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Autore: BieberSweat_    04/09/2013    8 recensioni
"My name is Jamie and if you're wondering why I have so many likes, don't ask me, I have no idea."
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: Lemon | Avvertimenti: Furry
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“Okay, okay, calmati. Perché non è finita qui.” Sistemandomi sulla panchina, presi a gesticolare attirando ancor di più l’attenzione di Matt, se questo fosse stato possibile.
Annuì in segno di continuare.
“Mi ha scritto un messaggio privato. E poi un altro, perché non gli rispondevo.” Gingillai con la testa ridacchiando e nel contempo in cui spalancò la bocca ripresi a parlare. “Ma solo perché stavo facendo un breve video con la webcam! Per mandarglielo... e poi abbiamo, come dire... ehm... chattato come due normali amici?” Dissi un po’ ironica alzando le braccia.
Matt batté le mani lasciandosi sfuggire qualche stridulo squittio.
“E’ cotto! Uh, uh, uh, Justin Bieber è cotto della mia migliore amica!” Squittì come una ragazzina portandosi le mani davanti alla bocca ed agitando il busto.
Feci una smorfia e stetti in silenzio per molto tempo, guardandolo perplessa.
“Che scompensi hai?!” Sbottai sbattendomi le mani sulle cosce.
Scoppiò a ridere.
 
“Sul serio, sono felice per te. Insomma, non penso che questa cosa capiti ad ogni teenager.” Tornò con la sua solita voce e il suo solito cervello. Almeno credetti.
"Ceeeeerto. Penso sia stato un ottimo buongiorno." Appoggiai la schiena sulla panchina e lasciai viaggiare lo sguardo sulle persone che attraversavano il parco.
Alcune signorine facevano joking, alcuni ragazzi giravano con lo skate, dei bambini si rincorrevano seguiti dalle mamme che spingevano i passeggini e ridevano di chissà che cosa, molto probabilmente dei propri mariti, e qualche ciclista si faceva vivo ogni tanto sorpassandoli tutti.
"Cos'è sta cosa dell'ottimo buongiorno? Sei una fan di Justin Bieber?" Mi canzonò divertito.
Scossi la testa roteando gli occhi. "Ma per piacere." Sputai scoppiando a ridere insieme a lui.
Insomma, non avevo mai detto che la sua musica non mi piaceva, no, ovvio che no. Solo non ero pazza di lui come il resto della popolazione femminile.
 
"E poi?" Chiese mantenendo lo sguardo sul mio profilo.
Un bambino cadde.
Risi e scossi le spalle. "Non ci siamo detti nulla di così straordinario, nulla di così fuori dal comune. Ho fatto conversazioni molto più strane se è questo che vuoi sapere." Gli lanciai uno sguardo complice. Sorrise.
"Sì, non me le ricordare." Spostò lo sguardo.
"Quando sei ubriaco sei mooooolto strano. E divertente." Conclusi piegando le labbra in una smorfia. Scosse la testa ridacchiando.
"Di che parlavate? Qualche scoop? Ti ha detto quante se scopa al giorno?" Chiese elettrizzato.
Mi accigliai fingendo di pensarci intensamente. "No, però mi ha confessato quante seghe si fa al giorno!" Esclamai alla sua stessa maniera.
Sgranò gli occhi. "Necessito di saperlo." Digrignò a denti stretti.
"Circa 16... Ogni giorno." Conclusi disgustata facendolo scoppiare in una risata isterica.
Mi battei una mano in fronte. "A volte mi domando cosa sia realmente il mio migliore amico. Più una scimmia o un alpacca?"
 
Alzò le sopracciglia contemporaneamente. "La lana di alpacca è la migliore. Non mi dispiacerebbe essere un alpacca." Sentenziò scrollando le spalle.
"Gli alpacca li uccidono prima di tutti. Mai mangiato fegato di alpacca?" Domandai curiosa.
Si accigliò. "Una volta ho mangiato il fegato di un piccione. Giuro di ricordare per sempre i due giorni dopo al cesso." Abbassò lo sguardo al suo stomaco facendomi ridacchiare.
"Ricordami come siamo passati dal parlare di te e Justin Bieber a fegato di piccione?" Mi domandò confuso. Feci spallucce.
"E comunque non c'è un me e Justin Bieber. Capito?" Ribattei.
"Già ti vedo sulla copertina di ogni rivista: Justin Bieber e la sua nuova fiamma, la divertentissima e bellissima Jamie Curry! Sarà vero amore?" Ignorando la mia precedente frase, imitò la voce della presentatrice delle Ellen Show lanciando sguardi misteriosi.
"Oh, no." Tirai l'angolo della bocca.
"La coppia Jamie si trovava in vacanza a Rio de Janeiro questa settimana. Sembra che la star abbia chiesto alla sua bella la sua mano!" Continuò imperterrito ignorando ogni mio tentativo di riempirgli la bocca con un mucchio d'erba strappato dal prato sottostante.
"Mangia alpacca!" Lo incitai tirandogli l'erba addosso.
Si pulì velocemente e riprese a parlare. "Ma che schifo, Jamie! La vostra coppia si chiamerà Jamie! Sai, la sua iniziale poi il resto del tuo nome... avete la stessa iniziale. Che schifo. Fai schifo, Jamie. Cambiati nome almeno renderà di più il nome della vostra coppia!" Borbottò seriamente.
Inarcai un sopracciglio. "Che ne dici di Mattsmettilaononuseròquestapanchinasolopersedermi?" Lo guardai alla stessa sua maniera incrociando le braccia al petto.
"Mh, Jattsmettilaononuseròquestapanchinasolopersedermi." Rifletté alcuni secondi. "Lo sai che in questa maniera non parlerebbero mai di voi, vero?" Mi lanciò un veloce occhiolino facendomi sbuffare.
"Se ti dico che non c'è nulla, non c'è nulla! E poi tu lo sai chi mi piace..." Sospirai abbassando di qualche tono la voce e rendendola più malinconica.
 
Già, io Jamie Curry, conosciuta da 3 milioni di persone, da ora 4 milioni, simpatica, bellissima, dolcissima, gentile, seria quando serve, sensibile, brava a ballare e a far ridere le persone con il mio fisico da modella, praticamente perfetta, avevo problemi di cuore.
Ero attratta - non dissi innamorata, perché non lo ero mai stata - da un ragazzo il quale non ricambiava la mia attrazione.
Lo so, ve lo starete indubbiamente domandando.
Chi era quel coyote?
 
Il coyote aveva un nome e un cognome e se volete anche l'indirizzo basta chiedere. Non perché lo avessi seguito molte volte fino a casa sua e lo avessi anche visto dormire come un angelo mentre mi accampavo sopra un albero a notte fonda.
Assolutamente no, sarei una stalker se l'avessi mai fatto!
Perché io non l'ho mai fatto!
Ovviamente!
Pff.
- visto che avete capito che l'ho fatto, giuro che se la cosa si sa in giro, nessuno dei due (voi e l'altro verme vedrà un domani. -
 
"Jamie... te l'ho già detto milioni di volte. Sai che se stai male tu sto male anch'io. Evan è solo un puttaniere! Devi lasciarlo perdere, una volta per tutte." Mi accarezzò un ginocchio.
 
L'infame in questione era esattamente Evan McLaren.
Il solito leader del liceo, in questo caso il mio.
Olmo di animali bellissimi e seducenti, comunemente chiamati troie - non le reputo persone come potete notare - e beniamini che pur di attraversare il corridoio affianco a lui per qualche mezzo secondo ingoierebbero concime.
Come loro non ero di certo messa.
Non sfoggiavo nessun'arma di seduzione in sua presenza - anche perché non ne posseggo -, nessun incontro fortuito o accidentale per caso a scuola o in città, nessuno sguardo, nessun discorso, nessuna mossa, nessun tipo di aiuto in merito scolastico - intendo copiargli i compiti o che altro poco possa fare visto che è due anni più grande di me. -
Semplicemente, lo conquistavo con la mia inesistente esistenza.
Un fantasma.
Lo seguivo, lo guardavo, lo ammiravo, lo sognavo, lo desideravo, gli preparavo mentalmente la pasta per quando sarebbe tornato a casa nostra dal lavoro fra qualche anno, dopo il liceo. Perché io ci credevo.
Malata dite? Anche troppo poco.
 
Quel papavero sapeva benissimo che ogni ragazza pendeva dal suo lato B, - e anche lato C - compresa io.
Ovvio che mi conosceva. Tutti a scuola mi conoscevano.
Soltanto che venivo considerata più sul web che nella vita reale.
Per quanto fossi in grado di riprendermi e pubblicare i miei video, con i ragazzi ero schifosamente impedita, negata, handicappata.
Le ragazze ormai avevo imparato a gestirle, non mi incantavano più.
Volevano tutte essere mie amiche o almeno conoscenti per una misera parte di popolarità sul web. Così mantenni l'unica amica che avevo sempre avuto e senza la quale ora come ora mi troverei in una camera blindata di un dipartimento di salute mentale con addosso una dozzina di camice di forza.
Il nome della mia salvatrice era Tayla Diccory, da ringraziare lei della mia ancora sanità mentale. O quasi.
Anche Matt aveva fatto del suo meglio per me. Senza loro due non saprei chi sarei diventata o dove sarei finita.
Mi erano sempre stati fedeli e non mi fidavo di nessun altro al di fuori di loro e della mia famiglia, mia madre, mia sorella e mio padre.
 
"Lo so, me lo ripeti continuamente. Ma non ci riesco. Insomma, il mio sguardo si ferma su di lui senza che io me ne accorga." Pizzicai il dorso della mia mano con le unghie.
"Quando ti deciderai a parlargli seriamente e dirglielo? Sono nella sua compagnia da così tanto tempo, ti ho portato ad un sacco di feste e ci hai già parlato. A volte." Mi guardò negli occhi mentre mi accarezzava ancora il ginocchio.
Sbuffai. Quante volte ci eravamo parlati in tutto?
Uhm, direi tre o quattro. Cinque massimo.
La prima volta lo avevo incrociato nei corridoi di scuola, mi aveva salutata mentre io ero rimasta impalata a guardarlo mimando un 'Ehi' con le labbra, si era congratulato per il successo che stava avendo la mia pagina mentre io annuivo ammaliata dalle sue labbra che si muovevano seducentemente, i suoi occhi grandi che guardavano solo me in quel momento, il suo sorriso perfetto quando mi salutò per lasciarmi in mezzo al corridoio come un palo conficcato nel terreno sotto gli occhi di mezzo istituto.
 
"Oh, fidati. Lo sa già. Sa bene l'effetto che fa sulle ragazze." Dissi schietta allargando gli occhi.
Annuì. "Un motivo in più per lasciarlo perdere. È un puttaniere montato." Concluse secco. Sgranai gli occhi.
"È tuo amico!" Sbottai ridacchiando. Ridacchiò anche lui.
"E con questo? Anche tu sei mia amica, anzi la mia migliore amica e quindi ti dico le cose come stanno. Gliel'ho già detto a lui cos'è, ha scosso le spalle. Fidati, lascialo perdere. Ne ha già abbastanza a cui pensare, dovresti solo metterti in fila, aspettare che ti scopi e poi correre a piangere tra le mie braccia. Ti piace questa cosa?" Ringhiò come non aveva mai fatto. Capii che aveva ragione. Dovevo davvero dimenticarlo.
Annuii debolmente cercando di convincere sia me che lui.
"Mi accompagni a ripetizione?" Gli domandai dopo aver controllato l'orario sul mio iPhone.
Annuì e insieme ci alzammo dalla panchina per avviarci verso il marciapiede.
Jamie Curry rimandata in matematica.
Io che, nei miei video, ero una così brava alunna e all'occorrenza insegnante!  
Brutti stronzi.
 
 
Justin’s Way
 
‘No, non farlo. No, non farlo. No, non farlo. No, non farlo. No, non farlo. No, non farlo. No, non farlo. No, non farlo. No, non farlo.’
 
La mia vocina interiore voleva sempre avere voce in capitolo su quello che stavo per fare. Non era possibile, mai un attimo di tregua!
"Muori!" Urlai esasperato portandomi le mani tra i capelli e socchiudendo gli occhi.
Quando li riaprii mi trovai dinnanzi le facce spiazzate e confuse del mio staff. Sgranai gli occhi.
"No, non parlavo con nessuno di voi! Scusate..." Chiesi mortificato.
Qualcuno rise, altri scossero la testa allibiti convinti ancora che parlassi con loro o che possedessi un demone interiore.
Io starei più sulla seconda.
 
Una mano si posò sulla mia spalla. Mi voltai. "Amico, sicuro di star bene? Perché sento le persone bisbigliare 'Justin Bieber è posseduto. Come la prenderanno i fan e la stampa?' e non so cosa realmente pensare." Scrappy ridacchiò spostando la mano.
Scossi la testa sorridendo. "Ho un... problema." Ammisi abbassando la testa. Scrappy mi guardò confuso e poi annuì.
"È un problema serio?" Domandò abbassando il timbro della voce.
Ridacchiai. "Ha il suo conto." Risposi facendo spallucce.
Annuì una seconda volta e mi fece segno di seguirlo dietro le quinte, nel backstage.
Eravamo nell'arena in cui la sera mi sarei dovuto esibire e stavamo provando.
 
Mi guardai qualche istante attorno e poi lo seguii e mi fermai non appena si fermò lui.
"Se vuoi puoi parlarmene." Incrociò le sue possenti braccia al petto. Dava l'aria di un bodyguard e non di un tecnico a dir la verità. Mi aveva sempre intimorito quanto Kenny quest'uomo, ma lui questo non doveva venire a saperlo.
"Riguarda una ragazza." Risposi velocemente. Non poté nascondere l'espressione estasiata, ma anche perplessa.
Non mi ero mai fatto problemi per un ragazza, se non per Selena e questo lo sapevano benissimo tutti quelli intorno a me.
Forse quella smorfia era dovuta allo stupore nel sapere che finalmente pensavo ad un altra. Dopo Selena avevo attraversato il periodo peggiore della mia vita, ne ero certo.
Ma in realtà stavo solo pensando a Jamie.
La voglia di scriverle era tantissima, insomma, mi ero divertito molto ieri sera e volevo sentirla ancora.
"U-una ragazza che non è Selena intendi... giusto?" Chiese lasciando sciogliere le braccia dalla posizione da duro e guardandomi attentamente negli occhi. Inarcai un sopracciglio e annuii.
Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo con tanto di gesto con la mano che scivola dalla fronte come una piuma. Risi.
"Temevi che ci fosse ancora lei nei miei pensieri?" Azzardai divertito.
 
"Justin ti rendi conto che non sei più lo stesso da quando ti ha lasciato?" Sembrava preoccupato, aveva un tono dispiaciuto. Abbassai il capo ed infilai le mani nella tasche larghe dei pantaloni della tuta.
"Non è colpa mia se mi ero innamorato sul serio." Biascicai mentre la punta di una della mie Supra aveva iniziato a vorticare cerchi invisibili sul linoleum.
Sospirò ed alzai lo sguardo. "Lo sappiamo. Ma aspetta... il 'muori!' di prima era riferito a lei?!" Chiese prudente. Scoppiai a ridere e scossi la testa.
"Allora mi avevate sentito tutti." Sorrisi fermando il movimento del piede.
"Mi stupirei se qualcuno non ti avesse sentito, invece!" Mi canzonò ridendo. Roteai gli occhi.
"La mia fottuta coscienza non vuole che le scriva, ma io voglio farlo e visto che stava per farmi implodere la testa, ho urlato qualcosa di molto spontaneo al momento." Sorrisi con la faccia da angioletto facendo ridacchiare Scrappy.
"Capito." Batté le mani provocando un sonoro applauso e poi continuò. "Ora devi dirmi chi è, però. Swift? Lovato? La Minaj? Gesù, quella nigga è fottutamente sexy. Quante volte avrò riguardato Beauty And A Beat?" Gemette. Spalancai gli occhi e serrai le labbra in una smorfia mentre mi allontanavo lentamente da lui.
Scoppiò a ridere. "Amico, stavo solo scherzando!" Esclamò divertito e tirandomi da una spalla per avvicinarmi ancora a lui.
"Su quale parte?" Ridacchiai. Quando vidi che stava per rispondere, lo anticipai. "Non mi interessa." Estrassi una mano dalla tasca e la posizionai tra di noi mostrando il palmo. Rise e rinfilai la mano in tasca.
"È Jamie. Jamie Curry." Affermai molto alla 'Sono Bond. James Bond.'
All’inizio gli sembrò che avessi detto ‘viva il cetriolo rosa’ in mandarino, ma poi scorsi un piccolo luccichio d’intesa nei suoi occhi. Significava che aveva capito?
 
“Ti prego, dimmi che hai capito.” Sospirai buttando la testa all’indietro e facendo una strana smorfia.
Annuì muovendo suggestivamente le sopracciglia. Risi.
Perché ho degli amici così stupidi? Mah.
“E quindi le scrivo o no?” Borbottai come una stufa.
Mi guardò confuso.
“Di c-chi pa-parlavamo?” Chiese piegando la testa di lato.
Sgranai gli occhi.
Ripeto. Perché ho degli amici così stupidi? Mah.
 
 
19 minuti dopo...
 
 
“Ehi, Scott!” Al sentir pronunciare il suo nome alzò lo sguardo dalle carte che stava leggendo e guardò nella mia direzione.
“Justin.” Affermò appena gli fui abbastanza vicino.
“Ascolta non voglio prenderti troppo tempo, ma... avrei una domanda da farti. Più che altro è un consiglio quello che ti chiedo.” Gesticolai un po’ su di giri.
Sembravo una checca, dannazione. Justin che ti facevano gli ormoni?
“E’ per Ryan...” Mi sbrigai ad aggiungere vedendola annuire divertito. “Ha chiesto solo la mia opinione e allora non so se gli ho detto qualcosa di giusto o qualche cazzata. Così volevo sapere anche la tua, ma tu non devi dirgli che te l’ho detto.” Chiarii annuendo da solo. Sorrise.
“Parla allora.” Mi incitò portandosi una mano sotto il mento e istigando la barbetta corta.
“Sì, giusto. Ehm... praticamente, lui pensa molto ad una ragazza, ma a questa ragazza non sa scrivere o meno. Perché lei non è famosa, quindi non la conosce, si conoscono da poco. Anzi, non so nemmeno se si conoscano non per modo di dire, ma okay. Insomma, a sta ragazza... le scrive o no? Sto- sta andando in palla, poverino. Prima ha dato testate al frigorifero del mio bus e si era alzato dal divano solo per prendere una lattina di coca! Capisci?!” Quasi urlai, ma poi mi guardai intorno e mi avvicinai a Scott.
Mi ero davvero alzato dal divano solo per prendere una coca, ma poi avevo trovato improvvisamente interessante lo sportello del mio frigo.
 
Posai una mano sulla sua spalla e sussurrai. “E’ cosa che rimarrà tra me e te questo, vero?”
Annuì e imitò il mio gesto, posando la mano sopra la spalla del braccio che non avevo alzato. “Tu che gli hai risposto?” Mi sorrise sghembo e sospirai entrando nel panico.
Merda.
‘Agente 00Bieber, missione fallita.’
Mi canzonò la mia vocina interiore, di nuovo.
Grugnii.
Che cazzo voleva adesso?
‘Dirti che sei un coglione. No, ma dico. La scusa dell’amico? Ma che ti sei rincoglionito? Tua sorella di cinque anni inventa meglio di te ma per piacere.’
Roteai gli occhi. Odiavo quando aveva ragione.
“Chi è lei, Bieber?” Scooter mi colse alla sprovvista mentre ero troppo impegnato a discutere con la mia coscienza su quanto fosse più furba mia sorella di me. Accasciai la mano dalla sua spalla fino a farla raggiungere il mio fianco.
“Ryan non me l’ha detto.” Rifilai facendo spallucce.
‘Che cazzo inventi ancora se ormai ti ha beccato? Doppio coglione.’
Rise. “Oh, sì... Ryan.” Mi lanciò un occhiolino e sciolse la presa sulla mia spalla anche lui, abbassando lo sguardo sui fogli e sfogliandone alcuni.
“Scott, Ryan non può aspettare.” Mi lamentai incrociando le braccia e picchiettando nervoso un piede sul pavimento. Mi guardò stralunato e divertito allo stesso tempo.
Se prima sembravo una checca ora sembravo una checca pazza e con il ciclo!
“Bieber, decidi tu. Se ti piace davvero, la chiami. Se no, non la chiami. Giusto? Ora lasciami al mio lavoro. Ah, fuori c’è una folla di ragazze inferocite che non vedono l’ora di entrare e vederti. Perché non vai a salutarle per placcare i loro bollenti spiriti? Almeno fino a stasera e senza farti sbranare, ovviamente. O sei troppo impegnato a pensare ancora se chiamarla o no?” Sentenziò rivelandomi lo stesso sorriso sghembo di prima.
Prima uno stupido e ora uno intelligente.
Ero io che avevo problemi o erano solo i miei amici?
‘Coglione sei.’
Fottuta vocina.
Schioccai la lingua. “Okay, è diventato imbarazzante. Vado dalle uniche ragazze con cui non mi faccio problemi. Bye!” Girai i tacchi e corsi via. Non parlerò più con nessuno di ragazze!
“Torna con le gambe, almeno.” Percepii da distante. Rallentai e mi accigliai riflettendo.
Perché diamine Scooter voleva le mie gambe?
 
►►►
 
Rimasi a fissare per interminabili secondi la mia immagine nell’enorme specchio del mio camerino.
La mia mano ancora impugnava il telefono.
 
Oh, fanculo, io le scrivo!
 
‘Non migliori mai, coglione.’
Ti pareva che non moriva?
 
A: Jamie Curry.
Possibile che abbia battuto tante volte la testa contro il frigo tanto da aver la fronte viola?
Forse non dovrei lamentarmi, insomma, il viola è il mio colore preferito. (:
 
Le scrissi velocemente sui messaggi privati di Twitter.
Era la stessa ora della sera scorsa, quindi per lei doveva essere la stessa ora della scorsa mattina.
‘Fate largo al fottuto genio! Pff, coglione.’
Mi schernì la mia coscienza.
Maledizione, dovevo darle un nome. Un nome davvero orribile.
Saltellai per la stanza fin quando il mio telefono non vibrò e il display si illuminò.
Fan mi scrivevano.
Sorrisi leggendo i loro tweet ed il mio sorriso si allargò non appena scorsi qualche tweet di qualche ragazza che molto probabilmente stava sotto il palco in quel momento visto che dicevano di essere emozionate e fiere di esserci.
Retweettai.
Un’altra notifica. L’aprii.
 
DA: Jamie Curry.
Possibile che abbia mangiato talmente tanto gelato da aver ibernato la mia lingua?
Forse non dovrei lamentarmi, insomma, se mi ci conficcassero una forchetta dentro non sentirei nulla. (:
 
Scoppiai a ridere.
Ora sentivo di poter cominciare il concerto con lo spirito giusto.
 
 
 
 


Vengo in pace!
E chiedo umilmente perdono.
Per la troppa attesa.
Ma ero incasinata.
 
Cosa ne pensate?
 Non è super sexy la nostra bambolina?:3




Pubblico il prossimo a 8 recensioni.
Dajeeeee.(;
 
Se volete passate sulla mia pagina, ci sono altre storie.
Much besos.
   
 
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