Follie
notturne.
Notte.
Notte fonda.
Sul divano di un prive sta seduta, circondata da ragazzi
che allungano fin troppo le mani, una bella biondina completamente ubriaca.
Gli occhi celesti sono velati dall’oblio, vagano vacui per
la stanza.
Si soffermano su ogni cosa senza vedere niente.
Il giorno dopo non ricorderà praticamente nulla.
Si alza, ergendosi sulle lunghe, magre gambe e si sistema
la gonna vertiginosamente corta.
Barcolla sui tacchi ed avanza tentoni, sostenendosi sulle
pareti con le mani, sembra voler andare via dopo una lunga serata di follie.
Un bel moro la soccorre, prendendola per la vita, e la
guida verso il parcheggio della discoteca.
Lei lo guarda inizialmente perplessa, poi lo riconosce e si
lascia portare.
Si frequentano da sempre, sa che non le vuole fare del
male.
Il ragazzo le inculca un casco in testa e la carica dietro
di sé.
Lei gli passa le braccia intorno al suo robusto torace, con
le dita afferra la giacca di pelle del suo salvatore.
Dopo una lunga corsa, la moto si ferma davanti ad una
sontuosa villetta.
Aiuta la ragazza a scendere: si era addormentata.
Ride forsennatamente, fin troppo sguaiatamente per una come
lei.
Ed urla un nome: “Shikaaaaa! Mi vedi? Sono quiiiii!”.
Il ragazzo moro le tappa la bocca con una mano, poi citofona.
Dopo un bel pezzo, risponde qualcuno.
Una voce maschile, rauca, assonnata.
“Ma si può sapere chi è a quest’ora?”
“Shikamaru, sono io, Kiba. Lo so che ti rompo, ma ho con me
Ino. Sta male, ha bevuto troppo, non so da chi lasciarla…Non potresti prenderla
tu?”
“Santo Dio ma sempre a me? Senti, portatela tu, io ho qui
con me Temari che dorme e…beh non la prenderebbe troppo bene se se la
ritrovasse qui domattina.”
Ad un tratto lei riesce a divincolarsi ed urla al citofono
“Shika sei stupendo! Non mi vuooooi? Hai paura che quella
troia si arrabbi perché mi trova da teeee? Perché non mi vuooooi?”
La voce è strascicata, più acuta del solito. Le parole le
muoiono in gola, rotte dal pianto.
Si stringe a Kiba, nascondendo il volto nel suo petto.
“Non mi vuole…non mi vuole nessuno…sono…sono solo la bionda
da una notte e via…tu..tu mi vuoi?” chiede speranzosa.
Lui le sorride, la stringe tra le braccia, allunga il collo
verso il citofono per un’ultima comunicazione per rassicurare l’amico.
“Ok Shikamaru, me la porto a casa io.”
E di nuovo in moto fino ad un casale rustico. Accolti da
una muta di cani, i due scendono e Kiba la prende in braccio, portandola
dentro.
La adagia sul suo letto e la spoglia, rimanendo in
contemplazione di quel corpo splendido.
Tonica, snella, slanciata, gambe magrissime, ventre piatto,
addome scolpito, seno provocante ed incredibilmente invitante.
Le infila una sua vecchia maglietta che le va enorme.
Ino si rigira sul letto soffice, sembra finalmente serena.
Anche Kiba si spoglia a questo punto, tiene addosso solo i
boxer, sopra i quali mette i pantaloni del pigiama.
Con le mani un po’ esitanti le scioglie i lunghi capelli
biondi.
Solleva poi attentamente le gambe della ragazza e la copre
col piumone, per poi stendersi accanto a lei.
Le sue gambe lisce sfregano su quelle ruvide e robuste di
lui, le mani sono fresche di manicure, sul viso il trucco è leggermente
sbavato, le labbra appena aperte.
Si avvicina, tentato.
Sempre più vicino, fino a sentire il suo respiro lento.
Ancora di più.
Bacio.
Non aveva mai desiderato tanto una ragazza.
Ino apre gli occhi.
Non gli da alcun tempo di scusarsi, di spiegare.
Lo bacia anche lei.
E di nuovo le loro gambe si incrociano, si cercano, e la
maglia ed i pantaloni del pigiama trovano il loro posto con la biancheria.
Per terra.
In un altro luogo…
Un giovane dai lunghissimi capelli neri si gode,
completamente preso, un amplesso che sta raggiungendo con una ragazza castana,
la solita ragazza castana delle sue notti annoiate.
I suoi capelli corti e la frangetta disordinata le si
appiccicano sul viso e sul collo, sudati.
Quando lui termina, si separa da lei brutalmente e la
sposta con uno spintone per asciugarsi con dei teli di lino.
La ragazza lo guarda, delusa: sa che non cambierà per
lei…sa benissimo a chi pensa quando lo fanno…e sa che non verrà
considerata mai nulla di più di un mero passatempo ai suoi occhi.
Ha l’espressione ferita di chi sa che si sta buttando via
come una prostituta.
Di chi sa che non potrà cambiare questa situazione.
Ha le mani incrociate strette al petto, le gambe chiuse
ermeticamente, quasi a volersi riscattare di quello che ha appena permesso.
Lui si alza dal letto ed indossa il suo pigiama di seta
bianca, che ricade sul suo corpo scolpito e longilineo.
Nella stanza accanto dorme il vero oggetto del suo
desiderio: sua cugina.
Forse perché è proibito, o perché lei è pura ed innocente.
O forse perché non sopporta più questa ragazzina adorante,
che implora il suo amore.
Troppe lo hanno fatto.
Lei ancora non si rassegna all’evidenza: lui non la amerà
mai.
“Vattene” dice, atono.
“C..cosa scusa?” domanda lei con un filo di voce, tremante,
sofferente.
“Ho detto: vattene. Non ti voglio più. Via dal mio letto,
ora.”
“Neji…ma perché? Si può sapere che ti ho fatto? Eh? Che
diavolo mi manca rispetto a quella tossicodipendente del cazzo?” grida.
“Almeno lei ha sofferto…lei è diversa da tutte voi…deve
essere difesa…deve essere amata, ma non implora, non pietisce nulla di tutto
cio’ a differenza tua, che sei solo una squallida troietta!”
Le capita spesso di avere attacchi del genere.
Isterica, si alza e comincia a rivestirsi, imprecando
contro di lui, che rimane impassibile.
Si specchia e si rifà velocemente i suoi due usuali
chignon, dopodiché prende la borsetta e lo osserva, ferina.
“Mi sembra di averti ordinato di andartene.”
Le urla, prima di assestarle due schiaffi in faccia.
La ragazza scappa giù per le scale, sbattendo la porta.
“So che tornerai, TenTen. La tua vita pende dalla mia
bocca. Io ti odio per questo. Sei una sottomessa e basta.”
Dice, poi si sistema a letto, sorseggiando un bicchiere
pieno di brandy per rilassarsi.
E finalmente spegne la luce e si addormenta.
Casa Nara
Shikamaru gira per casa, stravolto.
Ino. Gli aveva sempre dovuto dare problemi.
Combattuto tra l’odio e l’amore per quella ragazza così
eclettica e problematica.
Si versa un bicchiere d’acqua in cucina, per poi sedersi al
tavolo e sorseggiarlo con calma.
Si tranquillizza pensando a Temari.
Lei aveva sconvolto tutta la sua vita, i suoi ritmi, tutto.
Da quando c’era lei, Ino aveva cominciato a tormentarlo con
dispettosi messaggi d’amore, affinché lui e la sua fidanzata litigassero.
Avevano uno strano legame.
Mentre con Temari il rapporto era piuttosto tranquillo, con
Ino bastavano due minuti per far scoppiare un furioso litigio.
Ino era capricciosa, viziata, abituata ad essere il centro
dell’attenzione, sempre desiderosa di ricevere complimenti e di sentirsi dire
quanto era bella, attiva, sosteneva dei tempi che lui non si sarebbe nemmeno
mai sognato di tentare.
E poi Ino era un’alcolista, e lui lo sapeva meglio di
tutti.
Troppe volte l’aveva ospitata in casa sua dopo le sue
bravate notturne, coprendola con i suoi genitori e proteggendola da tutto
quello che le sarebbe potuto succedere se fosse rimasta da sola, di notte, in
giro.
Lei era come un circolo vizioso: malgrado Shikamaru non la
sopportasse, si trovava sempre a doverla aiutare, a difenderla, ad ascoltarla,
a consolarla.
Forse perché lui stesso si era inconsciamente scelto il
ruolo di diventare il punto di riferimento di quella ragazza.
Si alza svogliatamente per tornare in camera da letto,
ravviandosi i capelli neri, di media lunghezza, all’indietro.
Dopo essersi messo sotto le coperte, si volta verso di lei.
Temari.
La sua isola felice, la sua gioia, il suo mondo.
Adora tutto di lei.
Bella…Bellissima.
I capelli lisci, un po’ selvaggi, con quella frangetta
divisa in due parti ce le ricade sulle sopracciglia, sono di quel colore che
lui ama tantissimo…color sabbia bagnata, quell’oro intenso, scuro, emozionante,
pieno di riflessi.
E poi pensa ai suoi occhi.
Verdi come il mare.
Fin troppo densi per vedervi attraverso ciò che pensa, ma
fragili abbastanza da mostrare quello che prova.
Temari si volta, ormai sveglia.
“I tuoi pensieri fanno più rumore delle urla di quella
forsennata. Di nuovo ubriaca?”
Sorniona, si accoccola sul petto di lui, mentre Shikamaru
le passa un braccio intorno alle spalle.
“Già. Non so cosa fare per lei. Io vorrei aiutarla, ma
non…non so cosa fare.”
“Shika, tu non hai colpa. E’ la sa vita e se non si sa
gestire tu non puoi sempre tirarla fuori dai guai. Su, ora non ci pensare,
sappi che è in buone mani…No?”
Lei allaccia le braccia intorno al collo di Shikamaru e si
porta sopra di lui.
“Si, hai ragione tu in fin dei conti. E poi si trova da
Kiba, quindi posso stare tranquillo.”
Temari gli bacia il petto, mentre lui le accarezza i
capelli dolcemente.
“Ti amo, bambola.”
“Ti amo anche io, piccolo.”
Silenzio.
Rumore di baci, rumore di tenerezze tra innamorati.
“Amore?”
“Si, Temari?”
“Non voglio bere mai più. Non voglio essere come lei.”
Di colpo, lui la stringe forte al cuore, l’espressione più
felice del mondo illumina il viso del giovane uomo.
E per la prima volta, Ino è l’ultimo dei suoi problemi.
Spazio Cos:
Salve amati lettori! VI avviso che questa AU è solo un
esperimento, mi è venuta in mente circa due mesi fa, dopo ho letto anche “Cosa
significa…Normale?” di Arwen5786 e mi sono posta un freno in quanto poteva
risultare un’opera di plagio, per cui ci tengo a precisare che NON LO E’, anche
perché la storia si ramificherà diversamente.
Per Arwen: ho provato a contattarti, ma devi non aver
ricevuto la mail. Ad ogni modo, spero ti possa piacere questa fic! Se pensi che
sia troppo simile alla tua, la eliminerò immediatamente!
Buona lettura e recensite in tanti!