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Autore: _xonedssmile_    28/08/2013    8 recensioni
C'era una volta... e sempre ci sarà.
Una Cenerentola moderna, alle prese una una scoperta a dir poco 'scioccante'.
E sei voi foste nella sua situazione, cosa fareste?
[...]
Le favole non riguardano solo castelli e principesse: rappresentano tutti i desideri che vuoi appagare e il coraggio di lottare per le cose in cui credi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando vedete le parole scritte al centro (?) mettete questa canzone 
http://www.youtube.com/watch?v=NG2zyeVRcbs







 

Capitolo 5.




Corsi ad abbracciarla. Mi passò una mano sulla schiena, cominciando a fare su e giù, per tranquillizzarmi.
‘Ora siamo finalmente insieme, piccola.’  Mi baciò la fronte, fissandomi, poi, negli occhi.
‘Hai il suo stesso colore di iridi.’  Sorrise, facendo diventare i suoi occhi lucidi. Passò una mano tra i miei capelli, poi sulla guancia.
‘Assomigli tanto a tua madre, oserei dire una copia perfetta, fedele in ogni minimo dettaglio.’  Si girò di spalle, facendo avanti e indietro per tutta la stanza.
Raccontami la sua storia.’  Dissi senza alcuna esitazione. Volevo sapere ogni minima cosa sulla sua vita, ero stata all’oscuro di tutto per anni e anni, ora era arrivato il tempo di scoprire tutto.
Vieni nella sua stanza e saprai.’  Cominciò a camminare verso le scale. Salì ogni singolo gradino con una grazia e una calma fuori dal comune. Il mio corpo prese a tramare e le gambe cominciarono a farsi molli.
Sarebbe stata una madre fantastica, ne ero certa.
Svoltammo una serie di stanze, tutte regalmente addobbate. Rimasi a bocca aperta per tutto il tragitto, scrutandomi bene attorno e imprimendo ogni singolo dettaglio nella mia testa, come una foto.
Le grandi finestre ai lati illuminavano l’immenso corridoio che stavamo percorrendo.
La donna davanti a me, ovvero mia nonna, non si girò nemmeno una volta verso di me. Forse era davvero sicura- anzi, certa, ci avrei giurato- che la stessi ancora seguendo attraverso quella miriade di stanze.
Improvvisamente si fermò davanti ad una camera.
‘Siamo arrivate.’  La sua voce non era calma come prima, lo percepivo. Potevo avvertire il suono quasi spezzato dalle lacrime, che non scendevano, rimanendo ferme sui suoi occhi.
Girai il pomello, entrando, così, in quella che era stata la ‘dimora’ adolescenziale di mia madre.
‘Grace passava molto tempo qui, strimpellando con la chitarra e scrivendo canzoni. Era il suo modo di sfogarsi, un modo per uscire dalla quotidianità della vita a corte. Odiava stare rinchiusa dentro questo castello, e in un certo senso ne sono la colpa. Oh, se potessi tornare indietro, sistemerei tutto quanto e forse lei sarebbe ancora qui.’  Cominciai a tremare, sentendo quelle parole.
‘Ripeteva sempre, ‘Le favole non riguardano solo castelli e principesse: rappresentano tutti i desideri che vuoi appagare e il coraggio di lottare per le cose in cui credi.’’ Continuò poco dopo, sorridendo debolmente. In un certo senso aveva ragione.
‘Cose le è successo?’  Mi decisi a chiedere. Si, avevo la paura di sapere quale fu il suo destino, ma avevo il diritto di conoscere.
‘Conobbe tuo padre, adesso non ricordo di preciso il nome. Scapparono e non la rividi per settimane. Provavo ansia e paura messe insieme, non sapevo dove era e ciò mi angosciava, e non poco. Poi, un giorno, ritornò da me e fu la gioia più grande che potessi provare, ma per poco. Mi riferì che aveva partorito, ma un’emorragia la portò via, prima che potesse dirmi a chi ti avesse affidato. Il padre non si fece mai vivo. E’ un dolore solo ripensarci. Lei non voleva che tu facessi questa vita.’  Strinse i pugni, facendo diventare le nocche bianche. Lasciò che una lacrima- sfuggita al controllo della sua calma- bagnasse la coperta del letto, sul quale, nel frattempo, ci eravamo sedute.
‘Mi stai dicendo che mio padre è ancora vivo?’  La voce era tremolante, per niente sicura.
‘Si, piccola mia.’  Si asciugòuna lacrima con un dito, sfoderando uno dei suoi tanti sorrisi.
Volevo conoscerlo, sebbene avesse abbandonato mia madre. L’idea che uno dei miei genitori fosse ancora vivo- anche se in una parte sconosciuta del mondo- mi rincuorava.
Guardai tutta la stanza: abbastanza grande, con una semplice scrivania in mogano. Poggiato sulla superficie in legno c’era una sua foto: ritraeva una ragazza- probabilmente della mia stessa età o forse di qualche anno di più- sorridente. I boccoli castani le ricadevano morbidi sulle spalle. Il sorriso le conferiva un’aria ancora da bambina innocente, mentre gli occhi azzurri, limpidi, quasi più dell’acqua, le illuminavano il viso.
Su una sedia era poggiato un libretto giallo.
Lo presi, rigirandomelo per le mani, osservandone ogni singola sfumatura. Sulla copertina c’era scritto in caratteri grandi ‘Grace’, invece nel dietro c’erano vari scarabocchi fatti- molto probabilmente- in un momento di noia.
Sfogliai le pagine, assaporandone ogni contenuto. C’erano ovunque testi di canzoni in mezzo ad una marea di cancellature.
Lessi la maggior parte dei testi. Erano davvero belli e con un grande significato. Però, mi colpì uno in particolare.
‘The Climb’  Dissi ad alta voce il titolo. Sulla pagina non c’era alcun tipo di cancellatura, il tratto della pagina era assolutamente deciso e profondo. Era sicura di tutto quello che aveva scritto.
Presi la chitarra, poggiata al lato del letto, cominciando a immaginare una possibile melodia e cantando. Il mio cuore prese a battere e le mani a tramare mentre si spostavano su ogni corda. Un fiottolo di emozioni mi pervase.

I can almost see it
That dream I am dreaming
But there’s a voice inside my head saying
“You’ll never reach it”

Every step I’m taking
Every move I make feels
Lost with no direction
My faith is shaking

But I gotta keep trying
Gotta keep my head held high

Si, doveva rialzarsi ma non ce l’ha fatta. Doveva continuare a sognare, ora ero io a continuare quello che era il suo compito, essere una principessa.

There’s always gonna be another mountain
I’m always gonna wanna make it move
Always gonna be an uphill battle
Sometimes I’m gonna have to lose

Ain’t about how fast I get there
Ain’t about what’s waiting on the other side
It’s the climb

Sì, c’era sempre un ostacolo a tutti i nostri sogni, una battaglia da affrontare a tutti i costi pur di essere felice. La mia voce accompagnava tutto quello che stavo provando in quell’istante, rimbombando melodiosa per tutte le quattro mura della stanza di mia madre.

The struggles I’m facing
The chances I’m taking
Sometimes might knock me down
But no, I’m not breaking

I may not know it
But these are the moments that
I’m gonna remember most, yeah
Just gotta keep going

And I, I got to be strong
Just keep pushing on

Una lacrima bagnò la mia guancia, per poi ricadere sulla superficie liscia del legno della chitarra. Non mi fermavo, continuavo a vagare sulle varie note con le mani e con la voce .

‘Cause there’s always gonna be another mountain
I’m always gonna wanna make it move
Always gonna be na uphill battle
Sometimes I’m gonna have to lose

Ain’t about how fast I get there
Ain’t about what’s waiting on the other side
It’s the climb, yeah!

There’s always gonna be another mountain
I’m always gonna wanna make it move
Always gonna be an uphill battle
Somebody’s gonna have to lose

Ain’t about how fast I get there
Ain’t about what’s waiting on the other side
It’s the climb, yeah!

Le parole venivano scaturite dal cuore, con semplicità e naturalezza. Le corde vocali vibravano ad ogni acuto, ogni singola parola che stavo cantando era dedicata a mia madre, sebbene il testo l’avesse scritto lei stessa.
Era come se in quel momento lei fosse lì, accanto a me. La sentivo vicina più che mai.
Mi mancava, mi mancava più dell’aria stessa.

Keep on moving, keep climbing
Keep the faith, baby
It’s all about, it’s all about the climb
Keep the faith, keep your faith, whoa

‘Mantieni la fede, sempre.’  La voce di mia nonna si fece sentire non appena lasciai che la chiatarra toccasse il suolo.
‘Hai la sua stessa voce.’ Mi poggiò una mano sulla spalla.
Lasciai che la testa si poggiasse sulla sua spalle, mentre mi facevo coccolare dalla sua mano che faceva su e giù sul mio braccio.
‘Allie, sei bravissima.’  Harry, poggiato allo stipite della porta, sorrise, facendo spuntare ai lati della bocche due tenere fossette.
Tutto il quadro generale della mia vita si stava sistemando.
Finalmente avevo ritrovato una parte della mia famiglia e, questa volta, non avevo intenzione di abbandonarla.

POV LOUIS:
Posai i libri su un ripiano alto, a dare compagni a tutti gli altri. Finalmente avevo finito i compiti, ma di uscire con gli amici non se ne parlava: Lauren aveva da recuperare alcuni lavoretti casalinghi con la madre e Allie era scomparsa assieme a quel misterioso tizio, armato di giacca e cravatta, con tanto di limousine.
Era a disagio, lo vedevo, e di sicuro nascondeva qualcosa. Se non voleva rivelarlo a me e a Lauren c’erano delle ovvie ragioni. L’ultima cosa che volevo era litigare con lei, perdere un’altra mia amica.
Con gli alti miei compagni non avevo un bel rapporto, mi consideravano lo sfigato di turno, quella a cui tirare le palline di carta durante le noiosissime lezioni di filosofia, quello a cui fare gli sgambetti nel corridoio, quello a cui far cadere i libri per il solo gusto di farlo, quello della quale sparlare prima dell’inizio delle lezioni, quel povero sfigato di nome Louis William Tomlinson, nel cui viso non trovi nulla di attraente, solo un paio di occhiali spessi e un povero apparecchio.
Bulli, venivano chiamati. Persone dalle doppie facce. Il preside non aveva mai fatto niente, a lui interessava solo dei soldi, non della tutela dei vari studenti a cui veniva inculcata la cultura del mondo.
Avidità, ce ne era fin troppa al mondo.
Mi buttai di peso sul letto, sprofondando nella morbidezza delle coperte. Solo Lauren e Allie mi avevano accettato per quello che ero veramente e non per quello che facevo.
"Non serve mica gridare
per avere più attenzione.
Le stelle stanno in silenzio,
eppure c'è chi le guarda per ore."

Me l’avevo detto Allie, durante una delle mie tante crisi esistenziali. Si, Allie.
Se c’era una ragazza che poteva davvero essere paragonata ad una stelle era di sicuro lei. Il suo sorriso poteva illuminare un’interna stanza, se solo ne avesse avuto la capacità.
‘Ah, l’amore.’   Sospirai, mettendo le mani dietro la testa.
Fottuto sentimento. A lei non sarei mai piaciuto, no. Era logico, chi vorrebbe uno sgorbio al proprio fianco?
Forse avrei dovuto lasciare perdere, e questa volta per sempre. Forse dovevo finirla di assumere le sembianze di un adolescente smielato e pieno di sentimento per una sua coetanea.
Forse dovevo smetterla di diventare rosso in viso ogni quel volta lei mi guardasse. Dovevo smetterla di guardarla negli occhi, facendomi suggestionare dalla loro profondità. Dovevo smetterla di sudare freddo ogni volta mi toccasse le mani, anche se solo di sfuggita.
Dovevo smetterla di essere innamorato, per giunta della mia migliore amica.
"Ci sono tante cose che
Butteremmo via
Se non avessimo paura
Che gli altri le raccolgano."

Era la paura il vero ostacolo. Dove avrei trovato un’altra persona come Allie? Una persone che mi facesse stare bene, anche solo con una battuta, per di più squallida.
Una persona che capiva fino in fondo ogni sentimento che provavo, anche se non aveva vissuto sulla pelle quello che avevo vissuto io.
Quando sorrideva lei, sorridevo io. Era una cosa naturale, quasi spontanea. Girai lo sguardo verso il comodino al lato del mio letto.
Fissai a lungo la foto poggiata su di esso: raffigurava me, Allie e Lauren in una delle tante gite estive che eravamo soliti fare da piccoli.
Sorrisi inspiegabilmente, prima che i miei occhi potessero diventare lucidi.
"Si innamorò così,
Come scoppiava a ridere o a piangere.
Scoppiò ad amare."

 
 
 
 

SPAZIO AUTRICE:
SALVE A TUTTE DA FANCULADIA.
AHAHAHAHHA.
Okay, annamo bene.
Passiamo subito al dunque: per scrivere il capitolo ci ho messo anima e corpo, soprattutto nella parte di Louis, che devo dire che è la mia parte preferita.
Grazie per le recensioni alla scorso capitolo: 16, mio Dio, non ho parole per esprimere la mia felicità, grazie per i complimenti, non sapete quanto mi faccia piacere che la storia vi piaccia, ci stò mettendo tutta me stessa e sapere che qualcuno apprezza è un grande traguardo per me.
Allora, vi starete chiedendo che fine abbia fatto Zayn, e non ve lo dirò MUAHHAHAHAHAHA…no, okay.
Vi dico da adesso che avrà un ruolo, diciamo, ‘importante’.
OMFG, I CAN’T BREATHE. E’ uscito il video di ‘Applause’, marò asdfgh.
Link se qualcuno vuole vederlo lol http://www.youtube.com/watch?v=pco91kroVgQ
Non chiedetemi del perché io abbia messo ‘The Climb’, ma mentre la stavo ascoltando ho avuto una folgorazione improvvisa per questo capitolo. Sono strana, lo so.
Bene, ora parliamo di questa foto: cazzo, ho atteso questo momento da taaanto, che bello, i miei idoli in una solo foto **


Gaga, sinceramente, è stata una grande, lo è sempre stata e quella sera lo ha dimostrato a tutti.
Che donna.
Scusatemi se ci sono errori, non ho potuto rincontrollare, sono di fretta. Se ne notate non esitate a dirmeli, li corregerò con piacere.
Spero apprezziate anche quest’altro capitolo e che magari di faceste sapere cosa ne pensate con una recensione, ve ne sarei davvero grata.
Ringrazio, inoltre, chi ha aggiunto la storia tra le preferite/ ricordate/ seguite e chi mi ha aggiunta tra gli autori preferiti, grazie, grazie, grazie **
Devo scappare, ci vediamo al prossimo capitolo c:
Vi lascio con i nostri protagonisti:
Harry


Zayn (che, per l’appunto, comparirà nel prossimo capitolo.)

Louis

La Regina immaginatela come Meryl Streep c:
Alla prossima c’:
Baci,Ale :)

  
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