Ecco la flash su Gono. È forte, il
paragone che ho deciso di fare con la “carne umana”, ma non stavo cercando
eleganza stilistica, ma una metafora forte per quello che Gono ha commesso. Non
ci si può nascondere dietro a un dito, una carneficina resta una carneficina e
lui ha ucciso anche esseri umani innocenti. So anche benissimo che lui diventa
un demone dopo che Chin’iso lo provoca e lui lo uccide, trasformandosi in
demone, ma la perdita della sua umanità credo fosse iniziata già dal primo
omicidio.
A
voi.
Gono
“My
Dearest
Scatterheart
There is comfort
Right in the eye
Of the hurricane
Just to make it easier on you”
Era sempre stato un bambino
difficile, aveva sempre e solo voluto l’amore della gemella mai conosciuta,
rifiutando quindi ogni contatto, ogni tentativo di avvicinamento, gelando
chiunque con i suoi occhi color verde lago.
Fino a che altri occhi verdi come i suoi, ma grandi e profondi, non gli
strapparono il cuore.
Sentiva finalmente di appartenere a un luogo, a una persona, di non dover aver
paura di aprire se stesso. Non con lei, non con Kanan, metà della sua vita. Nessuna
paura.
Lui, che non aveva mai posseduto niente, ora sentiva di avere tutto. Aveva
tutto solo abbandonandosi tra le sue braccia, appoggiando il viso al suo seno
accogliente.
Le sbarre ormai erano diventate
come carne tra le sue dita, tanto le aveva strette. Erano calde, viscide, come
il sangue che aveva versato in quel castello, quella notte. Come il sangue che
usciva ancora dal ventre della sua gemella, da quella che era stata la metà
della sua vita.
Lui, che aveva tra le mani tutto trovando Kanan, ora era rimasto senza niente.
Se non con quelle sbarre, umide, calde e viscide, come carne umana.
Carne
umana, che lui non era più.
“You
are gonna have to find out for yourself”