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Autore: redeagle86    03/03/2008    2 recensioni
Una storia che avrà per protagonista il nostro Yuri Ivanov (Evviva!! Una ff con me come interprete principale!! NdYuri) (Io aspetterei a festeggiare... NdA). Il nostro russo si troverà ad affrontare mille avversità, alla ricerca di...
Genere: Romantico, Triste, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. III°

La ragazza dell'inverno

 

Arina strinse fra le mani il suo ciondolo: brillava, volgendo la punta ad ovest. Ma lei non sapeva cosa significasse o non aveva il coraggio di pensarlo.

Perché nel profondo sperava che il signore dei ghiacci la stesse chiamando. In fondo, quella era la sua stagione, la stagione che la ragazza preferiva: l'inverno. Lo amava perché quando il mondo diventava freddo poteva sognare di incontrare ancora il Lupo siberiano.

Non era mai stata sicura se fosse il gelo a portarlo, oppure se fosse lui a portare il gelo, ma dopotutto non le interessava più di tanto: finché l'inverno, il freddo e la neve arrivavano come previsto, lei era contenta. E fantasticava.

Arina era una ragazza dell'inverno, nata durante la peggior gelata che chiunque potesse ricordare. E la gente diceva che l'inverno le aveva impresso il suo marchio e l'aveva fatta sua.

In effetti era sempre stata un tipo speciale: era molto seria e da bambina non aveva mai giocato molto con gli altri. Era bella, ma in un modo strano e distante, con quella pelle diafana e i grandi occhi verde chiaro. Nessuno l'aveva mai sentita piangere.

Era come se in lei vi fosse l'inverno, a cui sfuggiva solo la sua chioma castana, l'unica cosa calda della sua figura.

Sorrideva, ma di rado. I suoi sorrisi erano una riserva inaccessibile, a cui la fanciulla attingeva solo in quella stagione.

-Arina, ti prenderai un malanno!- la chiamò Natalia dalla porta della cucina. –Non senti che freddo?

Alla brunetta il freddo non aveva mai dato problemi.

Perché era nel freddo che abitava il signore dei ghiacci.

Ricordava benissimo quando l'aveva visto: aveva sei anni e stava spazzando la neve nell'ingresso della casa in cui abitava e lavorava. Lui arrivò nel silenzio, padrone del bianco che lo circondava.

Arina era rimasta immobile, troppo stupita e incredula. Aveva il pelo candido e ali di ghiaccio azzurro, trasparenti e brillanti. Gli occhi chiari, profondi e glaciali.

Il Lupo respirava freddo. Il suo alito formava ghiaccio.

Le storie raccontavano che il suo arrivo annunciava una sventura, perché a volte il suo gelo disseminava la morte: morte, quiete e silenzio. Ma la giovane non aveva paura: rimase a fissarlo, poi l'animale corse via, mimetizzandosi con il paesaggio.

E a terra restò una scheggia delle sue ali.

Arina la conservava come se fosse un tesoro: ne aveva fatto un ciondolo da cui non si separava mai.

Ma fino a quel giorno non aveva dato alcun segno…

-Ciao, Arina.

La sedicenne si guardò attorno: non c'era anima viva. Eppure aveva sentito chiaramente una voce.

-Quaggiù- continuò la misteriosa presenza.

La russa abbassò lo sguardo e notò una piccola figura: era alta una decina di centimetri, vestita con una tuta color carne costellata di cristalli. I suoi lineamenti erano delicati e la sua carnagione poteva tranquillamente fare a gara con quella della ragazza in quanto a pallore. Aveva occhi chiarissimi, quasi bianchi, e capelli biondi coperti di brina che si spostava ad ogni suo movimento.

La prese fra le mani, fredde e delicate: chi era quella strana creatura?

-Ciao, piccola fata.

-Io sono uno spirito del ghiaccio e mi chiamo Dimlè.

-Cosa posso fare per aiutarti?

-Per me nulla, ma per un ragazzo puoi fare tutto- rispose Dimlè. –Tu sei la sola che può trovare il signore dei ghiacci…colui che sta cercando.

-Perché lo vuole trovare?- chiese Arina. Non avrebbe condotto fino a lui un malintenzionato.

-Difficile spiegarlo…diciamo che hanno avuto un "diverbio" e vorrebbe capire cosa ha sbagliato.

-Per rimediare al suo errore?

-Forse…oppure per dividersi per sempre. Lui è il suo custode…

-L'inverno non ha custode, non appartiene a nessuno- replicò duramente.

-Ma lo ha scelto come compagno, non è stato obbligato a sottomettersi. E fin'ora lo ha sempre vegliato, difeso, accompagnato. Erano amici…

La ragazza ci pensò: si poteva ingabbiare l'inverno? Si potevano mettere briglie al suo potere? Eppure quella creatura le pareva sincera.

-Sicura che non se ne è andato per recuperare la libertà?

-È stato lui a dirmi di cercarti, a sceglierti per aiutare il suo compagno. Non l'avrebbe fatto se le sue intenzioni fossero queste.

-Chi è?

-Si chiama Yuri…Yuri Ivanov ed è un blader. Wolborg era il suo animale guida, la sua metà…ed entrambi soffrono da questa separazione.

-Se il Lupo decidesse di restare libero, questo…Yuri, accetterà la sua scelta, rinuncerà a lui?

Dimlè non rispose immediatamente. Yuri non era tipo da arrendersi ed era proprio la sua ostinazione a metterlo regolarmente nei guai. Almeno, era questa la descrizione che Wolborg faceva del suo custode: un ragazzino testardo, ma aveva dentro un ghiaccio che li rendeva simili. Un ghiaccio che era stato costretto a creare per sopravvivere a tutti gli orrori che si consumavano dietro le possenti mura del monastero.

Già, Yuri sapeva cosa significasse sentirsi prigionieri, essere costretti in un luogo e sognare solo la libertà.

No, non avrebbe forzato il suo Lupo.

Poteva avere ogni difetto, ma non l'avrebbe mai incatenato.

-Sì, gli lascerà vivere la sua vita se è questo che desidera.

Arina annuì: in quel caso lo avrebbe aiutato.

-Ma io non so come trovare Wolborg.

-Sarà il tuo ciondolo a indicarti la via…non preoccuparti. Tu preparati a un lungo viaggio e non temere: l'inverno veglierà sul vostro cammino e ci sarò anch'io- ribatté la fatina. –Attendi il mio ritorno…ti porterò il ragazzo che conta su di te.

-Ti aspetterò, Dimlè.

Lo spirito sorrise, svanendo in un fruscio di brillanti.

 

Lontano, nelle profondità dei ghiacci più invalicabili, il Lupo ascoltava il canto dell'inverno. La sua voce gli narrava i fatti della città, del mondo a cui apparteneva prima di fuggire.

Il suo custode…sentiva la sua sofferenza, fisica e morale…

Sapeva di avergli fatto del male, ma voleva che capisse il grave errore che aveva commesso.

Eppure non poteva abbandonarlo a sé stesso.

E un ululato squarciò il silenzio dei ghiacci perenni. Il grido del Lupo ferito…

 

Canta…prendi la tua arpa, inverno…e soffia il tuo vento gelato sulle sue corde. Suona. Suona la tua canzone, inverno…

 

 

 

Eccomi di ritorno con un altro capitolo fresco di scrittura…

Allora…

 

Eagle Fire: Grazie!! Anche per i commenti su "Hate"!

 

Keila91: Ecco il nuovo capitolo! Spero ti piaccia e la storia continui a incuriosirti!

 

Medea90: Grazie!!

 

Iria: Eccoci qui con un altro capitolo senza Ivanov! Boris e Kei sono stati abbondantemente ricompensati per il loro salvataggio (Se moriva subito, non potevo continuare la ff! NdA). Sì, Dimlè è stracarina…e poi è pura, innocente… Wolborg se ne è andato sì e per delle valide ragioni che prima o poi si spiegheranno, non preoccuparti! Per quanto riguarda Aigle Rouge (Non l'aveva ancora nominato, mi sembrava strano… NdYuri) bhe, è solo un'idea così, non ancora delineata…voglio vedere se riesco a cavarne fuori qualcosa o se verrà gettata nella cartella "FF iniziate e mai finite". Bhe, alla prossima!

 

Padme86: Felice di sentirti. Scusa se non ho ancora risposto alla mail ma sono sommersa di cose da fare!! Gli esami incombono su di me!! Allora, grazie per il tuo commento e aspetto il tuo parere su questo. Bacioni!

Ps: Grazie per i commenti su "Hate"!

  
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