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Autore: 8WeirdSisters8    26/08/2013    4 recensioni
Un troll mulina la sua mazza innanzi a un Babbano. Un Incantesimo Incendiario gli guizza sotto gli occhi, bruciacchiandogli la punta del soprabito. Un Tranello del Diavolo lo stritola senza troppe cerimonie.
In tutti questi casi, il Babbano in questione, particolarmente sfortunato, sì, crederà di aver semplicemente alzato troppo il gomito. Perché?
Se lo è chiesto il Professor Mordicus Egg e i frutti della sua indagine, delineata attraverso una serie di fulgidi aneddoti, sono raccolti in un libro che è adesso indispensabile per qualunque appassionato di Babbanologia. Perché i Babbani preferiscono non sapere e i Maghi vogliono sapere perché.
•Edizione arricchita di un saggio introduttivo di Wilhelm Wigworthy, autore di “Vita domestica e abitudini sociali dei Babbani Inglesi”.
•Solo per oggi, dal prezzo di copertina saranno scontati venticinque Zellini da spendere presso la Gelateria Fortebraccio.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Polvere&Muffa﴿

 

La Filosofia del Banale: perché i Babbani preferiscono non sapere

Mordicus Egg

 

Con un saggio introduttivo di Wilhelm Wigworthy

 

________

 

 

Alla Signora Egg,

la Moglie Migliore del Mondo,

per non aver inarcato le sopracciglia

quando ha saputo dell’impresa letteraria che mi accingevo a compiere,

o per non averlo fatto in mia presenza

M.E.

 

 

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Introduzione

 

Non c’è mondo più magico di quello Babbano.

Me lo ripeteva di continuo, mio nonno. Era un appassionato d’altri tempi, è ovvio. Non riusciva a staccar gli occhi da un grammofono, ad evitare d’incantarsi dinnanzi alla splendida perfezione d’un telegrafo, così discreto ed ingegnoso, di andare in sollucchero di fronte ai primi modelli di televisore.

Sono cervellotici ed eccentrici, diceva anche. Di necessità hanno fatto virtù: così, sprovvisti di bacchetta, hanno trovato il modo di sviluppare una tecnologia che noi maghi difficilmente comprendiamo e ancora più raramente riusciamo ad apprezzare.

Mio nonno non era l’unico, in famiglia, a parlar sempre di Babbani: mio zio Gerald, infatti, lo seguiva a ruota, ma dissentiva su un punto fondamentale: non sono cervellotici, ma capricciosi. Si rifiutano, sosteneva con veemenza, di credere alla nostra esistenza ed è sostanzialmente per invidia, nonché per una sorta di maligna competizione, che hanno creato tante diavolerie, che il Gramo se li porti: telefoni, calcolatrici, trebbiatrici, ventilatori, trattori persino! È più che probabile che mio zio Gerald parlasse tanto male di loro – e dei loro trattori in special modo – più per risentimento che per altro: li aveva infatti amati follemente, così si affrettarono a raccontarmi le sue sorelle, finché un dì, impossessatosi d’un trattore e preso dalla smania di provarlo, tentò di cavalcarlo. Cadde rovinosamente sul sedere pochi minuti dopo, e ciò determinò, oltre che un’imbarazzante apparizione con le brache calate al San Mungo, un imperituro livore verso il mondo Babbano. Sicché ogni volta che ne parlava diventava livido: una curiosa forma di commemorazione, se vogliamo, dei lividi che tanti anni prima aveva esibito altrove.

Sebbene li si apostrofi da più parti come esseri ottusi e poco intelligenti, essi hanno sempre rivelato una grande fantasia ed una grande propensione alla sperimentazione. Questa non è la sede per un confronto sulla questione, semplicemente perché la questione è chiusa: i Babbani sono meravigliosamente ottusi. Sfrenatamente convinti dell’assenza della Magia, sordi ai pianti delle Banshee come agli ululati dei Lupi Mannari, ciechi persino agli incantesimi più vistosi, improvvisamente privi di olfatto anche quando incappano in ragguardevoli cacche di Porlock, essi preferiscono ottundere i loro sensi, smussare le loro incertezze, sposare con convinzione l’idea  che tutto sia normale, sempre. Ciò, lungi dal renderli stupidi, ne ha fatto dei grandi inventori, degli intraprendenti scienziati e, per gli appassionati, delle piccole, meravigliose fonti di gioia. È in quest’ottica che questo celebre volume va letto. Perché nessuno ha saputo dirlo meglio del Professor Mordicus Egg.

Geniali, divertenti, dinamici o stolti che siano, si può esser certi di una cosa soltanto: i Babbani preferiscono non sapere.

 

 

Wilhelm Wigworthy

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Weird Notes:

- La Filosofia del Banale: perché i Babbani preferiscono non sapere è un libro citato nei libri di Harry Potter, in Animali Fantastici: dove trovarli e in Pottermore. Fu pubblicato dalla casa editrice Polvere&Muffa nel 1963.  

 - Wilhelm Wigworthy, al quale ho fatto scrivere l'introduzione, è il fortunato autore di Vita domestica e abitudini sociali dei Babbani Inglesi, Libercoli Rossi, 1987.

Le mie intenzioni, immagino, le avete capite: J.K. Rowling, Dio la benedica, ha pubblicato e reso disponibili per noi Babbani i volumi, finora appannaggio dei soli Maghi, di Animali Fantastici: dove trovarli, Il Quidditch attraverso i secoli e Le Fiabe di Beda il Bardo. Così, visto che sono leggendariamente pigra ed incostante, oltre che deplorevolmente occupata con lo studio, mi sono detta: perché non scrivere di sana pianta un altro dei libri presenti nella Biblioteca di Hogwarts e nelle case di molti Maghi e Streghe (almeno quelli che non provano ripugnanza per i Babbani)? Ed ecco La Filosofia del Banale: perché i Babbani preferiscono non sapere. Quest'idea, della quale quasi certamente mi pentirò, anche se ispirata dalla lettura dei libri di cui sopra, ha inoltre e senza alcun dubbio subito l'influenza della meravigliosa raccolta di One-Shot, ciascuna dedicata ad un libro magico, Di libri e di altre sciocchezze - Biblioteca minima per maghi e streghe lettori di dierrevi che, tra l'altro, ha destinato uno dei capitoli proprio a Vita Domestica e abitudini sociali del Babbani Inglesi. Perciò che fate ancora qui? VOLATE a leggerla!

Quanto a me, che altro ho da dirvi? Aggiornamenti il lunedì, si spera con regolarità. Caramelle a chi recensisce e cacche di Doxy (in busta chiusa) a chi non lo fa.
Bye!

WS

 

   
 
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