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Autore: remsaverem    29/02/2008    5 recensioni
Dopo il rapimento da parte di Raphael, Reid comincia a sviluppare une dipendenza da droghe.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jason Gideon, Spencer Reid
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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-Non è la procedura

-Non è la procedura!!-.

-Ma JJ.!!-.

-Non mi importa, NON E’ LA PROCEDURA!!-

Prima arrivarono le voci, poi JJ. e Reid si materializzarono presso la stazione della polizia di Cripsidetown.

Morgan stava leggendo un rapporto della scientifica, mentre Hotch parlava al telefono con lo sceriffo.

-Che cosa succede?- domandò Morgan, preoccupato. Non aveva mai visto JJ. così agitata.

-Lui…- JJ puntò significativamente un dito contro Reid che la seguiva da presso –lui- ripetè JJ. –ha quasi rischiato di…-.

-Te lo spiego io- la interruppe Reid –ho tentato un approccio…-.

-Tu non ha tentato nessuno approccio!- squittì JJ -sai che cos’ha fatto lo sai?- esclamò alzando la voce –te lo dico io cos’ha fatto!!Per poco non ci faceva uccidere tutti e due!-.

Hotch chiuse la telefonata.

Il caos stava dilagando nella stanza. JJ e Reid stavano urlando l’uno contro l’altra, mentre Morgan cercava di riappacificarli, sforzandosi di sovrastare le loro voci con la sua.

-Ora Basta!!!- gridò Hotch picchiando una mano sulla scrivania.

Tutti ammutolirono.

-Nel mio ufficio!! SUBITO!-.




JJ e Reid entrarono subito nell’ufficio, Reid facendo attenzione a passare il più lontano possibile da Hotch che li guardava come avesse voluto fulminarli con lo sguardo.

JJ. prese posto alla scrivania circolare che usavano per discutere il caso.

Hotch chiuse la porta dietro di loro con colpo secco.

Tacevano tutti. Reid, appoggiato a una delle pareti della stanza osservava Hotch con aria di sfida, mentre JJ. fissava il piano del tavolo come se avesse voluto leggervi attraverso.

Hotch si passò una mano tra i capelli, nervoso.

-Allora…- fece per cominciare. Fu subito interrotto da JJ.

-Non stavamo litigando, se è questo che pensi-.

Hotch spalancò la bocca per la meraviglia, poi scosse la testa – Voi..- disse incredulo –non stavate litigando?-.

JJ si schiarì la voce –volevo solo dire che…-

-No JJ ascoltami bene- fece Hotch deciso –anzi, ascoltatemi bene tutti e due: non voglio mai più vedervi comportare come vi siete comportati poco fa. E’ stato uno spettacolo indecente!-.

JJ fece per obiettare, ma Hotch alzò una mano per fermarla –no, non interrompermi JJ. Voglio che sia ben chiara una cosa: un’altra scenata così e…-.

JJ. si morse un labbro –scusa Hotch, ma non mi sembra giusto!- lo contraddì la ragazza con veemenza.

-JJ…- Hotch sottolineò le parole, come se fossero una avvertimento –non voglio più sentire una sola parola su…-

-Ma non sai nemmeno cos’è successo!!- ribadì la ragazza.

-E non gli interessa - ribadì Reid, sempre rimanendo a braccia conserte contro la parete e guardando Hotch con uno strano sorriso –Hotch pensa di sapere tutto e gli basta-.

-E con questo cosa vorresti dire?- ribattè Hotch-sentiamo-.

-Io? Niente- rispose Reid con una scrollata di spalle e fece per andarsene.

-No aspetta! Ora voglio proprio sentire cos’hai da dire- Hotch lo guardò fermamente deciso a non lasciarlo andare, finché non avessero chiarito la questione.

-E a te cosa importa Hotch?- fece Reid avvicinandosi a lui –a te non interessa cosa pensiamo, l’importante è che risolviamo questo caso giusto?-.

-Io non intendevo questo!- esclamò JJ voltandosi verso di loro.

-Oh andiamo JJ quando mai gli è interessato qualcosa che non fosse strettamente inerente al caso?-.

-Ma che stai dicendo Reid?- disse Hotch preoccupato.

-Dico Hotch che tu sei un…-.




Gideon si precipitò alla centrale con una fascio di fogli in mano.

-Forse abbiamo qualcosa!!– esclamò rivolto ai colleghi.

Poi si accorse dell’aria lugubre che tirava. Si guardò intorno e vide, in fondo alla stanza, l’ufficio che usavano per le riunioni, dove Hotch e Reid stavano parlando animatamente.

Vide JJ scattare in piedi. Hotch e Reid erano vicini. Troppo vicini.

Gideon balzò nella stanza.




-…Ed è per questo che lo fai, sei ossessionato dal tuo lavoro e non hai tempo per nient’altro, ma te la prendi con noi, se non siamo perfetti, se non siamo…- Reid incespicò cercando le parole -...come te!- sbottò alla fine.

Hotch scuoteva la testa incredulo. Non aveva mai visto Reid così. Nemmeno dopo il caso di Raphael. C’era qualcosa di strano, nei suoi occhi, qualcosa che non aveva mai visto prima, forse...forse…

Reid si avvicinò minaccioso.

JJ balzò in piedi temendo il peggio.




In quel momento Gideon spalancò la porta deciso.

Afferrò al volo la situazione e disse, col suo solito tono pacato –c’è qualche problema?-.

A quel punto Reid esplose.

-Ma bene, arrivano i rinforzi!!Ed ecco a voi, Jason Gideon, temerario combattente delle tenebre della mente, strenuo difensore dell’innocenza perduta…e padre fallito di…- non terminò la frase.

La mano di Hotch scattò prima sulla guancia di Reid.

Anche lui ne rimase sorpreso, come tutti i presenti.

-Hai esagerato…- mormorò Hotch, quasi che questo potesse bastare a giustificare quello che aveva appena fatto e prese a fissare la sua mano come se la vedesse per la prima volta. Come aveva potuto…

- Ok, ora cerchiamo di darci una calmata tutti quanti va bene?- intervenne Gideon circospetto.

-Sai una cosa Hotch?- fece Reid, come se non l’avesse nemmeno sentito e cercando di metterci tutto il disprezzo che poteva – Vaffanculo!!! E non c’è bisogno che mi sospenda tu. Mi dimetto io!- estrasse il distintivo dalla giacca e lo sbattè sul tavolo.

-Reid, non volevamo questo- fece Gideon cercando di rimediare al danno.

Ma ormai era fatta.

-Avrei dovuto farlo io …prima – mormorò Hotch quasi tra sé e sé – ma non l’ho fatto, perché me l’aveva chiesto Gideon- finì in un sussurro. Gideon fece no con la testa, doveva rimanere un segreto.

-AHH!!!-Reid spalancò la porta, mentre Hotch, ripresosi gridava –Reid!Torna qui!Torna qui, mi dispiace, hai sentito? Mi dispiace!!!- e JJ osservava la sua fuga preoccupata.

Gli altri videro sbucare fuori dall’ufficio un Reid sconvolto e un Gideon che gli correva dietro, arrancando.

-Ma cosa sta succedendo?- fece in tempo a dire Morgan, mentre Reid gli sfrecciava davanti alla velocità del lampo -ehi Reid!-.

E gli corse dietro anche lui.

Sbucarono all’aperto sotto un sole accecante.

Reid faceva i gradini della lunga scalinata a due a due, Morgan e Gideon alle calcagna.

-Reid ehi Reid non puoi andartene così! Aspetta- gridava Morgan.

-Reid parliamone- gli faceva eco Gideon –Reid non sono arrabbiato con te, aspetta!!-.

Ma il giovane non voleva sentire ragioni.

Giunto alla fine della scalinata si bloccò e si voltò verso i suoi inseguitori.

-Mi inseguirete ovunque eh?- fece con le braccia lungo i fianchi.

Morgan annuì. Logico.

-E allora credo che dovrò ricorrere a qualcosa di più drastico- disse Reid guardandosi intorno sempre con le braccia sui fianchi.

Non se lo aspettava.

Non perché si trattava di Reid, o forse sì.

Semplicemente non se lo aspettava.

Fu preso alla sprovvista. Non si attendeva tanta forza.

Il braccio destro di Reid scattò all’improvviso colpendo in pieno volto Morgan che vacillò pericolosamente all’indietro e sarebbe caduto, se non ci fosse stato lì Gideon a sostenerlo.

-Adesso non mi seguirete più!- esclamò prima di correre via.

  
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