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Autore: Britin_Kinney    27/08/2013    3 recensioni
Si sentiva proprio così, mentre l'ennesima sigaretta rotolava sull'asfalto, spegnendosi lentamente. E Avalon di fronte a lui.
Non sapeva perché andasse lì a sedersi e osservare quella maledetta collina con quella sinistra torre sulla sommità.
Doveva per forza essere masochista, o qualcosa del genere.
Nonostante fossero passati secoli, rimembrava quegli ultimi istanti con Artù come fossero accaduti appena un giorno addietro.
La barca si allontava da lui, sempre più. E il grande Re di Albion spariva, inghiottito dalle acque blu e turchesi della sacra Avalon.
Ancora, come un eco costante e pressante udiva le ultime parole dell'uomo che amava, che avesse mai potuto amare. “Ti amo. Ti ho amato con tutto me stesso, non dimenticarlo mai”.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aithusa, Altro Personaggio, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Questo capitolo lo dedico al nostro piccolo Colin, che per ora è ricoverato per un'infezione respiratoria :( gli siamo tutti vicini.
Guarisci presto, piccolo! <3

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Find A Way To Bring You Back
Capitolo 8
Take my soul, her soul, its soul.




Alba continuava a cullare Merlin avanti e indietro. Ormai la vita lo stava abbandonando.
Perché il destino permetteva alle persone di soffrire così tanto?
C’era di sicuro qualcosa che potesse fare. La ragazza si alzò in piedi e guardò il cielo, concentrandosi.
La lingua dei draghi è qualcosa che aveva dentro fin dalla nascita. Lo sapeva, pur non sapendolo.
Chiuse gli occhi e…
“Dracan, imala, issupetetu imu malachesch!” L’aveva urlato, con tutte le forze.
Il silenzio si impadronì di lei e qualche lacrima le scivolò lungo il viso.
Non stava accadendo nulla. Nulla!
Alba si portò le mani al volto. Nascere con un dono e un destino già scritto, per poi fallire miseramente…
Mentre si compativa, in ginocchio, sulle sponde di Avalon una brezza leggera le accarezzò i capelli.
E un battito di ali cominciò a riempire il silenzio.
Alba sollevò lo sguardo, puntando gli occhi verso il cielo illuminato dal fioco bagliore della luna e colmo di stelle.
“Kilgharrah” soffiò sorpresa. Il drago volò nella sua direzione e planò, fino a raggiungere il largo spiazzo di fronte al lago.
L’imponente creatura poggiò le enormi zampe sul terreno, scrutandola per qualche istante quando lei lo raggiunse.
Kilgharrah vide che non c’era terrore o timore nei suoi occhi, solo speranza.
“Sei molto coraggiosa, bambina mia” la voce cavernosa del drago le accarezzò le orecchie e lei sorrise. Kilgarrah puntò i suoi enormi occhi dorati su Merlin. Alba seguì il suo sguardo e si preparò a spiegare.
“È stato avvelenato” disse, abbassando il capo.
“Lo so” aggiunse la creatura, avvicinandosi al mago. “Merlino” lo chiamò e fu come se quella voce provenisse dalle profondità della terra. Il suo tono era tormentato e straziato.
“P-puoi salvarlo?” domandò la ragazza, sollevando il capo verso il drago.
“Sì” rispose Kilgharrah, sorridendole. Si chinò su di Merlin e soffiò su di lui. L’incantesimo a poco a poco, diede i suoi frutti. Il mago cominciava a riprendere il suo colorito naturale, le occhiaie stavano pian piano scomparendo.
E Alba restava in silenzio, pregando e sperando.
Quando il drago finì, Merlin ancora non si muoveva. Alba gli andò incontro e si inginocchiò accanto a lui.
“Coraggio, Merlin” gli sussurrò “coraggio” e cominciò ad accarezzagli la fronte, con devozione.
Il drago osservò in silenzio la totale ripresa di Merlin. Il mago si risvegliò, sollevando le palpebre lentamente. “Merlin!” esclamò la ragazza, sorridendo commossa.
“Cosa è successo?” domandò il mago.
“Sei stato avvelenato, non ricordi?” suggerì lei, assottigliando le labbra.
“S-sì…” balbettò il mago “E…” stava per cominciare un’altra frase ma qualcosa lo bloccò… guardò oltre le spalle di Alba “Kilgharrah” sibilò stupefatto.
“Ci incontriamo di nuovo, giovane mago” lo salutò la grande creatura.
Merlin si alzò di scatto e andò incontro al drago, poggiandogli una mano sul muso, accarezzandolo.
“Non era un addio, allora” sussurrò Merlin, guardandolo nelle enormi iridi gialle.
“Non ci saranno mai addii, Emrys. C’è solo quello che è e quello che sarà. E tu ed Artù siete quello che sarà” Merlin scosse il capo, sorridendo amaramente.
“Vedo che non hai perso l’abitudine di rispondere enigmaticamente” lo redarguì.
“Sembrerebbe di no” rispose il drago, prima di notare Alba, in un angolo che li guardava pensierosa “Vieni qui, bambina mia” la chiamò e la ragazza si avvicinò a loro due.
“Dobbiamo riportare Artù a questo mondo” disse Merlin, ignaro di quanto fosse alto il prezzo da pagare per tutto ciò.
“Lo so” aggiunse Alba, rabbuiandosi. Il drago la guardò. Non aveva colpa, quella povera ragazza… non aveva fatto nulla di male per meritarsi un tale fardello da sopportare.
“Quando arriverà il momento…” cominciò il drago, guardando Merlin che gli prestò subito la sua attenzione “…bisognerà pagare un prezzo ai guardiani di Avalon”
“Un anima per un'altra” aggiunse Merlin, incupendosi. Ricordando perfettamente le leggi del mondo magico. Una vita per un’altra. E l’equilibrio del mondo non sarebbe stato turbato. Quante volte aveva avuto il coraggio di offrirsi come sacrificio a maghi o streghe per salvare il suo principe?
Non riusciva ad immaginare un mondo senza Artù… Era un controsenso, comunque. Se Artù fosse tornato indietro, nella peggiore delle ipotesi, lui non l’avrebbe mai visto.
Beh, la cosa più importante era che il Re del passato e del futuro tornasse sano e salvo da suo viaggio nell’aldilà.
Il mondo aveva bisogno di Artù.
E Artù ha bisogno di te. Non farlo, giovane mago.
Merlin guardò Kilgharrah negli occhi. Doveva farlo. Non era forse il suo destino, quello?
“Offrirò la mia” disse Merlino, deciso.
Alba lo ascoltò attentamente e poi scosse il capo. “No” pronunciò convinta “No” ripeté “Lo farò io” aggiunse, puntando il suo sguardo in quello di Merlin.
“Ma…”
“È il mio destino. Sono nata per questo, ricordi?” lo interruppe. E Merlin poté vedere il coraggio, la nobiltà d’animo e la forza nei suoi occhi e dentro la sua anima. Era un gesto nobile e altruistico da parte sua. Ma, davvero, non poteva permettere che lei sacrificasse la sua vita. Non c’entrava nulla. Il destino era solo suo. Solo lui doveva morire per Artù o sacrificarsi al posto suo.
Aveva fallito sull’isola dei beati, quando era stato Lancillotto a salvarli. E adesso avrebbe ripagato il favore.
“No” disse Merlin, avvicinandosi a lei e stringendola per le spalle. “Andrò io.”
“Ma devo farlo” ritentò lei.
“No. Non devi. Non è giusto” la contraddisse il mago, mentre il drago ascoltava entrambi in silenzio.
“Il destino deciderà per noi” disse Kilgharrah, avvicinandosi al lago. Chiuse gli occhi, per poi riaprirli qualche secondo dopo.
“Cosa sta facendo?” domandò Alba a Merlin.
“Sta risvegliando i guardiani di Avalon” e quando lo disse un brivido lo percorse da capo a piedi.
Il lago si riempì di luce e un regno fatto di magia e potere si poteva scorgere al suo interno.
Uno dei guardiani sbatté le deboli ali, raggiungendo il muso del drago.
“Per quale motivo ti presenti al nostro cospetto?” domandò la piccola fata, sfidandolo senza alcun timore.
“Lo sapete già” rispose Kilgharrah, fissandolo. Lo Shid guardò oltre la testa del drago e vide Merlin.
“Il re” disse solo la fata.
“Sì” disse secco il drago.
“Sapete già quali sono le legg…”
“Lo sappiamo.” Tagliò corto il drago, voltandosi indietro.
Merlin sollevò lo sguardo, guardandolo negli occhi, per poi annuire e camminare verso di lui.
“Sono pronto” disse il mago e Alba diminuì la distanza che restava fra loro, afferrandolo per un braccio.
“No!” gridò lei. E Merlin si voltò implorandola con lo sguardo.
“Ti prego, lasciami” pregò il mago.
“Non puoi farlo tu!” esclamò la ragazza, stringendo ancor più forte il braccio di Merlin.
“Sì che posso. Devo farlo” ribatté Merlin, cercando di liberarsi dalla sua presa.
“No!” esclamò di nuovo lei e scappò verso il lago, dove il Sidh stava aspettando il suo sacrificio.
Merlin le andò incontro e l’afferrò con entrambe le braccia dalla vita, bloccandola.
Alba tentò di spingerlo via. Doveva essere lei a sacrificarsi! Merlin era troppo importante.
La ragazza riuscì a liberarsi dalle gracili braccia dello stregone e quando stava per raggiungere la sponda, qualcosa di inaspettato accadde…
 
“No!” Merlin non ebbe il tempo di riprendersi da ciò che era successo. “K-kilgharrah” quel nome era rimasto sulle sue labbra, sospeso. Per poi dissolversi.
Alba si voltò verso Merlin e lo guardò.
“Io…” cominciò la ragazza “Io non…” Merlin la osservava, sempre più sconvolto.
Il drago… il drago si era sacrificato per entrambi.
Gli occhi di Merlin si riempirono di lacrime, guardando il lago.
“Mi dispiace” soffiò il mago, osservando l’acqua ancora piena di luce e magia.
 

“Non devi dispiacerti, giovane mago. Anch’io, finalmente, ho fatto la mia parte in questo grande destino”

 
L’acqua del lago cominciò ad emanare una luce dorata, sacra. E Merlin sentì tutte le cellule del suo corpo colmarsi di magia. Sentì il suo potere avvolgerlo, come mai era successo prima.
E, oltre a quello, la forza dell’amore stava riempiendo il suo cuore, fino a fargli male.
Artù…
 

“Solo… solo stringimi, ti prego”
Echi distanti, sussurri che si disperdevano nelle sue memorie.
“Non mi dirai addio, Artù”

 

E finalmente poteva sentirlo, poteva sentire che il suo Re, il suo destino, la sua sola ragione d’esistenza stava tornando da lui. Era qualcosa di paragonabile ad una seconda nascita.
Si sentiva davvero nuovo, rinato, perfetto.
Non ricordava, nemmeno nelle sue più lontane memorie di essersi mai sentito così.
L’acqua cominciò a ribollire, rivelando la magia che si sarebbe compiuta di lì a poco.
Merlin sorrise…

Ed eccoti qui, dopo tutto questo tempo.

Artù riemerse a capo chino, respirando a pieni polmoni l’aria che gli veniva offerta. Dio, aveva perfino dimenticato come si respirasse…
Merlin non riuscì a sopportare il peso di tutte quelle emozioni e le sue ginocchia cedettero. Il suoi occhi si riempirono di lacrime, mentre non riusciva a smettere di nominare Artù. Brividi forti e violenti lo scuotevano interamente.
Il Re raggiunse lentamente la riva del lago. Sembrava ci volessero secoli…
Artù sollevò il suo sguardo serio su Merlin e il sorriso del mago scomparve dal suo volto.
Che la memoria di Artù non…?
Il Re distese le labbra in un sorriso.
“Merlin” soffiò, solamente. E il tempo si fermò. Tutto si era congelato per lasciar spazio a quel momento.
Merlin non riusciva a parlare… qualsiasi cosa volesse dire, temeva di rovinare tutto.
Artù si avvicinò a lui e Merlin quasi non riusciva a distinguere il suo volto, le lacrime inondavano i suoi occhi, regalandogli una scarsa vista.
Quando il biondo gli fu di fronte, Merlin provò a parlare.
“S-sei…” cominciò, singhiozzando “Sei davvero qui” riuscì solo a pronunciare.
Artù si chinò su di lui e lo risollevò da terra. Merlin non riuscì a trattenersi e gli buttò le braccia al collo, stringendolo. Inspirò forte il suo profumo, per assicurarsi che tutto quello fosse reale.
Merlin cominciò a piangere contro il collo di Artù e il Re, anche lui con gli occhi colmi di lacrime, gli accarezzava i capelli e strizzava gli occhi.
“Ssh” sussurrava all’orecchio di Merlin “Sono qui. Sono qui, adesso. E non ti lascerò mai più”
Artù lo scostò da sé, solo per prendergli il viso con entrambe la mani.
Non lo ricordava così… Merlin era l’ombra di se stesso. Artù si maledisse per essere morto. Per averlo lasciato da solo per così tanto tempo, per aver permesso che soffrisse.
“Mi dispiace di non essere riuscito a salvarti” cominciò Merlin, parlando velocemente “Ma sono arrivato in ritardo, e non avevo abbastanza potere da guarirti e…” Artù poggiò un dito sulle sue labbra.
“Shh, basta” e se lo strinse nuovamente contro “Sta’ zitto” e respirò forte l’odore della luce della sua esistenza. Dio, il suo profumo… non l’avrebbe dimenticato nemmeno dopo secoli.
Merlin sorrise contro la sua pelle e quando si scostò da lui, Artù lo prese alla sprovvista, baciandolo con tutta l’anima.
“Ti amo” soffiò Artù contro le sue labbra, quando si separarono “Non ho mai amato nessun altro.”
Merlin sorrise e si commosse nuovamente, poggiò una mano sulla sua guancia, per testare nuovamente la concretezza di quel momento.
Nel frattempo Alba, era rimasta immobile. Guardando tutto estremamente impressionata.
Sentendosi ancora in colpa per non essersi sacrificata al posto di Merlin o del drago.
Fu in quel momento che Artù si accorse della presenza della ragazza.
“Chi è lei?” domandò all’orecchio di Merlin, stringendogli la vita con un braccio.
“Lei è Alba. Le dobbiamo tutto” rispose il mago e probabilmente Alba lo sentì, perché si alzò in piedi ed andò verso di loro.
“Non è vero” sussurrò lei affranta, scuotendo il capo “Non ho fatto nulla.” Aggiunse risentita “Nulla” ripeté.
“Alba” la chiamò Artù e lei rivolse il suo sguardo al viso del Re “Tu hai fatto molto, invece”
“Non…”
“Sì. È vero. Senza di te sarei stato perso. Se tu non avessi chiamato il drago, adesso, sarei già morto. E Artù non sarebbe mai tornato indietro” le spiegò, andandole incontro e abbracciandola “Grazie” le sussurrò all’orecchio.
Artù le porse la mano e lei l’afferrò, concedendosi un sorriso rilassato. Avevano ragione.
Probabilmente era quella la parte che le spettava. Forse era quello che doveva fare. Annuì tra sé e tutti e tre si preparano per ritornare nel mondo reale ed affrontare il mondo fuori dalla loro piccola bolla magica. Merlin non riusciva a smettere di guardare Artù, come se temesse che, perdendolo di vista anche solo per un secondo, il biondo sparisse in una nuvola di fumo, lasciandolo nuovamente al suo dolore.
Artù porse la mano a Merlin e il moro l’afferrò, stringendola con forza e curvando le labbra in un sorriso orgoglioso. A sua volta, Merlin, tese la mano verso Alba e la ragazza la prese.
Artù era tornato indietro, lui e Alba erano ancora vivi e tutto era andato per il verso giusto.
 
Marco aprì gli occhi e con le dita andò a sfiorare l’amuleto sotto la sua camicia. Ricordò quando Morgana glielo aveva donato.
“Tienilo. A me non serve più” le aveva detto lei “Sono sacerdotessa dell’antica religione. Sono più cautelata di quanto credi.” Gli aveva accarezzato una guancia, sorridendogli “Ma tu, hai bisogno di protezione” e si era sfilata l’amuleto per farglielo indossare. “Non toglierlo mai. Mai. Ti proteggerà da qualsiasi forma di incantesimo o maledizione”.
Marco sorrise, ringraziandola con il pensiero.
“Non è ancora finita, Emrys
 

 
 

  
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