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Autore: Chiara_696    27/08/2013    2 recensioni
'[...] non devi avere paura perchè in questa vita servono solo due cose: il coraggio e la libertà'
'Ma io non sono libero'
'Allora ribellati, perchè la libertà è il senso della vita e la ribellione l'urlo della liberà negata [..]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Two; Ehy, nice to meet you.


/Bea./

Sentivo il rumore dei passi, le voci, sentivo anche le persone urlare. Era diverso dal solito aereporto, insomma qui era diverso, mi piaceva. 

'Allora, signorina'
'Chiamami Beatrice'
'Ok, Beatrice. Come mai qui in Pakistan?'
'Perchè l'adoro semplicemente, ha dei paesaggi mozzafiato'
'Una scelta molto strana'
'Il Pakistan è come il gobbo di Notre-Dame: Tutti pensano sia brutto ma il suo cuore è magico.'

La signorina rimase sbalordita dalle mie parole. Tra le mille persone che io guardavo mi chiedevo chi fosse il singor Malik. Un uomo abbastanza alto, con gli occhi grandi e la pelle scura si avvicino a noi con un sorriso smagliante.

'Piacere, Yaser Malik'
'Salve signor Malik, io sono Beatrice'
'Oh quanto sei bella'
'Grazie'

Credo che arrosii in quel momento per via del complimento.

'Potrebbe mostrarmi un documento, signor Malik?'
'Si certo'

Notavo come le sue mani grandi prendevano delicatamente quei documenti. Li mostrò alla signorina e poi ci diede il permesso di andare. Dio, non facevo altro che fissarlo in continuazione, era veramente un bell'uomo maledizione. 

'Andiamo?'
'Arrivederci, Beatrice'
'Arrivederci, signorina. Grazie di tutto'

Le sue enormi mani si appoggiarono sulle mie spalle larghe per via del nuoto. Mi teneva stretta a se, se fosse stata un altra persona mi sarei spaventata sicuramente, ma in lui sentivo la presenza di mio padre e non avevo paura. Andammo nella sua macchina,non costosa come quella di papà, era vecchia e in alcune parti nel bianco c'erano delle chiazze di ruggine che saltavano subito all'occhio.

'Scusa se la macchina non è una delle migliori'
'Si figuri..'
'Io per te sono Yaser non il singor Malik e lo stesso vale per mia moglie'
'Ok Yaser, io sono Beatrice'
'Che nome strano'
'E' un nome occidentale'
'Però è bello'
'Grazie'
'Allora, quando arriveremo a casa conoscerai Doniya, Waliyha, Safaa e Zayn i miei figli. Poi conoscerai anche Tricia, mia moglie, e anche Walter mio padre.'
'Ok, sono un po' in ansia..'
'Non devi esserlo, ti adoreranno tranquilla'
'Ok, speriamo bene!'


La casa era rude, era diversa dalle altre. Non era esattamente in paese, anzi non lo era per nulla, era in periferia. Era fatta di mattoni che andavano sull'ocra e attorno c'era della ghiaia, che poteva sembrare anche sabbia, e delle pietre. Yaser aveva parcheggiato la macchina nel retro della casa. Pensavo a come sarebbe stato vivere lì piuttosto che in una grande città come Wolverhampton, vedere ogni sera le stelle in quel cielo limpido e vivere nella tranquillità più totale senza lo stress del lavoro pesante. 

'Avanti dai andiamo a conoscerli'

Mi portò in casa e gentilmente prese lui le mie valigie, erano tre. Quando entrai un brivido di attraversò tutta, sentivo una strana sensazione. Era una di quelle che non scordavi più, forse lì qualcosa mi avrebbe cambiato la vita.

'Eccola qua la nostra bellissima ospite, io sono Tricia'
'Oh, ciao Tricia. Mi permetto di darti del tu perchè me l'ha detto Yaser'
'Si si, certo. Queste sono le mie figlie..'
' Doniya, Waliyha e Safaa!'
'Oh brava, impari in fretta'
'Me l'aveva anticipato prima Yaser'
'Oh singore, ma dov'è Zayn? Doveva portarti le cose in camera'
'Oh no, non ti preoccupare. Faccio io!'

Afferai le mie tre valigie, devo dire abbastanza pesanti, mi dirigo verso la stanza accompagnata da Tricia. Prima di salire di scale però mi fermai.

'Oh mamma, che maleducata! Io sono Beatrice'

La camera non era nè molto grande nè molto piccola, era un bell'ambiente. Una finestra, un'armadio, una scrivania con sedia girevole, un settimino e un comodino con la lampada di fianco al letto da una piazza e mezzo. Il lampadario era piccolissimo con una lamapdina enorme. La finestra invece dava sulla grande vallata deserta e il bellissimo cielo limpido al tramonto. Il sole era grande e scappava alla vista dei miei occhi. In Pakistan erano già le 7.00pm, per loro stava arrivando l'ora di cenare ma io avevo pranzato qualche ora fa a Londra.

'Okay, Beatrice'
'Puoi chiamarmi Bea, viene più facile'
'Ecco, Bea, io vado a preparare la cena. Intanto tu riposati'
'Oh, grazie'

Mi buttai sul letto, era morbido forse perchè era fatto con la spugna piuttosto che col lattice. Pensavo a cosa faceva la mia famiglia. Mamma poteva stare a guardare la tv, a quest'ora starà guardando sicuramente quel programma dove c'è Betty White. Il programma è carino a volto lo guardo con lei, mi appisolo su di lei e l'abbraccio mentre lei mi accarezza e i capelli e ogni tanto mi da un bacio nella testa o nella fronte. Mamma è una di quelle donne estremamente raffinate, è la mamma perfetta: lavora, famiglia, cucina e dedica la sua vita a me e a mio fratello. Mamma è uno si quei tipi che indossa sempre le donne a tubino, ma mai più corte del ginocchio, oppure un bell'abito anche aderente. A lavoro in inverno capita che metta i pantaloni neri insieme alla camicia bianca e una giacchetta se c'è un po' più freddo del solito. Mamma ha sempre i capelli perfetti, la sua chioma castana è sempre lucida e ben pettinata. Lei solitamente li raccoglie a cipolla oppure li lasia sciolti con un lato raccolto, li lascia liberi al naturale solo per andare a dormire. E' una di quelle donne dai mille tacchi e scarpe, una di quelle che si trucca leggermente ed è bellissima. Anche se è una donna sposata riesce ad essere comunque sexy. Papà è pure così. Papà indossa sempre le camicie, ne ha di tutti i tipi, indossa sempre giacca e cravatta e fa sempre profumo della sua acqua di colonia preferita, questo lo rende molto attraente per le donne. I suoi capelli castani sono sempre pettinati, ma mai col gel, li lascia liberi. Papà lavora in banca ed è sempre tirato a lucido, mentre mamma fa la commercialista. Mi addormentai pensando a loro.


Un suono molto forte e fratornante mi sveglia di colpo, sento anche delle voci. Mi alzai subito di scatto e notai quattro ragazzi -miei coetanei-.

'Porco profeta, e chi cazzo è?

Credo sia un bestemmia, insomma Maometto è il profeta principale islamico. Mi alzai dal letto, abbastanza assonnata, e andai in contro a loro.

'Piacere io sono la ragazza che ospita Zayn, sono Beatrice. Se vi viene difficile pronunciare il mio nome potete chiamarmi semplicemente Bea'

Si guardavano tutti a vicenda per poi scoppiare in una risata. Ero confusa perchè non riuscivo a capire il motivo di quella risata.

'Beatrice, che nome orrendo!'
'Chi di voi è Zayn?'
'Zayn è in salotto per ora, noi siamo solo i suoi amici'
'L'avevo intuito..'
'Oh, wow un vero segugio'
'I segugi annusano non intuiscono'
'Oh la figlia di Sherlock Holmes è intelligente'
'Vediamo se magari è anche brava a scopare'
'Cosa? No, no, no. Ho solo quattordici anni, non mi metterete le mani addosso'
'Tutte le ragazze di questo paese già perdono la verginità a dieci grazie a noi'
'Le altre, io sarò un'eccezione'
'Zitta, donna!'
'Col cazzo'
'Ooooh, la brava ragazzina usa linguaggi sconci'
'Si, lo faccio'
  
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