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Autore: LilyProngs    26/08/2013    1 recensioni
Ha inizio l'ultimo anno presso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts per Lily Evans e i Malandrini! Per l'indomito James Potter è l'ultima occasione di conquistare la bella rossa... E se qualcuno a lei vicino gli desse una mano?E se anche i suoi due migliori amici trovassero l'amore?
Una storia incentrata sui valori dell'amore e dell'amicizia, ricca di avventure, di musiche, balli e ricordi!
Fanfic che ripubblico corretta e modificata dopo sei anni dalla prima stesura, spero vivamente che vi piaccia... Leggere per scoprirlo!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo 4
Ci vuole solo un pò di polvere di fata!

Le due amiche si sciolsero dall'abbraccio e si sorrisero.
"Credo che domani sarà un giorno di componimenti per me!Tanto è domenica!!"disse Morgan.
"Andrà tutto bene, non permetterò più a nessuno di spezzarti il cuore!"disse Lily protettiva.
"Grazie Lil!Ma ora a nanna!"disse.
"Va bene Mamma Morgan!"scherzò Lily e dopo un'ultima chiacchierata le due caddero in un sonno profondo: quello di una confuso perché volava su una scopa con Potter, robe dell'altro mondo; invece quelli dell'altra furono più tormentati, in un flashback di quello che era stata la sua vita amorosa fino a quel momento.

"Morgan sveglia!" disse una Lily già impeccabile in una tuta nera da casa.
"Mmh... è domenica!"disse la bella addormentata.
"Ci sono pancake con succo d'acero a colazione!" disse Lily, Morgan si alzò di scatto dal letto: "Arrivo subito!" esclamò. Menzionare il Canada era il modo più semplice per far smuovere Morgan da qualsiasi cosa e con i pancake al succo d'acero ovviamente, si era alzata a tempo record!Scesero verso la Sala Grande, Morgan portava dei jeans strappati e una magliettina dell'Harley Davinson leggermente aderente.
"Lily siediti qui!" urlò James appena le due arrivarono nella sala, facendo arrossire Lily.
"Ma che gli salta in testa di prima mattina!" ringhiò la ragazza,Morgan scoppiò a ridere a vedere la sua faccia tra l'imbronciato e il confuso.
"Eddai dagli una possibilità!"disse parteggiando un po' per il suo nuovo amico. Si sedettero al tavolo dandosi tutti un buongiorno generale, anche se il buongiorno di Lily a James era più che altro un ringhio a mezza voce.
"Dove sono i pancake?"- esordì subito Morgan iniziando a dire come una bimba - "Voio pancake pancake pancake!".
"Emh, era una scusa per farti alzare, non ci sono i pancake!" disse Lily, Morgan fece un'espressione da cane bastonato.
"No pancake?" chiese ancora con voce da bimba nel mentre tutti i Malandrini sogghignavano a quella scena.
"No, scusa!" disse Lily, Morgan sbuffo.
"Questa me la paghi!" disse addentando un croissant.
"Che fate oggi?" chiese Sirius le due ragazze alzarono le spalle.
"Io inizio a farmi i programmi per scuola" disse Lily.
"Oooh che noia!" dissero Morgan e James insieme.
"Ehi!E' importante!E tu Potter fatti gli affari tuoi!". James aprì la bocca per rispondere a tono ma poi si trattenne, scosse la testa e riprese a mangiare imbronciandosi sulla sua tazza di the. Morgan le lanciò una strana occhiata.
"Che c'è?" domandò Lily rivolta all'amica che sospirò.
"Non cambierai mai!" le sussurrò così che solo lei potesse sentire.
"Ciao ragazzi ci si vede oggi, vi lascio Lily!" disse Morgan alzandosi.
"Dove vai?" chiesero tutti all'unisono. Morgan scoppiò a ridere: "Nell'isola che non c'è!" disse la ragazza dileguandosi. Lily annuì tra sé, fu l'unica ad aver capito le sue parole.
"Ma dove va?" chiese Sirius confuso.
"A comporre!"disse Lily. Remus sorrise: "Ora si capisce tutto".
"Be' ci facciamo un giro al parco?" chiese James.
"Sì!Evans ti unisci a noi?" chiese Sirius. Lily li guardò tutti, confusa. Stare con Potter tutto il giorno le sembrava così insolito e innaturale ma una vocina dentro di sé, come una voce familiare risuonò con le parole: 'Non cambierai mai!' e così si decise.
"Ok!" disse, inutile dire che il volto di James si illuminò di felicità.

Morgan era risalita un attimo nel dormitorio per prendere la chitarra e un libro. Dopodiché si avviò alla torre di Astronomia, una volta che arrivò prese a scrutare il cielo azzurro, adorava quel posto era... unico!Si sedette e iniziò a suonicchiare, giusto per riscaldarsi, nel mentre apriva il libro: Peter Pan. Lo stava finendo e sarebbe sempre stato il libro che l'avrebbe rappresentata, lei si sentiva una bambina per sempre, proprio come Peter Pan. Aprì il libro non per leggerlo, ma per attuare un rituale secondo il quale, secondo lei, la magia del volume sarebbe uscita fuori creando intorno a sé l'Isola, per poter così scappare almeno per un momento dalla realtà. Sapeva che tutto ciò era frutto della sua fantasia, ma a lei piaceva lo stesso quel suo rituale. Prese la bacchetta e stregò la sua piuma e prese una pergamena, così avrebbe potuto decantare i suoi versi ad alta voce e comporre senza preoccuparsi di scrivere.

"Chiudo gli occhi e ti vedo, ma non ci sei.
Vivi nella mia mente da così tanto tempo che è facile confondersi tra il sogno e la realtà.
Ti ho cercato così tante volte, in infiniti momenti.
Il tuo volto è offuscato dalla menzogna, da un'illusuone che mi fa cadere incessantemente nel vuoto.
Esisti?
Uomo dallo sguardo innamorato... Chi guardi?
I tuoi occhi si fermano sul mio volto o in altri orizzonti?
No, esisti in un mondo fittizio.
Esisti nella mia chimera.
Esisti in un universo lontano dove io sono al centro del mondo.
Del tuo mondo.
Ti ho aspettato per così tanto tempo da credere di averti perso ormai per sempre,
ancor prima di trovarti.
Sprofondo in una solitudine che mi annega,
affogo nell'anelare un bacio inesistente.
Io sono l'oblio.
Io sono la donna mai amata.
Io esisto ma senza di te tanto vale trasformarmi in un sogno,
scappare in quell'universo,
perché senza te io sono nulla.
Io sono aria.
Io sono il vuoto.
Io sono l'oblio."

 Le parole erano sgorgate dalla sua bocca senza che se ne rendesse neanche conto, infatti quando rilesse ciò che aveva composto sulla pergamena rimase addirittura scossa. Aveva scritto una cosa di una tristezza infinita. Rimase a lungo a contemplare quelle parole. Era arrivata a tanto pessimismo? A tale arrendevolezza, si chiese. Ci pensò a lungo e rispose che sì, era arrivata a quel punto. Era ben consapevole di non essere la prima persona al mondo a non essere mai stata amata, ma alla sua età quella consapevolezza era uno schiaffo in pieno viso. Guardandosi indietro pensò di essere stata delusa così tante volte, in una profondità così intensa da averla scottata quasi irrimediabilmente. Il problema, e questo lo sapeva bene, non era il fatto di non essere mai stata amata. Sapeva che poteva capitare, sapeva che aveva il tempo di aspettare. Ma ciò che la sconfortava più di tutto erano le innumerevoli volte in cui era stata rifiutata e come. Certo era ben consapevole di essere fuori dall'ordinario, le persone non avevano neanche idea fino a che punto, ma essere vittima di un tale, profondo rifiuto era stato per lei un dolore così grande che le aveva impercettibilmente iniziato ad indurire il cuore. Era arrivata ad essere cinica, pensò rileggendo un'altra volta quel pezzo, e non aveva idea di come sentirsi al riguardo. Aveva davvero iniziato ad essere un oblio, in bilico tra il desiderio bruciante di essere amata e il terrore di esserlo per poi aver paura di rimanere delusa.
Con una naturalezza disarmante il volto di Remus emerse con nitidezza nella sua mente. Remus.
Non lo conosceva, non aveva idea di chi fosse, l'aveva solo osservato da lontano come aveva fatto da sempre con i Malandrini. Ma era bastato quell'avvicinamento, era bastato averlo visto davvero per la prima volta da rimanerne stregata. Quei suoi modi gentili, il sorriso sincero, la sua delicatezza... Lo sguardo splendido ma celatamente ferito, uno sguardo che emanava una tristezza quasi agghiacciante per appartenere ad una persona così giovane. La curiosità di scoprire il motivo di quella tristezza, il desiderio bruciante di strapparla via dai suoi occhi era diventato un pensiero fisso, un'idea ridondante. Sapeva benissimo cosa voleva dire.
Si stava innamorando di quel ragazzo, aveva iniziato a provare un sentimento che, seppur all'inizio, stava cominciando a vibrare in ogni fibra del suo essere. Pensò che essere rifiutata da lui sarebbe stato devastante ma allo stesso tempo il desiderio di stargli vicino era così forte che era davvero molto, troppo difficile da scacciare.
Una goccia d'acqua cadde sulla sua mano, le ci volle un attimo per comprendere che non veniva dal cielo ma che scendeva dai suoi occhi. Quella lacrima era caduta così spontanea, talmente da dentro di sé che subito non se ne accorse ma dopo quella non ci volle molto che fosse seguita da copiose, innumerevoli, altre.

"Potter, smettila!" disse Lily seria, anche se nel profondo era divertita.
"Che cosa sto facendo?" chiese  James con un'espressione innocente.  
"Mi stai facendo le smorfie mentre parlo con Remus!" gli rispose.
"Non è vero!" esclamò il ragazzo con tono scandalizzato, e nel dirlo portò una mano al cuore per enfatizzare lo sconcerto... Peccato per il sorrisetto che gli spuntava traditore all'angolo della bocca.
"Se fossi in te, Evans, gliela farei pagare!" propose Sirius divertito.
"Hai ragione!Che posso fare?" domandò Lily con fare cospiratorio.
"Non lo so...fallo girare in mutande davanti a tutta Hogwarts!" offrì il moro.
"Traditore!" esclamò James. Lily fece una faccia schifata.
"Mmh no che impressione!" esclamò. Vediamo se il pesce abbocca,pensò la ragazza. La bocca di James stava toccando terra talmente era stupefatto, ma poi si ricompose in un espressione e sorrisetto maliziosi.
"Non ti dispiacerebbe Evans!" disse inarcando con fascino un sopracciglio.
"Questo lo dici solo tu!" lo canzonò la ragazza, anche se si girò all'improvviso per non far vedere le sue gote che diventarono porpora. A Remus, dato che era accanto a lei, questo non sfuggi e sogghigno beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza.
"Tu non parlare!" gli disse.
"Che ho fatto?!" domandò Remus con la miglior faccia da lupo bastonato che era in grado di sfoggiare, ma all'occhiata eloquente che Lily gli porse, arrossì.
"A proposito, perché non vai a farle compagnia?" disse abbassando la voce in modo tale che solo lui potesse sentirla.
"Vorrà stare sola!" disse il ragazzo intimidendosi e guardando altrove.
"E tu che ne sai?" esclamò la rossa.
"Ma perchè proprio io?" ribattè imperterrito, la ragazza sbuffò.
"Vabbè lasciamola lì sola..."
"Perché non ci vai tu?"
"Perché io mi devo vendicare su Potter!"
"Oh, ora si capisce tutto!" disse il Malandrino con un sorrisetto. Bisognava proprio dire che, eccetto Peter Minus, i Malandrini in quanto a fascino, a volte anche inconsapevole, ci sapevano proprio fare.
"Non è come pensi!" proruppe Lily lascinadosi andare tirandogli una piccola sberletta sulla spalla. Remus era ancora l'unico di quel gruppo con cui poteva azzardare una tale confidenza.
"Io non sto pensando niente!" continuò il ragazzo facendola arrossire sempre di più. Lily lo incenerì con lo sguardo per un lungo mintuo.
"Va via va!" gli disse ancora, sbuffando con un sorriso.
"Ho un idea, fagli fare un belo bagnetto nel lago!" esordì di nuovo Sirius, illuminato.
"Sei un cagnaccio!" gli urlò contro James.
"E su questo avevi dubbi?" rispose l'altro provocando la risata dei Malandrini, tranne di Lily che non afferrò la battuta.
"Questa è un ottima idea!" disse la ragazza prendendo la bacchetta.
"Ah no, senza magia!" disse Sirius ghignando.
"Ma così non vale!" si lagnò Lily.
"Paaura Evans?" la provocò James con un ghigno, Lily non sopportò il suo sguardo di sfida e alzò il suo fiera.
"Assolutamente no!Fatti sotto Potter!" rispose e si alzò, per enfatizarre ancora di più si tolse la mantella della divisa e la tirò sonoramente a terra. James rise beffardo.
"Non vorrei farti male!" iniziò con voce morbida.
"Oh tranquillo sarò io a fartelo!" rispose schietta la ragazza, cosa che elettrizzò James e così iniziò a rincorrerla.
"Vieni qui Evans, vediamo chi si fa un bagnetto nel lago!" esclamò alzandosi con uno scatto agilissimo. Iniziarono a scontrarsi finché non arrivarono alla riva e lì provarono a spingersi con le braccia riuscendo a posare prima il peso su uno e poi sull'altra rimanendo sempre in equilibrio.
"Cadrai Potter!" disse Lily che per quanto molto meno forte del cercatore ben allenato trovò una posizione strategica che lo blocco. "Ti ho fregato!" disse la giovane, James fece un sorriso furbo.
"Eh no Evans, se io vado giù tu vieni giù con me!" e prima che la giovane potesse rispondere i due erano precipitati nell'acqua.
"Sei un imbroglione Potter!" esclamò la ragazza senza nascondere una nota divertita.
"Eheh mai mettersi contro un Malandrino, Evans!Su ora usciamo però!" disse, non voleva ammalarsi, tra una settimana dovevano iniziare le partite di Quidditch. La ragazza uscì, senza rendersi conto però che la sua camicia bianca bagnata faceva intravedere un po' di cose. Il giovane Grifondoro rimase incantato senza neanche rendersene conto.
"Potter sei un maniaco!" si arrabbiò la ragazza coprendosi con le braccia.  Il ragazzo arrossì violentemente, intanto la ragazza se ne stava andando via infuriata. James la rincorse subito e prese la bacchetta facendo comparire una coperta addosso alla ragazza che si girò sbalordita.
"Per farmi perdonare!" disse il ragazzo facendole un sorriso che non aveva mai visto sul suo volto. Era un sorriso timido, di scusa, ma comunque divertito. Un sorriso, anche se non l'avrebbe mai ammesso, che la colpì.
I tre Malandrini rimasti si erano goduti la scenetta in lontananza e in quel momento erano piegati in due dalle risate.
"Che matti!Vabbè io vado!" disse Remus tirandosi in piedi. Sirius sorrise allegro.
"Oh finalmente, stavo per portartici io a calci nelle tue chiappe lunatiche!" esclamò il giovane.
"Che intendi dire?" chiese Remus con malcelata innocenza.
"Che è la prima volta in sette anni che ti vedo anche solo vagamente attratto da una persona del sesso opposto, il minimo da parte mia è darti tutta la mia approvazione!" disse il ragazzo facendogli l'occhiolino. Remus arrossì ancora di più per poi mormorare un: "Grazie Felpato... Credo!".
 Si avviò verso quello che doveva essere il luogo di sfogo della ragazza, come gli aveva detto Lily: la torre di Astronomia. Sirius sorrise fra sé; era davvero incredibile che il timido, scostante, solitario lupacchiotto di sua conoscenza stesse facendo un passo avanti verso una ragazza. Si ritrovò però a sperare che il suddetto lupacchiotto, dato la sua personalità complessa di cui causa principale era il suo 'piccolo problema peloso', non si sarebbe trovato a rovinare tutto con le sue stesse mani.

La ragazza aveva smesso di piangere e si sentiva, almeno in parte, più sollevata. Ma aveva ancora gli occhioni azzurri leggermente arrossati, ma solo ad un occhio attento si sarebbe capito che aveva appena pianto, quindi la ragazza era sicura che nessuno se ne sarebbe accorto. Continuava a canticchiare piano e a modificare e abbellire il suo nuovo motivetto. Non sapeva che un ragazzo era dietro la porta che portava a quel grande terrazzo, agitato, rosso in viso e indeciso sul da farsi. La stava ascoltando rapito, con quella sua voce così semplice, semplice e basta.
Remus Jhon Lupin non puoi fare una cosa del genere, disse fra sé mentre fissava la maniglia della porta come se fosse incandescente.
Oddio, ci risiamo!Due voci che non appartenevano minimanente alla sua ma al contempo familiari risuonarono nella sua testa.
Oh cielo, sono arrivati anche qui!si rispose roteando gli occhi.
Certo che siamo arrivati!Siamo talmente parte integrante della tua vita che è ovvio che saremmo arrivati a raggiungere il tuo inconscio! continuarono le due voci, che ricordavano in maniera sconcertante quelle di James e Sirius, sempre all'unisono.
Remus scosse la testa come se dovesse scacciare delle zanzare particolarmente fastidiose. Continuava a vedere la ragazza in lontananza e più stava fermo lì meno era convinto su ciò che doveva fare.
Non posso farlo, non l'ho mai fatto!Sono pericoloso, sono un lupo mannaro... Sono la peggior cosa che possa capitare a una ragazza... Sono la peggior cosa che possa capitare a chiunque!Si disse ancora e indietreggiò.
Di nuovo la storia del lupastro assetato di sangue!Che nooooooooia!Questa volta urlarono le voci nella sua testa. Remus si sentì quasi inquieto... Non è che stava impazzendo? O forse quelle innumerevoli voci stavano semplicemente concretizzando il bivio in cui si sentiva incastrato: il terrore di entrare lì dentro, di affezionarsi o illudere quella ragazza, l'idea fissa di essere solo una catastrofe per chiunque incrociasse il suo cammino; oppure l'istinto che lui aveva preso a chiamare egoistico e che aveva l'inquietante voce dei suoi migliori amici che lo tentavano ad entrare e a fregarsene delle conseguenze.
Essendo stato per tutta la sua vita, soprattutto dopo il morso che a soli quattro anni gli aveva cambiato l'esistenza, una persona quasi eccessivamente razionale si era imposto di tenere le persone lontane. Doveva ammettere che questo bivio era sempre stato la sua croce. La consapevolezza di dover tenere le persone lontane, accettare la solitudine perché era pericoloso e il terrore che la gente a cui si affezionava potesse capire il suo oscuro segreto e scappare; oppure il desiderio bruciante di non essere solo, di essere accettato, quel suo lato che riteneva egoista e che lo aveva spinto ad accettare l'amicizia dei Malandrini e soprattutto ad accettare ciò che avevano fatto per lui.
Mente e Cuore, erano l'eterna battaglia di Remus. Quando i Malandrini avevano scoperto chi fosse e straordinariamente non solo non erano scappati a gambe levate ma gli avevano regalato la gioia più grande della sua vita decidendo di diventare Animaghi si era convinto di aver già pagato con un prezzo troppo grande la sua felicità e aveva il timore che tirando troppo la corda ne avrebbe pagato le conseguenze.
Quante cazzate riesci a sparare in nostra assenza? ripresero le voci di James e Sirius nella sua testa. Remus si trovò a sbuffare da solo. Era il suo lato egoista, solo il suo stupido lato egoista, doveva ignorarlo e andarsene da lì. Per assurdo, però, i suoi piedi sembravano inchiodati a terra e ben lungi dallo scappare da quel luogo. Anzi, il suo stesso corpo sembrava tramare alle sue spalle spingendolo irrazionalmente ad entrare.
Entra, Lunastorta!Entra,entra,entra,entra,entra,entra!rimbombarono le voci fino a stordirlo e non riuscivano a smettere, senza neanche accorgersene Remus entrò.
Al sentire il gigolare della vecchia porta Morgan sobbalzò e si girò così di fretta che le fece male il collo.
"Scusa non volevo spaventarti!" disse il ragazzo, esitante.
Cosa ci faccio qui?si disse, terrorizzato e ben consapevole di non poter più tornare indietro. Morgan senza neanche rendersene conto fece un aperto e felice sorriso.
Per far battere il tuo cuoricino alla sola vista di quel sorriso, ecco che ci fai qui!
Vi prego state zitti! Si sentì rispondere e avrebbe potuto giurare di aver sentito ridacchiare in risposta. Dopo essere uscito di lì avrebbe dovuto fare un salto da Madama Chips, sicuro!
"Non mi aspettavo che venissi qui!" disse, Remus fece spallucce.
"James e Lily si stavano azzuffando e ho deciso di andare da qualcuno un po' più tranquillo!" le disse sorridendole, Morgan rispose al sorriso.
"Siediti!" offrì poggiando la mano sul pavimento di pietra, proprio accanto a lei. Il ragazzo si avvicinò titubante, si sedette e senza saperlo gli stomaci dei due ragazzi fecero due capriole e salti mortali nello stesso, preciso, istante.
"Cosa stavi suonando?" chiese Remus, Morgan abbassò lo sguardo.
"Una poesia da nulla, strimpellando qualche accordo in sottofondo" rispose timida.
"Posso sentirla?" chiese il ragazzo stupendosi della sua stessa audacia.
Eccolo che si avvicinava a lei. Eccola subito a dover decidere se aprirsi e fino a che punto, ma di nuovo quegli occhi ambra erano così disarmanti, così intensi da farle credere che sarebbero stati in grado di non fargli negare mai niente da parte sua.
"Sì certo, però l'ho appena scritta non posso garantirne la bellezza!" disse.
"Io credo sarà perfetta!Su inizia!" gli disse dolcemente, e il cuore della ragazza fece un balzo, e iniziò prima con gli accordi e poi a decantare.

"Io sono aria. Io sono vuoto... Io sono l'oblio!" concluse con un ultimo arpeggio per poi rimanere in silenzio, gli occhi verso terra che non osavano incrociare quelli del ragazzo. Tutto ciò che aveva pensato fino a quel momento e il fatto che l'oggetto di quei pensieri fosse proprio lì vicino a lei era così imbarazzante da renderle impossibile l'alzare lo sguardo.
Infatti anche Remus rimase in silenzio, per un momento che lei credette essere infinito, non osava neanche immaginare la sua espressione.
Dal canto suo Remus era rimasto così colpito dall'intensità di quelle parole, così conscio di quanto avesse invaso con la sua richiesta un territorio tanto intimo da essere indeciso se toccare e approfondire l'argomento o cambiare discorso. Era bloccato. Soprattutto si chiese perché mai una ragazza come quella si sentisse così sola. Sapeva bene come la gente la considerava, ma gli sembrava assurdo che una persona tanto bella in tutti i sensi potesse essere così rifiutata e soprattutto così amara con se stessa.
Non ti ricorda proprio nessuno, Lunastorta?
Cielo ficcatemi un cacciavite nel cervello!
Si ritrovò a pensare e gli sfuggì un gemito, Morgan alzò lo sguardo confuso per un momento, lui fece finta di schiarirsi la voce e lei riabbassò lo sguardo.
"Sono dei versi davvero bellissimi... Immagino sia tutto molto personale, non potresti scrivere qualcosa di così toccante senza provarlo in prima persona" iniziò a dire. Morgan annuì piano e per un attimo le precedenti lacrime minacciarono di uscire con una tale forza che si sforzò enormemente a ricacciarle indietro.
"Ma non credo  proprio di potermi permettere di chiederti nulla al riguardo, né voglio farlo" le disse. Morgan finalmente alzò lo sguardo e lo mantenne, era riuscita a mantenerlo soltanto lucido ma non a nascondere il dolore celato in esso. Guardandola Remus dovette costringersi a mettere le mani a terra senza un motivo per impedirsi di impegnarle ad afferrare la ragazza davanti a sé e a stringerla così forte da non permetterle di lasciarla mai più andare. Fu un attimo così irrazionale, di tale passione sopita che si stupì di se stesso, così allenato a mantenere neutre e controllate le sue emozioni.
Questa sì che è audacia amico, perché non lo fai?
Bastaaaaaaaaaaa!
"Sei molto dolce Remus, ti ringrazio" sussurrò piano la ragazza facendogli un sorriso timido. Remus decise di impegnare quelle mani lasciate a terra dandosi lo slancio per alzarsi in piedi, nel giro di un attimo quel desiderio di stringerla a sé si era nuovamente fatto prepotente.
"Mi piace molto il tuo modo di suonare, mi è sempre piaciuta la musica... Ti piacerebbe darmi qualche lezione di chitarra?" domandò guardandola dall'alto, le parole erano uscite fuori senza che potesse fermarle, per un attimo se ne pentì ma solo per un momento perché in quell'istante aveva ricevuto il sorriso più aperto e felice che avesse mai visto in vita sua.
"Certamente!".


Eccoci con un altro capitolo!Confesso che l'idea delle voci di James e Sirius è un'aggiunta dell'ultimo minuto, spero non risulti stupido ma volevo trovare un modo per rendere la battaglia interiore che credo sia perenne nel personaggio di Remus.
Ringrazio chi ha letto e in particolare: Giada1999, Deborah_poesie_Evans e Senna710.

Un saluto,
LilyProngs.


  
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