»Chapter 4
Unforgettable - As Ink
On Paper
Erano
le due del pomeriggio, e Beth sdraiata sul suo letto,
con lo sguardo rivolto al soffitto e le braccia dietro la testa, non
poteva far
a meno di pensare che il nero fosse un colore
speciale.
Non sapeva spiegarsi il perchè, ma sapeva, per intuito
femminile o qualsiasi
altra cosa, a lei per il momento sconosciuta, che li avrebbe rivisti.
Quando
meno se lo sarebbe aspettata.
***
Il
sonno aveva preso il sopravvento sul piccolo corpo della
ragazza. La sua mente era una centrifuga di emozioni, ricordi, e tanta,
tanta
confusione.
Il telefono squillò. Il sottofondo della calda e melodica
voce di Ed Sheeran
che cantava sulle note di Lego House, la svegliò.
Hannah, e chi poteva essere se non quella rompiscatole,
pensò.
L'orologio segnava le 17.00 p.m. e Beth voleva solo rimettere la testa
sotto il
cuscino e dormire. In pace.
Ma, ovviamente, non era possibile. Il telefono continuò a
squillare, e
nonostante la voce del cantante fosse meravigliosa, la ragazza avrebbe
solo
voluto prendere quell'aggeggio e sbatterlo contro la parete.
Dopo un'altro squillo, si decise a vedere cosa volesse quella biondina.
Cinque chiamate e due messaggi. Merda, pensò.
Aprì i messaggi:
" Brutta dormigliona che non sei altro, ti ho chiamato 5
volte, ed io e
Ed ti diamo per dispersa. Svegliati. Xx "
"Alza il culo e raggiungi da Joe's. Ora. Con amore Hannah Xx "
Non poté fare a meno di sorridere.
Si alzò, indossò dei leggings neri e una maglia
oversize dei Guns N' Roses.
Legò i capelli in un crocchia disordinata e prese il
giubbino di pelle,
scappando fuori casa.
Una volta che fu sulla veranda si rese conto di essere scalza. Si diede
mentalmente della stupida e afferrò di corsa gli anfibi,
dirigendosi verso il
luogo di incontro con i suoi amici.
Il
pub distava un quarto d'ora a piedi dalla sua casa, così
si incamminò a passo spedito. Una volta arrivata non vedendo
gli amici fuori,
entrò.
Erano seduti al solito posto. E Beth non poté non sorridere
quando al suo posto
c'era ad aspettarla una cioccolata calda. Li salutò con un
bacio volante e si
catapultò nel bere la sua bevanda.
***
Passare
il pomeriggio con quei due pazzi, che si ritrovava
come amici, era stato divertente. Le erano mancati.
Erano le 20.30 p.m. ed era in ritardo per la cena. Sua madre l'aveva
chiamata
già due volte e così la ragazza si
ritrovò a correre per le strade della sua
città, con lo stomaco sottosopra, la testa dispersa e i
lacci sciolti.
Quando entrò, dopo dieci minuti impiegati a scusarsi,
finalmente poté
accontentare il suo stomaco, che non smetteva di brontolare.
***
Di certo vedere Le pagine della nostra vita, non era
la scelta migliore,
se consideriamo che l'aveva visto con sua madre. I suoi occhi castagna
erano
rossi e in pieno acquazzone. Un pacco di fazzoletti era finito, e il
contenuto
appallottolato, era sparso, per il pavimento. Beth aveva versato
qualche
lacrima, ma di sicuro per la madre non per il film.
Le 22.00 p.m. erano segnate vicino al muro. La sua stanza dalle pareti
neutre e
verdi militari, erano ora nere. Regnava il buio e il silenzio.
Senza accendere la luce, si spogliò. Il suo corpo nudo era
avvolto dalle
tenebre.
Dopo una doccia, indossò l'intimo e il pigiama. Una maglia
oversize di un blu
scuro, quasi come i suoi occhi.
L'ipod suonava Every teardrop is a waterfall dei
ColdPlay. E coccolata
da una delle sue canzoni preferite si addormentò.
Il suo orologio da polso segnava le 23.00 p.m.
Alec prese la sua felpa e uscì di casa.
Il vento autunnale gli provocava leggeri brividi, prese l'accendino e
si fumò
la decima sigaretta di quel giorno.
Non aveva mai fumato così tanto, ma non riusciva a non
smettere di pensare che
il blu fosse un colore speciale.
Non sapeva spiegarsi il perchè, ma sapeva, per qualcosa, a
lui per il momento
sconosciuto, che li avrebbe rivisti. Quando meno se lo sarebbe
aspettato.
***
Jake,
vestito come quella mattina, l'aspettava d'avanti il
Pulteney Bridge.
Si salutarono con la loro consueta pacca sulla spalle e saliti in
macchina, si
avviarono verso quella che sarebbe stata la loro meta per quella sera.
La casa di Jordan, era gremita di gente. Corpi sudati si strusciavano a
ritmo
di una musica psichedelica. Ragazzi ubriachi cercavano rissa. Ragazze
mezze
nude ballavano come se non ci fosse un domani. Negli angoli giacevano
mozziconi
di sigarette e spinelli.
Prese una Heineken e con Jake andò alla ricerca dell'amico.
Jordan era beatamente seduto tra tre ragazze. Una bionda, una bruna e
una
rossa.
Imbarazzo della scelta, insomma, pensò.
Jordan li salutò e presentò le ragazze come
Jennifer, Conny e Anne.
Dopo
tre birre e una serie di cicchetti, era ubriaco.
Intento a baciare una rossa, di cui non ricordava il nome, su un divano.
E non potè, anche in quello stato, non osservare i suoi
occhi e non trovarvi
quelli che lo tormentavano.
E Alec, quella sera, voleva solo dimenticare quella sconosciuta che non
riusciva a togliersi dalla mente.
***
Erano
le 3.00 a.m. e Alec si rivestì e andò via.
Lasciando
in quel letto la sua ragazza da una notte.
Tornò a casa e senza spogliarsi si gettò sul
letto. Addormentandosi con la
consapevolezza che non era riuscito a
dimenticarsi di quegli
occhi. Nemmeno per un secondo.
___________________________________________________________________________________________________________
Ink
Droplets
Care
lettrici,
scusatemi per questo capitolo, non degno di essere pubblicato.
E' solo un capitolo di passaggio.
Con il prossimo mi farò perdonare. Prometto.
Comunque cosa ne pensate?
In questo capitolo troviamo un Alec Don Giovanni. Qualche
parere a
riguardo?
Suggerimenti?
P.s. ringrazio Misakixox per
la recensione e tutte le
lettrici misteriose. Fatevi avanti, non mordo. Haha.
Xoxo Fil