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Autore: salasar18    31/08/2013    5 recensioni
A Harry piace Draco. A Draco però piacciono di più i seni grossi ed è convinto che Potter oltre ad una bella scopata non sarà MAI nient'altro.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I personaggi non sono miei ma di J.K. Rowling.



Big Breast Lover






21.36
Corridoio.




Morirò.
Sento che morirò.
Per Merlino, perché diavolo sta zitto?
Ma soprattutto: perché sta zitto e mi guarda con quella faccia?
Sento il battito cardiaco fino alle tempie. Non credo che la mia cassa toracica sarà in grado di contenere questo tamburo che ho nel petto.
Diamine, non riesco a decifrare la sua espressione da deficiente.
Se gli avessi detto che la Granger ha un paio di tette, probabilmente avrebbe avuto una reazione che avrei compreso con più facilmente.
No, non dovrei prendermela con lui. Lui ha un foglietto con scritto torno subito al posto del cervello, sono io quello che ha sbagliato: perché cavolo ho voluto dichiararmi? Vabbè ora, dichiararmi. Diciamo solo che l'ho illuminato rendendolo partecipe di una mia vasta preferenza. Non è molto diverso dall'aver confermato di amare le camomille. Esatto.
Potter equivale ad una camomilla.

Un camomilla molto corposa.
Con dei bei muscoli per via del Quidditch.
Con delle belle braccia possenti e delle belle labbra carnose e-
Okay, non guarderò mai più una bustina di camomilla con gli stessi occhi innocenti di prima.


Ci stiamo fissando dritto negli occhi da ore, è quanto meno... snervante.
Okay, razionalmente so che sono passati solo pochi secondi da quando ho confessato quella cosa estremamente imbarazzante, ma dire mentalmente che sono passate ore non so, rende tutto molto più drammatico. E io amo il dramma.
Quasi quanto le maschere per il viso al cetriolo dall'effetto rinfrescante.



Oh per Morgana! Dì qualcosa, Potter! Smettila di guardarmi e basta. Aspetta.
Ma quello sono io!
Oh mamma...
Come sono affascinante anche riflesso negli occhi degli altri!
D'accordo, ho appena cambiato idea, Potter! Continua a guardarmi in silenzio. Sì, dammi la possibilità di contemplare questo adone, questo viso angelico, questo gran pezzo di mago bollente. Però devo ammetterlo: non avrei mai detto di poter risultare così perfetto anche su superfici convesse.
Non che sia una sorpresa: quando durante una conversazione con Blaise o Pansy sbircio il mio riflesso nelle vetrine sporche di Hogsmeade risulto uno gnocco mozzafiato, per cui era ovvio che anche negli occhi di Potter il risultato fosse egualmente magnifico. Una visione decisamente paradisiaca.
Mh, paradisiaca. Mi si addice.
Sì, ho appena deciso che l'aggettivo che da qui alla mia morte mi rappresenterà al meglio, è senza dubbio paradisiaco. Lo voglio scritto sulla mia lapide. Insomma, rende l'idea, anche se a grandi linee. Qui giace il paradisiaco Draco Malfoy. Un essere paradisiaco in un mondo fatto di caos e di pezzenti.
Questa me la segno mentalmente, così quando sarò sul letto di morte a causa di una rara malattia ai polmoni e dovrò sussurrare col mio ultimo respiro la frase emblematica con cui i posteri inizieranno la mia storia, me la ricorderò. Devo ancora decidere di cosa morire, però: tifo o enfisema polmonare?
Com'è difficile programmare la propria morte.
Insomma, col tifo potrei sembrare troppo accondiscendente e si potrebbe pensare che mi sia mischiato ai bassi fondi e lì, bam! Mi sia preso il tifo. La cosa mi renderebbe un po' meno aristocratico. D'altra parte però, sebbene l'enfisema polmonare mi renda un piccolo baronetto ad hoc, c'è sempre quell'immagine di fragile ragazzino che ha bisogno di ricevere in regalo anticorpi per Natale, se gli basta una doccia per prendersi un enfisema mortale.
Devo rifletterci con calma. Dopotutto noi aristocratici abbiamo uno standard da mantenere, bisogna scegliere con cura e vagliare tutte le ipotesi. Potrei prendere in considerazione di farmi avvelenare con qualche pianta rara e introvabile. Certo! Così dannatamente minaccioso ed inarrivabile da dover esser fatto fuori.
Come per i migliori condottieri della storia. Di sicuro non avrò difficoltà a trovare un assassino. Come per i migliori leader della storia.
Bene, andata per il veleno.
Segnato mentalmente.
Ma chi voglio darla a bere. Una delle più grandi bugie che possa raccontarmi è non ho bisogno di segnarmelo, tanto me lo ricorderò.
Se solo avessi piuma e pergamena a portata di mano. Non posso credere che perderò una dipartita geniale come questa, solo perché non avevo idea che mi sarebbe venuta in mente in un momento simile.


Idea.
Proprio come quella che vorrei avere riguardo i pensieri attuali di Potter. Odio stare allo scuro delle cose, soprattutto quando mi riguardano.
Il movimento delle sue dita mi ricorda che abbiamo ancora le mani intrecciate tra loro. Non so perché, ma sento il palmo della mano andare a fuoco, come se il tocco con la sua pelle alimentasse della benzina immaginaria tra di noi. In realtà non sento solo la mano bollente: sento che il viso è andato in autocombustione.


Fermo un attimo.
Tachicardia, viso bollente, senso di disagio.
Ne ho sentito parlare.
Era...aspetta una volta me ne ha parlato Pansy.
Ah, sì!
Imbarazzo.
Io sono in imbarazzo!
Oh, Merlino che emozione. Non mi era mai successo prima.


“Okay, ammetto che questa non me l'aspettavo, Malf-” Farfuglia Potter, riportandomi qui, in questo pulcioso corridoio.


“Silenzio, Potter, stai rovinando il mio momento da prima volta” Lo interrompo quasi sovra pensiero, mettendogli una mano sulla bocca.


Mh, una bella bocca.
Carnosa.
Calda.
Da baciare.
La prima volta è sempre la prima volta, non importa in quale situazione. Bisogna assaporarla, gustarsela fino infondo, imprimerla nella mente come non ci fosse un domani. Perché Potter deve rovinare la mia prima volta?


“Cosa?” Domanda contro la mia mano, visibilmente preso alla sprovvista.


Certo, forse questo non era il momento più adatto per farmi prendere dal sentimento. Ritraggo la mano e con fare indifferente scrollo le spalle. Non risulto molto convincente dato che subito dopo rispondo farfugliando.


“No, io, ehm...” Comincio per aggiungere poi uno sfavillante, quanto intelligente “Niente. Parla pure”


Il mio invito sembra prenderlo ancora più contropiede dato che percepisco chiaramente il suo corpo irrigidirsi, mentre scioglie il nostro unico contatto, slegando le nostre mani.


“Senti, io devo andare. Devo fare-”


Agita le mani in aria, quasi dovesse segnalare la strada agli aerei su una pista d'atterraggio. Mi guarda dritto negli occhi e quello che ci leggo mi dà un improvviso senso di vuoto a livello dello stomaco.
Mi sta mentendo. Mi si spezza il fiato e il cuore rallenta all'improvviso.
Sta inventando una scusa per andarsene.
Per andarsene lontano da me.
Dopo che gli ho detto che io-
E poi tutto diventa silenzio.
Lo fisso senza riuscire a guardarlo veramente. Non riesco a dire nulla, ma registro un certo sollievo spuntargli sul volto, mentre guarda alle mie spalle. Di riflesso mi volto, seguendo la direzione del suo sguardo e noto che una scala si è posizionata di nuovo sul nostro corridoio.
Mi volto di nuovo verso di lui, il suo nome che mi scivola involontariamente dalle labbra.


“Potter?”


Prima di superarmi e lasciarmi qui da solo, tutto ciò che mi concede è quella sua stupida frase che mi fa accapponare la pelle.


Ho capito quello che mi hai detto. Lo prenderò in considerazione.




***




22.04
Stanza nei Dormitori Serpeverde




“Draco, vuoi calmarti per piacere?”


Blaise tenta di nuovo di afferrarmi il braccio, ma con uno spintone lo scaravento sul muro di fianco all'entrata.
Lo prenderò in considerazione?
Io ti ammazzo, Potter. Prima ti toso e poi ti caccio quei capelli in bocca e ti faccio soffoco soffocotto.
Prendo il vaso che mia madre mi ha regalato l'anno scorso per il mio Oltre ogni previsione in Trasfigurazione, e con un movimento secco lo scaglio contro il muro.
I pezzi di vetro infranto si uniscono ai libri e alle boccette d'inchiostro sparso per il pavimento. Mi guardo intorno cercando qualcosa da buttare all'aria, da rompere, da stracciare. Adocchio i cuscini e proprio quando prendo il tagliacarte, la voce di Blaise mi blocca. Si avvicina per parlarmi, ma dico la verità: vorrei se ne andasse.


“Smettila! È per Potter? Cosa diavolo è successo?”


Il rumore del fiato corto di unisce a quello degli strappi del tessuto e la cosa mi quieta per poco.
Poi ripenso a quello che è successo, all'umiliazione, al momento in cui mi sono reso vulnerabile come un cretino e la rabbia rimonta in un istante.


“Blaise, amico mio, l'unica cosa che voglio fare in questo momento è ricreare il caos che ho dentro distruggendo tutto senza remora. Ora, se non vuoi delle cicatrici lunghe chilometri sulla faccia, ti consiglierei di lasciarmi fare.” Termino guardando il tagliacarte e poi lui, facendogli seguire con un cenno della testa il mio secondo passaggio di sguardo dalla superficie tagliente al suo viso.


Lentamente si allontana da me e finalmente posso iniziare a dedicarmi a creare squarci sulle federe.




***




Giovedì







8.13
Sala Grande




“Vuoi mangiare qualcosa?!”


Pansy è spazientita di fronte al mio ennesimo rifiuto.
Non mi va.
Non mi va il caffè, come non mi va il latte, come non mi va il cappuccino, come non mi va il tè, né l'acqua calda con limone e zucchero.
Non voglio fare nemmeno colazione.
A dirla tutta non so nemmeno perché diavolo mi trovo qui. Stavo così bene da solo, sotto le coperte, al buio, con i miei pensieri, con la mia scorta di cioccolatini al peperoncino.
Stupido Blaise. Stupida idea di Blaise di dover presenziare alle lezioni per evitare che vengano sottratti punti alla Casa per una mia possibile assenza ingiustificata.
Anzi, stupido Potter che è al suo tavolo e non si accorge nemmeno della mia presenza, ma continua a ridere e scherzare con quei suoi cazzo di amici.
Fottiti, Potter.
Anche se l'idea di farlo io mi solletica, questa volta non onorerò il tuo sedere dell'entrata in scena del mio pene.
Ti sei giocato questo privilegio.
Te lo sei giocato per sempre. Mi hai sentito?
Forever.
Fo. e. vaaaaaaaaaaaaa.



8.14
Sala Grande.




Il mio sguardo non riesce a staccarsi da quel stramaledetto tavolo.
Voltati.




***





8.14.16''
Sala Grande.




Suvvia, voltati cazzo.




***




8.14.35''
Sala Grande.




“Okay, allora una fetta di torta?” La domanda di Pansy mi fa voltare “Guarda,” Aggiunge lei portandomi un piatto sotto al naso e agitandolo come se lo facesse diventare più allettante col solo movimento circolare “Torta al cioccolato con panna e fragole”


“Ho detto che non ho fame” Ribadisco con tono piatto, allontanando il piatto con la mano.


Penso che rifiutare un dolce simile sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Appoggio il mento sul palmo dell'altra mano, mantenendomi sul tavolo col gomito.


“Basta. Ci rinuncio. Che tu non voglia dirmi cosa cavolo ti ha fatto inacidire così è un tuo diritto, ma comportarti come un bambino, non fare colazione per diventare il martire di non so quale tua malata fantasia mentale, questo no. Non starò dietro alle tue bambinate. Fai come ti pare”


Detto questo ritorna nel suo spazio vitale, lasciandomi nella mia porzione di panca, e rimettendosi a fare colazione per conto suo. Blaise la imita, mentre mi accorgo che il mio dolore non è stato minimamente percepito né da Goyle, né da Tiger. La presenza delle paste alla crema però è balenata subito alla loro attenzione. Traditori.
Anzi peggio: traditori grassoni.
Il mio sguardo torna su Pansy, ma ormai ha ripreso bellamente a dedicare la sua attenzione alla sua tazzina di caffè nero fumante.
Abbandonato anche da Pansy nel momento del bisogno.
Che vita grama.


Senza che possa impormi di non farlo, torno a guardare verso un gruppo di Grifondoro ben preciso, ma con rammarico noto che Potter e i suoi amici se ne sono già andati.




***




Venerdì






14.27
Aula di Trasfigurazione




Sono io ad essere in difetto.
Io dovrei essere approcciato.
Io dovrei guadare dall'alto in basso con disgusto.
Quindi qualcuno mi spiega per quale astruso motivo mi trovo qui davanti all'aula di Trasfigurazione in attesa che mister sono moro, sono bello, sono intelligente come un ramoscello si palesi davanti a me? Per spaccargli la faccia è ovvio.
Certo, non voglio fare nient'altro se non dargli un bel calcio rotante volante sulle gengive.
Farò un gran bel salto.
Oh, che soave immagine di leggiadria.


Tutte quelle lezioni di danza non andranno sprecate.
Lo farò per lei, Monsieur Michelle.


Ed eccolo che arriva tutto di corsa, dietro a Zannuta e Lenticchia man. I primi due mi guardano male, ma non dicono nulla e si fiondano in classe. Dietro di loro, Potter sta mettendo qualcosa dietro la sua bisaccia, ehm, pardon, borsa.
Mi spiace ma quella cosa ha davvero una forma equivoca.
Quando alza gli occhi e mi vede, rallenta di qualche passo, la bocca serrata in un'espressione da robot.


“Potter devo parlarti”


“Non ho nulla da dirti”


“Veramente...”


Non riesco a finire la frase, che il suo disinteresse si materializza quando, senza concedermi nemmeno una seconda occhiata, entra in trafelato in aula, raggiungendo Granger e Weasley ai loro soliti posti.


Okay, ora mi sto davvero incazzando.
Parlassi chiaro brutto beota strabico.
Se proprio devi rifiutarmi, almeno abbi le palle di dirmelo in faccia per bene, brutto cretino.


Una mano scivola sul mio braccio, spingendomi ad entrare. Quando realizzo che è la McGranitt, non ho il tempo di dirle che so camminare da solo, dato che lei inizia a spintonarmi e a parlare come se non ci fossi.


“Su, su signor Malfoy. La lezione sta cominciando”


È un vizio della Casa Grifondoro quello di blaterare senza dare importanza all'interlocutore?







Domenica






18.36
Biblioteca




Chiudo il libro di Pozioni con un tonfo.
Theo e Blaise smettono per un attimo di ridere e toccarsi furtivamente come degli scemi.
Bravi, sbattetemi in faccia il vostro stramaledetto rapporto aperto.
Il vostro rapporto aperto e felice.
Senza problemi.
Senza rifiuti.
Senza sesso dato che strapperò il rametto ad uno dei due se continueranno a fare i piccioncini in questo modo.


Nott sembra infastidito ed è sul punto di dire qualcosa, ma Blaise lo trattiene per il braccio. Si avvicina al suo orecchio e gli sussurra le parole con fare divertito.


“Lascialo stare. È incazzato nero perché potrebbe essere stato scaricato”


Il sorriso che spunta sulle sue labbra mi irrita non poco. Mi sono calmato e non distruggo più oggetti fragili, ma questo non significa che non abbia la rabbia che ribolle sotto strati di estremo autocontrollo. O che non possa distruggere facce contro superfici legnose.
Tipo questo tavolo.
Tipo la faccia del mio migliore amico.


“Cosa vuol dire potrebbe?” Domanda confuso Theo.


“Dopo che si è dichiarato, la persona è fuggita senza dire nulla. E non l'ha nemmeno più cercato”


Nott mi guarda dritto negli occhi.
Posso vederlo, posso vedere il forte senso di cameratismo che ci lega. Noto chiaramente come sia allibito. Lo so, Nott. Non ti pare quanto meno fuori dal normale che qualcuno possa anche solo pensarci su riguardo ad una creatura della mia bellezza? Ti rendi conto? É inconcep-


Nott non si trattiene più e dopo uno strano suono -nemmeno gli stessero raschiando la gola-, esplode in una risata. Blaise ovviamente viene subito contagiato e finisco col rimanere seduto con due compagni di Casa che mi ridono in faccia. Gli altri studenti presenti nei dintorni si voltano per guardare, ma il mio sguardo omicida che saetta a destra e a sinistra li rimette subito al loro posto.


“Ahia!” Si lamenta Blaise, abbassandosi verso il suo ginocchio, massaggiandolo “Draco, mi hai appena dato un calcio?”


“Scusa, mi è fuggito il piede” Ribatto acido.




***







Martedì






18.53
Vicino al campo di Quidditch




Questa storia deve finire. Io devo comprendere o non sarò in pace con la mia scorta di dolci sotto al cuscino.


“Cavolo, un Potter senza parole. A saperlo prima mi sarei dichiarato mesi fa”


“Non scherzare, Malfoy. Non su questo.” Il tono serio con cui lo dice, mi fa venire da ridere.


“Potter. Vaffanculo, vuoi?”


I brividi che all'improvviso mi percorrono le braccia, mi ricordano che effettivamente gli spalti del campo da Quidditch non sono propriamente il miglior posto dove tenere delle conversazioni. Ma se non avessi trascinato Minchiotter qui dopo gli allenamenti della sua squadra chissà quando sarei riuscito a beccarlo da solo. Già mi sembra un miracolo che Weasley e tutto il resto del pollaio lo abbiano lasciato indietro.
La terribile immagine di loro mezzi nudi che fanno la doccia dopo il solito allenamento e si danno scudisciate con asciugamani bagnati, prima di correre mano nella mano verso i loro Dormitori Grifondoro si fa strada prepotentemente nella mia mente.
E in quel preciso istante sento che la mia mente è stata violata.
Violentata.
In entrambi i casi, il senso di schifo che provo a causa della mia fervida immaginazione non viene pienamente rappresentato.
Di fronte all'evidente tentativo di evitare di appartarsi con me e riprendere il discorso del corridoio vicino alle scale, poi, mi sembrava doveroso farmi avanti.
Potter mi guarda scocciato e fa la cosa più sbagliata che si possa fare con un Malfoy incazzato.


“Potter, credimi quando ti dico che spero davvero per il tuo bene che tu non abbia appena alzato gli occhi al cielo”


Il suo sguardo torna su di me, quasi annoiato, come mi stesse dando un contentino nel rispondermi.


“Anche fosse?”


Sono senza parole.
Privo di parole, ma munito di un gran quantitativo di parolacce. Tante, tante, tante parolacce.


“Tu sei malato” Inizio non riuscendo più a trattenermi “Ti ricordi cos'è successo una settimana fa o hai vuoti di memoria?”


La domanda lo mette a disagio. Sposta l'attenzione sulla sua scopa, come fosse diventata la cosa più interessante del mondo.


“È solo per quello mi hai portato qui?”


Okay. Draco stai calmo. No, non guardare quell'enorme sasso a sinistra. Azkaban non ti merita.


“Solo per-? Potter sei cretino o cosa? Tu!” Per qualche strano motivo abbasso la voce di colpo per il timore di essere ascoltato da qualche presenza nascosta “Ti rendi conto di quello che ho detto e fatto in quel corridoio? Ho detto che mi piaci! Sai cosa vuol dire o te lo devo spiegare a gesti?”


Come si fa? Come si fa ad essere così ottusi, come?
Insomma va bene non provare gli stessi sentimenti se qualcuno ti confessa amore eterno, ma qui parliamo di me, Potter.
Non puoi non amarmi. Io stesso mi amo. Alla follia, aggiungerei.
Come diavolo potrebbe resistere?
Proprio lui?
Non è possibile.
Avrà preso qualche pozione di pazienza per mantenere il controllo.
Altrimenti non si spiega, veramente.


“So cosa vuol dire, Malfoy. Non sono cretino”


“Su questo avrei da obiettare”


“Tu ti ricordi cosa ti ho detto in quel corridoio?”


“No.”


“No? Fammi capire io ascolto qualsiasi cosa tu dica, ma tu invece non mi presti la minima attenzione?”


“È questione d'abitudine, ormai dovresti conoscermi piuttosto bene, Potter. Lo sai che ascolto solo quello che esce dalla mia bocca, proprio come fai tu. È per quello che andiamo così d'accordo”


“Bene, allora allarga bene le orecchie: io sto con Ginny ora”


Eccolo di nuovo, quel luccichio negli occhi. Lo capisco da quello.


“Balle. Sono tutte balle. Perché menti? Non capisco”


Un sorriso indignato e poi ecco che parte alla carica.


“Tu non sai niente! Tu non capisci nulla, Malfoy!”


“Capisco questo”


Senza dargli il tempo di anticipare quello che sto per fare, lo prendo per la divisa e lo avvicino a me, quel tanto che basta per essere distanti l'uno dall'altro di qualche centimetro. Perde la presa sulla scopa che cade a terra con un rumore sordo. Sentiamo il respiro caldo l'uno dell'altro accarezzarci la pelle, in pieno contrasto con il clima freddo tutto intorno a noi. Il fiato reso ancora più visibile dalle nuvolette che si formano per la bassa temperatura. Assaporiamo al massimo l'attimo che anticipa il bacio che entrambi sappiamo scivolerà tra noi a breve semplicemente guardandoci negli occhi pieni di desiderio, il cuore che batte all'impazzata e la testa che si fa più leggera. E poi avvicino i nostri visi lentamente, con una lentezza tale da rasentare la tortura.
Quando le labbra si toccano, mi manca il pavimento da sotto i piedi.
È passato così tanto da quando l'ho baciato che ho un nodo allo stomaco.
Eppure allo stesso tempo è come se mi sentissi a casa.
Sì, questo senso di calore mi era mancato così tanto.


Harry.


Ci baciamo con trasporto, i sentimenti che fluttuano come quelle famose nuvole di fiato.
Sento quanto mi vuole, proprio come lui sente quanto lo voglio io.
Quando ci stacchiamo, abbiamo entrambi gli occhi socchiusi.


“Lo confermo. Balle. Perché fai così? Potter non riesco a capire cosa stai facendo” Dico appoggiando la fronte sulla sua, le mano sul suo petto.


Stiamo in quella posizione ancora per una decina di secondi, prima che lui si tiri indietro.


“Smettila di fare così. Ti ho detto che ci avrei pensato. Non farmi pentire di aver preso questa decisione”


Detto questo mi supera e se ne va. Mi lascia indietro da solo. Di nuovo. La freddezza e il tono distaccato con cui mi ha rivolto questa frase m'inchioda senza lasciarmi la forza di reagire.
So che mi vuole, perché continua a respingermi?




***




20.42
Vicino alla Torre Grifondoro




“Cos'hai appena detto, Malfoy?”


Gli occhi della Mezzosangue sono sgranati quasi quanto quelli di Weasley, mentre per quanto riguarda il resto di questo patetico gruppo di Grifondoro, penso di aver sentito qualche mascella fracassarsi a terra. Odio ripetermi, soprattutto quando sono chiaro e conciso nell'esprimermi.


“Levatevi dai piedi. Devo parlare con Potter. Adesso.”


Solo un cerebroleso non afferrerebbe una frase del genere, che diamine.


“Cosa?” Grida Lenticchia.


Ecco, appunto.


Per un attimo Paciock sembra seriamente sul punto di svenire o di vomitare, tanto che deve aggrapparsi al muro per non cadere riverso a terra, per evitare di fare sia l'uno che l'altro. Non posso credere di aver dovuto seguire Potter fin qui.
Sento la puzza dei dormitori di Grifondoro fin qua e l'entrata della loro tana puzzolente è distante ancora una decina di metri.
Però... Come sono fantastico. Si vede che ho sangue nobile che mi scorre nelle vene: sono come un cane da tartufo. Ogni volta mi stupisco della mia abilità nel sentire odore anche a distanza di interi chilometri. Il lato negativo è che riesco a sentire anche la puzza di chi mi sta intorno.
Vero, Dean Thomas? Cavolo, quando capiranno i maghi d'oggigiorno che il sapone non è un mito o un leggendario cimelio nascosto in un cimitero abbandonato? Esiste davvero. Provatelo. Dean Thomas, provalo. Suvvia, cazzo, fallo per i poveri peli del naso che stanno bruciando all'interno delle mie aristocratiche narici.


“Weasley sei sordo oltre che straccione? Ho detto di sloggiare” Gli spiego agitando la mano rendendo ulteriormente più chiaro il mio concetto di dovete togliervi di mezzo.


“Abbiamo sentito quello che hai detto. Scusa, ma esattamente cosa vorresti tu da Harry, Malfoy?” Inizia a sbraitare la Granger distogliendomi dai miei pensieri. Si avvicina gradualmente, gli occhi che continuano a guardarmi sconvolta “Non posso credere che tu sia venuto davvero fin quasi alla Torre per intimarci di andarcene dalla nostra ala del Castello. Soprattutto dopo quello che hai fatto a Ginny l'ultima volta! Sono quanto meno sconvolta” Dice tutto d'un fiato senza nemmeno prendere aria.


La sua voce usa un tono man mano sempre più crescente, arrivando quasi a gridare. Capisco possa essere strano che io mi avvicini a voi plebei, ma datti un contegno.


“Granger ho solo detto di levarvi dalle palle, mica di ciucciarmi il pisello. Si può sapere perché diavolo sei così quanto meno sconvolta?” Gli faccio il verso, facendola diventare ancora più paonazza.


La sua bocca prende ad aprirsi e si richiudersi ritmicamente, quasi volesse dirmi qualcosa ma non trovasse le parole adeguate. Per un attimo mi fa temere per la sua salute. Solo per un momento, però, poi mi passa.


“Tu-” Inizia, ma di nuovo le sfuggono i termini e per un attimo gongolo internamente per essere riuscito a zittire questo rachitico mocio con le gambe che anni fa mi ha preso di sprovvista con un pugno dato controluce. Se solo non avessi avuto tutto quel sole negli occhi, sarei stato in grado di scansarlo senza problemi “Harry!”


Eh, sì. Davvero brava, Granger. Complimenti. A lezione continui ad alzare la mano ad ogni domanda che i professori ci pongono per mostrare a tutti quanto sei intelligente, e poi di fronte ad un pisello devi chiedere aiuto? Che tristezza. Che infinita tristezza. E poi eccoli lì. Da dietro le sue spalle spuntano un paio di occhi verde bottiglia. Si fa strada tra i suoi compagni di Casa in un secondo.


“Ragazzi ci penso io” Annuncia con voce solenne che mi provoca un brivido lungo la schiena.


“Lascia che rimaniamo ad aiutarti” Si accoda Weasley tirando fuori la bacchetta “Non ho ancora perdonato quello che ha fatto a Ginny” Aggiunge, guardandomi dritto negli occhi.


No, ma, seriamente? Pensa di farmi paura? È come guardare un pesce palla che si è gonfiato e tenta di azzannarti sulla spiaggia.


Scuoto la testa, riaprendo gli occhi che ho chiuso qualche millesimo di secondo prima.


“Scusa hai detto qualcosa, Weasley? Mi ero appisolato un attimo”


Le sue orecchie diventano vermiglie come la faccia della sua fidanzatina.


“Ho detto che ci penso io, voi andate. Vi raggiungo tra poco” Ribatte fermo Potter con un tono che non ammette repliche.


Rimangono fermi nelle loro posizioni ancora per qualche secondo, incerti sul da farsi.


“Andate” Ripete lui, smuovendoli.


Mi lanciano occhiatacce a cui rispondo con una linguaccia ben assestata, prima di lasciare a me e Potter un po' d'intimità. Se così si può definire.


Quando si volta nella mia direzione, attacco come avessi sentito un gong d'inizio round.


“Perché mi eviti?”


“Perché mi pedini?”


“Perché sono passati giorni e ancora non ho capito cosa sia successo”


“Ancora, Malfoy? Sei tardo o cosa? Ti ho rifiutato, okay?”


“Cos-? E quando, di grazia? Avevi detto che ci avresti pensato! Che tra l'altro è una cosa di cui ancora non mi capacito... Come si fa a pensarci su? Hai presente chi hai fronte, vero? La perfezione. Come se un barbone a cui offrissi un bel bagno in una vasca piena di bollicine mi rispondesse mh, aspetta che penso se rimanere lercio o infighettarmi per bene. Le bollicine sono allettanti, Potter. Ti piacciono le bollicine, vero?” Alludo assottigliando gli occhi “Certo che ti piacciono, ti sono sempre piaciute. Hai amato le bollicine come nessuno ha mai fatto in questi mesi. Di certo non ti metterai a fare la doccia tutto a un tratto quando finora hai preferito un bagno caldo. Con le bollicine”


Pronuncio l'ultima parola con malizia. Io sono le bollicine, la Weasley l'insulsa doccia che tutti disprezzano.


“Le bollicine mi hanno stancato con la loro incertezza. Preferisco una sana doccia bella convinta”


Mh, ha capito la metafora, vedo. Sono colpito.


“Bollicine di sapone” Mormoro con fare sensuale.


“Doccia”


“Potter tu vuoi le bollicine, non una pidocchiosa doccia”


“Doccia” Conferma lui.


“Bollicine”


“Doccia”


“Doccia”


“Bravo, hai capito”


Ma la psicologia inversa non dovrebbe funzionare sui soggetti mentalmente deboli?


“Tutto questo è così sciocco” Sbuffo alla fine. Sono completamente spompato. E non per i motivi giusti. Ora come ora voglio solo sapere che succede. Sono ancora furioso e umiliato, ma voglio davvero capire “Potter adesso tu mi dici che cavolo succede. Voglio sperare ci sia un motivo plausibile se vuoi farmi credere che tu e piccola Weasley siete tornati insieme” Continuo mettendomi braccia conserte “Dammi un buon motivo e ti lascerò in pace come volevi”


“Come se t'importasse”


“M'importa e come. Non sopporto l'idea che quella mocciosa sia una scelta migliore del sottoscritto”


“Non sopporti? La cosa ti dà fastidio? Sai non si direbbe. Per niente”


“Non credere. Dietro a questa mia calma apparente, oltre a cinque pozioni di pazienza ben preparate e prese a negli ultimi giorni, c'è una gran rabbia. Rabbia di capire, rabbia per essersi umiliati così palesemente ed essere stati trattati peggio dello straccio con cui il mio elfo lucida gli stivali, rabbia per essere finito così in basso da avere una cotta per Harry Potter. Non pensare che solo perché non traspare, la frustrazione non ci sia”


“Vogliamo parlare di frustrazione? Davvero? Bene. Ti ricordo che ho passato gli ultimi mesi a dirti che mi piaci, a dirti che non m'importava quanto ci avresti messo, io sarei stato lì ad aspettarti. Ho continuato a ripeterti quanto io e te fossimo destinati, fin dal primo giorno, dal primo sguardo. E cos'ho ricevuto in risposta? Risate di scherno, tu che con fare accondiscendente mi dicevi sempre e solo sì, certo come no, ma soprattutto nessun rispetto come persona. Tradimenti con ogni ragazza che ad Hogwarts portasse come minimo una quarta di seno. Pensavi davvero fossi così stupido? Credevi davvero che fossi così ottuso da poter esser rigirato come volevi? Beh, mi spiace dirtelo, ma non sei così bravo come pensavi. Posso passare su tutto, ma non sacrificherò mai la mia dignità. Per niente e per nessuno”


“Okay, ho capito e hai ragione. Non avrei dovuto intrattenermi con chiunque mi ballonzolasse le bocce davanti alla faccia, ora l'ho capito. Possiamo andare avanti?”


“L'hai capito?”


“Sì. Ora puoi mollare Ginny Weasley e tornare dove appartieni?”


“Perché? Vuoi forse farmi credere che smetterai di interessarti a tutte le maggiorate della scuola così, di botto? Solo per riavermi?”


“Sì”


So che non sta con quello spauracchio, ma le parole mi escono da sole. Lui deve tornare da me. Deve stare solo con me. Sempre. Il silenzio segue la mia frase per qualche secondo, prima che con un sorriso amaro mi dica:


“È brutto pensare che tu abbia deciso di essere fedele solo dopo che ti ho messo ad un angolo senza via d'uscita, che tu abbia deciso di non cedere a tentazioni solo perché ho imposto la mia dignità sulla tua volontà. Sembra quasi tu lo stia facendo per auto imposizione o giusto per strapparmi da Ginny. Voglio essere la tua scelta, Malfoy, questo è vero, ma non perché potrei essere l'unica opzione possibile rispetto ad un letto senza nessuno dentro oltre te”


“Non è questo che intendevo”


Mi passo una mano tra i capelli piuttosto scocciato.
Vorrei sapere perché ogni volta che parliamo non riesco a farmi capire: dico a e si capisce b.
Mi mordo il labbro, mentre lo sguardo di Potter non si schioda da me. Mi guarda dritto negli occhi e per la prima volta la vedo.
Vedo tutta la stanchezza, tutto il disappunto che deve aver provato in questo periodo a causa mia.
Piomba tutto di colpo, quasi ad enfatizzare il male che ho fatto. Tutto emerge attraverso un'espressione di comprovata spossatezza che si fa scudo dietro ad una finta comprensione per il sottoscritto.
Tutte le volte che sono sgattaiolato furtivo per divertirmi per qualche ora nell'apertura calda di qualche tettona solo per il gusto di farlo, tutte le risate quando mi diceva che avrei finito con l'innamorarmi di lui, tutte le volte che l'ho fintamente assecondato in qualche romanticheria solo per garantirmi le nostre solite attività tra le lenzuola. Tutto è diventato inconsapevolmente una mia tacita conferma sul fatto che non mi sarei mai interessato a lui.
Ora però le cose sono cambiate. La mia visione di Potter è cambiata. I miei sentimenti per lui sono cambiati. Io sono cambiato. Prendo un respiro profondo.


“D'accordo, Potter” Abbasso lo sguardo e mi metto a fissare le sue scarpe “Credo di aver capito. Forse hai ragione tu. Meglio mettere la parola fine tra i nostri incontri, una volta per tutte”


Non alzo la testa, nemmeno per vedere che faccia può aver fatto di fronte a ciò che ho appena detto. Nonostante il tono freddo e razionale che ho usato, ho la testa in preda ad una gran confusione.


Quando i suoi piedi scompaiono dal mio campo visivo, aspetto ancora qualche minuto prima di girare sui tacchi e tornare al mio dormitorio.







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Sì, sono tornata abbastanza in fretta.
Vi avviso che il prossimo sarà l'epilogo di BBL! Contenti? XD
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e/o letto BBL fino a qui e mi hanno dedicato qualche minuto per complimenti, appunti e critiche sia via commento che via mail: sono stati tutti utili a crescere :)
Bene, vi saluto tutti/e e vi dò appuntamento al prossimo e ultimo capitolo!
Con affetto
sal18.

  
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