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Autore: ImAFeather    31/08/2013    5 recensioni
[...]E gli occhi parlano più di mille parole dette, sussurrate o urlate; più di mille gesti fatti, gettati o pensati; perché sono occhi, fanno parte dell’uomo, ma non sono controllati da questo… sono come i diamanti scalfiti, solo, da loro simili.
E Beth sapeva che con gli occhi non si può mentire, non si può ferire; ma sapeva, anche, che con gli occhi si può amare, si può morie.
Eppure, doveva ammetterlo, sapeva che ciò che fa innamorare il mondo sono le parole, dolci suoni che compongono eterne melodie.
E sapeva anche che... quelle parole... pronunciate dalle sue labbra... erano state il colpo mortale.
E allora Beth disse addio a quell'ultima scheggia di cuore che le era rimasta; perchè adesso lo sapeva che era completamente, e irrimediabilmente, suo.
| Alec è un musicista. E potrebbe essere nient'altro. Ma non è così.
| Beth è un'artista. E potrebbe essere nient'altro. Ma non è così.
N.d.a. Non è la solita storia d'amore se d'amore vogliamo parlare!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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»Chapter 4

 

Unforgettable - As Ink On Paper

 

 

Erano le due del pomeriggio, e Beth sdraiata sul suo letto, con lo sguardo rivolto al soffitto e le braccia dietro la testa, non poteva far a meno di pensare che il nero fosse un colore speciale.
Non sapeva spiegarsi il perchè, ma sapeva, per intuito femminile o qualsiasi altra cosa, a lei per il momento sconosciuta, che li avrebbe rivisti. Quando meno se lo sarebbe aspettata.

***

 

Il sonno aveva preso il sopravvento sul piccolo corpo della ragazza. La sua mente era una centrifuga di emozioni, ricordi, e tanta, tanta confusione.
Il telefono squillò. Il sottofondo della calda e melodica voce di Ed Sheeran che cantava sulle note di Lego House, la svegliò.
Hannah, e chi poteva essere se non quella rompiscatole, pensò.
L'orologio segnava le 17.00 p.m. e Beth voleva solo rimettere la testa sotto il cuscino e dormire. In pace.
Ma, ovviamente, non era possibile. Il telefono continuò a squillare, e nonostante la voce del cantante fosse meravigliosa, la ragazza avrebbe solo voluto prendere quell'aggeggio e sbatterlo contro la parete.
Dopo un'altro squillo, si decise a vedere cosa volesse quella biondina.
Cinque chiamate e due messaggi. Merda, pensò.
Aprì i messaggi:
" Brutta dormigliona che non sei altro, ti ho chiamato 5 volte, ed io e Ed ti diamo per dispersa. Svegliati. Xx "
"Alza il culo e raggiungi da Joe's. Ora. Con amore Hannah Xx "
Non poté fare a meno di sorridere.
Si alzò, indossò dei leggings neri e una maglia oversize dei Guns N' Roses.
Legò i capelli in un crocchia disordinata e prese il giubbino di pelle, scappando fuori casa.
Una volta che fu sulla veranda si rese conto di essere scalza. Si diede mentalmente della stupida e afferrò di corsa gli anfibi, dirigendosi verso il luogo di incontro con i suoi amici.

Il pub distava un quarto d'ora a piedi dalla sua casa, così si incamminò a passo spedito. Una volta arrivata non vedendo gli amici fuori, entrò.
Erano seduti al solito posto. E Beth non poté non sorridere quando al suo posto c'era ad aspettarla una cioccolata calda. Li salutò con un bacio volante e si catapultò nel bere la sua bevanda.

***

 

Passare il pomeriggio con quei due pazzi, che si ritrovava come amici, era stato divertente. Le erano mancati.
Erano le 20.30 p.m. ed era in ritardo per la cena. Sua madre l'aveva chiamata già due volte e così la ragazza si ritrovò a correre per le strade della sua città, con lo stomaco sottosopra, la testa dispersa e i lacci sciolti.
Quando entrò, dopo dieci minuti impiegati a scusarsi, finalmente poté accontentare il suo stomaco, che non smetteva di brontolare.

***


Di certo vedere Le pagine della nostra vita, non era la scelta migliore, se consideriamo che l'aveva visto con sua madre. I suoi occhi castagna erano rossi e in pieno acquazzone. Un pacco di fazzoletti era finito, e il contenuto appallottolato, era sparso, per il pavimento. Beth aveva versato qualche lacrima, ma di sicuro per la madre non per il film.
Le 22.00 p.m. erano segnate vicino al muro. La sua stanza dalle pareti neutre e verdi militari, erano ora nere. Regnava il buio e il silenzio.
Senza accendere la luce, si spogliò. Il suo corpo nudo era avvolto dalle tenebre.
Dopo una doccia, indossò l'intimo e il pigiama. Una maglia oversize di un blu scuro, quasi come i suoi occhi.
L'ipod suonava Every teardrop is a waterfall dei ColdPlay. E coccolata da una delle sue canzoni preferite si addormentò.


Il suo orologio da polso segnava le 23.00 p.m.
Alec prese la sua felpa e uscì di casa.
Il vento autunnale gli provocava leggeri brividi, prese l'accendino e si fumò la decima sigaretta di quel giorno.
Non aveva mai fumato così tanto, ma non riusciva a non smettere di pensare che il blu fosse un colore speciale.
Non sapeva spiegarsi il perchè, ma sapeva, per qualcosa, a lui per il momento sconosciuto, che li avrebbe rivisti. Quando meno se lo sarebbe aspettato.

***

 

Jake, vestito come quella mattina, l'aspettava d'avanti il Pulteney Bridge.
Si salutarono con la loro consueta pacca sulla spalle e saliti in macchina, si avviarono verso quella che sarebbe stata la loro meta per quella sera.
La casa di Jordan, era gremita di gente. Corpi sudati si strusciavano a ritmo di una musica psichedelica. Ragazzi ubriachi cercavano rissa. Ragazze mezze nude ballavano come se non ci fosse un domani. Negli angoli giacevano mozziconi di sigarette e spinelli.
Prese una Heineken e con Jake andò alla ricerca dell'amico.
Jordan era beatamente seduto tra tre ragazze. Una bionda, una bruna e una rossa.
Imbarazzo della scelta, insomma, pensò.
Jordan li salutò e presentò le ragazze come Jennifer, Conny e Anne.

Dopo tre birre e una serie di cicchetti, era ubriaco. Intento a baciare una rossa, di cui non ricordava il nome, su un divano.
E non potè, anche in quello stato, non osservare i suoi occhi e non trovarvi quelli che lo tormentavano.
E Alec, quella sera, voleva solo dimenticare quella sconosciuta che non riusciva a togliersi dalla mente.

***

 

Erano le 3.00 a.m. e Alec si rivestì e andò via. Lasciando in quel letto la sua ragazza da una notte.
Tornò a casa e senza spogliarsi si gettò sul letto. Addormentandosi con la consapevolezza che non era riuscito a dimenticarsi di quegli occhi. Nemmeno per un secondo.




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Ink Droplets

Care lettrici,
scusatemi per questo capitolo, non degno di essere pubblicato.
E' solo un capitolo di passaggio.
Con il prossimo mi farò perdonare. Prometto.

Comunque cosa ne pensate?
In questo capitolo troviamo un Alec Don Giovanni. Qualche parere a riguardo?
Suggerimenti?


P.s. ringrazio Misakixox per la recensione e tutte le lettrici misteriose. Fatevi avanti, non mordo. Haha.
Xoxo Fil

   
 
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