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Autore: JemiPerSempre    25/08/2013    1 recensioni
Joseph Adam Jonas, per gli amici Joe. Ho sempre amato la musica, ma a quel tempo non ero un cantante famoso né un musicista. Un semplice insegnante di trent’anni fidanzato con la donna più bella del mondo e… non avrei mai potuto pensare che la mia vita sarebbe cambiata così tanto.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

Guidavo in autostrada con la mia ragazza seduta accanto. Ero stato assunto come insegnante di musica alla West High School di Los Angeles. I miei genitori ci avevano comprato una villa a Toluka Lake, un paesino vicino la grande città.
Mi voltai e sorrisi nel vederla in tutta la sua bellezza. Si chiamava Ashley Greene. Era una ragazza fiera di sé, sempre sorridente e aspirava a diventare una grande attrice. Ecco non era proprio triste di lasciare i suoi parenti: stavamo andando dove il mondo del cinema regna. Avrebbe fatto da lì a breve un provino per frequentare l’Hollywood Cinema Acadamy. Ero contento per lei: stava per bruciare una tappa del suo grande sogno, non come me che quelli li conservavo chiusi a chiave in un cassetto.
-Perché mi guardi così?- mi domandò sorridendo.
-Perché sei bellisima.- le risposi. Ma lei già lo sapeva e sapeva che tante ragazze avrebbero pagato per essere come lei. Era orgogliosa di sé stessa e non credevo facesse male avere un po’ di autostima, ma a molti questo non piaceva. “Invidiosi!” pensavo.
-Credi sarà bella la casa?- chiese lei.
-Beh si! Mia madre avrà messo in croce mio padre: sai che non le piace fare brutte figure.- risposi. Lei emise una piccola risata e poi mi diede un bacio sulla guancia.
-Tutto qui? Le mie labbra stanno piangendo.- dissi mettendo il broncio e poi lei affermò: -Non voglio distrarti: ti devi concentrare a guidare. Arrivati te ne darò quanti ne vorrai.-. Acconsentii ancora imbronciato come un bimbo.
 
Arrivati, aprimmo il cancello e parcheggiammo l’auto. Si notava il verde che circondava l’abitazione. Entrammo in essa: vi era una TV enorme sul muro ben visibile dal divano bianco con dei cuscini azzurri posati su di esso che riprendevano il colore della parete. Salimmo la scala a chiocciola e apparve davanti agli occhi una vetrata che mostrava la piscina nella parte posteriore del giardino ed il lago del paesino circondato da un vasto prato con alberi sparsi. Dinanzi a ciò vi erano due poltroncine dello stesso stile del salotto ed un tavolino in legno. Alle nostre spalle vi era un corridoio dalle pareti bianche con tre porte. Aprimmo la prima: doveva essere la nostra camera. Anch’essa era chiara riprendendo lo schienale in pelle del letto. La coperta, che copriva anche i cuscini, era a fantasia rossa e bianca. A terra vi era un parquet color ciliegio che riprendeva i comodini un po’ anticheggianti su cui erano posati dei lumi dallo stesso stile. Non vi era un’armadio ma un’altra porticina che dava al bagno. La seconda porta vista nel corridoio portava alla camera degli ospiti ed accanto ad essa un secondo bagno. Tornati in salotto proseguimmo verso la cucina dai mobili il legno chiaro come le sedie intorno al tavolo di un color verdino come la parete. Da qui si accedeva alla stanza della musica, quella che preferivo per potermi dedicare a tutto ciò che amavo di più allontanandomi dal resto del mondo.
-E’ bellissima amore mio, non credi?- domandò Ashley.
-Si si… La nostra casetta! Ma tu non dimentichi qualcosa?- le chiesi con un sorrisetto malizioso. Lei inizialmente fece finta di niente ma poi mi baciò. Ovviamente non seppe resistermi.
 
Il giorno dopo mi svegliai presto: primo giorno a lavoro e non potevo fare tardi. Non si era ancora svegliata Ashley quando uscii da casa. Ero un po’ nervoso, credevo di non essere all’altezza del compito, ma infondo dovevo solo parlare con dei ragazzi non molto più piccoli di me. Entrai nell’edificio e mi sembrava di tornare un adolescente percorrendo i corridoi pieni di armadietti, di ragazze che sbavavano dietro i giocatori di basket accompagnati dalle cheerleaders, di amici che scherzavano tra loro e di secchioni che si affrettavano a raggiungere le classi. Andando verso la presidenza notai una ragazza dai capelli castani, con la pelle dorata dai raggi del sole estivi e con delle labbra bellissime. Mi sentivo strano, come se qualcosa mi stesse incitando ad andare verso di lei, ma non lo feci. Voltai l’angolo e proseguii per la mia strada. Bussai alla porta e, avuto il permesso, entrai.
-Buongiorno signor preside. Sono il nuovo insegnante di musica-. Egli m’interruppe alzandosi e dicendo: -Lei è Joseph! Mia figlia, Miley, è rimasta colpita dalla sua “audizione”. Molto piacere, Billy Ray Cyrus.-. Mi strinse la mano ed io affermai: -Per me è un onore: sua figlia è una cantante di fama mondiale!-.
-Beh si, la mia piccola Miley…- disse sovrappensiero. Dopo pochi secondi mi diede un foglio riprendendo il discorso coscientemente: -Questo è l’orario delle lezioni di tutti i docenti, lei compreso. L’aula di musica è la numero tre. I nostri allievi sono tutti molto validi e credo si troverà bene. Buon lavoro!-. Ci salutammo e andai in classe. Tutti mi fissavano e certe ragazze bisbigliavano qualcosa tra loro. Iniziai a presentarmi ma ad un tratto notai una ragazza al penultimo banco con gli occhi chiusi e con delle cuffie nelle orecchie. Era la ragazza di prima! Così decisi di riprenderla, ma era una scusa per parlarle. Raggiunsi il suo banco, le tolsi le cuffie e finalmente potetti guardarla negli occhi. Le dissi: -Buongiorno signorina! Io sono Joseph Adam Jonas, il nuovo professore di musica. Credevo si fosse addormentata!-. Ella si giustificò: -Ehm no… stavo solo… ascoltando un po’ di musica così… per ispirazione!-. Ispirazione? E così mi venne in mente una bell’idea. Affermai: -Beh speriamo che ciò abbia dato i suoi frutti! Perché non ci canta qualcosa così… per inaugurare il nuovo anno?!-. Ella cercò di giustificarsi in ogni modo possibile, ma era troppo il desiderio di ascoltarla. L’accompagnai alla cattedra ed ella iniziò.

Before I fall too fast,
Kiss me quick, but make it last
So I can see how badly this will hurt me
when you say good bye.
Keep it sweet, keep it slow,
Let the future pass and dont let go,
but tonight I could fall to soon
into this beautiful moonlight.
But you’re so hypnotising
You’ve got me laughing while I sing,
You’ve got me similing in my sleep
And I can see this unravelling
And your love is where I’m falling
But please dont catch me.

Ero semplicemente incantato dalla sua voce melodiosa, a volte graffiante ed emaneva qualcosa di speciale. Sarei rimasto ancora lì a fissarla in tutto il suo splendore se la campanella non fosse suonata. Lei andò via senza dire niente, ma non potevo lasciarmela sfuggire così…
Un messaggio allontanò i pensieri dalla mia mente. Era Ashley che mi diceva: “Mi è dispiaciuto non vederti accanto a me nel letto sta mattina… Oggi pomeriggio devi farti perdonare!”. Misi il cellulare a posto: non volevo rispondere, sapevo di sbagliare, ma volevo solo pensare a quella ragazza.

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti :)
Per chi non abbia seguito fin'ora la storia (in corso) postata nella sezione "Demi Lovato", questa è la versione, che ho promesso a coloro che seguono la storia, dal punto di vista di Joe dato che l'altra è scritta, ovviamente, dal punto di vista di Demi. Quindi adesso sapete il nome della ragazza a cui Joe "vorrebbe saltare addosso". :D Quindi spero vi piaccia e vi invito a seguire la storia anche nell'altra sezione.
Per chi, invece, ha seguito la fanfiction dall'inizio ho finalmente postato questo capitolo! Mi sono scervellata un pò per capire come descrivere la casa e un pò per capire come inserire Miley nella storia, come richiesto da Ella. <3 Spero vi piaccia perché se vi deludessi sarei più dispiaciuta io di voi!
Recensite, vi mando un bacione come sempre,
Lara <3

P.S: Vado a scrivere l'altro capitolo per l'altra sezione e spero di finirlo stasera così vi faccio contente! :)
   
 
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