Non era notte, era giorno
presumibilmente.
Non c’era nemmeno
tempesta, era
una soleggiata mattina di Aprile, presumibilmente.
Era tutto calmo e
tranquillo,
nessuna lite scandita da incantesimi vari,
presumibilmente.
Ad un tratto accadde di
tutto,
presumibilmente.
Cosa vuol dire accadde di
tutto?
Che non sia abbastanza eccitante
come inizio?
Bisogna farlo più
eccitante?
Ad un tratto accadde di tutto…
un’altra volta.
Non era notte. Non c’era
nemmeno tempesta.
“
La voce melliflua di Severus
Piton produceva, negli animi dei più, un effetto a dir poco
agghiacciante.
Senza neppure un saluto di
congedo aveva mandato i suoi studenti del Settimo Anno a quel
paese.
Era l’unico che ci riusciva pur
non proferendo alcuna parola.
Era come una dote innata, non
spiegabile come la difficile arte dell'Occlumanzia.
Chissà se Harry Potter l’avrebbe
mai imparata…
***
Era
una plumbea mattina di metà Ottobre e, alla scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts, qualcuno cercava di fare esercizi di respirazione con l’ausilio di un
sacchetto di carta appositamente trasfigurato.
“Qualche
problema, Lavanda?”
Dean
Thomas non si era mai preoccupato dei problemi delle sue compagne di Casa, ma
quella mattina aveva come l’impressione che se si fosse preoccupato per
Non
era un’impressione, erano le chiacchiere della Cooman.
“Oggi
i quattro Caposcuola hanno il consiglio e decideranno del futuro dei vari
club!”
Un
problema del tutto inutile, a detta del ragazzo.
***
Draco
Malfoy quella mattina non aveva una gran voglia di vivere, e siccome la riunione
dei Capiscuola, era una di quelle azioni incluse nella sua vita ma non nel
concetto di essa, era ancora una volta costretto a fare qualcosa di cui non
aveva alcuna voglia.
Stringeva
nella mano destra il pacchetto delle sigarette ormai finite e si sentiva
talmente oppresso che aveva come la sensazione di soffrire di
claustrofobia.
Non
se n’era mai accorto, eppure forse ci soffriva da parecchi
anni.
“Theo
mi ha detto di darti questa!”
Pansy
Parkinson nutriva rancore verso il corpo docente della
scuola.
Da
quando era stata dimessa dal suo ruolo di Caposcuola, si sentiva più carica di
cattiveria che altro.
Anche
lei sembrava soffrisse di claustrofobia… e la rabbia e la noia sembravano aver
preso possesso del suo corpo praticamente perfetto.
“Cos’è?”,
domandò.
“Non
ne ho idea! Ah… Blaise ha detto che arriverà con circa dieci minuti di ritardo
alla riunione di oggi.”
Draco
annuì alle parole dell'amica e sospirando riprese a camminare, anche se Blaise
amava arrivare in ritardo… per lui arrivare puntuale era
fondamentale.
***
“Ron,
ti ricordo che dopo la riunione dei
Capiscuola ci sono gli allenamenti di Quidditch!”
L’agenda
di Ronald Weasley era particolarmente fitta da quando Silente lo aveva eletto
Caposcuola di Grifondoro insieme alla sua migliore amica, e da quando era stato
riconfermato portiere della squadra di Quidditch.
Per
fortuna Harry, rivestiva le funzioni di una probabile agenda e di un’improbabile
Ricordella.
“Sta
tranquillo! Ci vediamo al campo!”, disse all’amico prima di congedarsi, non
avrebbe mai rivelato che se non glielo avesse ricordato con molta probabilità
avrebbe fatto un salto nelle cucine per una cioccolata calda per alleggerire la
sua mattinata.
***
“Ciao
Hermione, ma da quanto sei qua?”
“Da
troppo tempo… ma dovevo ultimare il tema per Piton e…”
“Ma
non l’avevi ultimato cinque giorni fa?”, domandò il ragazzo accomodandosi vicino
l’amica per cui nutriva una certa attrazione amorosa ormai da anni, ma che non
era mai riuscito a dimostrarle.
“Sì,
ma questa notte ho avuto come un’illuminazione e ne ho dedotto che dovevo
cambiare la fine…”
Ron
annuì, se fossero venute a lui certe premonizioni allora sarebbe stato il genio
indiscusso di Hogwarts.
“Granger,
è dire che per quanto riguarda i compiti il tuo occhio interiore funziona
benissimo… sicura di non voler tornare a frequentare
Divinazione?”
La
ragazza sbuffò.
“Malfoy,
origliare non si addice a un Purosangue”
“Bada
a come parli, Mezzosangue!”
“La
prego… mi perdoni!”, disse inchinandosi con scherno nei confronti del giovane
rampollo dei Malfoy.
Lui
d’altro canto la guardò con sufficienza, e spostato malamente Justin
Finch-Fletchley, si sedette al posto occupato precedentemente dal Caposcuola di
Tassorosso.
Non
meritava neppure di essere guardato con sufficienza…
“Ci
siamo tutti?”, la voce squillante di Padma Patil aveva portato un po’ tutti alla
realtà.
“A
dire il vero manca Zabini!”, precisò Zacarias Smith cercando di non apparire per
l’idiota che era, ma sembrava non riuscirvi bene.
“Malfoy,
hai idea di dove sia il tuo compare?”, domandò
“Padma,
direi di proseguire, la presenza di Zabini così come quella di Malfoy non è di
vitale importanza”
Hermione
Granger non aveva peli sulla lingua, era chiaro.
Era
da anni che cercava di farla piangere, ma in sette anni c’era riuscito solo una
volta e non era ancora riuscito a superare quel record di cui si vantava
tanto.
“Oh
bene… io, io direi di procedere per votazione.”
Per
Draco Malfoy non aveva importanza, di quei club non gliene fregava nulla, la sua
mente era stata catturata da una zazzera rossa piuttosto fluente e
scompigliata.
Una
sorta d’illuminazione lo aveva come tramortito.
Bastava
solo aspettare la fine di quell’inutile riunione, adescare la vittima in un’aula
vuota ed esporre il suo piano.
La
vittima, da brava ingenua, sarebbe caduta nella sua rete.
Blaise
Zabini e Pansy Parkinson avrebbero avuto il resoconto
completo.
“Malfoy?
Sei a favore o a sfavore?”
“Sfavore”
Il
Club ufficiale del Gossip della
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era stato abolito. Ufficialmente. Finalmente.
***
Il
momento era a dir poco perfetto.
Un
corridoio buio, un’aula vuota con un Malfoy ed un Weasley
dentro.
“Cosa
vuoi, Malfoy?”
“Aiutarti”
“Aiutare?
Me? Vuoi forse che ti ricordi chi
sono,Malfoy?”
“So…
so perfettamente chi sei. Il traditore del suo sangue, un insulso babbanofilo,
l’amico idiota di Harry Potter, non che lui non lo sia.”, ci tenne a
precisare.
“Hai
finito con i complimenti, Malfoy?”
“Vorrei
poter continuare, ma ho altro da fare.”, proseguì calmo.
“E
allora dimmi cosa vuoi. Non ho tempo da perdere!”
Draco
scese dal banco sul quale era seduto e si avvicinò alla vittima del suo stupido
gioco da Serpeverde annoiato nel profondo.
“Da
quanto tempo muori appresso alla Granger?”
Semplice
e diretto.
Ron
deglutì rumorosamente sapendo anche che le sue orecchie si fossero,
irrimediabilmente, tinte di rosso vivo.
“Cosa
c’entra adesso… lei?”
“Voglio
solo aiutarti a conquistarla.”, ammise Draco con semplicità
disarmante.
“Cosa?Sei uscito fuori di senno,
Malfoy?”, chiese per
sicurezza.
“Suvvia
Weasley, tutta la scuola sa che muori per
Ron
sgranò gli occhi.
Incredulo
per via delle parole assurde proferite dal Principe delle
Serpi.
“Tu, tu vorresti aiutarmi a
conquistarla?”
“Precisamente”
“E
cosa ci guadagni? Sei una subdola serpe… ci guadagnerai sicuramente
qualcosa.”
Draco
ghignò.
“Cosa
potrei guadagnare da questa storia, Weasley?”
“Non
lo so”
“Assolutamente
niente. Quando di mezzo c’è un qualsiasi componente del Trio Miracoli, non c’è
assolutamente nulla da guadagnare”
“E
allora perché lo fai?”, domandò all’estremo della
curiosità.
“Per
uccidere la noia”,ammise blando tendendogli la mano.
Ron
guardò la mano pallida del ragazzo come se fosse un serpente pronto a morderlo,
poi, con un po’ di titubanza allungò la sua e la strinse suggellando così quella
specie di patto che poi patto non era, perché a quanto pare il giovane Malfoy
non voleva nulla in cambio.
“Ti
aspetto domani alla fine delle lezioni nella Stanza delle
Necessità”
La
mano del rosso scivolò sulla maniglia della porta
scricchiolante.
“Non
mi sembri molto convinto, ho ragione Weasley?”,proseguì.
Ron
si voltò verso il suo interlocutore e annuì.
“Vuoi
una sorta di garanzia?”,chiese e Ron annuì nuovamente.
“Mi
sono scopato l’80% della fauna femminile di questa
scuola!”
Come
garanzia sembrava bastare.