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Autore: simogeras    30/08/2013    2 recensioni
E se, tutto ad un tratto, Albus scoprisse di amare follemente Scorpius? E se, anche Scoprius, si accorgesse di non poter stare senza Albus, allora cosa accadrebbe?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO IX
 
''Ehi bell'addormentato, sveglia!''
Albus aprì gli occhi al richiamo della voce di Scorpius. Il biondo stava seduto sul bordo del letto e guardava il ragazzo sorridendo.
''Sai che giorno è oggi Al?'' chiese Scorpius all'amico.
''Certo il 31 ottobre, e allora?'' rispose l'altro stropicciandosi gli occhi e mettedosi a sedere.
''Come e allora? Oggi è Halloween e stasera c'è la festa, sei l'unico della scuola a non aver ancora una maschera!''
''La festa, me ne ero proprio scordato'' disse il moro picchiandosi la mano sulla fronte, ''perché me lo dici solo ora? Avresti potuto ricordarmelo prima!''
''L'ho fatto 2 giorni fa e tu mi hai detto di non preoccuparmi perché avevi in mente un piano'' gli ricordò Scorpius.
''È vero, ma sono stato talmente preso che me ne sono proprio dimenticato. Scriverò un gufo a mamma e le chiederò di mandarmi qualcosa il prima possibile''
''Ti conviene farlo in fretta se non vuoi essere l'unico che parteciperà alla festa senza maschera!'' avvertì l'amico.
Dopo essersi vestiti e lavati i due giovani scesero in Sala Grande per la colazione. Come tutte le mattine arrivarono i gufi portado regali e lettere dalle famiglie e anche la Gazzetta del Profeta, il più noto quotidiano dell'inghilterra.
''Alex ripeti quello che hai appena detto!'' gridò Scorpius alzandosi di scatto dal tavolo per avvicinarsi all'amico.
''Stavo leggendo sulla Gazzetta. Il titolo di oggi dice: Terrore ad Hogwarts. Sembrerebbe che una creatura misteriosa si aggiri per il bosco confinante con la scuola mietendo vittime tra le creature che vi dimorano. Già quattro centauri, un unicorno e due Thesral sono stati trovati morti, pietrificati. La cosa più inquietante è il fatto che gli occhi dei cadaveri sono bianchi, come se l'anima fosse stata strappata via dal corpo delle vittime, lasciando di loro solo un guscio vuoto'' proseguì Alex. ''Il ministero della magia si è immediatamente messo in azione, mobilitando una squadra di esperti in creature magiche per fermare il mostro assassino''.
Tra i commensali che avevano udito la lettura della Gazzetta scese un attimo di silenzio, seguito da uno scoppio di gridolini fatti dalle ragazze più giovani.
''Se è nei boschi allora presto arriverà nella scuola'' disse spaventata una ragazza del secondo anno.
''È impossibile, Hogwarts è troppo ben protetto e controllata, nessuna creatura potrebbe mai entrare'' rispose fiducioso un ragazzo.
''Dev'essere per forza l'essere che ci ha attaccati Scorp'' disse Albus guardando l'amico, ''Se potesse entrare a scuola, credo  che l'avrebbe già fatto non credi?'' chiese poi.
''È proprio quello che pensavo Al, è il nostro mostro, ma non sappiamo bene cosa cerca e perché uccide''.
''Forse dovremmo chiedere informazioni a qualche professore'' propose Scorpius.
Continuarono fino alla fine della colazione a fare ipotesi sul mostro, ad Albus e Scorpius fu chiesto ripetutamente di raccontare la forma della creatura e di ripetere dettagli della notte in cui li aggredì.
Finita la colazione Al e il resto dei Serpeverde del suo anno si diressero a incantesimi e successivamente ad erbologia.
Quando arrivarono in Sala Grande per il pranzo notarono che la tavola non era ancora imbandiata, quindi si sedettero e guardarono fisso al tavolo dei professori, aspettando che qualcuno spiegasse loro il motivo per cui il banchetto non era ancora stato servito.
La Preside, quando tutti furono seduti, si alzò dal suo scranno ed attese che tutti facessero silenzio e volgessero verso di lei il loro sguardo.
''Alla luce di alcuni fatti che recentemente hanno interessato la nostra scuola, mi trovo costretta a fare una comunicazione e ad affrontare un argomento del quale non avrei voluto parlare, se solo il ministero mi avesse prestato ascolto e non avesse fatto pubblicare un certo articolo” incominciò la McGranitt. ''Come molti di voi avranno letto, nei boschi qui vicino si aggira un mostro che sta uccidendo creature magiche. Come alcuni di voi sanno la scuola ha già avuto a che fare con questo essere, quando due studenti ed un professore sono stati aggrediti il mese scorso'' mentre parlava il suo sguardo cadde prima su Albus e poi su Scorpius.
''Innanzitutto voglio assicurarvi che sia noi quanto il Ministero della Magia stiamo indagando per trovare il mostro e renderlo inoffensivo, in secondo luogo sono obbligata ad aggiungere nuove regole per garantire l'incolumità degli studenti di questa scuola''. Un brontolio sommesso si levò da una buona parte degli studenti che non apprezzavano l'imposizione di altre regole, ma bastò un gesto severo della Preside per far tornare il silenzio.
''Da quest'oggi le lezioni di Cura delle Creature Magiche verranno effettuate all'interno del castello e non più al limitare della foresta. La stanza che utilizzerete si trova al terzo piano alla fine del corridoio. Inoltre nessuno di voi uscirà dal castello  fino a che la creatura non sarà catturata. Le passeggiate per i parchi e sulle rive del Lago Nero sono dunque interdette. Inoltre per evitare che studenti decidano di infrangere le regole, il coprifuoco verrà abbassato alle ore venti, oltre le quali nessuno potrà uscire dal proprio dormitorio. I cancelli verranno sbarrati per evitare a qualsiasi cosa di entrare e a qualcuno di voi, che volesse tentare, di uscire. Per chi dovesse spedire lettere è pregato di consegnarle al professor Hagrid che provvederà alla loro spedizione in quanto è vietato anche uscire per recarsi alla guferia. Detto questo voglio che sappiate che non correte alcun pericolo reale e che queste sono solo precauzioni. Ora non mi resta che augurarvi buon pranzo” concluse la Preside tornando a sedersi.
''Dimenticavo'' aggiunse poi rialzandosi ''Stasera nella Sala Grande si terrà come di consueto la festa in maschera per celebrare Halloween, nessuno dovrà allontanarsi dalla sala senza un motivo valido o potrà girovagare liberamente per il castello. A mezzanotte la festa si concluderà e tutti saranno scortati dai propri Prefetti alla propria casa”. Avendo ricordato la festa, l'argomento mostro venne momentaneamente lasciato da parte e gli studenti chiacchierarono per lo più dei propri vestiti.
Qualcuno però, non si era dimenticato della discussione precedente. Rose Weasley, infatti, aveva estratto una pergamena dallo zaino e, dopo aver strappato alcuni biglietti, li mandò magicamente ai cugini, James ed Albus.
''Stasera andatevene dalla festa e fatevi trovare alle undici nella Stanza del Sapere, dobbiamo parlare'' lesse Albus. ''P.S. Al, porta anche Scorp'' era tutto  quello che c'era scritto nel biglietto. Dopo averlo passato al proprio ragazzo perché lo leggesse, Albus agitò debolmente la bacchetta e gli diede fuoco.
''Che avrà in mente Rose?'' chiese il biondo all'orecchio di Al.
''Sicuramente qualche idea folle'' rispose l'altro.
Il pomeriggio era stato concesso a tutti come tempo libero per prepararsi alla festa, anche se altri lo impiegavano giocando a scacchi oppure a portarsi avanti con lo studio. Non potendo uscire dal castello, ad ogni modo, erano ben pochi i passatempi disponibili.
Albus non aveva ricevuto alcuna risposta alla lettera inviata alla madre riguardo al suo vestito e una sensazione di ansia lo invase.
''Scorp, ho bisogno del tuo aiuto, non ho ancora un vestito, come faccio ora?'' domandò con aria disperata.
''Forse ho un'idea. Ti fidi di me?'' rispose l'altro.
''Certo che mi fido di te, spero solo tu non abbia in mente nulla di strano!'' esclamò Albus iniziando a preoccuparsi.
Con un ghigno in viso Malfoy afferrò per il braccio Albus e lo trascinò correndo fino al bagno più vicino, quello del secondo piano.
''Ehi voi due, questo è il bagno delle ragazze, non dovreste stare qui!'' disse una voce che fece sussultare i due giovani. Il fantasma di una ragazza passò sopra di loro andando a posarsi davanti ai due giovani.
''Chi siete e cosa ci fate nel mio bagno?'' domandò il fantasma.
''Ciao Mirtilla, io sono Scorpius Malfoy e lui è il mio amico, Albus Potter'' presentò il biondo.
''Ma guarda guarda, e così sei un Potter!'' esclamò sorpresa la giovane. ''Un tempo conobbi tuo padre sai? Eravamo buoni amici e veniva a trovarmi piuttosto spesso” continuò la ragazza con aria altezzosa.
''Mi ha parlato di te qualche volta, quando mi raccontò della pozione che vennero a fare al secondo anno'' rispose Albus ricordandosi di qualche storia in cui suo padre o suo zio la chiamavano Mirtilla Malcontenta.
''Non starete preparando anche vuoi una pozione spero?'' esclamò Mirtilla.
''Certo che no! Noi stiamo solo...'' rispose Al, ''..cosa ci facciamo noi qui Scorp'' chiese rivolgendosi con aria interrogativa all'amico.
''Be stavo per mostrarti come risolvere il problema della tua maschera!''
''E come lo risolviamo quindi il problema?''
''È chiaro!'' rispose Scorpius aprendo un gabinetto e iniziano a srotolare un lungo rotolo di carta igienica. ''Avanti apri la borsa, in questo bagno non viene mai nessuno, possiamo portar via tutta la carta che ci serve''
''Che ci serve per cosa?''
''Non ci arrivi davvero Al? Ti vestirai da mummia! Basterà arrotolarti bene con la carta igenica, qualche incantesimo fissante e sarai perfetto!'' spiegò all'altro.
Il sorriso di Albus si illuminò, ''Sei un genio Scorp'' disse sporgendosi in avanti e dando un lungo e sonoro bacio al proprio ragazzo.
''Che fate?'' fece Mirtilla. ''Sono disgustata, siete due ragazzi!'' esclamò sorpresa e con gli occhi fuori dalle orbita.
''E allora Mirtilla dov'è il problema? È forse illegale amare qualcun altro del proprio sesso?'' domandò Scorpius con aria di sfida.
''Oh ai miei tempi lo era di sicuro, se vi avessero scoperto vi avrebbero puniti a suon di frustate e vi avrebbero certamente espulso, o peggio'' disse con l'aria di chi la sa lunga. ''Come sono cambiati i tempi, una volta i ragazzi si sfidavano a duello per conquistare il cuore delle fanciulle, ora invece si baciano tra di loro'' continuò.
''Be almeno io ho qualcuno da baciare, tu hai mai baciato qualcuno Mirtilla?'' rispose acido Albus.
Il viso di Mirtilla si contorse in una smorfia mista tra odio e dolore.
''Sono morta, se non te ne sei accorto Potter, e prima di morire ero troppo giovane per baciare qualcuno!'' rispose secca prima di gettarsi di testa nel gabinetto alzando schizzi che riempirono i due giovani.
''Era davvero necessario trattarla così?'' chiese Scorpius guardando con aria severa Albus.
''Hai ragione, non avrei dovuto, ma odio chi insinua che il nostro amore non è normale''
''Capisco quello che provi, ma lei è solo un fantasma ed è vissuta quasi un secolo fa. All'epoca la pensavano diversamente su queste cose'' disse Scorpius cercando di difendere Mirtilla.
''Anche adesso le cose non sono cambiate di molto, come credi che reagirebbe la maggior parte della gente se sapesse di noi? Non tutti sono come Rose, la maggior parte della gente reagirebbe come Mirtilla'' esclamò il biondo.
''Non mi interessa quello che pensano gli altri, sono stufo di questi pregiudizzi. E se dicessimo a tutti che stiamo insieme? Potremmo farlo alla festa, che ne dici? Potremmo arrivare mano nella mano!''
''Stai scherzando vero? La nostra vita diventerebbe un inferno e poi i nostri genitori lo verrebbero a sapere in men che non si dica!'' esclamò chiaramente contrariato Scorpius.
''Non mi interessa cosa pensa la gente fino a che stiamo insieme niente può abbatterci e per quanto riguarda le nostre famiglie cosa ce ne importa le vite sono le nostre non credi?'' domandò Albus con crescente entusiasmo.
''Anche se riuscissimo a stare tranquilli a scuola, senza essere insultati o presi di mira, se i miei lo venissero a sapere in men che non si dica sarei ritirato dalla scuola e spedito in qualche centro di riabilitazione mentale, i miei non capirebbero mai Al!'' spiegò il biondo rattristandosi e vedendo l'eccitazione iniziale sparire dagli occhi del ragazzo.
''Un giorno, quando sarà il momento, ti prometto che lo dirò ai miei e se decideranno di non parlarmi poco importa, io e te ce ne andremo a vivere insieme, ti va?'' domandò cercando di far tornare il sorriso sulle labbra dell'altro.
''Certo che mi va Scorp'' disse Albus sfoderando il suo sorriso migliore, ''chissà come sarebbe vivere insieme? Aspetta, lo stiamo già facendo!'' ridacchio afferrando il viso di Malfoy ed avvicinando le sua labbra a quelle dell'altro.
Ad un ora dalla festa i due giovani se ne stavano nel proprio dormitorio ad indossare i costumi. Scoprius si era vestito da vampiro, i capelli biondi erano stati tirati all'indietro in una pettinatura anni sessanta. Il suo viso già pallido non aveva avuto bisogno di ritocchi, mentre i canini erano notevolmente cresciuti grazie ad un incantesimo perfettamente applicato poco prima da Rose. Indossava un lungo frac nero, e camminava portandosi dietro un bastone da passeggio del medesimo colore con un pomello d'argento che, a suo dire, era appartenuto al nonno molti anni addietro.
Albus, con l'aiuto di Scorp, si stava avvolgendo magicamente la carta igienica attorno al corpo, facendo in modo che assomigliasse il più possibile a delle bende. Furono soddisfatti del lavoro solo quando l'unica parte del corpo ad intravedersi tra le bende, furono i grandi occhi verdi smeraldo ereditati dal padre. 
Quella sera la Sala Grande era addobbata a tema. Grandi zucche con inquietanti volti intagliati galleggiavano per la stanza lanciando lunghe ombre danzanti.  Il soffitto incantato mostrava un limpido cielo illuminato da una miriade di stelle splendenti. Di tanto in tanto una stella cadente passava lasciandosi dietro una piccola scia color latte.
I ragazzi indossavano le maschere più disparate. Chi era vestito da spaventapasseri, chi da zombie, chi da spaventosa banshee e chi da troll. Scorpius scorse un altro paio di vampiri e fece qualche commento inacidito sul fatto che il suo costume era il migliore. Il costume che destava più curiosità in realtà era quello di Albus. Dopo aver dato una tonalità pergamena alla carta igienica e dopo aver sparso qua e la un po’ di sangue di drago, il lavoro era uscito eccellentemente. Rose li raggiunse vestita da angelo della morte, con tanto di falce e i ragazzi dovettero ammettere che era veramente paurosa. Dopo aver ricordato ad Al l’appuntamento di quella sera li lasciò e si diresse verso il tavolo dei Grifondoro.
Quando tutti gli studenti si furono seduti per la seconda volta quel giorno la preside si alzò a fatica e imponendo il silenzio disse: “Prima che inizi la festa ci tengo a raccomandarmi con voi ancora una volta. Dovrete lasciare la Sala Grande solo per raggiungere i vostri dormitori e non cercate in alcun modo di uscire dal castello. Mi fido di voi e spero che voi non mi facciate pentire di non aver annullato la festa. Buon appetito”.
I tavoli si riempirono delle pietanze più strane che i ragazzi conoscessero. Budini e creme rosso sangue, spiedini con finte dita e finti occhi, mele rosse caramellate e molto altro ancora.
Dopo la cena i tavoli vennero spostati conto i muri e ricoperti di dolci e bibite. Le luci furono abbassate e gli studenti del club della musica iniziarono ad intonare vecchi canti lugubri, mentre i restanti studenti si divertivano tra loro.
Al continuava a guardare l’ora e fissava l’uscita pensando a quale scusa avrebbe potuto inventarsi se Pulvis li avesse trovati ad aggirarsi vicino all’aula di incantesimi.
“Se stai così rigido qualcuno penserà di certo che stiamo tramando qualcosa. Avanti, bevi una burrobirra e divertiti!” lo incitò Scorpius.
“È che di solito abbiamo con noi il mantello di mio padre, oggi saremo senza e vestiti così non passeremo tanto inosservati. E poi hai sentito la McGranitt, se ci scoprisse sarebbe la fine!”
“Avanti, sono tutti mascherati, nessun professore si accorgerà di noi, te lo prometto! E poi, dopo la storia dell’infermeria gli stiamo decisamente più simpatici” disse il biondo ammiccando al ragazzo.
“D’accordo, vado a prendere da bere, tu vuoi qualcosa?”
“Quello che prendi tu” rispose scuotendo le spalle.
Albus si allontanò e si diresse verso uno dei tavoli contro il muro.
“Ei Al, ti piace il mio costume?” urlò James al fratello.
“Ti sei vestito da dissennatore? È così scontato!” disse ridendo.
“La tua è solo gelosia. Devo ammettere che te la sei cavata bene nonostante la tua lettera non sia mai giunta alla mamma” riprese il fratello sventolando una lettera tutta stropicciata.
“Sei stato tu? Brutto idiota, perché me l’hai intercettata?” domandò Albus sdegnato.
“Suvvia, era uno scherzo, ero curioso di vedere che cosa ti saresti inventato, ma sei stato bravo eh!” rispose James con un ghigno perfido.
“Non è stato uno scherzo divertente, non sei altro che un immaturo” sentenziò Al adirato con il fratello.
Prese le due burrobirre se ne andò alla ricerca di Scorpius con il fratello appiccicato che proferiva una marea di scuse per nulla sentite.
“Ei, ma Scorp non si era lasciato con Aliserias?” chiese ad un certo punto James.
“Certo, per quale…”. Albus rimase sconvolto da quello che aveva davanti, Scorpius, il suo Scorpius, il suo ragazzo, colui che amava più della sua stessa vita era al centro della stanza appiccicato alla sua ex ragazza, intento a baciarla. Il sangue gli si gelò nelle vene, rimase paralizzato per qualche secondo e lasciò cadere i due calici che teneva tra le mani che si infransero a terra. Attirati dal fracasso dei vetri frantumati tutti gli studenti  girarono la testa nella sua direzione, Scorpius compreso.
“Che cavolo ti è preso” domandò James cercando di levarsi la burrobirra dal costume.
Albus non capiva più niente, fissava inebetito il ragazzo e quando questi gli si avvicinò e lo prese per un braccio riuscì solo e staccarsi con forza e colto da una rabbia crescente gli sferrò un violento pugno in faccia. Malfoy si accasciò tenendosi il naso tra le mani. Inorridito dal sue gesto Al si girò e corse via, senza importarsi degli occhi che aveva addosso, del fatto che tutti si stavano chiedendo che diamine gli fosse preso, fregandosene pure della voce di Scorpius che lo supplicava di fermarsi.
Sconvolto per la scena a cui aveva assistito e non sapendo dove rifugiarsi si ricordò di uno dei passaggi segreti che sapeva portare fuori dalla scuola. Aveva bisogno di aria, si sentiva i polmoni compressi e la testa in fiamme. Quando arrivò nel giardino della scuola l’aria pungente si riempì di nuvolette di condensa a causa del sue fiato caldo. Albus corse, corse come mai in vita sua. I piedi scivolavano sull’erba coperta di brina, più di una volta cadde nel fango, ma non gli importava. Arrivò stremato al limitare della foresta, dove intravide qualcosa di bianco che brillava sotto la luce della luna. Si trattava della tomba bianca eretta in memoria di uno dei maghi più grandi che il mondo abbia mai conosciuto, Albus Silente, di cui lui portava il nome.
Arrivatovi davanti strappò le bende che lo avvolgevano e si lasciò cadere a terra piangendo e desiderando un suono che lo distraesse dal dolore del suo cuore spezzato.
 

Dopo tempo immemore ho deciso di tornare per cercare di completare questa FanFiction.
Mi spiace di aver fatto passare più di un anno prima di decidermi.
Come sempre fatemi sapere se vi piace anche questo capitolo ;)
XOXO
  
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