Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Ricorda la storia  |       
Autore: sleepingwithghosts    02/09/2013    4 recensioni
(...) mi ripetete come, di preciso, riusciremo a scovare Jared, Shannon e Tomo?»
Una malsana idea nata subito dopo aver visto Artifact. Tre amiche che partono alla ricerca dei loro eroi, prendendo un volo last minute per Los Angeles e che finiranno per mangiare tante ciambelle, questo è sicuro. Ma li incontreranno? Ci riusciranno davvero? Che l'avventura abbia inizio.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«I miei genitori mi butteranno fuori di casa», mi lagno, sentendo la faccia contrarsi in una smorfia.

«Devo ricordarti che fra due mesi andrai all’università e che di conseguenza avrai comunque già cambiato casa?», mi dice Frances.

«E Paese, non scordiamoci che cambierà – cambieremo – anche Paese», aggiunge Rain.  

Sbuffò. «Ho appena speso tutti i soldi che avevo risparmiato in un anno per questo stupido volo. A Londra mi ciberò di erba rubata da Hyde Park e acqua del Tamigi»

«Tutti prodotti di ottima qualità inglese, mi sembra, o sbaglio?», ridacchia Rain.

Sorrido, non riuscendo a trattenermi. «Sono una persona morta».

«Ma tu», comincia Frances puntandomi addosso i suoi occhi azzurri «dove diavolo eri quando Dio distribuiva lo spirito d’avventura?»

«A lavarsi i denti, probabilmente», risponde Rain.

Alzo gli occhi al cielo. «Vi odio. E ho paura che questo stupidissimo aereo precipiti da un momento all’altro».

Paranoica? Sì. Petulante? Anche. L’ansia fa parte di Deborah, ne è la padrona, la domina. Le ansie di Deborah hanno l’ansia.

Deborah sono io e in questo momento sento che sto per avere un attacco di panico, uno di quelli che mi succhiano via tutto il respiro, e che morirò presto. Nessuno mi potrà salvare da qui su. Morirò su questo scomodo sedile di seconda classe, guardando i tuoni fuori dal finestrino e pensando che almeno non mi sono sfracellata al suolo. Potranno ancora portarmi i fiori al cimitero e tutto il resto.

«Non hai sentito una parola di quello che ho detto», constata Rain dopo un po’.

«Mh». Ops.

«Lo sapevo. Chi è che odia chi?», dice incrociando le braccia al petto.

«Sembri una bambina di due anni».

«Sembri una vecchia di cento anni», ribatte lei.

«Quest’aereo non si schianterà e hai solo un attacco di panico, non stai morendo d’infarto. Stai calma, Deb. E tu Rain, per favore, ti supplico, smettila di infierire», dice Frances prima con un tono dolce e poi con uno implorante.

«Okay», diciamo in coro io e Rain. Mi volto verso di lei che mi fa una linguaccia, e io le sorrido. I battibecchi come questo sono all’ordine del giorno, tra me e lei. Dopotutto siamo migliori amiche.

«Quindi», ricomincio, e le vedo irrigidirsi, preparandosi ad un’altra raffica di frasi fatte per alleviare il mio panico «dato che siete sicure che non precipiteremo e che non avrò un infarto fulminante, dato che siete così sicure che a Los Angeles  ci arriveremo vive, intatte, soprattutto (l’idea del veicolo che si schianta al suolo e me stessa divisa in mille pezzettini come Voldemort nell’ultima scena di Harry Potter e i doni della morte parte II non riesce ad abbandonarmi la mente) mi ripetete come, di preciso, riusciremo a scovare Jared, Shannon e Tomo?»

In un secondo si sciolgono e cominciano a sorridermi. Due sorrisi così malvagi da farmi accapponare la pelle. Quei sorrisi urlano “ma per chi ci hai preso, due deficienti?”. Gli stessi sorrisi di quando, per la prima volta, mi avevano esposto il loro piano. Non è che avessi avuto molta scelta, il giorno in cui si erano presentate a casa mia sostenendo che loro sapevano che avrei sicuramente detto di sì e che quindi i soldi del biglietto li avevano anticipati loro; ricordo di averle guardate confusa chiedendo di che biglietto stessero parlando, immaginandomi l’adrenalina prodotta da un nuovo concerto o la meraviglia davanti a un quadro che non avevo ancora visto, ma no, ovviamente non era così. Lo compresi quando Frances mi sventolò sotto il naso un cartoncino lungo e spesso: biglietto aereo last minute per la città degli angeli.  Devo proprio specificare il fatto che ci mancava poco ad un rovinoso svenimento?

Ora, con la tempesta che infuria fuori dal finestrino alle mie spalle, l’ansia annidata nello stomaco e le unghie ormai divorate, guardo Rain gonfiarsi soddisfatta. «Google sa tutto», dice «anche l’indirizzo esatto del The Hive»

 

 

 

 

È solo una malsana idea che mi è spuntata in testa dopo aver visto Artifact insieme a due amiche. Non so ancora bene che cosa ne uscirà, ma sono sicura che non sarà nulla di intelligente. Io vi avvertiti. Deb.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: sleepingwithghosts