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Autore: etoshina99    27/08/2013    1 recensioni
“ Sei una bambina speciale” ma di speciale non ho mai avuto niente… niente che si potesse mai definire con quell’aggettivo.
Di certo, fare prendere fuoco ad un oggetto con un solo sguardo non era speciale.
Mio padre diceva sempre che ero migliore, in tutto; ma forse vedevamo il concetto in maniera opposta…
La mia vita si svolgeva in una bolla di vetro, una grossa e tutt’altro che fragile bolla di vetro.
Sapere di non essere normale e di poter uccidere qualcuno con il solo pensiero mi spaventava a morte; ma ormai mi ero abituata alla mia stranezza… ero diversa e dovevo accettarlo.
Vivevo in un mondo dove magia e realtà convivevano tranquillamente e l’una ignorava l’esistenza dell’altra.
Non avevo molti amici perché cercavo di stare alla larga dagli “umani”.
Avevo solo lei: Cloe la mia unica e migliore amica.
Sapeva tutto ma ero certa che non avrebbe spifferato nulla… sotto sotto, d’altronde, aveva paura pure lei…
Il mio nome è Alison Right e questa è la mia storia.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chaz , Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1- Once upon a time


- ehi Allie, oggi che si fa?- -non lo so... tu che proponi?-
-boh....

Ti volevo chiedere una cosa... ma, per caso, proprio per caso… ti è morto il gatto?-
-no, perché non ho mai avuto gatti...-
-no, è che sembri, come dire…triste. Che ti succede?-
-niente- risposi secca
-se... fallo pure credere a tua madre, ma non ci riuscirai con me, ti conosco troppo bene...-
-l'estate è finita e quindi incomincia la scuola .... per quello mi dispiace... tutto qua-
-non raccontarmi balle... tu ami la scuola- è vero... -__-
-oh! senti non stressare- presi e me ne tornai a casa, in cerca della tranquillità...

Ma è mai possibile che la gente non si faccia  mai i cavoli suoi, eh?

Andai in camera mia.
Mi distesi a pancia in su intenta a fissare il soffitto, turchese con delle piccole spruzzate di panna montata.


Era l'ultimo giorno di agosto ma sembrava novembre.... infilai il  cappotto e mi diressi verso il parco mettendo nella mia spaziosa tracolla i pattini da ghiaccio... forse più tardi avrei fatto un salto in pista...
Mi sedetti su una panchina di legno, appoggiai i gomiti sulle ginocchia e in seguito la testa e chiusi gli occhi...
Il tempo non era dei migliori ma il vocio delle famiglie rendeva quella grigia monotonia un allegro venerdì.
Ho diciassette anni da poco e frequento la quarta liceo qui a Toronto, in Canada.
Sono nata in Italia ma a dieci anni mi sono trasferita qui con la mia famiglia.
Mamma e papà sono mago e strega e da questa combinazione ne è saltata fuori la sottoscritta: una strega.
Non ho studiato assieme a Harry Potter perciò conosco poco della magia, ma abbastanza per capire quanto sia stupendamente orribile.
E' un dono e lo apprezzo, davvero. ma a volte mi sveglio durante il sonno, magari dopo un bruttissimo incubo, e il mio desiderio è quello di essere una diciassettenne normale, con degli amici normali, una famiglia normale e soprattutto una vita normale.
A volte mi chiedo come sarei senza la magia... ma non riesco mai a trovare un immagine adatta per raffigurarmi...
Ho un carattere parecchio scontroso ma non sono orgogliosa, amo gli animali e vorrei diventare veterinaria... soprattutto perché ci riesco a parlare insieme...
Buffo, eh?
Vedevo molti papà prendere in braccio o sulle spalle i loro figli, raccontargli barzellette... li vedevo ridere, scherzare, giocare...
Mi ricordo quella volta che ero al parco con mio padre... avevo sei anni e mi divertivo un mondo a fare su e giù dallo scivolo... ridevo in continuazione esortata dalle strane smorfie di papà... mi diceva sempre " La vita è come il tuo gioco preferito: lo scivolo... ci sono alti e ci sono bassi... si fa in fretta a cadere mentre è più faticoso rialzarsi e salire le scale... ma se lo farai con decisione e determinazione, piccola mia, arriverai molto in alto" allora non capivo cosa significasse ma ora lo so fin troppo bene... mi sentivo come se stessi scivolando lungo una lunga striscia metallica e non vedevo mai la fine.

Risucchiata in un buco nero, per poi non risalirne mai più.

Sì, ero triste perché mi sentivo abbandonata da tutto e da tutti; ma era meglio così d’altronde.

Il vento mi sferzava la guancia ma scuoteva le timide foglie che, ormai secche e raggrinzite, facevano un tenero girotondo accanto a me… erano come tanti bambini felici che giocavano insieme e io ero Polifemo perché nel momento in cui li ho guardati hanno smesso di roteare e si sono sparse sull’asfalto come lapidi autunnali.

Mi alzai, mi si stavano assiderando le gambe con quel freddo e mi diressi verso la pista di pattinaggio.

Andai nello spogliatoio, infilai i pattini e iniziai a scivolare su quella candida lastra gelata…

Era il mio sport preferito ed ero la campionessa regionale della zona, ma nessuno mi conosceva per cui potevo benissimo vantarmi della mia bravura… Tanto chi mi poteva mai criticare? (tutti)

Trotterellavo qua e la, sentendo quel piacevolissimo rumore delle lame contrastare il vocio. Misi la cuffie del mio mp3  e ascoltai la base che mi fece vincere la coppa dorata… iniziai l’esercizio; amavo quando la gente mi fissava ( solo al palaghiaccio ovvio) spesso con la bocca spalancata quando atterravo senza rompermi una gamba dopo un salto oppure quando riuscivo a girare talmente forte che i loro occhi uscivano dalle orbite per seguirmi…

Mi piaceva, almeno per qualche ora, essere io la protagonista.

Andava tutto liscio, una curva all’indietro in posizione angelo… una cosa banalissima e facilissima soprattutto.

Sentivo la lama scalfire il ghiaccio come un’unghia sulla lavagna di scuola, la brezza gelida mi scompigliava la coda di cavallo e sorrisi all’idea di sentirmi libera.

Ma qualcosa andò storto.

La lama non scalfiva più anzi, ne aveva incontrata un’altra penso, e io caddi all’indietro sbattendo forte la testa.

Buio.

Mi svegliai dopo un’eternità ( almeno, a me lo sembrava). Vedevo tutto sfocato ma ero riuscita a capire dove mi trovavo: fuori pista, sulla moquette dello spogliatoio…

Strizzai ancora una volta le palpebre e alzai di botto la testa, scontrandomi contro qualcosa di gelato

-Ahia!- era una voce maschile

Mi voltai verso la voce e notai accanto a me la presenza di un ragazzo.

-scusami… non volevo… sono un po’ maldestra- mi massaggiai la nuca imbarazzata al massimo

-solo un pochino?- sorrise la divinità… ehm ragazzo

-un po’ tanto diciamo… dimmi che non ti sono venuta addosso-

-l’hai detto tu- alzò le spalle come per annuire

-scusami davvero… non ti avevo visto- le alzai io stavolta

-tranquilla… tutto ok piuttosto?-

-sì… penso di sì  grazie a te- sorrisi

-no, figurati-

La porta si spalancò di colpo facendomi sussultare.

-ehi piccioncini come butta? Justin sbrigati! Non vorrai mica stare con quell’ochetta tutto il pomeriggio, eh?-

-fottiti Jason- sputai acida al ragazzo sbucato dal nulla

- devo andare. Allora… alla prossima- lo salutai

-ok-

Mi alzai e andai a casa, dopo essermi cambiata.

Ripensai molto a quel ragazzo… era strano… bhè forse ero io quella strana ( senza il forse) .

Quella botta mi aveva dato al cervello, ma a me parve di vedere il Dio di tutti gli dei… ok, sto seriamente delirando perché dei ragazzi a me non è mai importato nulla.

 

This is me

Ok…. Durante le vacanze ho avuto uno strano sogno e tutto è nato da lì.

Cosa mi dite? Vale la pena continuare?

Un grosso bacio <3

Eto99

  
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