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Autore: Birra fredda    02/09/2013    1 recensioni
La vita normale non è per tutti. Con vita normale intendo un qualcosa tipo: genitori rompiscatole, non permissivi, che credono i figli adolescenti dai santerelli del sabato sera, scuola odiata, professori visti come satana, compagni di classe con cui combinare solo guai, tanti trip in testa, escogitare modi per andare alla festa del secolo senza dire nulla ai genitori o mettere da parte dei soldi per il nuovo tour degli U2.
Ma io mi chiamo Nicole Haner mica per nulla, eh. E sono la figlia di Brian Elwin Haner Jr., meglio conosciuto come Synyster Gates, chitarrista degli Avenged Sevenfold, mica per nulla.
La mia vita non è normale, e proprio non so come potrebbe esserlo.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You will always be my heart.'
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L’inverno di quest’anno, a detta di tutti i telegiornali, è uno tra i più freddi che la California abbia mai avuto nell’ultimo secolo. A detta di mio padre, i telegiornali dicono così ogni anno. In ogni caso, fa un freddo boia.
È la mattina della vigilia di Natale e Cherie mi sta aiutando a vestirmi. In assenza di mia madre e essendo lei l’unica presenza femminile in casa, è sempre stata lei ad aiutarmi col gesso.
Indossiamo due tute smesse per poter aiutare in casa con i preparativi.
Prendo le stampelle e la seguo fino in sala, dove la casa è in subbuglio. Quest’anno la vigilia sarà festeggiata a casa di papà e Zacky e gli invitati saranno così tanti che quasi ne ho perso il conto.
Ci saranno i miei nonni paterni, i miei zii, la famiglia di Zacky, la famiglia di Johnny, la famiglia di zio Matt, la famiglia intera di mamma e zia Val e verranno anche i roadie Jason e Matt con le rispettive famiglie.
Saremo più di venti persone, neanche lo voglio sapere il numero esatto.
Al momento sono impegnata a stare in pena per papà che, con un buffo grembiule rosa, cerca inutilmente di aiutare Valary a cucinare le lasagne. Zia è piuttosto irascibile al momento, poiché è l’unica donna in casa e pare che sia anche l’unica in grado di cucinare senza mandare a fuoco qualcosa.
Io e Cherie ci lasciamo cadere sul divano, accanto ai miei fratelli e Nathan. Alicia è andata ad aiutare suo padre e Johnny con i dolci.
“Brian, santissimo cielo, sei un incapace! Devi stare qui come aiuto cuoco, non come un fottutissimo combina guai!” sbraita zia Val, facendoci ridere.
“Scusami... scusa, Valary... pensavo che...”
“Pensavi male!” continua a urlare istericamente la donna. “Anzi, vai subito via da vicino a me prima che ti infilzi con questo coltello! Vattene, su! E dì a Matthew che deve venire immediatamente a darmi una mano.”
Papà esce dalla cucina annuendo convulsamente col capo e camminando all’indietro con le mani in alto, in segno di resa. Ha ancora il grembiule rosa addosso, cosa che rende la scena ancora più divertente.
“Matt!” urla papà, passandoci davanti senza vederci e dirigendosi alla cucina in taverna.
“Credete sul serio che riusciranno a preparare tutto?” domanda Nathan, esibendosi in un grande sbadiglio.
“Forse, se voi deste una mano...” mi appresto a dire, ma ci ripenso dopo essermi beccata quattro occhiatacce di rimprovero.
Un tonfo ci fa sussultare, ma la colorita imprecazione che ne segue non può che scaturire nuove risate. Zio Matt appare dalle scale che portano in taverna, corre attraverso la sala e si precipita in cucina dalla moglie.
“Dimmi, tesoro, ti serve aiuto?” le chiede cauto.
“Sì, tesoro, dobbiamo preparare gli antipasti” risponde lei, inviperita.
La giornata prosegue così. Papà dopo aver notato che siamo tutti accomodati pigramente sul divano è venuto ad assegnarci dei compiti da svolgere. Persino a me, povera ingessata, ha detto di aiutare a pulire.
Io, Jim, Connor, Cherie e papà ci siamo attrezzati di scale, pezze, secchi d’acqua e buste della spazzatura e abbiamo pulito la sala fino a renderla lucida. Abbiamo buttato via tutte le cose inutili accumulatesi sul pavimento, abbiamo ripulito il divano dalle briciole dei cibi più vari, abbiamo rimesso ogni chitarra, ogni mascara e ogni libro al suo posto.
Un lavoraccio. Anche se io ho praticamente solo spolverato i mobili e i soprammobili con un panno, è stato faticoso per via del gesso che mi sono dovuta trascinare dietro continuamente.
Nathan, zio, Johnny e Zacky si sono alternati nel preparare i dolci e aiutare zia con il secondo e gli antipasti. Verso metà pomeriggio è venuta mamma ad aiutare la gemella, che l’ha chiamata sull’orlo di una crisi isterica.
“Non vorrai davvero mollare le posate a tua sorella, Jim!” strepita mamma, cogliendo mio fratello in flagrante.
Noi ragazzi siamo stati ingaggiati per preparare la tavola enorme allestita in sala. O meglio, mamma, zia Val e Alicia hanno disposto i posti, i segnaposti, le candele, i piatti in porcellana e i bicchieri raffinati. Noialtri non dobbiamo fare altro che mettere le posate e i fazzoletti.
“Ha il gesso, deve stare a riposo” continua mamma, puntando le mani sui fianchi.
“Mamma posso benissimo aiutare!” ribatto irritata.
“No, tesoro! Hai già lavorato troppo essendo in convalescenza, ok?” mi riprende lei. “Adesso io e te ci andiamo a preparare per la sera” continua, sorridendomi docilmente.
E così dicendo fa un cenno a Jim per esortarlo ad andare a mettere le forchette in tavola e mi porge le stampelle.
La seguo fino alla mia stanza, dove lei ha messo un piccolo trolley con tutto l’occorrente per lei e i miei fratelli per la sera. Neanche dovessimo andare a un gran galà.
Scegliamo insieme i vestiti per me e ci mettiamo parecchio più tempo del previsto, poiché non andiamo affatto d’accordo riguardo il vestiario. Io sono per uno stile rock, grunge, mentre lei adora le cose femminili.
Alla fine zia Val viene a dirci che dobbiamo muoverci e corriamo a farci la doccia, che già richiede diverso tempo più del previsto per via dell’ingombrante gesso.
Dopo la doccia mamma non ha più tempo per discutere con me del vestiario, in quanto gli ospiti saranno da noi entro mezz’ora scarsa. Così Cherie e Alicia, già pronte, mi aiutano.
Una volta pronte tutt’e tre, ci mettiamo davanti allo specchio enorme che campeggia su una parete della stanza di Cherie e ci osserviamo compiaciute.
Alicia indossa un leggings nero e un enorme maglione di lana viola, di quelli che andavano di moda negli anni ’80. Ai piedi ha un paio di Creepers altissime, si è truccata con tanto mascara e un po’ di matita viola. Sta d’incanto, per non parlare dei capelli! Li ha avuti blu, neri, rossi, arancioni, con i colpi di sole, tutti neri con un ciuffo verde, sopra neri e sotto biondi e rasati a sinistra con un enorme ciuffone blu dall’altro lato. Al momento li ha in una cresta castana alta dieci centimetri.
Cherie, al mio fianco, si sta passando una mano lungo i fianchi, che ha sempre considerato troppo larghi ma che sono assolutamente perfetti. Lei indossa un vestito color panna lungo fino alla metà delle cosce, aderente e che le mette in risalto il seno. Ai piedi porta delle zeppe non troppo alte e ha truccato gli occhi con un leggero ombretto rosso, dice che è per restare in tema natalizio.
Io, da parte mia, sono un mostro accanto a loro. Porto un vestitino per far piacere a mia madre, nero e con le borchie attorno al punto vita per compiacere me. È scollato, dunque porto anche un copri spalle a maniche lunghe, anch’esso nero. Al piede non ingessato ho messo una mia amata Dr. Martens e mi sono truccata gli occhi di nero.
“Ragazze, venite?” ci chiama zia Val, comparendo sulla porta insieme a mia madre.
Seguiamo le due donne in sala, dove gli uomini ci aspettano seduti sul divano. Non riesco a sopprimere una risatina, vedendoli tutti vestiti a puntino. Zia Val deve aver costretto i suoi uomini ad indossare giacca e cravatta, mentre Johnny, che è quello che sembra più impacciato, deve essere stato costretto a sua volta a cambiarsi. Ora indossa un pantalone elegante e una camicia bianca. Papà e Zacky credo che si siano messi d’accordo. Papà indossa un pantalone beige e la camicia nera con la cravatta rossa, mentre Zack un pantalone rosso con la camicia bianca.
“Connor, non azzardarti a toglierti il papillon!”
Mamma e Connor stanno litigando sulla porta della cucina. Mamma deve aver obbligato lui e Jim a mettersi lo smoking e, anche se le giacche di entrambi sono già sull’appendiabiti dietro la porta, vuole che almeno Jim porti la cravatta e Connor il papillon.
“Ma mamma...” protesta questi sbuffando, nell’esatto momento in cui suonano il campanello.
I miei nonni, Brian Sr. e Suzy, entrano in casa sorridendo e sorreggendo in due un cesto enorme e un vassoio di dolci. Anche se di solito non ci vediamo proprio spessissimo, ultimamente sono venuti a trovarci frequentemente dato che entrambi si sono preoccupati per me.
“Buon Natale” esclama mio nonno gioviale, abbracciando Connor, in assoluto il suo nipote prediletto, con la mano libera dal cesto.
Mentre io zoppico verso i miei nonni per salutarli, il mio gemello e zio Matt portano il cesto fino all’albero di Natale. L’albero l’ha scelto Zacky, è enorme e arriva quasi fino al soffitto, l’ha addobbato con tantissime lucine bianche e palline rosse. Credo che ci abbia messo una giornata intera.
Dopo qualche minuto la casa è così gremita di gente che a stento riesco a muovermi. Saluto tutti alla rinfusa, abbracciando per sbaglio mia zia McKenna due volte. Tutti hanno portato tantissimi regali, così tanti che mi chiedo cosa mai avrebbero escogitato se mai tra di noi ci fossero stati anche dei bambini.
Solo dopo aver ascoltato una lunghissima raccomandazione sullo stare attenti al gesso del signor Seward riesco a prendere posto a tavola. Per fortuna hanno pensato bene di mettere noi ragazzi a un lato e gli adulti dall’altro. Diciamo che siamo disposti per età.
Al capo tavola dell’altro lato c’è il padre di Zacky, che chiacchiera animatamente con mio nonno e col padre di zio Matt, seduti al suo fianco. Appena dopo ci sono il padre di Johnny e tutte le mogli. Mamma, zia Val e Amy, la sorella di zio Matt, parlottano sottovoce, tutt’e tre sedute vicine.
“Nicole...” mi chiama Cherie, dandomi di gomito dal capotavola.
“Dimmi”.
“Credi che ne usciremo vive?”
Sorrido, notando che gli Avenged Sevenfold si sono improvvisati camerieri e stanno portando maldestramente i piatti con gli antipasti. Zio ride animatamente, mettendo il piatto dinanzi alla sorella e dandole un bacio sulla guancia.
“Sì, sempre se zia non delira un’alta volta” le rispondo sottovoce.
Dopotutto ora pare tranquilla, oserei definirla persino rilassata. Ma, non so, forse impazzirà nuovamente notando che i piatti che Zacky porta traballano più... ehm, molto più del normale.
“Eccoti servita, tesoro” ride papà, posando il piatto dinanzi a me.
“Grazie” gli rispondo, pronta a tuffarmi sul cibo.
Improvvisamente mi arriva un messaggio, da un numero che non conosco.
Buon Natale piccola Haner. Scusami per aver parlato col dottor Baker di ciò che ti è successo... spreco il mio tempo facendomi prendere a pugni da te e chiedendoti scusa, lo so, ma non sono perfetto. Spero che tu stia bene e ti prometto che a scuola se avrai bisogno di aiuto col gesso io ci sarò. Sei bellissima, te l’ho mai detto?
Questo c’è scritto, e anche se non è firmato so che è Lorenz. E non riesco ad arrabbiarmi con lui per aver parlato di me con lo psicologo.
Dice che sono bellissima, dannazione.
“Non mangi?” mi chiede Connor, sorridendomi con la bocca piena di cibo.
“Ma sei matto?” gli dico, sorridendo a mia volta. “Mangerò tanto che mi sentirò male.”
E infatti mangiamo così tanto che mi sorprendo di non scoppiare o di non correre a vomitare. Zia Val è stata mitica, davvero. A partire dall’antipasto vario e squisito, passando per le lasagne buonissime al coniglio delizioso fino ad arrivare alla valanga di dolci su cui tutti quanti ci avventiamo.
Alla fine della serata ci ritroviamo in sala, con zia Val e mamma che rimettono a posto le ultime cose. Sono quasi le due di notte e i genitori e il fratello di Zacky sono appena andati via, lasciandoci soli.
“Suoniamo qualcosa?” propone papà, alzandosi dal divano su cui era spaparanzato per andare a prendere la sua chitarra.
“Certo” esclama Zacky, seguendolo di corsa insieme a Johnny.
Ci ritroviamo immersi nella musica. Cantiamo, suoniamo, ridiamo, balliamo sul divano, sulle sedie. Io, al massimo, posso ondeggiare sul posto aggrappata a qualcuno, ma mi va bene così. Mi soffermo a guardare i miei fratelli e Nathan, che improvvisano delle mosse pelviche davvero esilaranti; poi guardo Cherie e Alicia che ballano sulle sedie. Guardo zio Matt che canta e prende a pugni Johnny, stuzzicandolo e cercando in ogni modo di farlo sbagliare, mentre lui resta imperterrito con lo sguardo fisso su quelle quattro corde che tanto ama; sembrano essere tornati ragazzini. Rivolgo lo sguardo a Zacky che suona la sua chitarra senza badare ad altri. Osservo mio padre, infine, che, seduto al mio fianco, suona come se fosse nato sapendolo fare e rivolgo lo sguardo alla fotografia del Rev sul pianoforte. Gli sorrido, perché so che è con noi anche adesso, a ridere e a cantare.
Sono a casa.












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Siamo giunti all'ultimo capitolo prima del prologo! ...ammetto che sento già la mancanza di questa storia, ma intanto sto pensando seriamente di scrivere un prequel o forse, ma meno probabile, un  sequel.

Spero vi piaccia il capitolo, aspetto con ansia di farvi leggere il prologo.
Siete tutti bellissimi,
Echelon_Sun
  
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