate con i miei, in montagna, dove la cosa più eclatante che ti può capitare è intravedere i camosci che scendono a valle, probabilmente anche loro in cerca di qualcosa di divertente da fare per passare il tempo.
-Lizzy, tesoro, perché non vieni in vacanza con me quest’estate? A volte è così noioso stare con quella gente!- “Quella gente” è il suo modo di riferirsi ai colleghi della rivista. - Scommetto che ti farebbe un gran bene stare con persone diverse per un po’!
Benchè non riuscissi a immaginare come potesse essere noioso trascorrere tre settimane nella villa al mare di un famoso stilista, ho annuito convinta.
-Mi piacerebbe da morire – Ho detto, cercando di non soffocarmi con il tè, perché il solo pensiero di poter incontrare Harry mi aveva fatto andare la sorsata di traverso.
Per questo avevo sognato che la mia estate potesse in qualche modo incrociare quella dei cinque ragazzi più pazzeschi del mondo fino al momento in cui ero atterrata nuovamente sul pianeta Terra per affrontare l’argomento con mia madre.
Allora mi sono ricordata di quanto lei - fan sfegatata di latino, greco antico e cruciverba impossibili – reputi futile il lavoro di zia Chanel e frivolo il suo mondo.
E’ stato quello il momento in cui tutti i miei castelli in aria sono crollati rovinosamente.
-No, Hope, non puoi andare al mare con zia Chanel.
Anche perché io e tuo padre pensavamo di proporti una vacanza studio in Inghilterra-ha dichiarato la preside, venendo a sedersi al tavolo accanto a me.
-Una vacanza studio?!- ho ripetuto, incredula.
Che vacanza sarebbe una vacanza in cui si studia?!
-Esatto.
Considerati i tuoi voti in inglese, direi che ti farebbe bene.
Non ho potuto ribattere perché, in effetti, la mia media era piuttosto deprimente.
Frequento un liceo linguistico, dove l’inglese è una delle materie principali.
In tutte le altre materie vado bene, in spagnolo sono una delle migliori della classe; eppure l’inglese non vuole entrarmi in testa, per quanti sforzi faccia.
La mia furba genitrice aveva beccato il mio punto debole… Colpita e affondata!
Ha continuato a fissarmi in silenzio, ben sapendo di avere la ragione dalla sua parte, aspettando un mio commento.
-Mamma, ma quando mi ricapita un’occasione così?- ho trovato la forza di domandare.
-Mi spiace, Hope.
La priorità  è che tu recuperi quello che non hai imparato quest’anno a scuola.
Mi sono sentita morire dentro, avrei voluto gridare e poi sparire nel nulla, trasportarmi con la forza del pensiero lontanissimo.
Avevo trascorso gli ultimi mesi ad ascoltare ininterrottamente le loro canzoni e l’idea - per quanto vaga – di vederli dal vivo mi dava le vertigini, tanto era bella.
Invece è bastata una conversazione di dieci minuti per distruggere le mie speranze.
Se mia madre avesse un superpotere, sarebbe esattamente questo: polverizzare senza pietà i sogni altrui.
Ho affrontato le ultime settimane di scuola, mi sono preparata per le verifiche di fine anno; è stato un incubo, ma in qualche modo ce l’ho fatta.
Sono stata promossa con una sufficienza stiracchiata in inglese e la raccomandazione della professoressa di approfittare dell’estate per recuperare e arrivare a settembre preparata.
Uno sguardo severo ha lasciato trapelare una velata minaccia circa il mio destino scolastico, nel caso avessi invece deciso di farmi occupazioni futili tipo riposare o divertirmi.
Così il primo di luglio - una splendida giornata, di quelle che ti fanno pensare intensamente al mare - mi sono trovata seduta al centro di camera mia, con la valigia pronta, piena di felpe e jeans invece di costumi da bagno e parei.
Per non soccombere alla malinconia ci ho infilato anche diverse foto di Harry e l’iPod con la discografia completa.
Prima di chiudere la cerniera, non ho resistito alla tentazione di farci scivolare anche il quaderno dove raccolgo tutti i ritagli di giornale che riguardano gli 1D.
Mio padre si è affacciato alla porta di camera mia. - Hope, dobbiamo andare o perderai l’aereo.
Ho sospirato pensando che sarebbe stato fantastico, se fosse successo davvero.
Qualunque cosa mi sembrava meglio che partire.
Poiché io non davi segni di vita, mi ha raggiunto e ha sollevato la valigia.
Subito dopo ha fatto una strana smorfia.
-Tesoro, non ti sembra d aver esagerato?
Ma che cosa ci hai messo in questa valigia?
-Il minimo indispensabile, considerando dove mi state mandando - ho risposto, più cupa di un temporale estivo.
Ed è stato allora che se n’è venuto fuori con quella frase.
-Vedrai che questa esperienza ti sarà preziosa!
E’ ora che tu impari a cavartela da sola!
Che sarebbe stata una bella esperienza non ci ho creduto neanche un nanosecondo.
Sono salita in macchina salutando il sole, l’estate e tutti i miei sogni.
Mi sono sparata la musica nelle orecchie per tutto il tragitto verso l’aeroporto, facendomi piccola sul sedile posteriore, sperando dentro di me in un miracolo che mi risparmiasse la partenza.
Invece non è successo niente, e meno di un’ora dopo mio padre parcheggiava davanti all’aeroporto.
-Coraggio, conoscerai un sacco di persone interessanti, tornerai piena di nuovi amici! - ha detto mia madre, abbracciandomi forte prima che mi mettessi in fila al controllo i sicurezza.
“Non ho bisogno di nuovi amici, io voglio solo conoscere Harry Styles e gli altri, più di ogni altra cosa al mondo” ho detto dentro di me.
-Se per caso li incontra, zia Chanel si farà fare gli autografi per te, stai tranquilla - ha aggiunto mio padre, che nel frattempo era stato informato di tutto, credendo di ritirarmi su il morale.
Quell’ultima frase mi ha fatto venire una depressione tale che mi sono dovuta mordere il labbro per trattenere le lacrime.
Li ho rassicurati sbrigativamente sul fatto che li avrei chiamati appena arrivata a destinazione, e intanto camminavo lentamente verso la catastrofica estate che il destino mi aveva riservato.
Qualsiasi cosa, pur di farli andare via e restare sola con le voci di Harry, Liam, Louis. Niall e Zayn.
   
 
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