Ecco qua il secondo capitolo… lo scritto di getto sta mattina… mi
sono svegliata presto con un’idea in mente… et voilà l’opera … se magari…
aspetto i vostri commenti.
Buona lettura
Light
Capitolo 2: - Oskar
-
Ziva fissò negli occhi il collega cercando di capire se stesse parlando
seriamente o fosse solo un inutile tentativo per evitare il suo scappellotto.
Si piegò a guardare nella macchina fotografica,
sistemò la gradazione del teleobiettivo e…
- Tony sei un’idiota!! Porco che non sei altro
hai puntato la macchina fotografica sulla finestra
della coinquilina del piano… ma è possibile che non puoi fare il serio neanche
nelle situazioni difficili…- Si alzò di scatto e gli puntò il dito infuriata.
DiNozzo iniziò a indietreggiare, la donna gli
stava mettendo paura.
- Dai Ziva era un semplice scherzo…- mise le
mani in avanti, in segno di difesa, come a placare la furia che si sarebbe
abbattuta da lì a poco su di lui -… non succede mai niente dall’altra parte e
ho visto quella dolce visione… no, ferma che fai.- indietreggiò ancora di più.
Gli occhi della ragazza erano diventati di un nero scuro, era ferma
davanti a lui, e il suo viso e la posizione del corpo che aveva assunto non preannunciava niente di buono.
Tony retrocedendo andò a scontrarsi con il tavolo della cucina. Ziva in
un gesto fulmineo gli prese il braccio e glielo stritolò dietro le spalle
facendolo piegare sul tavolo.
- DiNozzo ti avverto…- lo minacciò con tono severo parlandogli vicino
all’orecchio – se lo fai di nuovo non sarò così
gentile la prossima volta, hai capito?- Gli chiese stringendo ancora di più la
presa.
- Mmmm come sei suscettibile…- la donna
strinse ancora di più – ah…ah..ahi! …ok, ok era per movimentare la situazione, ti stavi facendo
un po’ troppo stregare dal tipo!-
Ziva colta di sorpresa dall’affermazione del collega lasciò leggermente
la presa e l’uomo ne approfittò per capovolgere la
situazione imprigionandola nella sua presa stringendola a lui.
- E ora come la mettiamo agente David?- Le
chiese Tony ironico sussurrandole le parole sul collo aspirando il suo profumo.
La donna sorrise, i suoi occhi scintillarono e con voce
basse gli rispose – Hai decretato la tua fine.-
Gli lanciò una gomitata sul costato facendogli mollare la presa del suo
polso.
DiNozzo si piegò dal dolore indietreggiando e scontrandosi con il
tavolo. Inavvertitamente si appoggiò sullo scatolone aperto contenente le
stoviglie che caddero a terra infrangendosi rumorosamente sul pavimento e rovesciando anche la sedia creando, così, un
frastuono infernale. Lui stesso perse l’equilibrio finendo a terra sui vetri.
- Tony!- Gridò allarmata Ziva. S’inginocchiò vicino a lui – Stai bene?-
- Che botta e che casino! Meno male che Gibbs
non è di sorveglianza altrimenti era la volta buona
che licenziava entrambi!- Disse ripulendosi dai pezzetti di vetro.
La donna sospirò immaginando la scenata che gli fosse toccata se il
capo avesse assistito alla scena. Il suono del campanello la distolse dai suoi
pensieri.
I due agenti si guardarono negli occhi e mentre uno andava a coprire
l’attrezzatura l’altra andò ad aprire la porta.
Ziva si trovò davanti un uomo, di circa 35 anni, alto, distinto, con
indosso un completo nero con maglia a collo alto, dal fisico slanciato e
muscoloso, con uno sguardo da togliere il fiato, due occhi dal colore nero
intenso come la pece, di una profondità immensa, che non lasciavano trasparire
nulla, labbra sottili di un leggero colore rosato, con la testa nuda priva di
capelli. “Ah però…” pensò la donna ritrovandoselo davanti.
- E’ successo qualcosa?- Chiese l’uomo con un timbro di voce bassa e
calda – ho sentito quel frastuono e mi sono preoccupato che fosse accaduto
qualcosa, posso essere utile?- continuò come se volesse indagare ma senza facendo trasparire niente, non un’emozione, una senza
sensazione.
- Si tutto a posto… non ti devi preoccupare,
ce la caviamo da soli.- Intervenne Tony vedendo il tipo. C’era in lui qualcosa
che gli dava fastidio, la sua intraprendenza e l’interesse che aveva provocato
nella collega non gli andava giù.
- Tony!- L’ammonì – scusalo ma oltre ad essere maldestro non ha ancora
imparato le buone parole.-
L’uomo la guardò in modo strano cercando di capire che cosa volesse dire la donna.
- Sorellina cara… si dice le “buone maniere”.-
Per tutto risposta Ziva gli diede una gomitata.
- Lascialo perdere, il mio fratellastro pensa
sempre di sapere tutto!- Disse accentuando il tono di voce sulla parola
“fratellastro”.
- Ah così siete fratelli?- Domandò lo sconosciuto.
- Fratellastri.- Precisò Ziva – In realtà neanche quelli, un bel giorno
mia madre incontrò suo padre e chissà per quale motivo se ne innamorò e lo
volle addirittura sposare e così mi ritrovai lui – e indicò con il dito Tony –
come fratello. Proprio un vero bottino.-
- Tesoro?- Chiese titubante.
- Si, si quello… è uguale.- Disse noncurante
accentuando la sua risposta con il gesto della mano.
- Ziva vieni a darmi una mano a mettere a posto!- Urlò Tony dall’altra
stanza.
David si girò e gli lanciò un’occhiata di fuoco e poi ritornò a
guardare l’uomo sorridendogli imbarazzata.
- Meglio così…- Le disse guardandola dritto negli occhi come se volesse
carpire ogni suo segreto – vi lascio alle vostre faccende.-
“Che cosa significa “meglio così”?” si domandò
DiNozzo ascoltando il commento dello sconosciuto e sentendo dentro di lui una
voglia irrefrenabile di prenderlo a botte.
L’uomo si girò e raggiunse il suo appartamento, ma prima che la donna
potesse chiudere la porta…
- Dimenticavo… io sono Oskar, piacere di
averti conosciuta Ziva.- Le sorrise ed entrò nel suo appartamento.
Chiusero contemporaneamente la porta.
- Allora…
finalmente ti ha mollato… ha sospettato qualcosa?-
Le chiese Tony
quando lo raggiunse.
- No tutto liscio… e cos’è questa storia sorella?-
Lo guardò
divertita.
- Eh eh…- si passò nervosamente la mano sulla testa.
- Sorellastra vorrai dire…l’hai deciso tu, hai proprio preso da tua
madre!-
Scherzò lui – Che
ne dici?- Le chiese ritornando serio.
Ziva non rispose e
si avvicinò alla finestra per guardare fuori,
era pensierosa, c’era qualcosa in quell’uomo che l’attraeva
ma al tempo stesso la inquietava.
- E’ lui.- disse
alla fine.
Nello stesso
momento dall’altra parte del piano…
L’uomo si era appena richiuso la porta alle sue spalle
Quando una voce gli chiese:
- Contatto riuscito?-
- Avevi dubbi?-
il suo volto cambiò espressione,
i suoi occhi diventarono ancora più scuri
e un
sorriso perverso assottigliò ancora di più le sue labbra.
Continua…
Bene, bene, ecco la fine di un altro capitolo
ci stiamo addentrando nella storia…
Chi avrà mai parlato a
Oskar? Si scoprirà nel prossimo capitolo? Mmm…
vedremo, e Ziva che cosa avrà voluto dire con “E’ lui”.
Nella testa di Tony risuona ancora quella
frase “meglio così” che cosa significherà quella affermazione?
… quante domande ?_? mi
fonde il cervello
_matthew_ ho usato la tua idea di impaginazione
con allineamento margini diversi, per descrivere due scene che si svolgono
nello stesso momento, la trovo perfetta, spero che non ti dispiaccia,
ma ormai lo sai, sei il mio guru … XD