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Autore: gemellina    10/03/2008    5 recensioni
“Tu, tu vorresti aiutarmi a conquistarla?” “Precisamente” “E cosa ci guadagni? Sei una subdola serpe… ci guadagnerai sicuramente qualcosa.” Draco ghignò. “Cosa potrei guadagnare da questa storia, Weasley?” “Non lo so” “Assolutamente niente. Quando di mezzo c’è un qualsiasi componente del Trio Miracoli, non c’è assolutamente nulla da guadagnare”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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notte

 

 

Non era notte, era giorno presumibilmente.

Non c’era nemmeno tempesta, era una soleggiata mattina di Aprile, presumibilmente.

Era tutto calmo e tranquillo, nessuna lite scandita da incantesimi vari, presumibilmente.

 

Ad un tratto accadde di tutto, presumibilmente.

Cosa vuol dire accadde di tutto?

Che non sia abbastanza eccitante come inizio?

Bisogna farlo più eccitante?

 

 

Ad un tratto accadde di tutto… un’altra volta.

 

 

Non era notte. Non c’era nemmeno tempesta.

 

82 centimetri di relazione sugli effetti della roccia lunare sui licantropi e una ricerca minuziosa sui dodici usi del cuore di drago… sono stato chiaro?”

La voce melliflua di Severus Piton produceva, negli animi dei più, un effetto a dir poco agghiacciante.

Senza neppure un saluto di congedo aveva mandato i suoi studenti del Settimo Anno a quel paese.

Era l’unico che ci riusciva pur non proferendo alcuna parola.

Era come una dote innata, non spiegabile come la difficile arte dell'Occlumanzia.

Chissà se Harry Potter l’avrebbe mai imparata…

 

                                                        ***

 

Era una plumbea mattina di metà Ottobre e, alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, qualcuno cercava di fare esercizi di respirazione con l’ausilio di un sacchetto di carta appositamente trasfigurato.

“Qualche problema, Lavanda?”

Dean Thomas non si era mai preoccupato dei problemi delle sue compagne di Casa, ma quella mattina aveva come l’impressione che se si fosse preoccupato per la Brown, qualcosa di bello sarebbe accaduto nella sua vita.

Non era un’impressione, erano le chiacchiere della Cooman.

“Oggi i quattro Caposcuola hanno il consiglio e decideranno del futuro dei vari club!”

Un problema del tutto inutile, a detta del ragazzo.

 

 

                                                        ***

 

Draco Malfoy quella mattina non aveva una gran voglia di vivere, e siccome la riunione dei Capiscuola, era una di quelle azioni incluse nella sua vita ma non nel concetto di essa, era ancora una volta costretto a fare qualcosa di cui non aveva alcuna voglia.

Stringeva nella mano destra il pacchetto delle sigarette ormai finite e si sentiva talmente oppresso che aveva come la sensazione di soffrire di claustrofobia.

Non se n’era mai accorto, eppure forse ci soffriva da parecchi anni.

“Theo mi ha detto di darti questa!”

Pansy Parkinson nutriva rancore verso il corpo docente della scuola.

Da quando era stata dimessa dal suo ruolo di Caposcuola, si sentiva più carica di cattiveria che altro.

Anche lei sembrava soffrisse di claustrofobia… e la rabbia e la noia sembravano aver preso possesso del suo corpo praticamente perfetto.

“Cos’è?”, domandò.

“Non ne ho idea! Ah… Blaise ha detto che arriverà con circa dieci minuti di ritardo alla riunione di oggi.”

Draco annuì alle parole dell'amica e sospirando riprese a camminare, anche se Blaise amava arrivare in ritardo… per lui arrivare puntuale era fondamentale.

 

                                                        ***

 

 

“Ron, ti  ricordo che dopo la riunione dei Capiscuola ci sono gli allenamenti di Quidditch!”

L’agenda di Ronald Weasley era particolarmente fitta da quando Silente lo aveva eletto Caposcuola di Grifondoro insieme alla sua migliore amica, e da quando era stato riconfermato portiere della squadra di Quidditch.

Per fortuna Harry, rivestiva le funzioni di una probabile agenda e di un’improbabile Ricordella.

“Sta tranquillo! Ci vediamo al campo!”, disse all’amico prima di congedarsi, non avrebbe mai rivelato che se non glielo avesse ricordato con molta probabilità avrebbe fatto un salto nelle cucine per una cioccolata calda per alleggerire la sua mattinata.

 

                                                        ***

 

“Ciao Hermione, ma da quanto sei qua?”

“Da troppo tempo… ma dovevo ultimare il tema per Piton e…”

“Ma non l’avevi ultimato cinque giorni fa?”, domandò il ragazzo accomodandosi vicino l’amica per cui nutriva una certa attrazione amorosa ormai da anni, ma che non era mai riuscito a dimostrarle.

“Sì, ma questa notte ho avuto come un’illuminazione e ne ho dedotto che dovevo cambiare la fine…”

Ron annuì, se fossero venute a lui certe premonizioni allora sarebbe stato il genio indiscusso di Hogwarts.

“Granger, è dire che per quanto riguarda i compiti il tuo occhio interiore funziona benissimo… sicura di non voler tornare a frequentare Divinazione?”

La ragazza sbuffò.

“Malfoy, origliare non si addice a un Purosangue”

“Bada a come parli, Mezzosangue!”

“La prego… mi perdoni!”, disse inchinandosi con scherno nei confronti del giovane rampollo dei Malfoy.

Lui d’altro canto la guardò con sufficienza, e spostato malamente Justin Finch-Fletchley, si sedette al posto occupato precedentemente dal Caposcuola di Tassorosso.

Non meritava neppure di essere guardato con sufficienza…

 

 

“Ci siamo tutti?”, la voce squillante di Padma Patil aveva portato un po’ tutti alla realtà.

“A dire il vero manca Zabini!”, precisò Zacarias Smith cercando di non apparire per l’idiota che era, ma sembrava non riuscirvi bene.

“Malfoy, hai idea di dove sia il tuo compare?”, domandò la Corvonero, sperando in una risposta e non in una semplice smorfia di disgusto; ma Padma non ebbe risposta e forse Draco Malfoy stava imparando la sottile arte del professor Piton: mandare a quel paese la gente pur non proferendo parola.

“Padma, direi di proseguire, la presenza di Zabini così come quella di Malfoy non è di vitale importanza”

Hermione Granger non aveva peli sulla lingua, era chiaro.

Era da anni che cercava di farla piangere, ma in sette anni c’era riuscito solo una volta e non era ancora riuscito a superare quel record di cui si vantava tanto.

“Oh bene… io, io direi di procedere per votazione.”

Per Draco Malfoy non aveva importanza, di quei club non gliene fregava nulla, la sua mente era stata catturata da una zazzera rossa piuttosto fluente e scompigliata.

Una sorta d’illuminazione lo aveva come tramortito.

Bastava solo aspettare la fine di quell’inutile riunione, adescare la vittima in un’aula vuota ed esporre il suo piano.

La vittima, da brava ingenua, sarebbe caduta nella sua rete.

Blaise Zabini e Pansy Parkinson avrebbero avuto il resoconto completo.

“Malfoy? Sei a favore o a sfavore?”

“Sfavore”

Il Club ufficiale del Gossip della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era stato abolito. Ufficialmente. Finalmente.

 

                                                        ***

 

Il momento era a dir poco perfetto.

Un corridoio buio, un’aula vuota con un Malfoy ed un Weasley dentro.

“Cosa vuoi, Malfoy?”

“Aiutarti”

“Aiutare? Me? Vuoi forse che ti ricordi chi sono,Malfoy?”

“So… so perfettamente chi sei. Il traditore del suo sangue, un insulso babbanofilo, l’amico idiota di Harry Potter, non che lui non lo sia.”, ci tenne a precisare.

“Hai finito con i complimenti, Malfoy?”

“Vorrei poter continuare, ma ho altro da fare.”, proseguì calmo.

“E allora dimmi cosa vuoi. Non ho tempo da perdere!”

Draco scese dal banco sul quale era seduto e si avvicinò alla vittima del suo stupido gioco da Serpeverde annoiato nel profondo.

“Da quanto tempo muori appresso alla Granger?”

Semplice e diretto.

Ron deglutì rumorosamente sapendo anche che le sue orecchie si fossero, irrimediabilmente, tinte di rosso vivo.

“Cosa c’entra adesso… lei?”

“Voglio solo aiutarti a conquistarla.”, ammise Draco con semplicità disarmante.

Cosa?Sei uscito fuori di senno, Malfoy?”, chiese per sicurezza.

“Suvvia Weasley, tutta la scuola sa che muori per la Granger, anche se non so davvero cosa tu possa trovarci, e sono davvero stanco di sapere che al mondo c’è ancora qualcuno che non sa adoperare la perfetta arte della seduzione…”

Ron sgranò gli occhi.

Incredulo per via delle parole assurde proferite dal Principe delle Serpi.

Tu, tu vorresti aiutarmi a conquistarla?”

“Precisamente”

“E cosa ci guadagni? Sei una subdola serpe… ci guadagnerai sicuramente qualcosa.”

Draco ghignò.

“Cosa potrei guadagnare da questa storia, Weasley?”

“Non lo so”

“Assolutamente niente. Quando di mezzo c’è un qualsiasi componente del Trio Miracoli, non c’è assolutamente nulla da guadagnare”

“E allora perché lo fai?”, domandò all’estremo della curiosità.

“Per uccidere la noia”,ammise blando tendendogli la mano.

Ron guardò la mano pallida del ragazzo come se fosse un serpente pronto a morderlo, poi, con un po’ di titubanza allungò la sua e la strinse suggellando così quella specie di patto che poi patto non era, perché a quanto pare il giovane Malfoy non voleva nulla in cambio.

“Ti aspetto domani alla fine delle lezioni nella Stanza delle Necessità”

La mano del rosso scivolò sulla maniglia della porta scricchiolante.

“Non mi sembri molto convinto, ho ragione Weasley?”,proseguì.

Ron si voltò verso il suo interlocutore e annuì.

“Vuoi una sorta di garanzia?”,chiese e Ron annuì nuovamente.

“Mi sono scopato l’80% della fauna femminile di questa scuola!”

Come garanzia sembrava bastare.

 

  
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