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Autore: MissAliceLiddle    04/09/2013    2 recensioni
Kushina e Minato a 16 anni nella stessa classe al liceo. Fra loro c'è qualcosa, qualcosa che dura da 10 anni e iniziata con uno scherzo da bambini per poi proseguire con un bacio innocente.
Dal testo: Dopo quelle parole una ragazzina di sedici anni dai lunghi capelli rossi varcò la porta. Era timida, guardò a terra imbarazzata e impaurita da quella classe nuova. E in quel momento gli occhi azzurri di lui si posarono su di lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kushina Uzumaki, Minato Namikaze | Coppie: Minato/Kushina
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ricordare improvvisamente chi fosse Kushina fece spuntare un sorriso strano sul volto di Minato. Non esprimeva la sua solita allegria spontanea, sembrava quasi un sorriso commosso, uno di quei sorrisi che si fanno quando lasci una parte della tua vita e sai di non poterla più ritrovare, invece lui l’aveva ritrovata eccome. In quel momento si sentì così stupido per non averla riconosciuta subito. Tutti gli indizi portavano a lei, ma perché non se n’era reso conto? Perché aveva dimenticato la bambina coi capelli rossi? Erano passati dieci anni e aveva dimenticato tutto, era stato un folle!

Dopo aver capito chi fosse Kushina, Minato sentì il bisogno di correre da lei e di dirglielo subito, ma appena entrò in palestra venne quasi colpito da una pallonata che si schiantò violentemente contro il muro provocando un rumore sordo. Già, lui l’aveva fatta arrabbiare, e ora non l’avrebbe passata liscia. Doveva scendere in campo e affrontarla prima di poter parlare apertamente con lei e dirle tutto.

Appena entrò in campo Minato organizzò la sua squadra e si mise in difesa: tutti i palloni di Kushina sarebbero arrivati tutti a lui. Iniziò la partita e Kushina era alla battuta, le bastò agitare la sua chioma rosso fuoco per far perdere lucidità a Minato, ormai lui era troppo preso da lei.

SBAM! La prima pallonata gli balzò dritta in petto e lo scagliò al suolo. Il primo punto andava a Kushina.

“e questo è solo l’inizio biondino!” Kushina era decisamente infuriata.

Le battute vincenti di Kushina su Minato continuarono a lungo, nonostante lui fosse velocissimo non riusciva mai a prevedere le mosse di lei, aveva perso lucidità e si sentiva confuso. Arrivati alla decima battuta Minato chiuse gli occhi: per un istante doveva smetterla di guardarla, doveva smettere di pensare a lei.

Con gli occhi chiusi ogni suono era intensificato, Minato sentì il fischio dell’arbitro, lo spostamento d’aria causato dalla palla, quella sfera bianca che era pronta ad entrare in collisione con lui, fece un passo indietro e riuscì a ricevere, ce l’aveva fatta!

La palla passò nelle mani dell’alzatore che, come previsto dallo schema deciso prima, passò la palla a Minato, ma scontrarsi con il muro di Kushina e con i suoi occhi profondissimi rese quella schiacciata inutile, la palla passò nuovamente alla squadra avversaria, l’alzatrice passò la palla a Kushina e lei schiacciò violentemente contro Minato colpendolo in pieno viso.

Dopo quella pallonata il biondo cadde a terra stordito. Il mal d’amore e il dolore persona gli venivano causati dalla stessa persona e il suo corpo non sapeva come reagire. All’improvviso sentì un fluido caldo scorrergli sul volto, era sangue, stava sanguinando dal naso.

FIIIIIH! Il fischio dell’arbitro fermò la partita e il professore di ginnastica corse subito da Minato; controllate le sue condizioni costrinse la colpevole di tutto ad accompagnarlo in infermeria. Riluttante, Kushina dovette accettare e fu anche costretta a prendere il povero Minato per mano visto che era tutto intontito.

Il tragitto dalla palestra all’infermeria comprendeva un lungo corridoio. Kushina e Minato lo attraversarono in silenzio, ma a un certo punto lei parlò. “Non volevo farti tanto male, volevo solo fartela pagare, sei proprio una femminuccia!”

Minato si mise a ridere. “Non è la prima volta che fai così, te lo assicuro!”

Kushina gli stritolò il polso “cosa hai detto scusa?”

Minato rimase in silenzio, erano arrivati in infermeria. L’infermiera medicò Minato ma gli consigliò di rimare lì a riposare e costrinse una Kushina fin troppo annoiata a fargli compagnia. Lui steso e lei seduta accanto a lui, Minato non avrebbe potuto chiedere di meglio.

Dopo alcuni minuti di silenzio il biondino si alzò e si mise a sedere. “Prima non ti ho riposto, ma era vero quello che dicevo. Non è la prima volta che mi fai male, è solo passato tanto tempo da allora.”

Uno strano dubbio si insidiò in Kushina, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa trovò le labbra di Minato sulle sue e, sorprendendo anche se stessa, si ritrovò a ricambiare quel bacio così dolce e goffo allo stesso tempo.

E fu in quel momento che ricordò ogni cosa. 

  
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