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Autore: LianaGrindcore    28/08/2013    1 recensioni
Questa è la storia di una ragazza. Una ragazza che farebbe di tutto per incontrare la sua band preferita, i suoi idoli. Grazie ad un concorso riuscirà a farlo oppure avrà degli ostacoli da superare?
Genere: Erotico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il 25 Agosto era passato da due giorni e ancora non c'erano notizie. Nessuna notizia sul concorso, nessuna notizia sul vincitore, nessuna notizia su dove si trovasse lo studio. Gli Aliens erano in ansia; passavano 24 ore al giorno sulla loro pagina Facebook, in attesa di qualche notizia. I Tokio Hotel avevano visualizzato qualche messaggio, qualche messaggio di qualche fan, qualche messaggio di qualche amica di Mia, ma non quello di Mia. 
Mia voleva urlare, urlare fino a perdere la voce. Voleva semplicemente piangere di gioia e poter dire, finalmente "hanno visualizzato il mio messaggio.". Voleva farlo, perché tutti i suoi amici l'avevano fatto, tranne lei. Stava quasi pensando che quei quattro ragazze ce l'avessero con lei, non trovava altre spiegazioni. La maggior parte dei messaggi era stata visualizzata, almeno il 65% dei fans era morta per una stupida visualizzazione, mentre lei faceva parte di quel 35%, che era morta per il non-visualizzato. 
Infondo ancora ci sperava, nel suo cuore. Il suo cuore continuava a dirle che presto o tardi loro l'avrebbero accontentata, ma il suo cervello era quello realista: il suo cervello continuava a dirle "Sei una stupida sognatrice, apri gli occhi. Loro non potranno mai vedere tutti i messaggi, non potranno mai passare l'intere giornate a guardarre dei stupidi video fatti dai loro fans. Già sanno chi vincerà, lo sanno e di certo non sei tu. Non potrai mai vincere come non potranno mai vincere le altre, l'hanno già scelta. Mia, fattene una ragione."
Mia lo sapeva, sapeva che quella cosa non era possibile, sapeva che loro erano impossibili da raggiungere. Però sapeva  anche un'altra cosa, sapeva che bisognava sempre provare, sempre. Se non provi, non saprai mai cosa sarebbe potuto succedere. 
Era sempre stata una ragazza sognatrice. 
Sognava tra i banchi di scuola, sognava di notte mentre dormiva, sognava sull'auto tornando a casa, sognava sdraiata sul divano, sognava da per tutto. Mia sognava sempre, ma davanti agli altri sapeva tenere i piedi per terra. Era sempre la più matura della situazione. Era quella pazza, sì, ma era quella che prima di fare una cosa ci pensava mille volte. 
Però non sempre.
Quando una cosa voleva farla, la faceva. La faceva senza pensare alle conseguenze, pensava positivo, in quelle situazioni. Se fosse andato male, almeno ci aveva provato. 
Questa era Mia; era quella solare, gioiosa, responsabile. Poi diventava quella triste, malinconica, indifferente. 
Ma cosa ne voleva sapere la gente di lei? 
Sì, perché la gente la prendeva sempre di mira, era sempre al c'entro dell'attenzione. Era sempre quella guardata male, ma a lei non importava. Non le importava di ciò che gli altri pensavano, perché lei sapeva com'era fatta e sapeva di non essere perfetta, ma voleva esere vera. E Mia era vera. Oh, se lo era. Mia era vera in ogni momento della sua vita, non voleva mentire. Era sempre stata sincera su tutto, non aveva peli sulla bocca. 
Perché Mia era così.
Era quella che aiutava sempre tutti, ma non sapeva come aiutare se stessa. Mia era la ragazza che tutti ammiravano in segreto, ma nessuno riusciva ad amarla in pubblico. Tutti volevano Mia, ma nessuno era così coraggioso da farglielo sapere. Non perché Mia fosse cattiva, ma perché Mia era strana. Eppure Mia ha sempre pensato ad una cosa: a 18 anni una persona dovrebbe avere il coraggio di dire "Vorrei trovare il coraggio di farle sapere che l'amo" e non pensare "Vorrei trovare il coraggio di ammazzarmi".
Questa generazione era fottuta e questo lei lo sapeva bene. Sapeva perfettamente che quella generazione non sarebbe durata tanto. A volte, quando si ritrovava sola a navigare su Facebook, si chiedeva se tutte quelle persone sarebberoo andate lontano. Si chiedeva se tutti quei adolescenti sarebbero diventati vecchi o se si sarebbero suicidati tutti. 
Perché quella era la generazione dei tatuaggi senza significati, dei piercing per attirare l'attenzione. Quella era la generazione dei capelli blu, perché tutti hanno i capelli blu. Generazione di ragazzine che preferiscono seguire la moda, che essere loro stessi. Era una generazione che sui Social Network si amava, mentre quando si incontravano per strada nemmeno si salutavano. Era la generazione di Ask.fm, perché i messaggi anonimi, per farti sentire uno schifo, non bastavano più.
Mia era fantastica, ma non tutti riuscivano ad apprezzarla. Il suo ragazzo non riusciva ad apprezzarla in pieno. Il suo ragazzo sperava davvero che Mia cambiasse, ma quella era Mia. 
 
Sul viso della ragazza scivolò una lacrima, che scacciò subito con un gesto della mano. I suoi idoli avevano visualizzato anche il messaggio di Giorgia e questo voleva dire solo una cosa: Giorgia avrebbe riso in eterno per quella situazione. L'avrebbe presa in giro, perché nemmeno i Tokio Hotel volevano saperne di lei. 
Giorgia era la ragazza più cattiva che Mia avesse mai conosciuto. 
 
Note dell'autrice:
Ciao ragazze, eccomi qui con il secondo capitolo della mia storia. 
Come avrete notato, i miei capitoli sono corti, ma questo solo perché voglio mettervi tanta curiosità addosso. Pian piano i capitoli diventeranno più lunghi, non vi preoccupate.
Per questa sera vi lascio così e, ovviamente, vi presento Mia;
Mia
   
 
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