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Autore: Bradamante    09/03/2008    7 recensioni
Uno scoiattolo, Oscar, André, Alain e quattro condizioni impossibili... fic pegno! Pairings: Oscar/André; André/caratteri originali - leggero.
Genere: Romantico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: vi ricordo che il racconto segue la versione francese e quindi per tutti Oscar è un uomo...


André galoppava senza meta, senza sapere dove stesse andando: spronò il cavallo nella foresta e arrivò ad una radura. Smontò e si lasciò cadere nell'erba, sfinito. Finalmente poteva piangere tutta la sua disperazione. Gli sembrava di aver vissuto un incubo e di viverlo tuttora.

Perché lei... lei... e tuttavia l'amava, anche se lei gli aveva inflitto quest'ultima crudeltà. Non sapeva che cosa pensare, non era per niente da lei... era cambiata così tanto? Dopo aver passato una notte molto tormentata a seguito della prima conversazione con Oscar, e dopo tutte queste lacrime, ora si sentiva così debole, senza forza: si addormentò nell'erba.

Per caso quella era la radura degli spiriti. Ben presto fu circondato dagli spiriti dei fiori, usciti dal loro nascondiglio vegetale. Il suo sonno era così pesante che non si preoccupavano di parlare ad alta voce.

Lo spirito della margherita lo guardò con tenerezza: “Povero tesoruccio, è veramente triste che soffra così... bisogna davvero consolarlo...”

Sì, hai ragione” disse lo spirito del colchico, abbassandosi per guardare il suo viso da vicino “e guardate come è bello, un angelo bruno... peccato per il suo occhio, aveva degli occhi verdi come l'erba in primavera...”

Sì, sì... ma allora, che fare riguardo alla nostra piccola decisione? Che cosa faremo per averlo?” disse l'impatiens, fedele al suo nome.

Calmati, mia cara... non dobbiamo aggredirlo... e ci vuole un piano, no? Bisogna pensare, non essere precipitose...” disse lo spirito del fiorrancio.

Sì” rispose la margherita. “Ho sentito dire che cercano delle nuove fantesche al castello... dobbiamo semplicemente materializzarci e travestirci da cameriere... e poi... lui sarà alla nostra portata in modo del tutto naturale...”

I quattro spiriti dei fiori sorrisero.

Ebbene, ragazze mie, avete proprio pensato a tutto!” fece una voce dietro di loro. La regina della natura veniva avanti.

Oh, madame reine, buongiorno” fecero in coro tutte quante, un po' imbarazzate per essere state colte sul fatto.

La regina guardò André addormentato e disse: “Sì, forse bisogna consolarlo, come dite voi... ma lui ha anche diritto alla felicità, e questa non sta a voi donargliela, lo sapete bene. Allora, è più un vostro capriccio che un reale desiderio di aiutarlo. Ma può darsi che questo finisca in bene in qualche modo: sapete ragazze... la gelosia può smuovere le montagne!”

Stirò le labbra in un sorrisetto. E in una nebbiolina che si era levata improvvisamente, sparirono tutte.

Qualche ora più tardi André si risvegliò. Aveva dormito un sonno nero e senza sogni: almeno si era riposato. Decise di rientrare a palazzo: era in licenza, ma aveva comunque un sacco di corvées da fare. Sperava di non incontrare di nuovo Oscar.

Nel frattempo Oscar era risalita nella sua camera e stava per sfogarsi sul suo povero piano. Lo scoiattolo dalla sua spalla era saltato sul suddetto strumento, e si era seduto su di una pila di spartiti. Oscar cominciò a suonare furiosamente, ma si fermò ben presto: qualche tasto del suo pianoforte funzionava male e ne usciva uno strano suono.

Ah, piccolo mio” disse allo scoiattolo “decisamente mi va tutto storto oggi. Forse è meglio che io rientri in caserma, anche se sono in licenza. Non ho niente da fare qui, e non so come sostenere ancora lo sguardo di André. Non crederà mai a questa storia del sortilegio. Non ci credo nemmeno io!”

Lo scoiattolo la guardò, facendo una faccia molto offesa.

Sì, sì, non voglio dire che tu menti... ma ci sono ancora delle cose da scoprire e io non so come... e tu puoi rispondere soltanto con un movimento della testa alle mie domande. Ma bisognerebbe che io sapessi quali domande farti.”

Lo scoiattolo annuì.

Ecco, allora, tu vieni con me in caserma: mi preparo e andiamo.” e dicendo così prese la giacca della sua uniforme. Posato lo scoiattolo sulla sua spalla, cominciò a scendere la scalinata e dall'alto vide la nonna andare avanti e indietro in una grande agitazione.

Ma che cosa succede, nonna?”

La vecchia signora si girò: “Ah, piccola mia, sono molto occupata, perché oggi ho assunto quattro nuove cameriere e ho molto da insegnargli.” e sussurrò ad Oscar che si era avvicinata: “Vengono dalla campagna e bisogna sgrezzarle...”

Oscar, che non era per nulla interessata alla gestione della casa, cambiò discorso: “Molto bene, io oggi ho deciso di andare in caserma, benché io sia ancora in licenza. Ho voglia di fare un'ispezione a sorpresa. Non penso di ritornare a casa stasera.”

La nonna domandò: “E André? Dov'è andato? Verrà con te?”

Oscar non aveva voglia di rispondere e tuttavia doveva. “No... è uscito e non so dove sia andato.”

La nonna rialzò un sopracciglio (esattamente come faceva suo nipote!) e fu immediatamente sicura che avevano litigato, come aveva sospettato, ma decise di non dire niente. Insomma, bisognava che quei due monelli se la sbrigassero da soli!

Molto bene, Oscar, se ritorna a palazzo ha il suo lavoro qui che lo aspetta! Buona giornata piccola mia!”

Grazie, nonna... ah, per favore, fai chiamare il restauratore per il mio piano, ci sono alcuni tasti che fanno uno strano suono...”

Bene, piccola mia.”

E mentre Oscar si allontanava la nonna borbottò: “Ma che diamine, è la terza volta questo mese che chiamiamo il restauratore... lei non dovrebbe malmenare così il suo piano!”

Oscar entrò nella scuderia per prendere il suo cavallo. “Bisogna che facciate conoscenza tu e César... il cavallo non deve avere paura di te... ma... non so qual è il tuo nome. Bisogna che ne cerchi uno anche per te.”

Lo scoiattolo la guardò perplesso. Un nome? Questa era davvero una di quelle strane idee degli umani. Ah, beh, se proprio bisognava averne uno avrebbe voluto avere quello del generale. Tuttavia sapeva bene che lei non l'avrebbe mai chiamato con il nome di suo padre.

Uhm...” fece lei “ho chiamato il cavallo César... tu puoi ben avere il nome di un altro grande condottiero militare dell'antichità... uhm... che ne pensi di Scipion?”

Lo scoiattolo scosse molto forte la sua testa per far segno di no!

Allora... Léonidas?”

Lo scoiattolo scosse ancora la testa per dire il suo no: che orrore di nome!

Uhm... sei difficile, piccolo... Hannibal?”

Il roditore trovava orribile anche questo nome.

Bene, ultima possibilità: Alexandre!”

Questa volta lo scoiattolo annuì... finalmente un nome un po' normale!

César” fece Oscar accarezzando il muso del suo cavallo “questo qui è un nuovo amico, lo scoiattolo Alexandre.” Il cavallo passò le sue froge umide sul povero scoiattolo: era la nascita di una grande amicizia. Oscar rise, e montò a cavallo, tenendo lo scoiattolo sulla sella davanti a sé.

Tieniti forte alla criniera!”

Partirono al galoppo. Lo scoiattolo dopo i primi momenti apprezzò molto questa passeggiata a cavallo, era anche meglio che viaggiare sulla spalla di Oscar. Ma c'era qualcosa che lo inquietava: le quattro nuove cameriere! Poteva darsi che fossero la materializzazione dei quattro spiriti dei fiori? Cominciò ad agitarsi sulla sella.

Ehi! Che cosa ti prende, calmati, siamo quasi arrivati!”

E infatti, dopo qualche minuto, la caserma si profilava all'orizzonte. Varcarono l'ingresso della caserma al passo ed entrarono nella piazza d'armi, dove uno spettacolo piuttosto inusuale si presentò agli occhi di Oscar. Fu come se fosse entrata nella pista di un circo: vide i suoi soldati che stavano provando dei numeri d'acrobazia, o di magia, o di commedia. Anche lo scoiattolo era stupefatto, decisamente questi umani erano molto... interessanti!

A destra, qualche soldato provava un numero acrobatico, la piramide umana, a sinistra, Lasalle faceva il giocoliere con numerose palle colorate. In un altro angolo, due soldati provavano un numero di magia con le carte, e a lato gli acrobati eseguivano un esercizio di equilibrismo sui cavalli. François Armand era il bersaglio umano del gioco dei pugnali lanciati da un compagno e Alain camminava sulle mani, tenendo in equilibrio sopra alla sua testa un piatto, con una cannuccia di paglia che teneva con la bocca.

Oscar si stropicciò gli occhi con la mano, li chiuse un istante, ma quando li riaprì questa visione surreale era ancora là. Nessun dubbio, era davvero reale!

Ma che cos'è questo carnevale?” urlò furiosa.

I soldati si pietrificarono, la piramide umana crollò, le palle colorate di Lasalle caddero a terra e le carte volarono in aria. Gli acrobati caddero da cavallo e François Armand mancò per un pelo d'essere colpito dall'ultimo pugnale. Soltanto Alain mantenne il suo sangue freddo, prese con una mano la cannuccia di paglia con il piatto sopra e sempre in equilibrio salutò amabilmente il suo colonnello: “Oh, buongiorno Colonnello, non vi aspettavamo per oggi!”

E ci credo, vista questa mascherata! Voglio sapere immediatamente che cosa state facendo!”

Ebbene, abbiamo il permesso del luogotenente D'Agout... e dopo tutto siamo in licenza, abbiamo tutti fatto la guardia questa notte e siamo di riposo.” e posò la cannuccia e il piatto al suolo. Avanzò verso il suo colonnello, sempre camminando sulle mani.

E dunque l'impiego di questo nostro tempo libero sta a noi deciderlo.”

Oscar era sbalordita e a stento fu in grado di dire: “Ma... ma... perché lo fate?”

É semplice: stiamo organizzando uno spettacolo di beneficenza per delle famiglie povere.”

Quali?” Oscar non poté trattenersi dal domandare.

Le nostre!”

Eh?”

Colonnello, diciamo che non guadagniamo abbastanza soldi, non siete d'accordo anche voi?”

Oscar non seppe che cosa rispondere a questo. Era vero, ma non poteva farci niente. Scese da cavallo e prese il suo piccolo compagno sulla spalla. Lo scoiattolo vedendo il soldato avvicinarsi, anche se sulle mani, gli fece un perfetto saluto militare.

Alain lo notò e disse: “Ma Colonnello, non vedo che cosa avete da rimproverarci: anche voi potreste prendere parte allo spettacolo, con questo scoiattolo! É veramente incredibile come fa bene il saluto militare...”

Ci manca solo questo!” ruggì Oscar. “In piedi, per favore! Ne ho abbastanza di vederti così!”

Sì, Colonnello” fece Alain rialzandosi.

Ascoltate, voi avete tutto il diritto di fare quello che volete nel vostro tempo libero ma... in questo caso non indossate l'uniforme! Non è decoroso, la caserma non è la corte dei miracoli!”

Sì, Colonnello.”

Capisco la vostra situazione... e mi vergogno in quanto vostro colonnello di non poter fare niente per aumentare la vostra paga. Ne sono desolato.” fece Oscar con un'espressione di sincero dispiacere.

Alain ne fu toccato, decisamente questo piccolo colonnello era del tutto differente dagli altri nobili che giocavano ai soldati.

Allora, possiamo continuare questa cosa nel nostro tempo libero?”

Sì. Ma oggi vi concedo qualche ora dopo pranzo per riposarvi, perché anticiperemo le esercitazioni militari di qualche giorno: il tempo è bello e bisogna approfittarne. Partiremo ben prima del calare del sole.”

Alain fece ancora il saluto militare: “Colonnello, dove andiamo?”

Penso che la foresta vicino alla mia residenza sarà perfetta.”

Lo scoiattolo drizzò le orecchie: la foresta vicino al palazzo? Le cose si sarebbero complicate! Un bene o un male? Non lo sapeva. Ma bisognava che Oscar e il suo innamorato si ritrovassero per spezzare il sortilegio.

Oscar diede gli ordini per organizzare l'esercitazione e poi si diresse verso il suo ufficio.

Ho bisogno di riflettere un po', mio caro Alexandre.” disse, aprendo la porta.

Lo scoiattolo si guardò attorno: l'ufficio era privo di ogni eleganza, essenziale. C'erano pochi mobili: la scrivania ingombra di carte, la sedia e la libreria, il solo lusso che lei si concedeva.

Oscar posò il suo amico scoiattolo sulla scrivania e si sedette sulla sua sedia.

Allora, vediamo... sembra che io non sia più in grado di dire la verità sui miei sentimenti... ma soltanto se ciò riguarda l'amore. Perché sono stata perfettamente in grado di esprimere ad Alain i miei sentimenti di dispiacere e vergogna.”

Lo scoiattolo, seduto sulle carte sparpagliate, mosse la testa per annuire.

Un sortilegio, eh? Mi piacerebbe sapere chi ha fatto questa cosa e perché... tu lo sai forse? Tu hai cercato di avvertirmi, ma io non avevo capito, è così, vero?”

Il roditore fece ancora segno di sì.

Allora tu hai visto chi mi ha fatto questo?”

Lo scoiattolo si alzò in piedi e fece segno di sì con energia. Oscar sorrise... era sulla buona strada per scoprire la verità.

E anche per quale ragione?” di nuovo lo scoiattolo annuì.

Bene, chi è il mio nemico: un uomo?” lo scoiattolo scosse la testa negativamente.

Allora una donna...” Ancora segno di no.

Ma allora... chi? Se non è un uomo né una donna, chi è? Un fantasma?”

Lo scoiattolo fece segno di sì, no, quasi... con le sue zampette.

Ehhh? Un'entità soprannaturale?”

Lo scoiattolo cominciò a saltare facendo segno di sì con la sua testa.

Oscar rimase a bocca aperta: già credere ad un sortilegio era troppo per il suo spirito immerso nella filosofia dei lumi, come si poteva notare dalla sua biblioteca, ma delle entità soprannaturali! Era veramente troppo! Si passò una mano nei capelli, sollevando la ciocca che le ricadeva sulla fronte.

Ah, beh... e dove si trova questa entità? Ah, già, non puoi rispondermi così... allora... è vicina?”

Lo scoiattolo fece segno di sì. Poi, si mise a pensare, grattandosi la testa. Oscar lo vide guardarsi intorno, poi vide i suoi occhi illuminarsi: il roditore si diresse verso il calamaio e l'aprì. Poi tirò fuori uno dei suoi artigli, lo tuffò nell'inchiostro e cominciò a disegnare sul retro dell'ultimo rapporto. Oscar era stupefatta: lo scoiattolo sapeva disegnare! E per niente male! Per uno scoiattolo, naturalmente.

Sulla carta apparve quasi perfettamente il suo palazzo, poi lo scoiattolo immerse di nuovo il suo artiglio nell'inchiostro e disegnò il parco, con i suoi alberi, e poi la foresta con la sua radura. Con un'ultima goccia d'inchiostro lo scoiattolo disegnò una X come il segno del tesoro nelle mappe dei pirati. Lo scoiattolo, tutto fiero del suo lavoro, si spostò, per permettere ad Oscar di prendere il foglio. Lei lo guardò: “Grazie amico mio. É nella foresta vicino alla mia residenza, non è vero?”

Il piccolo roditore annuì.

Molto bene” fece Oscar ritrovando il suo spirito guerriero “che coincidenza: ci sarà da divertirsi!” Si alzò e prese il suo piccolo amico nella mano: “Bisogna andare a mangiare qualche cosa: la battaglia ci attende e bisogna avere tutte le nostre forze!”

E posando Alexandre sulla sua spalla uscì dall'ufficio per dirigersi al refettorio.


Nota:
3) Terza condizione: Alain dovrà camminare sulle mani durante una parte della fic.

Grazie a Nisi che mi aveva suggerito di ambientare la fic al circo... ho fatto qualcosa del genere in effetti! ^^


@Nisi: grazie! Non dimentico che ho un'altra fanart da finire ^__~

@Hatori: ecco la terza condizione. Ovviamente questa è stata la più difficile da integrare, non so quanto io sia riuscita nel mio intento... ehm... beh, ci ho provato. ^^

@medusa71: grazie! Spero che ti piaccia il seguito, anche se si tratta di un capitolo di “transizione”.

@kira91: ah, allora si tratta proprio del tuo campo! Io invece sono un'archeologa mancata... laureata in lettere classiche, indirizzo archeologico... ormai roba di tanto tempo fa...^^ Comunque, tornando alla fic, non ho ancora finito con André, poveretto...

@JuuhachiGo: beh, uno scoiattolo come Pip ci voleva proprio... e poi è così carino. In ogni caso, a me non sarebbe mai venuto in mente di fare un cross over di questo tipo. La colpa è tutta di Kyomine.

@Wicca87: grazie! Tu sei sempre così gentile con i tuoi commenti, spero che ti piaccia anche questo capitolo.



   
 
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