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Autore: 8WeirdSisters8    02/09/2013    5 recensioni
Un troll mulina la sua mazza innanzi a un Babbano. Un Incantesimo Incendiario gli guizza sotto gli occhi, bruciacchiandogli la punta del soprabito. Un Tranello del Diavolo lo stritola senza troppe cerimonie.
In tutti questi casi, il Babbano in questione, particolarmente sfortunato, sì, crederà di aver semplicemente alzato troppo il gomito. Perché?
Se lo è chiesto il Professor Mordicus Egg e i frutti della sua indagine, delineata attraverso una serie di fulgidi aneddoti, sono raccolti in un libro che è adesso indispensabile per qualunque appassionato di Babbanologia. Perché i Babbani preferiscono non sapere e i Maghi vogliono sapere perché.
•Edizione arricchita di un saggio introduttivo di Wilhelm Wigworthy, autore di “Vita domestica e abitudini sociali dei Babbani Inglesi”.
•Solo per oggi, dal prezzo di copertina saranno scontati venticinque Zellini da spendere presso la Gelateria Fortebraccio.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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1.     Il matrimonio è una catena così pesante che a portarla devono essere almeno in tre.

 

 

 

Quando le mie ossa non avevano ancora adottato lo spregevole vizio di scricchiolare ed io ero un giovanotto di belle speranze, lavoravo con un entusiasmo del tutto incompreso dagli altri presso la Sezione Spiriti dell’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche1. L’aria lì era tetra, è vero. Per lo più si passava il tempo a tentar di convincere i morti di essere morti e i parenti del Caro Estinto che sì, nonostante fosse tecnicamente passato a miglior vita, la sua miglior vita l’avrebbe comunque trascorsa accanto a loro e che no, non c’era una via per spedirlo dall’altra parte in modo permanente, nemmeno con un calcio ben assestato. Si lavorava poco e si brontolava troppo, specialmente quando un Fantasma ti passava inavvertitamente attraverso. Soprattutto si discuteva molto su quell’”inavvertitamente”.

Io però amavo quel lavoro, un po’ perché ero un tipo stravagante, persino per quelli dell’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, un po’ perché esso mi permetteva di studiare la reazione dei Babbani a un fenomeno così magico come quello ectoplasmatico. Ebbene, sin da allora ne approfittavo per coltivare la mia più grande passione: carpire le ragioni che si nascondono dietro i comportamenti Babbani. È una materia d’indubbio fascino, ne converrete, nonostante gli altalenanti atteggiamenti di parte della comunità magica.

Per un detto che risale ai tempi di Herpo lo Schifido2, “il Babbano la magia, prima la fiuta, poi la rifiuta”. Il meccanismo con cui i Babbani si sforzano di mantenersi ignari della Magia è stato fatto oggetto di discussioni (si legga a tal proposito l’opuscolo “Magia? Bah! Sciocchezze!” della babbanologa Eglantyne Thomasina Dirk3) ed è pari allo sforzo compiuto da maghi e streghe perché ignari siano ed ignari restino. Ho visto Babbani palesemente affatturati che andavano in giro lamentando strani raffreddori, improvvisa balbuzie e acne purulento (in almeno due di questi casi si trattava degli effetti, rispettivamente, di una Fattura Tartagliante e di un Furnunculus di livello sopraffino, anche se sgradevole). Un volta mi sono imbattuto in un aspirapolvere, aggeggio di fattura babbana utilizzato comunemente per le pulizie, che era stato stregato perché arpionasse il malcapitato e ci ballasse un valzer forsennato: pure in quel caso, la signora Babbana che lo possedeva, per nulla convinta che lo strano comportamento fosse di natura magica, si precipitò a scrivere una lettera di lamentele alla casa produttrice per “l’ignobile malfunzionamento dell’apparecchio, per quanto non mi capitasse una serata danzante così incantevole da anni”. Usarono su di lei un Incantesimo della Memoria solo per rispetto del protocollo e solo dopo le insistenze del Capufficio, un notorio esempio di pedanteria. Ma torniamo ai Fantasmi.

 Com’è noto, i Babbani non possono vedere i Fantasmi, ma non sono del tutto ciechi alle loro manifestazioni. La storia è piena di Spiriti che, peccando d’imprudenza o di malafede, hanno infestato troppo rumorosamente o troppo furiosamente edifici frequentati da Babbani, sicché persino loro si sono accorti della presenza di coinquilini invisibili. Anche in questi casi è scattato però – e per nostra fortuna - il loro meccanismo di autodifesa: le giustificazioni che si sono di volta in volta dati sono numerose e tutte abbastanza spassose (“problemi dell’Impianto Elettrico4”, “sovraccarico di tensione”, “leggera, del tutto naturale e solamente provvisoria inclinazione del pavimento, che ha fatto scivolare la sedia, camminare la bambola ed aprire il frigo5”, “aumento fisiologicamente improbabile ma non impossibile della mobilità del collo”).

Così, una volta, m’imbattei per lavoro in una coppia di giovani Babbani che, a loro insaputa, vivevano fianco a fianco con un Fantasma particolarmente bizzoso. Si chiamava Fergus Salamander ed era uno che apprezzava moltissimo la propria condizione attuale, nonostante la sorte tragica che gli era toccata: era infatti morto suicida dopo aver erroneamente scambiato un inerte groviglio di polvere e pelucchi per il suo affezionato Puffskein ed averlo di conseguenza dato per defunto. “Il suo grigiore mi atterrì enormemente”, mi spiegò con lugubre compiacimento. La verità era che il Signor Salamander non vedeva l’ora di trovare una ragione per tirare le cuoia: era nato per morire, non c’era dubbio. Gli riusciva così bene: trascinava delle pesanti catene, scivolava con la leggerezza di un soffio, rantolava a giorni alterni ed esibiva sempre il cipiglio più grave che avessi mai visto. Parlava di sé con una sorta di sgomenta soddisfazione: “Ho solo abbandonato l’imbarazzante abitudine di vivere”. Seguiva un sospiro che emulava con una precisione tutta studiata l’ultimo respiro esalato.

I Brown, invece, erano una coppia di giovinastri Babbani che, com’ebbi modo di capire, si erano uniti in matrimonio per puro caso. O per il rinfresco, chissà. Quello che era chiaro era che si odiavano: litigavano furiosamente e ciò principalmente perché il loro rapporto si basava su una serie di cortesi bugie. L’unica cosa che li aveva tenuti insieme, distraendoli dalle beghe familiari, era stato l’interesse per quegli inspiegabili rumori e i sospetti segnali provenienti dall’appartamento di fronte. Spaventato all’idea che potessero subodorare la verità, chiesi loro che cosa ne pensassero: credevano si trattasse di un fuggiasco, un ricercato, un romantico fuorilegge. “Tutt’al più, un alieno” soggiunsero eccitati. Li squadrai. Valutai l’opportunità di sfoderare la bacchetta e cancellare ogni traccia del fu Fergus Salamander dalle loro menti. Poi decisi che non ce n’era bisogno: il meccanismo Babbano di autodifesa aveva funzionato ancora. Sono tuttora convinto che, se anche loro avessero potuto vederlo, ingobbito e teatralmente malinconico, lo avrebbero semplicemente bollato come “il vicino pallidino dell’appartamento di fronte”.

Imparai allora che il matrimonio è una catena così pesante che a portarla devono essere almeno in tre.

 

 

 

 

 

1.       Le sezioni dell’Ufficio, com’è noto, sono tre: Sezione Spiriti, Sezione Animali e Sezione Esseri. La suddivisione nell’una o nell’altra di tutti i non-Maghi ha storicamente fatto emergere diversi problemi: gli Spiriti si rifiutavano di rientrare fra gli Esseri, nonostante la loro intelligenza umana, mentre non mancavano gli estremisti che richiedevano che i Babbani rientrassero fra gli Animali. Tutti sanno come andò a finire con i Centauri e i Goblin. Sta di fatto che la Sezione Spiriti più delle altre risentì d’una ingiusta nomea e coloro che vi lavoravano venivano sbeffeggiati e accusati di non avere alcuna importanza all’interno della gerarchia degli Uffici. “Trasparenti come gli Spiriti” fu un’offesa in voga per molto tempo. Per parte mia, posso dire di non essermi  mai sentito trasparente, eccetto che agli occhi di Kenny Strogoff dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. Ma lui era un caso a parte: portava lenti spessissime e continuava a urtare contro le pareti.

2.       Greco e Rettilofono, il primo ad aver dato vita ad un Basilisco. Un tipo poco raccomandabile, nonostante gli eccentrici mustacchi a punta.

3.       Nota Babbanologa del secolo scorso. Godeva di grande stima nell’ambiente accademico, finché non venne fuori la sua macabra abitudine di conservare unghie, capelli e vari pezzetti di Babbani nella credenza di casa, con la speranza di attirarne altri sotto il suo tetto e poterli studiare da vicino.

4.       Misterioso e affascinante arnese, composto di fili, che rende possibile l’elettricità. Non siamo ancora riusciti a comprenderne il funzionamento, ma se è per questo nemmeno molti Babbani lo hanno fatto.

5.       Abbreviazione di “frigorifero”. Simpatico strumento che serve a mantenere al fresco il cibo e ad essere decorato con mille, inutili pezzetti metallici appiccicosi.

 

 

 

 

 

 

 

________

È Lunedì, mi dicono. Tendo a disconoscere l’esistenza dei Lunedì normalmente. Comunque tendo anche a credere alle mie fonti, perciò è Lunedì. E avevo detto – anzi, molto più compromettente, avevo SCRITTO – che avrei pubblicato. Spero di non aver fatto un pasticcio, con questo capitolo. In ogni caso, ecco un po’ di note:

- Herpo lo Schifido è davvero l’inventore del Basilisco. Immagino sappiate la storia: uovo di gallina covato da un rospo. La Dirk invece me la sono inventata, come il Fantasma, il Kenny Strogoff delle note e come il detto sul Babbano e la Magia.

- Il Puffskein è citato ne Gli Animali Fantastici. È una graziosa palla di pelo, normalmente color crema e non grigio, ma possiamo supporre che Salamander non fosse molto incline alle pulizie quand’era in vita. In ogni caso, ha smesso di preoccuparsene, una volta dall’altra parte.

- Quanto al Kenny Strogoff di prima, quello praticamente cieco, non so se avete colto il riferimento. Michele Strogoff è il protagonista dell’omonimo romanzo di Jules Verne, il quale (Michele, non Jules) pensa bene di fingersi (e finge con straordinario talento) cieco, per la gioia della sua fidanzata che, ignara, se lo trascina per mezza Russia fra intemperie, disastri naturali che nemmeno in 2012 e un’invasione tartara, che, non so se sapete, non è esattamente innocua come la salsa tartara.

- Io sono fra i Babbani che non hanno mai compreso cosa esattamente sia un Impianto Elettrico.

- Dimenticavo: la frase che dà il titolo al capitolo è attribuita dal mio amico Google a Alexandre Dumas (Padre). Io gli credo.

- Tutte le vicende sulle Sezioni Animali, Spiriti ed Esseri possono essere approfondite ne Gli Animali Fantastici.

 

Fine! Segnalatemi qualsiasi cosa vi faccia storcere il naso, compreso il caso in cui sia l’intero capitolo a provocare questo sgradevole effetto collaterale.

Ho mandato tutte le caramelle a chi se le meritava ed anche tutte le cacche di Doxy. Queste ultime però dovrebbero avere un notevole effetto ricostituente, perciò non vogliatemene.

Alla prossima!

WS

   
 
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