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Autore: Akune_Niives    31/08/2013    3 recensioni
Sogni. Raven ne ha fatti molti, nella sua vita. Ma mai come questo. Il sogno che le cambierà la vita, che le farà veramente scoprire chi è. Che le farà scoprire chi è Lui. Il giovane che sogna ogni notte. Un'illusione? O un avvertimento del destino?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardavo imperterrita la lavagna dov’era attaccato il grande foglio, simile ad uno schema fin troppo elaborato. Gli occhi leggermente sgranati per la sorpresa.
 
«Ci ho messo molte notti, ma alla fine sono riuscito a tradurla. E’ estremamente complicata, non è stato facile riuscire a carpirne il significato.. Devo dire che ne è davvero valsa la pena, credevo che non sarei mai riuscito a trovarla..» mormorò Arthur, mentre fissava lo schema a sua volta.
Poi voltò la testa e tornò a guardarci, sorridendo.

«Vedo nei vostri occhietti curiosi che non riuscite a seguirmi..» sussurrò, tra il divertito e lo stupito.

«Bene, vediamo di chiarire le cose allora.. Questa è una leggenda. Una leggenda molto, troppo antica. Parla di una giovane ragazza, una Principessa svedese che ebbe un incontro con un Licantropo durante un’innocua passeggiata e, dopo essere scappata cercando di nascondersi in tutti i modi, ahimé, fu morsa.

Credo che tutti voi abbiate visto, durante i films, quanto possa essere doloroso il morso di un licantropo e la seguente trasformazione in esso. E purtroppo questo è vero. Non è la solita invenzione di uno di quei scrittori pazzi. La trasformazione avviene realmente nel modo più doloroso che si possa immaginare.

La Principessa tenne tutti all’oscuro, tranne la bambinaia e la sua dama di compagnia. Si presero cura di lei, giurando di non rivelare mai il segreto. Pena la morte. Poi, arrivo Lui. Le carte trovate non mi dicono un nome preciso, ma una cosa è certa: era un vampiro. Descritto come adulto, con capelli brizzolati e gli occhi color ghiaccio » concluse, prendendosi un attimo di pausa, mentre dei sussurri riempivano la stanza.

Aguzzai la vista e notai, con fatica, un nome su quello schema che mi era molto familiare ma non riuscivo a leggerlo.

Così alzai la mano.

«Signor DuMondray, mi perdoni.. » mormorai, spostando lo sguardo dalla lavagna a lui.

Arthur si bloccò e mi rivolse un sorriso.
 
«Mi dica, signorina McCay.. » rispose, curioso.
 
Presi coraggio e inspirai a fondo
 
«C’è un nome, sul suo schema. Mi è familiare, mi ricorda qualcosa di un sogno che ho fatto. Non riesco a leggerlo.. » dissi, seria.
 
Lui si bloccò. Sbirciò lo schema e tornò a guardarmi sottecchi.
 
«Beh, l’unico nome presente su questo vecchio foglio è certamente quello della nostra protagonista, la Principessa Iris. A cosa la fa pensare, signorina Raven?» chiese, ancor più curioso mentre assottigliava lo sguardo.
 
Bene, adesso capite perché il mio cuore aveva perso un battito.
 
Iris.
Il ragazzo del sogno mi aveva chiamata così.
Quel ragazzo..
Avevo sognato un vampiro. O almeno, credevo che lo fosse. Tanto valeva tentare.
 
«Ancora una domanda se mi permette..» chiesi, con voce leggermente tremante.
Di colpo, tutti i presenti iniziarono a non badare più al discorso e iniziarono a parlare tra loro, mentre Max non perdeva una mia singola parola.
L’uomo mi fece cenno di continuare.
 
«Ovviamente un esempio.. Se una persona sognasse un vampiro.. Questo non determinerebbe niente di particolare.. Giusto? E’.. Solo un esempio..»
 
«Ovvio, è solo un esempio..» ripeté lui, serio. «Mi ascolti bene, signorina McCay.. Già sognare di correre in un bosco, al buio ed avere comportamenti animaleschi non è di buon auspicio. Figuriamoci essere inseguiti da un vampiro in una notte di plenilunio.» sbottò all’improvviso.
 
Mi bloccai, sbigottita.
Sapeva tutto. Anche cose che non avevo notato io. Abbassai lentamente gli occhi, mentre la mano di Max raggiungeva la mia e la stringeva piano.
 
«Le persone che ho conosciuto e che mi hanno raccontato vicende simili a questa, ne hanno realmente incontrato uno e.. Beh, non ho più avuto loro notizie. Ma questo.. Era solo un esempio, vero signorina Raven?» continuò, senza staccare gli occhi dal mio volto.
 
«Si, certo..» risposi, in un soffio «Solo un esempio..».
Max mi strinse più forte la mano e mi fece sussultare. Quasi nemmeno mi ero accorta del contatto.
 
«Stai bene?» mi chiese, sussurrando.
 
Alzai lo sguardo verso il signor Arthur, che sembrava impegnato a cercare qualcosa di importante tra le sue scartoffie.
 
«Sì, Max.. Tutto ok.. Ho solo dormito poco..» mormorai, voltandomi a guardarlo e accennando un sorriso per rassicurarlo.
 
«Non tentare di svignartela con il tuo classico sorrisetto da amica. Sei pallida e stai tremando. Appena abbiamo un secondo, ti porto via di qui. Io te l’avevo detto che era meglio il convegno..» mormorò, quasi sibilando.
 
Tempo di finire la frase e la campanella suonò. Max, alzò la testa e, sempre tenendomi per mano, mi alzò e mi trascinò verso l’uscita.
 
«Un momento, signorina McCay! Non così in fretta.» gridò l’uomo, mentre il resto degli studenti usciva indisturbato dalla stanza.

 
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Si fermò fuori dal Castello.
 
Stava piovendo.
 
Si mise una mano tra i capelli e rimase lì immobile per non si sa quanto.
Sua sorella Ylenia era impossibile e indomabile.
Degno di una Signora del Fuoco.
Sì, Ylenia comandava le fiamme. Era il suo potere. Ognuno di loro ne aveva uno diverso, che si tramandava tra i familiari.
Ylenia aveva il fuoco.
Tayla aveva l’acqua.
Alissa aveva la terra.
Ace e Jean potevano cambiare aspetto in animali o persone.
Mathias aveva le rocce e poteva creare violenti terremoti ogni volta che si infuriava. Ecco perché il Palazzo aveva tremato.
E poi c’era lui.
Lui, come sua sorella gemella, erano telepati e telecineti. Erano due facce della stessa medaglia. Così diversi ma così simili.
E lei se n’era andata.
Akune aveva tradito.
Aveva abbandonato il Casato. Aveva preferito rimanere nella villa in Francia e non seguire la famiglia.
Per amore.
Un sentimento che i Vampiri non provano. Mai.
 
Una mano lo ridestò da quei pensieri. Si voltò e il sorriso rincuorante di Alissa lo accolse. Dolce, tranquilla, proprio come una Foresta.
Gli occhi verde metallico di lui si scontrarono con quelli verde scuro di lei.
 
«Fratello, va tutto bene? » chiese, dolcemente.
 
Lui le sorrise.
 
«Certo, Sorella. Va tutto bene. » rispose, più tranquillo.
 
«Vai.. E termina il tuo incarico. Parleremo al tuo ritorno, anche se non c’è molto da dire. Sai meglio di me com’è fatta Ylenia. Le passerà.» aggiunse, porgendogli uno zaino.
 
«Le passa sempre, alla fine..» mormorò lui, accennando ad un sorriso.
 
La sorella gli battè la mano sulla spalla e tornò all’interno del Castello, ormai bagnata completamente.
 
Lui scrollò la testa, come per allontanare i pensieri o anche solo per togliere l’acqua dai capelli. Sistemò lo zaino sulle spalle ed iniziò a correre.
 
Da lontano, nascosti dalla folta vegetazione della foresta lì vicino, due occhi gialli lo fissavano.



***Spazio autrice***
Ed eccoci con il quarto episodio! Ora sì che se ne vedranno di tutti i colori!
Ringrazio tutti voi che seguite la storia e che la state leggendo, mi date la forza di continuare a scrivere :3
Spero vi piaccia, ciaaao!

 
   
 
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