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Autore: Red_Hot_Holly_Berries    29/02/2008    8 recensioni
Questa non è una storia come le altre.
È una storia vera.
Per anni è stata tramandata nel Branco e tra i Solitari, ma ora è giunto il tempo che anche i Dormienti la conoscano, in modo che sia un insegnamento per tutti...

La tranquilla routine di un Sasuke molto emo viene sconvolta quando nella sua vita entra un'Hinata altrettanto OOC, metallara e ribelle, che nasconde un segreto innaturale...selvaggio.
E quando lui lo scoprirà, niente sarà più come prima...per nessuno.

Per tutti coloro che, come me, sono amanti delle store di lupi mannari!XD

Genere: Romantico, Triste, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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La Zanna del Lupo - Una storia del Branco

Risveglio:

Questa non è una storia come le altre.
È una storia vera.
Per anni è stata tramandata nel Branco e tra i Solitari, ma ora è giunto il tempo che anche i Dormienti la conoscano, in modo che sia un insegnamento per tutti.
Perché bisogna capire che il Destino non si può cambiare.
Questa è una storia che narra di amore e i lealtà, di odio e di morte.
È una storia dove nulla è certo e tutto ha un lato nascosto, diverso da quello che conosciamo… nel bene e nel male.

Un ragazzo dai lunghi capelli neri e dalla carnagione pallida su cui gli occhi neri risaltavano come ossidiana, si svegliò lentamente, sbattendo confuso gli occhi appannati dal sonno ed alzando piano la testa.
E ciò che vide lo inquietò, come puntualmente gli succedeva ormai tutte le mattine: non si trovava nel suo letto.
Anzi, non si trovava neanche nella sua camera, ma in una stanza che, a giudicare dalla confusione dei mobili accatastati e oggetti vari, doveva essere usata come magazzino.
Sasuke si alzò svogliatamente in piedi, constatando una volta di più di essere nudo. [visione celestiale!! ndA con la bava alla bocca (ma insomma!! torna alla narrazione e non ti distrarre!! ndSasu è.é ) ]
La scoperta, più che imbarazzarlo, lo irritò oltre ogni dire.
Erano quasi due settimane che gli capitava ogni mattina di svegliarsi in posti diversi da quello in cui si addormentava, e per di più nudo.
Con cautela il giovane sia affacciò dalla porta scorrevole e sbirciò il corridoio, tirando poi un profondo respiro di sollievo: riconosceva il luogo, si trovava sicuramente nell’ala est di casa sua, la grande Villa Uchiha, abitazione della famiglia di banchieri tra le più ricche del Giappone.
Con un gemito, Sasuke si avviò verso l’ala nord, dove si trovava la sua camera.
Occhio e croce, misurando l’intensità della luce che giungeva dalle finestre, dovevano essere più o meno le 5,30 del mattino.
Grazie al cielo la servitù a quell’ora non era ancora in giro in quella zona della casa…
Raggiunta in fretta la relativa sicurezza della sua camera, Sasuke procedette rapidamente a vestirsi e si mise alla ricerca del pigiama che la sera prima era sicuro di avere indossato prima di addormentarsi.
Il ritrovamento dell’indumento appallottolato in un angolo sembrò poi confermare ulteriormente la sua teoria: quella del sonnambulismo.
A suo parere, quella era l’unica spiegazione logica del mistero: era chiaro che di notte lui si alzava e vagava (per la casa o per il giardino, a giudicare dal fango sotto i piedi), senza però ricordare nulla al risveglio.
“Bè, vediamola con filosofia” si disse, gettandosi a peso morto sul letto.
“Meglio sonnambulo che pervertito come mio fratello.”
Itachi Uchiha, più grande di lui di svariati anni, era un ragazzo dagli ottimi voti e dalla condotta apparentemente irreprensibile, sempre un gradino (o di più) sopra di lui.
I loro genitori lo definivano “talmente brillante da non avere bisogno di compagnia”, Sasuke semplicemente “talmente pieno di sé da non essere sopportato da nessuno”.
Ma in realtà lui sapeva una cosa sul fratello maggiore di cui nessun altro era a conoscenza: Itachi custodiva un segreto, nascosto a tutto e a tutti, tranne che a lui.
Il ragazzo non era riuscito ancora a capire di cosa si trattasse, se non che era una cosa importante…e che Itachi sapeva che lui sapeva.
Fantasticando una volta di più sul mistero, Sasuke si sporse per agguantare da terra un libro, con un lupo ringhiante in copertina e il titolo in lettere iridescenti: “Il richiamo del Sangue”.
Come sfiorando le ali di una farfalla, il ragazzo fece scorrere le pagine fino a trovare il segnalibro e si mise a leggere, sdraiato sul letto.
Sebbene l’ora di andare a scuola fosse ancora lontana e lui fosse stanco morto, sapeva per esperienza che tanto non sarebbe riuscito a dormire…non con quello sogno in mente.
Perché in quelle notti di vuoti di memoria, c’era un sogno che lo tormentava, sempre uguale. Ed ogni volta era così dettagliato da fa credere che fosse più un ricordo che un’invenzione onirica, così realistico da sembrare vero, così eccitante…

Correva.
Correva veloce nella foresta, schivando gli alberi con movimenti fluidi.
Il suo passo era così silenzioso e agile che pareva che le sue zampe non si posassero nemmeno al suolo, limitandosi a sfioralo senza lasciare traccia.
Si fermò in cima a una collinetta da cui poteva vedere tutto il suo territorio, ed ergendosi fiero e maestoso nella sua forza si stagliò contro il mantello nero della notte, trapunto di miriadi di stelle.
Ringhiò, e la sua voce possente echeggiò a lungo tra gli alberi della piccola valle, proclamando la sua infinita potenza.
Quello era il suo dominio, e lui ne era il padrone incontrastato, invincibile…

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In un'altra parte della città un’altra persona si stava svegliando, molto irritata dell’interruzione indesiderata del suo sonno.
-Ma porca zozza, Neji!- protestò a gran voce la ragazza in questione, la voce imperiosa che contrastava in modo curiosa con i fini lineamenti del viso.
-La smetti di agitarti come una lucertola?- si lagnò lei sbuffando, sferrando un pugno non molto delicato al braccio del compagno di letto, colpevole di averla colpita con una spallata troppo energica.
-Non l’ho mica fatto apposta, Hinata!- si difese lui, massaggiandosi la parte lesa e scostandosi i lunghi capelli dal viso.
I due si assomigliavano molto, con la pelle candida e i capelli lunghi, lisci e neri, e gli occhi bianco latte, all’apparenza privi di iride e pupilla, che li identificavano subito come membri della nota Casata degli Hyuga, celebre famiglia di attori e personalità di spicco del mondo dello spettacolo.
-Il fatto che tu sia mio cugino non ti autorizza a buttarmi giù dal letto!- disse lei, fingendo un tono offeso ma ora parlando con un tono dolce mentre si sdraiava al fianco di Neji.
-Bè, considera che dopotutto questo è il mio letto…- ribatté lui, circondandole il collo con le braccia e attirandola su di sé, fremendo per il contatto con la sua nuda pelle di seta.
Lei non cercò di svincolarsi dalla sua presa, ma si sdraiò più comodamente su di lui, baciandolo con consumata esperienza.
-Con tutte le notti che ci ho passato, ormai è mio quanto tuo…a pensarci bene, sono settimane che non dormo nel mio!- constatò Hinata, stiracchiandosi pigramente.
-Vero…ma allora la cosa vale anche per quello di Gaara, no?- le fece notare Neji, baciandole la clavicola e il seno.
-Purtroppo no, e lo sai…non posso dormire tutte le notti fuori, o il vecchio mi ucciderebbe!- si lamentò lei, accarezzandogli con la punta delle dita il petto, leggera come il tocco di una farfalla. -Sai una cosa? Credo che Gaara sia geloso di te…-
Neji si irrigidì, rabbrividendo, e si scostò per vederla negli occhi -Sul serio? A Gaara non piace che io passi la notte con te?- chiese, seriamente preoccupato.
-A te non darebbe fastidio se la tua ragazza andasse a letto con un altro?-
-Sì, ma che c’entra…vai a letto anche con Naruto, e Gaara non ha mai avuta niente in contrario…-
-Con lui è diverso…è solo un amico per me…ma a te io tengo davvero tanto, e lui lo sa. Per me sei la persona più importante…dopo Gaara!- disse lei con voce decisa, abbracciandolo, ma vedendo che rimaneva rigido tra le sue braccia, aggiunse:
-Non gli permetterò di farti del male!- Neji allora, rassicurato, finalmente si rilassò e la abbracciò a sua volta, cullandola come la bambina che a volte gli sembrava.
L’atmosfera, da calda e passionale, si era temperata a un profondo e sincero affetto, e un arrivo inaspettato sulla scena dissipò anche l’ultima tensione.
Tre palle di pelo entrarono come dei piccoli tornado nella stanza, saltando sul letto e atterrando sui due ragazzi, colti di sorpresa.
I tre in questione erano dei giovani cagnolini, di una strana razza di husky, e a quanto pare erano degli abitanti fissi della casa, in quanto i due Hyuga li accolsero ridendo, coccolandoli e scompigliando loro il pelo con scherzoso affetto.
Il più grande aveva la groppa e la coda grigio e nero, mentre il ventre e le zampe erano bianchi.
La femmina aveva la dorso di una scura tonalità di rosso, i fianchi ramati e grigi e le zampe bianche come il fratello.
Il più piccolo, invece, era di un uniforme color crema, con le zampe e il muso appena più scuri, come anche la punta della coda e delle orecchie.
-Ash! Flame! Sand! Insomma! Lasciate in pace Neji!- li sgridò affettuosamente Hinata, togliendoli di dosso dal povero ragazzo assediato dagli esagitati cuccioli, e li prese in braccio, sfregando il viso nelle loro pellicce, emettendo bassi mugolii.
I piccoli smisero immediatamente di agitarsi e presero a leccarle freneticamente il viso con le loro piccole linguette rosee, facendole il solletico.
I cinque per un po’ giocarono alla lotta insieme, finché i due ragazzi non si lasciarono cadere sul letto ansimanti ma allegri.
-Che bel modo di iniziare la giornata!- commentò Hinata, circondando con un braccio Ash e con l’altro Flame, mentre Sand si era nel frattempo comodamente seduto sulla schiena di Neji.
-Verissimo…ma cosa vogliono, adesso?- domandò stupito quest’ultimo, vedendo che i piccoli si sfregavano e cozzavano insistentemente contro la ragazza, guaendo.
-Direi proprio che questi piccoli pozzi senza fondo hanno di nuovo fame- spiegò Hinata, alzandosi in piedi e stiracchiandosi come una gatta per l’intera lunghezza del suo androgeno corpo, i generosi seni messi in bella mostra con maliziosa per allettare il compagno.
Il ragazzo, infatti, accolse pronto l’invito a farsi avanti e si alzò pure lui, abbracciandola da dietro e massaggiandole sensuale i seni con le mani aperte.
-L’unico problema è che il latte è quasi finito…- si lamentò lei, reclinando all’indietro la testa e guidando le mani di Neji sul suo corpo voluttuoso.
Tuttavia i cuccioli non sembrarono gradire il ritardo del loro pasto e non ci pensarono due volte a farlo capire ai due, latrando tristi e facendo sfoggio della loro migliore espressione da cuccioli teneri e indifesi.
-Mi sa che noi due dovremo aspettare, Neji…- rise Hinata, prendendo in braccio il piccolo Sand mentre gli altri due si strofinavano contro le sue gambe.
-Temo proprio di sì, mi sentirei in colpa a divertirmi con questi piccoli che soffrono la fame…a proposito, hanno quasi tre mesi…non sarebbe ora di svezzarli?- disse Neji, facendo vagare lo sguardo per la camera alla ricerca dei suoi vestiti.
-Ci sto provando…ma non sono molto collaborativi!- sospirò lei, aprendo la porta.
-Lascia perdere i vestiti…ti preferisco così!- disse lei lanciandogli uno sguardo allusivo e incamminandosi per il corridoio, magnifica nella sua nudità che sfoggiava come un manto regale. Ma entrambi sapevano che quel comportamento era loro concesso solo perché in quella piccola dependance, separata dal resto della casa, venivano solo loro due.
-Se vuoi stamattina di do una mano a dar loro da mangiare.- si offrì lui, seguendola sbadigliando.
Lei si voltò e gli sorrise, e per lui fu come se il sole fosse sorto all’improvviso, abbagliandolo come un profano che avesse osato sollevato gli occhi verso quell’astro luminoso eppure così lontano.
-Ti ringrazio!-

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* In inglese "Ash" vuol dire "Cenere", "Flame" significa "Fiamma" e "Sand" è "Sabbia."
dato che i piccoli sono Grigio, rosso e crema, mi è sembrato appropriato....

  
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