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Autore: EffieRiot    08/03/2008    6 recensioni
Ora, era tutto nero. Nero come la pece, nero come l'odio, nero come il suo umore. Ma dolce. In verità, tutto era nero come Bill.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Declaimer: i Tokio Hotel non mi appartengono e tutto ciò che è scritto in questo documento è puro frutto della mia inventiva. Questa storia non è scritta a scopo di lucro. Detto questo, buona lettura!!! ^-^

-SEI UN DEFICIENTE!!!!! HAI ROVINATO TUTTO!!!!-

-Hayden, fermati!-

-No che non mi fermo, idiota! Devo andare a recuperarla! Hai rovinato quello che poteva essere il giorno più bello della sua vita, è mio dovere di migliore amica recuperarla e fare in modo che abbia una spalla su cui piangere!-

Le scarpe bagnate scivolavano sull’asfalto che era diventato una lastra di ghiaccio. Pochi e fugaci pensieri... lui, che aveva fatto l’irreparabile...lei che avrebbe tentato di riparare l’irreparabile...e...STONG (effetti sonori gentilmente prestati dalla Rai ù.ù)

Nemmeno un sussurro, nemmeno un accenno di dolore per la caduta. Nemmeno una parola di scusa per la persona contro cui aveva sbattuto. L’unica cosa che voleva era trovare Isebil. Ricominciò a correre senza sentire il dolore che poco dopo le avrebbe percorso tutta la gamba.

-Hayden, fermati! Dove stai andando?!- smettendo di correre si girò a guardare il suo interlocutore, atto estremamente pericoloso quando ti ritrovi a correre su una lastra di ghiaccio. Come se l’essere di fretta, lo star male per la sua amica e tutto il resto non fossero abbastanza, cadde violentemente a terra con il sedere. Questa volta si che sentì il dolore.

-Oh cazzo...Hayden, ti sei fatta male?- chiese preoccupato un ragazzo con in mano diversi regali che aveva appena raccolto dal suolo.

-No...solo qualche osso in poltiglia! Nulla di grave, stai pure a portare i regali in un locale vuoto!-

-Hayden se non mi dici quello che è successo io che posso fare, me lo spighi?- chiese l’amico andando verso di lei e aiutandola a tirarsi su.

-Ti dico una sola cosa. Tuo fratello, troppe ragazze.- rispose lei stringendogli la mano tirandosi su.

-Non mi dire che ha fatto una delle sue solite cazzate, ti prego!-

-Si... e indovina una cosa? Isebil è scappata e devo raggiungerla prima che si venda a un circo ambulante!- disse pulendosi i pantaloni dal ghiaccio e dal fango del terreno, per poi portarsi una mano sulla schiena.

-Ehy, ti fa male?-chiese lui poggiando la mano leggermente sopra quella della ragazza con tocco delicato.

-Un po’. Ma nulla di grave. Solo una botta, fra qualche ora sarà già passata!- disse lei scacciano la sua mano con fare irritato. Non le piaceva che la toccassero, almeno, non le piaceva che i ragazzi la toccassero! Le sembrava che invadessero la sua privacy.

-Sicura? Se vuoi ti accompagno...-

-No! No...meglio che vai da tuo fratello, che se lo becco io finisce che mi sporco i vestiti di sangue!-

-Fine come sempre, Hayden...- un sorriso ironico.

-Ci vediamo dopo, Bill! Fai venire i sensi di colpa a tuo fratello anche da parte mia, eh! Se lo merita davvero quell’idiota!-

-Certo! A dopo, Hayden!- le urlò mentre era già lontana, persa nella nebbia di una fredda notte invernale in cui di certo, sarebbe scivolata altre volte sull’asfalto ghiacciato.

***

-TOM, DEFICENTE! Si può sapere che cazzo hai combinato? Ho incontrato Hayden per strada...stai certo che se ti becca sei morto!- urlò un quasi allampanato moro appena messo piede nel locale cha aveva affittato insieme ai suoi amici per quella che avrebbe dovuto essere una delle serate più belle della vita di Isebil.

-Oh, non ti ci mettere anche tu! Sei mio fratello, dovresti difendermi!- rispose un rastaro biondo stravaccato su una sedia. Sul tavolo, sparse e rovesciate, almeno una decina di bottiglie di birra vuote.

-Ma cazzo, Tom...non capisci? Isebil fino a adesso ha avuto una vita di merda! e quando finalmente una...UNA cosa nella sua vita volge a suo vantaggio tu rovini tutto così? Ti prego, Tom...dimmi che almeno un po’ ti dispiace, ti prego! Non puoi essere così cinico!-

-Oh, ma che cazzo! Credete tutti che io sia così insensibile? Io sono un essere umano, come tutti! Ovvio che mi dispiace, ma non ci posso fare nulla se Isebil non mi piace! Ha scelto il ragazzo sbagliato, magari se al posto di volere me a tutti i costi si innamorava di Andreas le cose gli andavano meglio!- sbraitò Tom in un impeto di rabbia indicando il ragazzo biondo seduto in un angolino della stanza. Nella loro compagnia i problemi di cuore erano sempre stati fonte di casini, ma mai come quella volta.

Il rastaro prese la sua felpa e se ne andò sbattendo la porta, come se tutto il mondo dovesse capire che Tom Kaulitz era incazzato nero.

***

-Isebil... lo so che sei li. Esci, per favore...- chiese dolcemente una ragazza bionda, con il trucco sbavato dal pianto e dal sudore. Aveva corso per quasi un’ora senza sosta dopo lo scontro con l’amico.

-Hayden, ti prego, non riportarmi da lui...- disse in risposta una voce spezzata dal pianto dietro il cespuglio che separava le altalene dal resto del parco giochi.

-E chi ci torna più da quello stronzo! L’unica volta che lo rivedrò sarà quando gli spaccherò la faccia a forza di bottigliate!- replicò Hayden girando attorno al muro di fogliame e strizzando gli occhi per vedere il viso dell’amica nella penombra.

-Fine come il solito, eh?- rise appena... di certo la bionda non era un esempio di finezza. Ma almeno era la prova vivente che l’accoppiata bionda – occhi azzurri non era sinonimo di snob viziata!

-Ovvio! Vuoi tornare a casa?- rispose decisa l’amica avvicinandosi e sedendosi sull’altalena libera.

-No! Se mio padre mi vede in queste condizioni sai come finisce?!-

-Ok, allora non torniamo a casa... vuoi venire da me?- chiese Hayden. Sembrava molto una mammina... era così dolce. Incredibile come, in un momento, potesse cambiare.

-E dove dormo? Tuo fratello mica era tornato dalla Russia?-

Il fratello di Hayden, Darius, aveva venticinque anni. In Germania non aveva casa propria, ma stava ancora nella casa dei suoi genitori, ma in compenso lavorava in Russia e stava li per il 90% dell’anno. Erano rare le occasioni in cui tornava a casa, se non per le feste, e quindi Hayden sfruttava la sua camera per dormire con le sue amiche visto che il fratellone, nonostante non fosse mai a casa, si era accaparrato il letto matrimoniale. Ma quando Darius era a casa... il letto era suo!

-Giusto... ascolta Isebil. Tu vai a casa mia a dormire, stai in camera mia. Io vado da qualcuno... piuttosto vado a dormire da Andreas o da Bill, ok? Ora l’importante è che tu stia bene, chiaro? Ora andiamo a casa mia, ti sistemi...se vuoi ti faccio compagnia fino a quando non ti addormenti e poi sgattaiolo da qualcuno. Stai tranquilla, l’ho già fatto talmente tante volta che mia mamma non si preoccupa più!- spiegò lei. Era una ragazza con le idee molto chiare, capace di gestire la sua vita nonostante avesse solo quindici anni. Aveva già le idee chiare per il suo futuro e era determinata a fare in modo che i suoi piani si avverassero.

-Ma, io... non posso! Vado io da Andreas, non posso buttarti fuori da casa tua!- si rifiutò Isebil. Lei, al contrario di Hayden, era molto più incerta. Molte volte si lasciava sopraffare dai sentimenti e era molto sensibile.

-Isebil, smettila di lamentarti! Tu dormirai da me, punto e basta!- ordinò la bionda. Era irremovibile. Proprio come se fosse una madre che sgrida i suoi figli.

***

-Ho portato Isebil a casa mia... dormirà li, non ha voglia di andare a casa- spiegò Hayden buttandosi su una sedia e soffiandosi sulle mani per fare in modo che riprendano sensibilità. Si erano quasi ibernate per il freddo.

-E tu dove vai? Io non posso ospitarti...- chiese Andreas, seduto su uno sgabello vicino al bancone da bar.

-Non lo so... speravo di poter venire da te, in verità. Bill, tuo fratello è già a casa?-

-Si...- rispose il moro appoggiato con i gomiti di fianco all’amico – a sentire lui lo trattavamo come un animale, quindi ha preferito andarsene. Me dico io...se lui si comporta come un animale noi che dobbiamo fare?-

-Bill, ti prego... risparmiaci!- intervenne Anderas

-Ok, ok...- rispose scontroso Bill

-Bill, posso venire da te a dormire?- domanda spiazzante. Non per il contenuto, ma per la risolutezza. Non era mai successo che Bill e Hayden dormissero nella stessa stanza. Per di più soli. Da Andreas c’era la camera degli ospiti, ma nella casa dei Kaulitz no. Avrebbe dovuto per forza dormire con lui.

-O...ok-

-Perfetto! Basta che non mi fai incrociare tuo fratello...-

-C...certo!-

***

Non era la prima volta che Hayden andava a casa dell’amico, ma era da tanto che non ci tornava. L’ultima vola che ci era entrata era per fare una ricerca in terza media... circa due anni prima. Seguì Bill piano, guardandosi attorno. Si vedeva chiaramente che l’arredamento era stato scelto dalla signora Kaulitz. Mentre il moro armeggiava piano con la maniglia Hayden si soffermò a osservare delle foto di quando erano piccoli... avranno avuto si e no quattro, cinque anni. Nella prima a destra c’era anche lei. Abbracciava Tom e Andreas, che gli dava un bacino sulla guancia. Il posto non riusciva a riconoscerlo... forse era il giardino sul retro della scuola materna. Quando si voltò il ragazzo era già sparito. Entrò piano nella stanza dell’amico, che stava trafficando nel suo armadio. Era ancora tutto come se lo ricordava. Un album di Nena sulla scrivania, la maglietta dei Placebo in un angolo... l’unica cosa nuova era il microfono vicino alla finestra. Non che fosse attaccato a un’ amplificatore o cosa, ma le ricordava in ogni momento che due dei suoi più grandi amici stavano diventando famosi. Se tutto continuava come ora, l’anno seguente sarebbero andati in Sud Africa per girare il loro primo video.

-Tieni... è mia, ma non l’ho mai messa. Spero che ti vada bene. Puoi usarla per dormire.- la voce di Bill dietro di lei la distrasse dai suoi pensieri. Lui era buffo, così impacciato. Le stava porgendo una enorme camicia a quadrettoni rossi e gialli, con lo sguardo fisso su un punto non ben definito dietro di lei e con il ciuffo che gli oscurava entrambi gli occhi.

-Grazie! Vado di la a cambiarmi... non sbirciare, eh!- ringraziò la ragazza sorridendogli. Di solito i sorrisi frenano l’imbarazzo. Prese la camicia e si diresse verso il bagno. Una volta dentro cominciò a sfilarsi i pantaloni, per poi passare al leggero cappotto che ancora indossava e alla maglietta sotto di quello. Si mise la camicia, che le stava enorme, e la allacciò fino all’ultimo bottone. Però slacciò i bottoncini sulle maniche... aveva sempre detto che le davano fastidio le maniche strette.

Piegò gli abiti e piano, uscì dal bagno. La camicia le copriva a malapena il sedere, ma non le dava fastidio. Piano si intrufolò nella stanza. Bill era girato di spalle, si stava infilando la maglia. Si intravedeva il piccolo pezzo di garza sul collo che copriva il tatuaggio che si era fatto pochi giorni prima. Anche lei, prima o poi, si sarebbe fatta un tatuaggio... ma prima doveva assicurarsi che suo padre non la cacciasse di casa insieme a tutti i suoi Cd rock. Facendo attenzione a non disturbare appoggiò i vestiti, più che piegati appallottolati su se stessi, sulla sedia e si tolse le scarpe. Certo che doveva essere silenziosa, dato che il moro ancora non aveva notato la sua presenza. Era intento a cercare disperatamente qualcosa in un cassetto. Quando, finalmente, tirò fuori una coperta di nylon arancione scuro notò la presenza di Hayden.

-Oh... da quanto sei qui?- chiese imbarazzato

-Un po’... abbastanza da vedere che sei magro da fare schifo! Fra un po’ la tua pancia comincerà a ribellarsi perché la stai facendo scomparire!- scherzò lei squadrando l’amico. Una volta, mentre non riusciva a dormire, aveva immaginato i pigiami dei suoi amici. Una cosa stupida, ovvio, ma si era divertita! Si era immaginata Andreas con un enorme pigiama grigio topo, che più che un pigiama assomigliava a un’enorme tutone, con sulla maglia un asinello, Tom con un’enorme maglietta verde evidenziatore che gli arrivava fino alle ginocchia e Bill con un pigiamino nero attillatissimo con un teschiazzo sul davanti e la scritta ‘bad boy’ sul retro, invece contro le sue aspettative Bill dormiva con una normalissima maglia a maniche corte, in questo caso di un verdone smunto, e dei pantaloni stile tuta che gli arrivavano fin sotto i piedi, cosa assai difficile vista la lunghezza delle gambe di Bill.

Il moro, dal canto suo, guardava la ragazza implorante, come se le stesse chiedendo ‘per pietà, copriti!’ ma lei proprio per questo era spinta dal suo istinto sadico a scoprirsi ancora di più. Si sedette sul letto appoggiandosi in dietro con le mani e fissandolo. Lui inizialmente resse o sguardo, ma dopo poco cedette.

-Allora, dove dobbiamo andare a prendere il materasso da mettere per terra?- chiese Hayden alzandosi dal letto e avvicinandosi ancheggiando alla porta per poi appoggiarsi allo stipite.

-Stai tranquilla, lo prendo io... è nello stanzino qui di fianco! Comunque tu dormirai nel mio letto, io dormirò sul materasso!- rispose il moro avvicinandosi a lei.

-No! È il tuo letto... ci devi dormire tu, no? Poi non sono scomoda a dormire per terra!-

-Dai, lascia perdere... ho la testa più dura di una noce di cocco, non riuscirai mai a dissuadermi!-disse lui sorpassandola e entrando nel corridoio.

-Nemmeno se mostro un po’ la coscia?-

-Non sono Tom! E poi, più scoperta di così non potresti essere!-

-Beh, non hai tutti i torti! Se al posto tuo c’era Tom a quest’ora erano già venuti a prenderlo per portarlo all’ospedale!-

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Salve a tutti! Come scritto nell'introduzione questa è la prima Fic romantica che scrivo, quindi spero che piaccia. Solitamente tendo a evitare questo genere per non cadere nel banale e/o nello sdolcinato, ma ho voluto fare un'eccezione visto che mi era venuta in mente la trama che ora ho bella e stampata in testa in tutti i suoi particolari. Se qualcuno fosse così gentile da recensire mi farebbe un grandissimo favore, anche perchè tengo molto ai pareri esterni. Detto questo... Arrivederci al prossimo capitolo!!!! ^-^

  
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