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Autore: luinil    03/09/2013    0 recensioni
Ventottesimi Hunger Games ...
Un'altra edizione di guerra, sangue, morte ...
Due tributi protagonisti:
Coral Silver dagli abissi del distretto quattro*
Karen Incantation dalla parte più povera del distretto dodici
Cosa sarà a legare un'alleanza fra una Favorita e una del Giacimento?
Chi sopravviverà? Chi vincerà? Chi sarà palesemente ammazzato?
May the odds be ever in their favor, Always.
FF scritta a due mani da: Luinil con la ragazza del distretto 4 e Ellie01 con la ragazza del 12
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-cap.2. Pesca
Guardavo il sole sparire pian piano dietro il mare, lasciando una tenue luce rosata nel cielo davanti ai miei occhi verdi.                                                                                                                                        Eravamo io ed Andrea, con qualche altro amico, una decina in tutto, facevamo una festa per goderci, forse l’ultimo giorno di pace fra canti e balli attorno ad un fuoco, sulla spiaggia.                                Proprio in quel momento qualcosa abboccò alla mia lenza, un pettine,  non quello per capelli, ma un piccolo pesciolino dalle squame rosa-gialline che fritto era una delizia!                                             Quella sera ognuno avrebbe dovuto pescarsi la sua cena, era questo il bello!                                       Continuai per un po’ a prendere pescetti piccoli come pettini e saraghi e ormai avevo quasi riempito il mio secchio. Andrea invece aveva preso una spigola, bella grande, ma il suo secchio era quasi vuoto, e non prendeva altro, quindi ci sarebbe toccato dividere, ma due grandi amici come noi lo facevano sempre.   Sentì tirare la lenza, e tirava forte, molto forte, doveva essere un pesce molto grosso, e magari anche molto buono. Tirai la lenza con tutte le mie forze e arrotolai il rocchetto ad una velocità che non credevo di avere, ma il pesce non si dava per vinto, mi alzai e puntai i piedi per terra, stavo faticando parecchio ma avrei avuto una cena parecchio invidiabile, quel pesce sarebbe stato mio!                                          Ad un tratto sentì un Crack e la mia canna da pesca si spezzò e una parte finì in mare, guardai allibita la parte che ancora avevo tra le mani, rosse per lo sforzo. Sentì delle risate dietro di me ma ero troppo sconvolta per curarmene. Spostai lo sguardo al mare, poi alla canna, e di nuovo al mare. Indicai davanti a me con un dito
-m…ma- non ebbi il tempo di finire la frase che Andrea scattò in piedi
-Cora! Aiutami!- Corsi da lui e tirai la canna con tutte le forze che mi erano rimaste e insieme tiriamo fuori dall’ acqua il pesce che finisce boccheggiante sullo scoglio appena dietro di noi, era davvero enorme! Ne io ne Andrea avremo potuto prenderlo soli
-Quello era il mio pesce!!- grido, mi è costato una canna buona
-Tanto dividiamo!- Dice lui
-Ma va nel mio secchio!- dico piuttosto alterata
-Tanto non ci entra nel tuo secchio- Ribatte. Alla fine sono costretta ad affidare il mio tesoro di pesca ad Andrea, tanto il mio secchio è già pesante così, figurarsi con venti chili buoni di pesce in più.
 
Siamo tutti radunati davanti al fuoco e mentre i pesci si cucinano  cantiamo un po’ 
-Suona un po’ tu adesso- Mi accorsi che mi stavano porgendo la chitarra, suono la prima canzone che ho in mente, ma non posso finirla perché il pesce è pronto e tutti abbiamo fame, io ed Andrea ci dividiamo quello enorme che abbiamo preso e non riusciamo a mangiare altro, le nostre pance sono piene come botti!
La serata passa cantando e ballando fino a quando non crollo addormentata con la testa sul ventre piatto del mio migliore amico.
 
Mi sveglio tranquillamente e sbadiglio, mi guardo intorno, notando che sono nella spiaggia, poi ricordo. La mietitura! Doveva essere alle due di oggi e a giudicare dal sole saranno le undici e io puzzo ancora di pesce!                                                                                                                                                    Mi sbrigo a svegliare gli altri e corro verso casa, mia madre è al nostro negozio di articoli per la pesca, ma non ho tempo di passare per salutarla, corro in bagno e mi rovescio un secchio d’ acqua sulla testa, prendo il sapone e lo metto nell’ acqua della vasca già preparata dalla mia adorabile mamma, mi lavo bene, assicurandomi di far sparire la puzza, mi spazzolo i capelli biondo cenere e li lego in una coda alta e sistemo di lato la mia frangia, apro l’armadio. Sono sempre molto indecisa se si tratta di vestiti, alla fine ne prendo uno verdino con ruches sul corpetto ed una gonna corta al ginocchio e liscia, adornata solo da un nastro verde scuro, e scelgo dei sandali dello stesso colore ed aperti.
Corro per le vie del distretto 4 verso il negozio di mia madre. Appena vedo l’insegna colorata mi fiondo dentro, saluto mia madre e lancio un’occhiataccia alla mia sorella undicenne che mangia biscotti incurante che appena fuori c’è il delirio. Scappo verso la piazza, non dista molto, ma oggi il viavai di gente impedisce di passare dalle vie principali e sono costretta a prendere stradine strette e lunghe, ma alla fine arrivo e riesco a registrarmi. Cammino verso la fila delle quattordicenni, faccio un sospiro e cerco Andrea tra i maschi quindicenni, lo trovo presto, stà parlando con un suo amico, ma almeno è arrivato in tempo. Il suo amico si allontana e lui posa lo sguardo su di me, guardando i suoi occhi azzurro cielo mi rendo conto che i giochi potrebbero portarmi via molto, non ci avevo pensato fino ad ora, mi preoccupavo di arrivare in ritardo, a volte la mia mente rimuove ricordi troppo dolorosi, ma adesso che sono qui l’ansia mi percorre e ho paura, ho tanta paura, io adoro la vita, per me la vita è la cosa più importante e non vorrei mai che qualcuno la perdesse nei giochi.
Blissey Carynson saluta tutti augurando buona fortuna e fa partire il filmato della guerra, non gli ho mai prestato attenzione. Non appena finisce sbadiglio, con la testa fra le nuvole, ma un nome mi riporta alla realtà
-Coral Silver-
Sono io… dovere… giochi… morte…morte…MORTE.                                                                                         Mi sveglio dal mio stato di trance e cammino verso il palco
-Come sei bella cara- Dice Blissey, ma io non credo di essere bella, poi si avvicina verso la boccia dei maschi
-Mi offro volontario come tributo- Guardo la folla in cerca della persona a cui appartiene la voce, ma questa voce la conosco troppo bene, non ho bisogno di vedere la sua faccia per saperlo
-Mi chiamo Andrea Sealive- Ecco, lo sapevo, anche Andrea avrebbe partecipato ai giochi con me, forse, anzi sicuramente per aiutare me, ma io non sopporto che gli altri si mettano in pericolo per me, e non sopporto che pensino che io sia fragile e indifesa, su questo si sbagliano, io sono forte, potevo tornare dai giochi, ma adesso che c’è Andrea non potrò mai tornare, non senza di lui, ma in questi giochi c’è un solo vincitore e sarà lui!
  
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