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Autore: Madelyne Scott    24/08/2013    6 recensioni
[ storia ad OC | iscrizioni chiuse | AU | Verde ]
Dal prologo:
"23 settembre, anno 2995. La Terra, messa in ginocchio dalle continue guerre che infuriano su di essa da ormai sette lunghi secoli, è divisa in sette nazioni.
Tutte le nazioni sono sotto il controllo di Arame, l’ottavo arcipelago dal quale il governo impartisce gli ordini e che è dimora dei Kamigami, gli “dei” provenienti da una lontana galassia che sottomisero i terrestri settecento anni prima, provocando l’inizio delle guerre.
Alcuni, però, non si sono arresi: essi vivono nelle isolette sperdute che formano il cosiddetto “Ignoto”, e tra di loro vi è Miramiko, una terrestre in grado di prevedere il futuro. Miramiko sa che tra non molto tempo arriverà la fine, ma al contempo sa anche che le uniche persone in grado di fermare le guerre sono quindici giovani, provenienti dagli otto arcipelaghi."
Scritta a quattro mani con Agnes_ rowing!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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.: Capitolo 1 :.

Una ragazza dai mossi capelli viola, lunghi fino alla base del collo e con un ciuffo sul lato sinistro della fronte, stava camminando distrattamente per le vie della città.
Sulla sua schiena spuntavano due enormi ali candide e piumate, ripiegate per permetterle di muoversi più facilmente. Gli occhi, di color blu notte, sembravano brillare di luce propria come due stelle, e fissavano il marciapiede davanti a lei. La viola, che indossava una semplice maglietta celeste a maniche lunghe e larghe sino alle nocche e un paio di jeans alla metà coscia, era persa nei propri pensieri, tanto che quasi non si accorse di essere arrivata al ristorante dove lavorava come cuoca apprendista. Sbatté le palpebre un paio di volte, come se si fosse appena svegliata e le avessero chiesto di rispondere ad una domanda difficilissima. Qualche minuto dopo, però, la ragazza era già in cucina e si affrettava a posare pentole e padelle sui fornelli.

***

Fra gli alberi della foresta di Ganemia, una ragazza si muoveva agilmente, balzando da un ramo all’altro con la grazia propria di un felino. I suoi occhi smeraldini scintillavano alla luce della luna, mentre alcuni ciuffi  dei lunghi capelli di fuoco, raccolti in un chignon in cima alla testa, le ricadevano ai lati del viso roseo. Quando giunse sul ramo di un’enorme quercia si fermò, accovacciandosi vicino alla corteccia e posandovi una mano dalle dita affusolate. Era vestita con una T-shirt sportiva di colore giallo e un paio di pantaloncini in jeans blu, che lasciavano scoperti i lunghi ed eleganti arti chiari; il suo abbigliamento sportivo terminava con un paio di scarpe da tennis.
Dopo qualche minuto, la rossa si accorse di un movimento sotto di sé: con un balzo, agile e silenzioso, fu a terra e, impugnato l’arco che aveva in spalla ed incoccata una freccia, si posizionò dietro all’enorme tronco, in attesa.
/Uno, due e … Tre!/
Con uno scatto, la ragazza uscì dal suo nascondiglio, puntando con la freccia la figura che aveva davanti.
- Buona, buona, sorellina! Sono io, Nagumo!- la minore sollevò un sopracciglio, poi riconobbe la voce del fratello e abbassò l’arma, mentre con gli occhi distingueva la linea del ragazzo. Sorrise.
- Nii-san! Non avverti mai, nemmeno quando sai che sono a caccia! La prossima volta potrei colpirti per sbaglio, lo sai?
L’altro fece spallucce, gli occhi ambrati nascosti dalle palpebre, poi un leggero ghigno divertito gli fece incurvare le labbra chiare. Subito dopo si avvicinò una mano al petto con fare teatrale.
- Chi, io? Il tuo dolce e virtuoso fratellone dovrebbe dire addio a tutte le sue ammiratrici a causa di una freccia della sorellina?- pronunciò poi con enfasi, riaprendo gli occhi e puntandoli in quelli verdi della minore.
- Sarà, ma poi non dire che non ti avevo avvertito- rispose tranquillamente quella, lasciandolo di sasso. Come se nulla fosse si sciolse l’acconciatura, lasciando ricadere le meravigliose ciocche rosse lungo la schiena. Non lasciò passare nemmeno un istante, ma iniziò subito a raccoglierseli nuovamente, questa volta in una semplice coda alta. Nel frattempo si era voltata, e in quel momento dava le spalle al fratello, che la osservava in silenzio. Un leggero sorriso, misto di dolcezza e ammirazione, prese il posto del ghigno di superiorità che aveva preso qualche minuto prima.
/Mamma, papà… Si sta facendo una bella ragazza, vero?/ pensò il rosso, mentre un’espressione triste gli solcava il volto. Venne però sorpreso dall’altra, che si era voltata verso di lui. I suoi grandi occhi lo fissavano con curisità.
- Qualcosa non va, nii-san?- domandò poi, le braccia chiare che abbandonavano i capelli e si andavano adagiando lungo i fianchi. Il maggiore riprese il suo solito sguardo divertito e il ghigno schernitore, che era uno dei suoi marchi di fabbrica, cancellando in un istante la nostalgia causata dai ricordi.
- Sì, la tua indifferenza mi ha ferito, sorellina!- rispose con ironia, facendo roteare gli occhi, poi si avvicinò a lei e le cinse le spalle con un braccio.
- Che ne dici se torniamo a casa, Megumi? Sta per sorgere il sole.

***

- Uff, questa era l’ultima, finalmente!- una ragazza, i cui capelli viola erano raccolti in una piccola coda alta in modo che non la intralciassero, si passò un polso sulla fronte, sorridendo soddisfatta.
- Questa è pronta, Yu-san!- disse poi a voce alta, rivolta ad una ragazza più grande che si stava dirigendo verso di lei, e le porse un piatto. La maggiore lo afferrò, e uscì dalla cucina.
- Sakura, hai terminato?- una giovane donna dai capelli verde acido le rivolse un’occhiata.
- Sì, Eri-san. Perché?
- Semplicemente, devo chiederti un favore- rispose la donna, puntando i suoi profondi occhi color rosa-aranciato sul viso della minore, che fece un piccolo cenno di rispetto con la testa.
- Mi dica.
- Io devo andare, ma sono appena arrivati altri clienti. Quindi, servili e poi chiudi il ristorante, va bene? Hanno chiesto cinque porzioni di riso, altrettante di carne e del sakè.
- Certo, va benissimo.
La verde sorrise, poi salutò e se ne andò. Subito, l’altra cominciò a preparare ciò che era stato ordinato, mentre una ragazzina più giovane la sbirciava dalla finestra al di sopra del lavello. Dopo un paio di minuti, un movimento di quest’ultima attirò l’attenzione della cuoca, che vagava per la stanza muovendosi con sicurezza tra fornelli, scaffali e quant’altro. La giovane si fermò davanti alla finestra, puntando i suoi occhi blu in quelli scuri della persona al di fuori del locale, della quale erano l’unica cosa che si vedeva. Entrambe rimasero immobili, continuando ad osservarsi, per alcuni minuti buoni, poi la viola scoppiò a ridere.
- Yuuka! Ma che fai lì fuori, entra dentro!
La ragazza obbedì, spostandosi verso sinistra e attraversando la porta che immetteva nella cucina. Sorrise, leggermente imbarazzata, poi si avvicinò alla maggiore e annusò la carne che stava preparando.
- Ha un aspetto delizioso!- esclamò passandosi la lingua sulle labbra.
- Non toccare! Ci sono cinque clienti che hanno chiesto riso, carne e sakè, perciò ora potresti controllare la prima portata?- disse l’altra, senza distogliere lo sguardo dalla carne che stava preparando.
- Il riso è pronto!
La Kiyama le rivolse uno sguardo incuriosito, poi sorrise.
- Yuuka! Lo sai che poi il riso non viene buono se usi i tuoi poteri!
Quella rigonfiò le guance, poi voltò la testa da un lato, mentre le lunghe trecce castane le sbatterono contro il viso. La maggiore le si avvicinò, posandole una mano bianca sulla testa per attirare la sua attenzione, poi le sorrise.
- Ci hai creduto? Ma dai, scherzavo! Se non sarà buono, se lo terranno così!
La castana rispose al sorriso, poi annuì con convinzione. Subito dopo cominciò a riempire cinque ciotole di riso, mentre l’amica rigirava la seconda portata.
- Bene, andiamo a servire- disse quest’ultima, e afferrò quattro dei piatti, lasciando all’altra l’ultimo e la bottiglia di sakè. Le due si diressero fuori dalla cucina, dopo che la maggiore si fu sfilata il grembiule e sciolta i capelli.
- Buonasera signori. Questa è…
Sakura aveva cominciato a parlare ai cinque giovani seduti al tavolo più in ombra. Entrambe avevano mosso diversi passi verso i clienti, ma quando i loro sguardi incontrarono quelli di due di loro si fermarono, come pietrificate. Gli oggetti nelle loro mani scivolarono, e si sarebbero certamente scontrati al suolo se un ragazzo dai capelli rossi non avesse teso un braccio verso di loro, la mano aperta e, come per incanto, i piatti e la bottiglia si adagiarono lentamente sul pavimento. Nel frattempo, sia lui che un giovane da una curiosa capigliatura color crema si erano alzati, e in quel  omento erano a pochi passi di distanza dalle ragazze, sui cui volti compariva un’espressione stupita.
L’attimo successivo, però, la maggiore aveva dischiuso le labbra rosse, che tremavano.
- Nii-san…- sussurrò, per poi fiondarsi tra le braccia aperte del rosso, i cui occhi turchesi erano chiusi, mentre un sorriso gli illuminava il volto niveo.
- Onii-chan!- esclamò la bruna, correndo incontro al fratello che le aveva teso le braccia, un’espressione dolce sul viso.
- Sakura, sorellina! Sei diventata bellissima, lo sai? Quasi non ti riconoscevo- la voce di Hiroto fece allontanare leggermente la ragazza, che aveva gli occhi blu notte pieni di lacrime, le ali candide che tremavano.
- Mi sei mancato tanto, fratellone!- la più piccola del  gruppo non aveva trattenuto il pianto, e ora le guance chiare erano rigate da perle luminose.
- Anche tu, tesoro- rispose il Gouenji, stringendola di più. E, anche se non lo notò nessuno, una minuscola lacrima abbandonò i suoi occhi color fondente, andando a perdersi fra i capelli della sorella.

***

- Zia… State bene?- la voce dolce di una ragazza risuonò nella stanza, dove una donna dai lunghi capelli canuti era sdraiata su un letto a baldacchino. La stanza era fiocamente illuminata dalla luce che proveniva dalla grande finestra, che però era coperta da una pesante tenda ricamata, color rosa antico. La camera, le cui pareti erano di un verde chiaro opaco, sfumato e più scuro in alcuni punti, era arredata in stile antico. Affianco ad un grande mobile di ebano c’era un orologio a pendolo, che batteva in quel momento le tre del pomeriggio.
La giovane si avvicinò al letto, sedendosi su una sedia e afferrando delicatamente una mano pallida e nodosa dell’anziana donna che sembrava assopita. Dopo qualche attimo quest’ultima aprì lentamente gli occhi grigi, sorridendo dolcemente alla nipote.
- Mi avete fatto chiamare?-riprese la giovane, sporgendosi leggermente verso di lei.
- Sì, tesoro. Sai, credo che ormai sia arrivata la mia ora.
La ragazza sbatté le palpebre diverse volte, mentre i suoi occhi celesti cominciavano a brillare. Le sue labbra rosse tremarono per un attimo, poi si richiusero velocemente.
- Ma no, zia, non dite così.
La donna scosse delicatamente la testa, senza smettere di sorriderle.
- Non ti preoccupare, non hai nulla da temere. Quando me ne sarò andata, tutte i miei averi andranno a te, così come l’intero governo della Terra. Vivrai bene, anche senza di me.
Le mani candide della ragazza non avevano ancora abbandonato quella piccola dell’anziana, mentre i capelli biondi le ricadevano sulle spalle. Sentiva che, presto o tardi, sarebbe scoppiata a piangere, ma tentò di rimanere calma, deglutendo.
- M-ma… Zia Aiko, non riuscirei mai a farcela senza di voi!
- Fandonie! Sei una ragazza forte ed intelligente, ce la faresti di sicuro!- la donna si interruppe, mentre cominciava a tossire.
- Zia!- la giovane tese le braccia verso di lei, che si rimise sdraiata dopo qualche colpo di tosse.
- Sto bene. Ma non per molto. Devi saperlo, e prepararti. Quando me ne sarò andata, tutto sarà nelle tue mani.
- Va… va bene. Come desiderate, zia.
Aiko sorrise, richiudendo gli occhi con aria tranquilla.
Passarono diversi minuti, durante i quali le due rimasero in silenzio. Quando i respiri della più anziana si fecero quasi inesistenti, la bionda non riuscì a trattenere le lacrime, che iniziarono a scorrerle sulle guance bianche e andando ad infrangersi sulle lenzuola linde.
- Zia…- sussurrò poi, portandosi la mano nodosa della donna alla fronte, quando anche le ultime rughe sul suo volto si furono distese e l’ultimo alito di vita abbandonò le sue labbra pallide.
- Aiko-sama, la cena. Oh!- la domestica, che aveva appena attraversato la porta in legno con in mano un vassoio, si bloccò. La ragazza voltò il viso verso di lei, gli occhi velati dal pianto e le gote arrossate, mentre un fiato muto usciva dalle sue labbra rosse e tremanti. La donna capì all’istante, e lasciò cadere il vassoio, che cadde a terra facendo rovesciare tutta la cena sul pavimento. Subito dopo arretrò, portandosi le mani alla bocca, per poi uscire di corsa dalla stanza chiamando aiuto.
 
I lunghi capelli biondi della ragazza erano raccolti in un elegante chignon sotto un cappellino nero, che nascondeva le punte color arcobaleno. Era fasciata da un meraviglioso abito dello stesso colore del cappello, e tornava dal funerale della zia. Aveva pianto, e tanto, eppure in quel momento stava semplicemente pensando a cosa avrebbe dovuto fare da quel momento in avanti.
/Sei triste?/
- Lasciami stare- disse scocciata la ragazza, passandosi una mano dalle lunghe dita chiare sugli occhi.
/Stai soffrendo, vero? Eppure, ora hai il potere. Anzi, abbiamo il potere/
- Stai zitta!
/Ahahahah! Va bene, me ne vado, ma sappi che io sono sempre qui/
La bionda sbuffò, mentre la voce nella sua testa ridacchiava, per poi tacere.
Per il momento.

*Angolo autrice*
Perdonatemi, sono in ritardo! Il fatto è che non avevo tempo (e non ne ho molto nemmeno ora, sinceramente…). E non sono nemmeno tanto convinta, questa cosa non è né carne né pesce.
Ma passiamo subito al succo.
Ringraziamo tanto (parlo anche da parte di quell’antipatica di Agnes)
Agnes:- Grazie per il complimento.
Maddy:- Di nulla.
Dicevo, ringraziamo tanto tutte coloro che ci hanno inviato i personaggi, non vi elenco perché non saprei da chi cominciare! Sappiate che tutti gli OC sono meravigliosi, spero di non deludere nessuno!
Ringrazio anche la persona che (sai chi sei) ha deciso di seguire la storia anche senza averci inviato un personaggio. Grazie a tutte!
Bene, come avete visto qui sono comparsi Sakura, Megumi e… Sorpresa! Come avrete notato non ho scritto il nome dell’ultima ragazza (che, per la cronaca, è una Kamigami), lo scoprirete in seguito. Sappiate che questo OC è stato inventato da una nostra amica, che non è sul sito, ma dato che ci serviva l’ultimo personaggio le abbiamo chiesto questo favore, e lei ci ha gentilmente accontentato. Grazie tante anche a te! *kisskiss*
Bene, un’ultima cosa: non vi dico più quando aggiornerò, dato che non riesco a pubblicare entro un termine prestabilito. Quindi, vi consiglio di controllarla periodicamente!
Agnes:- Hai finito? Mi sto annoiando!
Maddy:- Ah, che rompiscatole! Sì, ho finito, va bene?
Agnes:- Sì, ok!
Maddy:- Ora vi salutiamo!
Un bacio e alla prossima
Maddy
 
  
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