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Autore: giostyles98    29/08/2013    3 recensioni
Josephine, una ragazza inglese di 15 anni viene in possesso dell'Intersect. Grazie ad esso dovrà salvare la vita di cinque ragazzi molto noti in tutto il mondo, i One Direction, che per colpa di un gioco sono entrati in possesso di parecchi segreti del governo Americano. Harry, un componente del gruppo appena la vede se ne innamora. Cosa succederà?
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Due settimane, passarono due settimane dal nostro arrivo a Washington e io ero SFINITA. Mancavano soltanto cinque mesi, due settimane e un giorno alla fine del mio addestramento. Che bello! Mi svegliavano alle 4.30 del mattino e andavo a letto alle 10.00 della sera e tutto quello ancora per cinque mesi. La sera prendevo il rosario e pregavo perché il giorno successivo sarebbe andato tutto bene. Non potevo sapere cosa sarebbe successo l’indomani di ogni giorno che stavo passando. Colazione non troppo abbondante per me alle 4.45, per mia scelta, dato che dovevo “rimettermi in forma”. Poi correvo subito da Josh in palestra. Avevano affittato un piccolo appartamento per me, ma sprecavano solo che soldi dato che non c’ero quasi mai. Comunque giunta in palestra per le 5.00 in PUNTO (mai sgarrare altrimenti ti fanno fare il doppio dell’allenamento) e iniziavo con una corsa leggera intorno a tutto l’edificio. Secondo me ogni volta che passavo di fronte all’ufficio dei vari comandanti e persone varie, loro si fermavano a fissarmi. E’ una sensazione che ho sempre avuto. Credo che tra di loro facessero scommesse su di me, tipo “Se arriva a fare tre mesi così di regalerò il mio ufficio” “Se invece non li farà io ti regalerò il mio” “E chi lo vuole il tuo?” “Allora ti darò la mia porsche” “Affare fatto” concludendo con una bella stretta di mano. Certo, io quelle cose le immaginavo e basta ma ora che ci penso probabilmente lo facevano davvero. Poi la mia routine continuava con il fare un sacco di addominali, tanti addominali.. Troppi addominali. E flessioni, cosa che io non riuscivo a fare dato che le mie braccia erano flosce e prive di forza, così mi faceva fare pesi da due chili, per poi passare a tre e al quarto mese siamo passati a sei e alla fine riuscii a fare benissimo le flessioni. Poi c’erano anche prove di agilità. In una stanza completamente vuota, con una vetrata scura, dove dall’altra parte c’era Josh ai comandi che poteva vedermi. Questa prova la feci per una trentina di volte. Consisteva nel mettermi dietro una linea rossa, all’inizio della stanza e poi lui faceva partire dei laser. Dovevo attraversarli senza toccarli e se li toccavo, dall’alto partivano dei sacchi da due chili pieni di sabbia, pronti a colpirmi. Inutile dire che le prime volte sbagliavo sempre e che mi sono ricevuta delle saccate in faccia, perché è proprio così. Una volta mi sono persino attaccata a un sacco e io ero più che convinta che la corda che lo teneva era corta, invece no, era abbastanza lunga da farmi schiantare contro il muro che c’era dall’altra parte. E io sapevo che Josh dall’altra parte della vetrata rideva. Si, lo sapevo, me lo sentivo. Poi facevo addestramento all’aperto, dove dovevo percorrere un lungo percorso. Se pensate che un percorso non è un problema, avete ragione, ma affrontarlo con degli ostacoli esterni come piccoli esplosivi lanciati proprio da Sullivan, quello si che è un problema. Ho rischiato più colte di essere colpita e dentro di me lanciavo i peggiori insulti a quel ragazzo, che stava rischiando di farmi morire! Un giorno capitò che mi nascosi dietro un albero per riposarmi e lui mi lanciò un petardo proprio vicino alla gamba. Feci in tempo a salire sull’albero e a coprirmi il viso che quell’affare scoppiò “Vaffanculo!” gli urlai. Non evitai di dirglielo, potevo ritrovarmi con tre arti al posto di quattro per colpa sua. All’inizio del sesto mese cominciai ad imparare come sparare. La prima volta mi misero delle cuffie protettive alle orecchie anche se il rumore dello sparo era stato comunque assordante. Dove finì il proiettile? E chi lo sa! Le successive nove volte però furono migliori. Riuscivo a colpire in pieno il bersaglio, senza alcuna distrazione. Ma la cosa peggiore però, fu quella di praticare un percorso, con ostacoli esterni mandati da Josh, questa volta proiettili e riuscire, con una pistola a colpire i vari bersagli che mi capitavano davanti. Dovevo essere veloce, agile, scattante, con i riflessi pronti. “Qua dovrai utilizzare l’Intersect” “E come faccio?” “Di solito si attiva quando la persona che lo possiede entra in panico o comunque la sua adrenalina aumenta. Questa fa si che l’Intersect risponda entrando in atto con il tuo cervello e sistema nervoso. Serve solo concentrazione” “Va bene”. Avevo paura, lo ammetto. Ma mi fidavo di Sullivan e sapevo che se mi fosse successo qualcosa lui sarebbe venuto in mio soccorso. “Pronta? Tre, due, uno.. Via!” partii di corsa, iniziando a fare uno slalom tra degli alberi e sparai appena vidi un bersaglio a forma di uomo. Continuai a correre, schivando i vari proiettili che venivano lanciati a comando da Josh. Poi si presentò davanti a me una rampa da scalata. Senza pensarci due volte iniziai ad arrampicarmi fino ad arrivare in cima. Era alta, molto alta. Così alta che per la prima volta mi vennero le vertigini. Ma fu in quel momento che mi venne in mente dell’Intersect. Josh iniziò di nuovo a sparare e io mi misi dall’altra parte della rampa, aggrappata con le dita alle assi di legno. I proiettili non potevano attraversare la rampa perché la parte che avevo scalato era imbottita con uno strato di acciaio, cuoio e molta spugna. Sta il fatto che le mie dita non potevano reggere ancora per molto, così cercai di attivare quell’affare che avevo nella testa, ma non ci riuscivo. Quando vidi però un proiettile venire verso di me, nella direzione opposta. In un istante tutto sembrava muoversi più lentamente e io mi staccai dalla rampa e con un salto roteai evitando tutti i proiettili, riuscendo persino a prenderne uno in mano senza farmi del male. Conclusi il percorso in 1.44 secondi. Sei mesi passati in un soffio, ma mi sentivo pronta e allenata. Avevo degli addominali d’acciaio e soprattutto una mente libera da ogni pensiero cupo e dalle paure. Ora dovevo solo affrontare la mia prima missione.
  
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