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Autore: Winchester_Morgenstern    01/09/2013    9 recensioni
La vera difficoltà non sta nel cambiare se stessi, ma nel riconoscere ciò che si è realmente e, soprattutto, nell'accettarlo.
IN REVISIONE - CAPITOLI RISCRITTI 4/X (DA DEFINIRE).
POST COG, POSSIBILE RIVISITAZIONE DELL'INTRODUZIONE.
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Clarissa, Izzy Lightwood, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Veritas filia temporis'
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SHADOWHUNTERS - CITY OF MARBLE


II - UNA NOTTE DA RICORDARE

 

Clary concordava assolutamente con il suo cuore che, innamorato perso com'era, le mostrava Jace fantastico, bellissimo e talentuoso, insieme a tutto il resto. Lo credeva davvero.
Ma pensava anche che, a volte, poteva dimostrarsi irritante e pignolo.
Le aveva più volte detto di avere dei progetti importanti da rivelarle, ma aveva anche più volte insistito sul fatto che l'avrebbe fatto soltanto quando avrebbe finalmente festeggiato il suo diciottesimo compleanno, inaugurando così anche il terzo anno di pace senza Valentine.
Il fatto era, però, che le aveva sussurrato indizi che non portavano a nulla e indovinelli impossibili per mesi, e adesso davvero non riusciva più ad aspettare, voleva che quell'idiota parlasse!
Ma no, ancora si rifiutava. "A mezzanotte, quando compirai diciott'anni", aveva detto. 
Alla fine, comunque, Clarissa aveva ceduto: si trattava soltanto di qualche ora, no? E per di più, Jace le aveva promesso un appuntamento romantico nella serra per le nove. Poteva solo immaginare che le avrebbe rivelato quello che nascondeva dopo una cena o qualcosa di simile.
In ogni caso, erano le sette quando Clary s'immerse nella vasca da bagno, con l'acqua e le bollicine di sapone fino al collo. Rimase per qualche minuto rilassata, con gli occhi chiusi e la testa appoggiata al bordo di marmo della vasca, inspirando il profumo di lavanda del sapone che aveva usato.
Poco dopo incominciò a lavarsi con dovizia i lunghi capelli rossi, che in acqua si scurivano fino a divenire quasi neri, riflettendo su tutto quello che era successo negli ultimi tempi.
Era passato un po' da quando la regina aveva cercato di farle una proposta. Più di qualche mese, in realtà, e lei si era resa conto soltanto recentemente che magari poteva essere qualcosa di importante. Insomma, aveva detto un favore, sì… ma aveva anche menzionato un avvertimento. Perché avrebbe dovuto farlo? Avvertirla da cosa? E soprattutto, che cosa diceva questo fantomatico messaggio d'allerta?
La ragazza inspirò profondamente e risciacquò i capelli, inziando poi a stronfiarsi il corpo con il bagnoschiuma. Aveva sempre amato i massaggi, e accarezzarsi in acqua era qualcosa di fantastico.
In effetti, una delle sue fantasie più segrete, anche se di certo non la più perversa, riguardava lei e Jace in una vasca idro-massaggio, con candele profumate ovunque, e il suo biondissimo ragazzo che baciava, stringeva e massaggiava ogni singolo brandello del suo corpo. 
Poteva quasi sentire la sua mano, in quel momento, mentre provvedeva lei a rilassarsi. Quelle dita lunghe e sottili, da pianista, che le accarezzavano la gamba per poi risalire lungo la coscia, i segni rossastri appena visibili che si formavano a contatto con i polpastrelli di Jace, che risaliva lungo l'anca, solleticandola con le unghie e stringendole i fianchi fino a sedersi sopra di lei, per poi passare a palparla ovunque riuscisse ad arrivare, possessivo, e proseguiva con una scia di baci bagnati dal suo basso ventre fino al seno, che successivamente stringeva a coppa fra le sue mani con un sorriso birichino, giocando con i suoi capezzoli mentre gli occhi gli si colmavano di lussuria e incominciava a baciarle il collo lasciandole una collana di succhiotti...
Clary sgranò gli occhi, scattando a sedere nella vasca, ansimante. Diamine, non doveva perdersi in pensieri del genere, proprio no, non quando aveva poco tempo e tante cose da fare.
Uscì dall'acqua e, mentre sentiva le piccole goccioline residue scivolare lungo la sua schiena ed afferrava un telo pulito, quasi sentiva il fantasma delle dita del suo angelo personale che le percorrevano la schiena.
Sospirò, con l'ombra di un sorriso sul viso, e si affrettò ad asciugarsi per passare alla fase due, anche perché non aveva molto tempo. 
Nemmeno un quarto d'ora dopo, aveva tirato fuori dall'armadio quello che probabilmente era l'unico vestito elegante e sexy al tempo stesso che possedeva. Insomma, qualche tempo dopo essere ritornate a New York sua madre le aveva ricomprato interamente tutta la biancheria, questa volta rigorosamente bianca, casta e senza fronzoli, per eventualmente spegnere il… be', l'appetito sessuale di Jace.
Non ci si doveva stupire quindi se aveva un unico capo di vestiario che rispondesse contemporaneamente ai requisiti provocante e elegante.
In ogni caso, spese tutto il tempo che le era rimasto a vestirsi e prepararsi, e quando gettò un'occhiata all'orologio si rese conto che erano già le nove meno venti.
Prese un profondo respiro e sorrise appena, infilandosi quelle trappole infernali che Isabelle aveva osato chiamare "semplici tacchi nemmeno troppo alti" alla festa per il suo diciassettesimo compleanno, durante la consegna dei regali. 
Qualcuno avrebbe potuto pensare che arrivare alla serra, da lì in poi, sarebbe stato facile. Be', non fu così. Anzitutto, Clary doveva evitare sua madre. Raziel non volesse che la vedesse con addosso quel vestito - che non era nemmeno niente di eccezionale, eh! - e che scoprisse che doveva vedersi con Jace dopo le otto di sera! No no, non poteva permetterlo.
Il secondo ostacolo era Isabelle. Le aveva accennato qualcosa su una cena e le aveva promesso di rivelarle i dettagli in seguito, ma non le aveva detto quando si sarebbe tenuta, e la mora sospettava che fosse programmata per il giorno del suo compleanno. Meglio lasciarla continuare a pensare a quello, altrimenti l'avrebbe arpionata e ri-preparata secondo suo gusto, per spedirla a cena in tempo per il rintocco della mezzanotte. Non che fosse un'idea così malvagia, almeno così avrebbe saputo subito cos'era che quel romantico scellerato del suo ragazzo voleva rivelarle, ma non ci teneva a sopportare le torture di Izzy - sul serio, lei con in mano una piastra e delle mollette era peggio di un branco di demoni inferociti! -, quindi meglio evitare anche lei.
Finalmente, comunque, dopo una serie di rumori sospetti e balzi dentro nicchie e dietro statue per evitare il malcapitato di turno, Clarissa arrivò sulla sommità delle scale che portavano alla serra.
Amava quel posto, forse perché lei e Jace si erano scambiati il primo bacio lì, certo, ma anche a causa della strana magia di cui l'aria era satura. Non aveva niente a che fare con rune o stregoni, no, erano incanti diversi, quelli. Vedere giorno per giorno i fiori sbocciare e colorarsi, le foglie diventare verdi e rigogliose e il profumo di tutte le pianti presenti lì dentro era qualcosa di semplicemente sublime. Certo, anche vedere tutte queste cose appassire aveva un suo fascino, ma questo non l'avrebbe mai confessato ad anima viva. Fortunata com'era e con i problemi che aveva, nonostante tutto, col Conclave, questi avrebbero potuto pensare che amare i fiori che appassiscono fosse una strana forma di psicopatia mentale che presto l'avrebbe portata ad emulare suo padre e suo fratello, semplicemente in quanto Morgenstern. 
Questo era un altro argomento interessante, ma decisamente spinoso. Dopo che il Consiglio era venuto a sapere che Jocelyn era effettivamente viva, lei aveva dovuto riprendere il suo cognome da sposata. Anche se Valentine era morto, anche se lei non si considerava più sua moglie da lungo tempo, doveva rispettare la legge e mantenere quel cognome fino al momento in cui si sarebbe risposata - a questo proposito, Clary ancora non capiva perché Luke non le avesse ancora fatto una proposta, dopo due anni di relazione e una lunga, lunghissima conoscenza.
In ogni caso, anche dopo il loro matrimonio, Clary non avrebbe potuto prendere il nome "Clary Garroway", no. Persino il Console Jia Penhallow le aveva fatto capire che agli occhi di tutti, Morgenstern era e Morgenstern rimaneva. 
La nephilim prese un ultimo, profondo respiro, ed aprì la porta della serra, per poi entrare. Avrebbe voluto dire che la prima cosa che la colpì fu la mescolanza di profumi paradisiaci offerti dalle piante che crescevano lì, ma non era così.
La prima cosa che vide fu Jace, bello come il sole, con un sorriso affascinante in volto e i capelli biondi raccolti, stranamente, in quello che sembrava un basso codino. Stava bene. 
— Clar… issa. Wow. Sembri…
— Non dire un angelo, ti prego, perché è la battuta farfallona più squallida del secolo, specie se consideri che di angeli ne abbiamo conosciuti. — lo interruppe lei, ridacchiando.
Il cacciatore alzò gli occhi al cielo: — Stavo per dire che sembri la tentazione in persona, stasera.
— Oh. — La ragazza arrossì e le sue labbra si distesero in un sorriso: — Grazie. E… — si morse le labbra. Adesso o mai più: — Be', sappi che con quella giacca tu davvero non sei da meno. Cioè, non che sia la giacca a farlo. Intendiamoci, stai bene anche senza. Oh! Non volevo dire che, mi spiego, non avevo intenzione di insinuare vien…
Jace rise: — Clary, Clary, Clary. La mia piccola, ingenua Clary. — si avvicinò a lei, posandole un bacio sulle labbra. — Non c'è bisogno che ti scusi. Ma sappi che l'insinuazione è stata davvero molto gradita. — le sussurrò con voce roca, lasciandole una scia di baci sul collo. 
Se proprio si voleva essere precisi, comunque, non c'era nessuna insinuazione, perché il diciottenne era più scoperto che non, oltre ad essere praticamente un sogno erotico su gambe, quella sera. Be', certo, la giacca di pelle nera aperta e il petto nudo sotto contribuivano enormemente all'effetto finale, quindi chi mai avrebbe potuto biasimare la povera Clarissa? 
Jace le mordicchiò giocosamente le labbra e poi si staccò, guardandola negli occhi e successivamente scorrendo prima lo sguardo e poi le mani su tutto il suo corpo.
— Sai, ti avrei trovata ugualmente splendida anche in jeans e felpa, ma con questo vestito mi hai… be', stupito, credo. È davvero elegante.
— Che c'è, credi che non sia capace vestirmi con qualcosa di più raffinato di una t-shirt? — Clary arricciò le labbra, non potendo inarcare un solo sopracciglio come tanto agognava.
— No, no. Credevo solamente che questo non fosse il tuo stile. Insomma, avevo già la visione di un turbinio di capelli rossi e una bella fanciulla avvolta in un etereo vestito candido e svolazzante… — sussurrò lui, e la shadowhunter sapeva che non la stava prendendo in giro. Riusciva a scorgere sul suo viso quanto la vedesse bella anche con indosso un vestito casto e innocente, e questo la lusingava enormemente. Strano a dirsi, considerando che stava praticamente uscendo con un fotomodello, ma da quando si frequentavano la sua autostima stava aumentando enormemente. 
— Ma questo vestito tentatore proprio non me lo aspettavo… — continuò il biondo, accarezzandole la vita fasciata dall'aderentissimo tubino nero. 
— Andiamo, non esagerare!
— No no, certo, non è il tuo tipico vestito e sono piuttosto certo che non te l'abbia nemmeno consigliato Isabelle, visto che ha una lunghezza accettabile, ma è… sexy. — disse, posando lo sguardo sul profondo scollo a V dell'abito, e sul tessuto nero semi trasparente che copriva lo scollo fino a poco sopra l'ombelico. 
Clary era piuttosto certa che Jace fosse anche intrigato dal fatto che lei non facesse vedere nulla, vestita così, ma allo stesso tempo faceva pregustare tutto. Tutto cosa, ancora non lo sapeva e nemmeno l'aveva deciso, ma non era l'importante.
— Alors, mon chevalier, où allons-nous ce soir? (1) — chiese, appellandosi al poco francese che ricordava. 
— Per ora, mademoiselle, incominceremo con una bella cena romantica, cosa ne pensa? — rispose e domandò allo stesso tempo il nephilim, prendendola per mano e guidandola dietro un'alta parete ricoperta di viole e mughetti. 
Dietro essa Clary riconobbe uno dei tavoli presente in cucina, coperto da una candida tovaglia bianca e da tutta l'argenteria che ci si sarebbe potuta aspettare da un raffinato ristorante, intervallata da piatti da portata ancora coperti.
Jace si avvicinò ad una delle due sedie, la scostò e le fece cenno di sedersi, sorridendo. Alla rossa parve di vedere una gocciolina di sudore scivolare lungo lo zigomo del suo ragazzo. Non faceva così caldo, perché mai era così accaldato, quindi? L'unica altra spiegazione che le veniva in mente era il nervosismo, ma per cosa? 
— Quindi, cosa prevede il menù, mon amour? — chiese, dopo aver cercato di sbirciare una delle portate e aver ricevuto in cambio un'occhiataccia.
—Mmh, vediamo, lumache in salsa di spinaci… — il cacciatore s'interruppe alla vista della faccia di Clarissa: — Sto scherzando, Clary! — rise, scuotendo il capo, e le svelò uno dei piatti: — Che ne dici di risotto al gulasch? Ho pensato che avremmo potuto mangiare qualcosa di più esotico dei soliti spaghetti… in realtà volevo fare della pasta all'italiana, ma quando Magnus mi ha visto mettere dell'acqua sul fuoco e gettarci dentro della pasta mi ha guardato con aria allucinata e ha buttato tutto nella spazzatura… mah. — Jace scosse il capo.
— E l'hai cucinato tu? — chiese Clary, osservando curiosamente qualcosa che sporgeva da dietro delle piante alle spalle del ragazzo.
— Certo, per chi mi hai preso! — rispose, fingendo un cipiglio indignato.
— Mah, non so, ho solo pensato che quelle scatole di Taki's dietro le piante centrassero qualcosa… — rispose lei, ridendo e indicando col mento le suddette scatole.
Jace arrossì appena, borbottando qualcosa che suonava come: — Magnus avrebbe dovuto farle sparire! Scommetto che si è nascosto da qualche parte a pomiciare con Alec…
Clary non poté trattenere un sorriso: — Andiamo, non fa niente. Vediamo di scoprire se questo gulasch è buono, no? — disse, accarezzandogli una mano e percorrendo col pollice la sua runa della vista. Non sapeva perché era nervoso, ma non voleva farlo sentire teso ancor di più di quello che già era-
Il diciottenne le rivolse un sorriso raggiante e iniziò finalmente a rilassarsi, alternando bocconi di riso a battute divertenti. 
Alla fine, la pasta era davvero buona, c'era da dirlo. Ma c'era anche da precisare, secondo Clarissa, che probabilmente la compagnia di Jace rendeva tutto più bello. 
Scosse lievemente il capo, pensando a quanto persa e innamorata fosse. E a quanto sembrassero idioti e allo stesso tempo follemente presi, certo. Era contenta di aver perseverato, e di essere riuscita davvero, alla fine, a stare con quell'angelo che davvero non meritava. Era anche felice che Aline si fosse sbagliata, che non fosse solo il fascino del proibito a unirli. C'era un motivo se non aveva ripiegato su Sebastian, questo era certo. Si affrettò a terminare il dolce, una mousse al cioccolato e ribes, a giudicare dal sapore, che era semplicemente deliziosa.
Jace si alzò in piedi, sorridendo sotto i baffi, e le diede un bacio all'angolo della bocca, leccando il contorno di quest'ultima con la lingua. Arrossendo, la ragazza si rese conto che molto probabilmente era tutta sporca di cioccolato.
Il biondo si staccò da lei ed estrasse un foulard di cachemire dalla giacca, che a giudicare dal colore - rosso acceso - e dai brillantini luccicanti, doveva essere un prestito di Magnus.
Si portò alle spalle della ragazza, bendandola.
— Ti fidi di me? — chiese, e Clary non colse la nota trepidante nella sua voce.
— Sempre. — rispose, rilassata e trepidante allo stesso tempo. Cos'aveva intenzione di fare? Dove voleva potarla?
— Aggrappati forte, allora. — le rispose, avvicinandosi a lei e abbracciandola da dietro. La guidò verso destra e poi in avanti, per poi voltarsi e stringerla forte, mentre Clary faceva lo stesso.
Un attimo dopo, si gettarono entrambi in qualcosa di mollo e gelatinoso che Clarissa riconobbe dopo qualche attimo come un portale.
Sorrise appena, e qualche attimo dopo atterrarono entrambi sulle ginocchia, affondando le mani in quello che sembrava prato e rotolando appena l'uno sull'altro per lo schianto.
Aprirono entrambi gli occhi, rialzandosi in piedi e ridendo, fino a quando la nephilim non capì dov'erano.
Davanti a lei, in tutto il suo splendore e in tutto il suo pericolo, c'era il Lago Lyn.
— Jace…
— Aspetta, Clary. Ti ho voluta portare qui per un motivo. È vero, queste acque hanno visto sangue e morti, anche un angelo, ma non è questo il punto. Il punto è che qui, due anni fa, tu mi hai scelto. Avresti potuto chiedere a Raziel qualunque cosa… — disse il biondo con un filo di voce, accarezzandole una ciocca di capelli: —… Ma, tra tutte… hai scelto me. — sussurrò, emozionato.
Si avvicinò a lei, guardandola con occhi carichi di sentimenti, quasi liquidi. 
— Hai… mi hai preferito a tutto, hai dato a me il primo posto… e adesso voglio fare la stessa cosa. — sorrise, riacquistanti sicurezza, e s'inginocchiò nel prato, prendendo una mano di Clary nelle sue, proprio mentre la ragazza sgranava gli occhi, esterrefatta.
Il nephilim estrasse l'anello della famiglia Morgenstern da una tasca della giacca: — Mi rendo conto che sia un po' strano, soprattutto perché tu sei una Morgenstern e io sono stato adottato da Valentine e teoricamente l'anello prima del matrimonio dovrebbe essere quello degli Herondale, ma visto che non ce l'ho e che, alla fin fine, ho avuto per tutta la vita un solo padre… be', quello che voglio dire è che sto cercando di fare le cose per bene, per quanto sembri quasi impossibile. — snocciolò in fretta, arrossendo. 
Le mostrò il gioiello, trepidante: — Clarissa Adele Morgenstern-Fairchild — La ragazza dovette trattenere un sorriso quando Jace si fermò un attimo per riprendere fiato: — … vuoi sposarmi?
Jace non si era mai sentito così nervoso ed emozionato e felice al tempo stesso in tutta la sua vita, era un po' come mangiare un cioccolatino: l'attesa è gustosa, ma non si vede l'ora di assaporarne il cuore e lo si pregusta così intensamente da sentirne già il sapore. 
La cacciatrice era ancora lì, in piedi, gli occhi strabuzzati e la bocca spalancata, immobile e in shock per qualche attimo. Prese un respiro profondo e tremante e si mise a sua volta il ginocchio, le gambe a contatto con l'erba fredda. Rabbrividiva, ma non per la temperatura.
— Sì, Jace, sì! — praticamente strillò, allacciandogli le braccia esili intorno al collo e baciandolo come mai aveva fatto prima d'ora. Rotolarono entrambi a terra, ridendo e con gli occhi illuminati da una gioia del tutto nuova, dei sorrisi ebeti sui volti.
— Oh Raziel — sussurrò Clary, mentre sentiva gli occhi farsi lucidi: — Non hai idea di quanto ti amo, Jace. — disse, stringendolo a sé. 
Non avrebbe saputo dire con certezza come accaddero, esattamente, gli eventi successivi. Certo, non quello non l'aveva mai immaginato così, aveva pensato a un letto, delle candele, dei petali… ma la verità era che, nonostante tutto, ogni cosa era perfetta.
Comunque, quel che intendeva era che non sapeva com'erano arrivati a quel punto, fatto stava che le dita del suo ragaz… del suo fidanzato le stringevano i fianchi, e la sua bocca stava torturando deliziosamente il suo collo, le pupille dilatate dalla lussuria e gli occhi che, illuminati solo dalla luna, sembravano scuri e ricolmi di misteri.
Clary si strusciò contro di lui, facendo scorrere le mani sul suo petto. Riusciva a sentire il caldo che le infiammava il sangue, l'eccitazione che la inebriava completamente, portandola ad essere più spigliata di quanto sarebbe stata normalmente in una tale situazione. Gli sfilò la giacca aderente, guardandolo apertamente: ben inteso, l'aveva già visto a petto nudo, ma quello era diverso. Sapere che adesso era suo, davvero e per sempre, che l'amava così tanto… era splendido. 
Iniziò a lasciargli una scia di baci sugli addominali, che presto divennero succhiotti sempre più profondi e scuri. Sentiva Jace contorcersi a quelle attenzioni, i piccoli gemiti che si lasciava sfuggire quando succhiava e mordeva a fondo. 
Lo lasciò libero di abbassarle la zip del vestito, le sue mani delicate e premurose sulla pelle e la sensazione della stoffa che la accarezzava.
Sì, sarebbe stata decisamente una notte da ricordare. 




(1) = Allora, mio cavaliere, dove andiamo questa sera? (Piccola precisazione, nonostante abbia alle spalle tre anni di francese non mi ricordo un'h, per cui mi sono affidata a Google Traduttore per tradurre questa frase… la colpa di eventuali parole sbagliate è sua xD)

 


A. A. after revision, 21/09/15:
Voi NON AVETE IDEA del terrore che mi ha attanagliato le viscere quando ho accidentalmente tagliato tutto il secondo capitolo rivisitato - fortuna che l'avevo anche su un altro file xD
Detto questo, chiedo umilmente scusa per l'immenso ritardo, ma la scuola è ricominciata anche per me e sapete com'è, come tutti non ho nemmeno il tempo di guardati allo specchio - anche perché sto cercando di raccapezzarmi e studiare il greco antico e, sappiatelo, non è una passeggiata xD -.
Anyway, spero che questo capitolo vi piaccia, era - è - uno dei miei preferiti e ho cercato di migliorarlo e ampliarlo al meglio.
Detto questo, vado a concludere il nuovo capitolo e a revisionare il terzo ;) 
Winchester_Morgenstern
   
 
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