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Autore: for___you    25/08/2013    1 recensioni
«Sei nata a Los Angeles, vero?» mi chiede curioso.
Cos'è questa domanda? «No... non sono nemmeno Americana. Perchè?» chiedo sorridendo di nuovo. È talmente strano questo tipo.
«Beh, perchè sei un angelo.» dice facendo il finto poeta.
La cosa più squallida che io abbia mai sentito. «Questa la devo aggiungere ai 'peggiori modi per rimorchiare'»
«Non stavo cercando di rimorchiarti...» cerca di fare il vago.
«Si...ovviamente. Mi hai detto che sono un angelo perchè ho le ali e l'aureola vero?» dico ironica.
Si fa una risatina per poi prendere il giornale e gli occhiali da sola dalla sua sedia-sdraia. «Sarà un piacere condividere il balcone con te... e con il nastro adesivo.» dice rientrando dentro.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Can we have a coffe? 






La prima giornata a Los Angeles è stata una vera rottura.
Non ho fatto niente tutto il giorno. La mattina ho avuto lo ''scontro'' con Louis che poi spero per lui non abbia varcato la mia 'barriera'. Il pomeriggio ho dormito e la sera sono stata a parlare con mia madre per dirle come va qui e poi sono andata a dormire presto. Cosa dire di Alex, la mia coinquilina? È davvero molto simpatica. Mi trovo bene con lei ed è molto euforica. Insomma quel tipo di ragazza con cui non ci si annoia mai.
Sono le cinque del mattino e a meno che non voglio incontrare il signor «sei di Los Angeles» devo sbrigarmi a fare il caffè e andare a berlo sul terrazzo prima che si svegli.
Con un gesto secco mi tolgo la leggera coperta che ho addosso e mi dirigo verso la cucina che ieri ho messo a posto insieme a Alex. Siamo andate a fare la spesa insieme, in modo da non far mancare nulla nel frigorifero.
Mi avvicino alla macchinetta e metto a fare il caffè sedendomi sul ripiano ancora assonnata.
Improvvisamente i miei occhi si spalancano sentendo uno strano rumore.
Tranquilla Alex. È solo frutto della tua immaginazione. Non hai preso ancora il caffè ed il sonno ti sta facendo qualche brutto scherzo.
Ancora quello strano rumore. Sembra proprio che qualcuno sta bussando... alla portafinestra del mio balcone.
Ok, io lo avevo avvertito che non intendevo perdonarlo se avrebbe varcato il nastro adesivo.
Scendo lentamente dal ripiano e mi incammino verso camera mia. I miei sospetti sono esatti: Louis è proprio qui davanti alla mia portafinestra in pigiama.
Sono le 5 del mattino, cavolo. Io mi ero svegliata a quest'ora per evitarlo e bere il mio caffè in pace, non per picchiarlo perchè non ha rispettato i patti.
Apro la portafinestra e lo trovo sorridente. «Louis ti avevo avvertito sul fatto che...» dico prima di essere interrotta da lui.
«Vengo in pace.» dice alzando le mani in segno di resa.
«Se volevi la pace, non saresti venuto a rompermi le scatole, ma soprattutto non avresti varcato il tuo limite.» dico guardandolo fisso negli occhi. Però devo dire che quei due cerchi azzurri sono qualcosa di meraviglioso.
«Infatti hai ragione. Solo che farti arrabbiare è una delle cose che mi diverte di più della mia vacanza.» dice facendomi l'occhiolino.
Ah, quindi passerà tutta la sua vacanza a rompermi le scatole per potersi divertire. «Cosa ti serve Louis?» chiedo con le mani conserte.
«Ti sei ricordata il mio nome! – dice sorridendo entusiasta, ma appena vede che la cosa non mi diverte affatto e che lo guardo cercando una risposta alla mia domanda, torna di nuovo serio – Ho finito il caffè.» conclude poi.
E quindi? Dovevo andare a comprarglielo io? «O mio Dio! Che cosa grave! Denunciamo le fabbriche di caffè! Il caffè del mio vicino di casa non ha nessun diritto di finire.» dico ironica.
Mi sorride come sempre. «Ti va di prenderlo insieme?»
«La scusa del caffè è vecchia quanto il mondo.»
«Però funziona sempre.»
«Nei tuoi sogni.» dico chiudendo l'anta della portafinestra lasciandolo fuori.
Con me oramai non attaccano certe scuse. Ne ho passate talmente tante con i ragazzi che ho deciso di chiuderla qui. Ogni volta che mi sono fidata di qualcuno sono rimasta davvero delusa, da allora ho deciso di non avere più nessun ragazzo. Di prese in giro ne ho avute abbastanza e non intendo ripeterle o tantomeno subirne di nuove.
«Sei crudele.» dice facendo il broncio.
Io non sono cattiva, ma non so... non voglio ricascarci di nuovo. E va bene.
Gli apro e lo faccio entrare dentro. «Però oggi è la prima e l'ultima volta.» dico chiarendogli la situazione. Non voglio che le altre mattine me lo ritrovo di nuovo a prendere il caffè con me.
«Certo... così dicono tutte.» dice sorridendo come è suo solito fare.
Per tutti i sorrisi che sta facendo non capisco ancora come le labbra non gli siano ancora cadute.
Improvvisamente noto che si ferma a guardare qualcosa che non ho ancora capito cosa sia, sorridendo maliziosamente. «Cosa c'è?» chiedo stufa.
Inizia a muoversi per la stanza con lo stesso sorrisino sghembo fino a raggiungere il mio comodino e prendere in mano il reggiseno che avevo lasciato sopra e inizia a farlo penzolare davanti ai suoi occhi.
«Sei un maniaco!» dico ridendo. Salgo sul letto e cerco di strapparglielo dalle mani e quando ci riesco lui ormai è a terra a crepare dalle risate.
Appena si calma riesce a dirmi un paio di parole, non molto sensate o utili alla mia sopravvivenza ma almeno so di non aver ucciso qualcuno nella mia stanza a causa del mio disordine. «Porti la 3a.».
«Tu hai dei seri problemi.» dico guardandolo a occhi spalancati.
«Come dici tu.»
«Seguimi in cucina.» dico ripensando alla figura di merda che ho appena fatto a causa del mio disordine.
Una cosa da annotare alla lista delle cose che devo fare durante queste vacanze:
Mai tenere la camera disordinata e soprattutto non lasciare il tuo intimo in giro perchè hai come vicino di casa un perfetto maniaco.
Andiamo in cucina e vedo che il mio caffè è già pronto.
Louis con passo veloce arriva alla macchinetta e lo prende iniziando a berlo. «Hey, era mio!»
Inizia a guardare la tazzina da tutte le sue angolature per poi concludere: «Non c'è scritto il tuo nome sopra.»
Metto a fare un altro caffè sedendomi di nuovo sul ripiano. «Non c'è nemmeno il tuo se è per questo.» affermo.
«Giusto, ma gli ospiti devono essere serviti sempre per primi.» dice fingendo un'aria di superiorità.
Il mio caffè è pronto e inizio a sorseggiarlo lentamente. «Esatto, ma non devono servirsi da soli.» concludo sapendo di aver vinto il dibattito.
«Perchè sei così?» mi chiede osservando un punto non definito sul tavolo.
«Così come?» chiedo.
Credo proprio di essere una persona normale.
«Chiusa. Non vuoi parlare con me, non ti fa piacere bere un caffè insieme, sono poche le volte che ti ho vista ma mi hai fatto questa impressione.»
Un po' è vero quello che mi sta dicendo. «Sai, in seguito a delle delusioni si cambia e si tende a chiudersi in se stessi.» dico.
Non so perchè mi sto confidando con lui, un perfetto sconosciuto. Forse perchè è l'unico ad avermi detto le cose come stavano. Tutti cercavano di evitarmi e non farmi capire dove sbagliavo. Forse ho trovato un pregio in Louis, dice le cose in faccia e non le nasconde. È sincero.
«Mi conosci da ieri, che tipi di delusioni ti ho dato?»
«Non tu... varie persone che hanno fatto parte della mia vita e quindi adesso mi sono chiusa in me stessa. Ho chiuso con i ragazzi.» dico sorseggiando ancora un po' di caffè.
«Sei lesbica?» mi chiede quasi affogando con il caffè.
«No. Non hai capito – affermo ridendo. - è solo che non voglio più impegnarmi. Non voglio più fidarmi di qualcuno per poi restare delusa.» gli spiego.
«Guarda che non tutti i ragazzi sono come pensi tu.»
«Per la maggior parte si.» dico convinta della mia affermazione.
Quasi tutti i ragazzi di cui mi sono innamorata erano dei perfetti stronzi.
«Se lo dici tu. - dice bevendo l'ultimo sorso di caffè – Ti ringrazio per il caffè, ma adesso devo andare a lavro. Ci si vede.» dice entrando nella mia stanza e io lo seguo a ruota.
«Purtroppo si.» dico con l'aria che avevo prima riprendendomi dal momento 'delusioni passate'.
«Ah, e la prossima volta che vengo a bere il caffè da te mettici meno zucchero. Sembrava bere caramelle sciolte al caldo.» dice per poi uscire definitivamente dalla mia camera.
Questo tipo è decisamente il più pazzo che abbia mai incontrato.
Aspetta...lui lavora?

 


«Alex, sono tornata!» grida Mia entrando dalla porta.
Faccio un suono indecifrabile per farle capire che sono in casa e che l'ho sentita ed infine lei entra in salotto con cinquecento buste della spesa.
«Sei un'appassionata di cupon? Sai credo che abbiano bisogno di te su RealTime...»dico scherzando.
Non tanto scherzando... sembra una maniaca e poi quel programma a mio parere fa anche cagare abbastanza. Cosa c'è di interessante sbarra divertente sbarra bello da guardare maniaci che conservano cibo e roba varia? Ma soprattutto non capisco cosa c'è di divertente a guardare gente che fa la spesa?
Mistero irrisolto per il popolo umano.
«No... solo che ho paura che ci serva qualcosa e non c'è e mi scoccia andare a fare la spesa quando non mi va.» dice posando le buste sul ripiano.
«Capisco.»
«Sai chi ho incontrato al supermercato?» mi chiede sedendosi affianco a me sempre con la sua innata energia.
«Chi?»
«Il coinquilino del nostro vicino... quello con cui hai litigato ieri mattina.»
Louis.
«Non sapevo avesse un coinquilino.» dico continuando a guardare la tv.
«Si. Ed è carinissimo. Abbiamo fatto la spesa insieme. Si chiama Liam e mi ha chiesto di uscire sabato sera.» mi dice.
Spero che almeno questo ragazzo non sia come il suo coinquilino, un rompipalle.
«Che cosa romantica. - dico ironica ma noto un pizzico di delusione nei suoi occhi. Forse i miei scherzi a volte feriscono, ma giuro che se non mi servisse me la taglierei la lingua. - Scherzavo. Sono felice per te!» dico abbracciandola.
La conosco da un giorno a malapena ma mi sono affezionata a lei. È una delle persone più dolci che esistano in questo mondo.
«Ecco, a questo punto dovrei chiederti un favore. - mi dice incerta. Già ha capito che ho capito che tipo di favore mi avrebbe chiesto. - Puoi venire insieme a me? Ti prego, non mi va di andarci sola e soprattutto non mi va di lasciarti sola qui. Infondo sei venuta anche tu per divertirti, non per stare chiusa in casa.» dice tutto d'un fiato.
Come riesce questa ragazza convincermi tanto facilmente? Che poi è vero quello che ha detto. Non sono venuta qui a Los Angeles per stare chiusa in casa e non vedere la luce del sole e soprattutto le bellezze di questa città. Ovviamente era nei miei piani uscire alle feste. In un certo senso Louis mi ha aiutata parecchio prendendosi l'appartamento di Mia. Chi mi avrebbe detto che sabato sera c'è una festa se non ci fosse stata lei. Però non credo di ringraziarlo. Non fa parte dei miei piani per una vacanza perfetta.
«Verrò!» esclamo sorridendo.
«Dici davvero?» chiese abbracciandomi.
«Certo.»


 


shiauuuuuuuuuu

Allora, lo so che questo capitolo fa schifo, ma nell'ultimo periodo ho poca ispirazione.
Mi scuso pr l'inperdonabile ritardo ma nell'ultimo periodo stanno succedendo troppe cose insieme. lol
Ringrazio le persone che stanno leggendo la mia storia e che stanno recensendo e spero tanto che questa storia vi piaccia. 
beh, detto questo voglio salutarvie  se vi va lasciatemi quelache recensione.
Un bacio a tutte xx :)

   
 
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