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Autore: SmartieMiz    05/09/2013    6 recensioni
Mini-long Trunter.
Un incontro casuale nel reparto abbigliamento di un centro commerciale.
Una sorpresa a scuola.
Un'amicizia.
Un piano.
Un amore.
Otto giorni di Trunter. Per la Trunter Week 2013 :)
Sept. 4: Pyjamas
Sept. 5: Spin the bottle
Sept. 6: Teen Wolf (AU)
Sept. 7: Cookies
Sept. 8: Cooking
Sept. 9: Mr. Pussy
Sept. 10: Last Kiss
Sept. 11: Daddies Trunter (extra)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Hunter Clarington, Trent Nixon | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Can you be my nightingale?
Rating: arancione
Genere: commedia/fluff/romantico


Note: Per il rating arancione, date la colpa/ringraziate Sebastian Smythe e Thad Harwood ;) Forse sto inserendo troppa Thadastian e troppa Niff, purtroppo non riesco a rinunciarci xD Spero non vi dispiaccia e.e So che questa è la Trunter Week, quindi vi prometto che cercherò di inserire - giustamente - ancora più Trunter dal prossimo capitolo x)
Se tutto questo è possibile, ringrazio le ragazze della Trunter Week per il loro entusiasmo e per la loro creatività ♥ Siete fantastiche ♥


 

 Trunter Week 2013

 

Can you be my nightingale?



Day 2 - Spin the bottle

Drink it if you can
 

 

«La prima riunione dei Warblers è ufficialmente iniziata».
Il suono del martelletto rimbombò nell’intera sala. Thad Harwood annunciò l’inizio del quarto anno, seduto da solo al Tavolo del Consiglio; Wes e David andavano al college ormai, e i Warblers avevano dovuto acquistare un nuovo martelletto in quanto Wes si era portato fino alla Stanford quello vecchio a cui era morbosamente affezionato.
«Anche se il Consiglio è stato soppresso», il capo-consiglio scambiò una veloce occhiata a Sebastian: «mi è stato affidato l’incarico dal preside della Dalton di indire un’ordinanza restrittiva per Sebastian Smythe, a causa degli spiacevoli episodi dell’anno scorso. Quest’anno, quindi, sono aperte le audizioni per proclamare il nuovo capitano dei Warblers».
Jeff sghignazzò, compiaciuto per la sconfitta del suo amico-nemico. Sebastian, invece, spalancò gli occhi. «Dov’è la candid camera?», chiese, con occhi quasi speranzosi.
«Mi dispiace, ma nessuna candid camera», rispose Thad, sinceramente dispiaciuto.
«Quell’uomo mi sta sulle palle», sentenziò Sebastian, torvo: «Da sempre».
«Credo che la cosa sia reciproca», aggiunse Nick, beccandosi l’occhiataccia del francese.
«E tu non hai fatto niente per impedirglielo?», domandò Sebastian rivolto al suo ragazzo.
«E che cosa potevo fare?».
«Che ne so io, corromperlo con del denaro o con del buon sesso dato che sei abbastanza dotato».
Alcuni Warblers ridacchiarono. Thad era paonazzo. «Davvero avresti preferito che mi scopassi un vecchio di sessant’anni?!», disse, alzandosi minacciosamente.
«Beh, perché no. L’avresti fatto per me, il tuo ragazzo. Sarebbe stato un gesto d’amore», Sebastian sfoggiò un sorriso mellifluo, per ammorbidirlo e per sciogliere la tensione.
Invano.
«Smythe, ne riparliamo dopo», fece Thad glaciale, sedendosi di nuovo al suo posto.
«Onestamente, a nessuno frega della vostra vita sessuale», si intromise Flint: «Dunque, chi è che vuole candidarsi?».
«Non è affatto necessario che qualcuno si candidi».
Le porte dell’aula canto si spalancarono. Un tale con un elegante gatto bianco tra le mani aveva appena parlato.
Trent Nixon perse almeno dieci anni di vita.
Quegli occhi chiari e penetranti.
Quello sguardo incantatore.
Quel sorriso, ora rovinato da una punta di cinismo.
Quello era il ragazzo che aveva incontrato il giorno prima al centro commerciale!
«Sono io il nuovo capitano dei Warblers», sentenziò il ragazzo.
«No, aspetta. Calmati», Sebastian rise sprezzante, visibilmente irritato: «E tu da dove saresti venuto? Da Fanculandia?».
Il ragazzo gli sorrise amabilmente. «No, mi dispiace, non conosco quel luogo. Sono qui a Westerville da una settimana e provengo dall’accademia militare di Colorado Springs. Sono qui grazie ad una borsa di studio pienamente meritata».
Trent poté udire alcuni Warblers piuttosto infervorati bisbigliare e cinguettare tra loro.
Oddio, un militare!
Questo lo rende tremendamente eccitante.
Flint, ti rendi conto che ora stai parlando come Smythe?
Non importa. Piuttosto, che fisico mozzafiato deve nascondere sotto il blazer!
E chissà com’è a letto…
Spesso e volentieri Trent veniva tormentato da seri dubbi, chiedendosi se alla Dalton fossero davvero tutti gay.
«Beh, fai un’audizione e vedremo se meriti quel posto», gli fece notare Thad, interrompendo il chiacchiericcio dei compagni.
«Nessuna audizione», fece il ragazzo.
«Ma è il regolamen…».
«… che può andare a farsi benedire», lo interruppe, sorridente: «Il preside è rimasto piacevolmente sorpreso dal mio perfetto curriculum. Non temete, vi porterò alla vittoria, se è questo che vi state chiedendo, come ho già fatto altre mille volte col mio coro militare con tanto di onori presidenziali».
Silenzio in aula.
«Il tuo nome, di grazia?», chiese Thad, freddo come una lama tagliente sulla pelle.
«Hunter Clarington».
 
«È uno stronzo».
«Trent, mi dispiace per te, ma questa volta Sebastian ha totalmente ragione: quel Clarington è un bastardo», fece Thad.
Trent sbuffò. «E se fosse bravo? Non lo sappiamo ancora».
«Nessuno esclude il fatto che possa essere bravo, ma quella che sta cercando di istaurare nel nostro gruppo è una dittatura», spiegò Thad, razionale: «Dopotutto, Sebastian se l’è guadagnato il titolo di capitano facendo un’audizione».
«Sì, sopprimendo il Consiglio e spodestando me», aggiunse Nick, irritato.
Sebastian alzò gli occhi al cielo. «Duval, quando accetterai che io sono migliore di te sarà sempre troppo tardi».
«Mi infastidisce il tuo atteggiamento da primadonna. Abbassa la cresta», sbottò Nick.
«Ti infastidisce perché sei incredibilmente invidioso di me».
«Non è vero».
«Sì che è vero. La tua voce da cornacchia non si può sentire».
«Senti chi parla! Quando canti sembri un topo».
«Meglio essere un topo che una cornacchia stonata. E per tua informazione, i topi non cantano».
«Non sono stonato e per tua informazione, canto da molti più anni di te».
«Questo non c’entra, e comunque è grave per te dato che ti ho spodestato subito».
«Sei diventato immediatamente capitano perché ti sei portato a letto Thad».
«Hey! Io sarei qui!».
«Non è per niente vero. Io e Thad ci odiavamo quando sono diventato capitano».
«Allora hai corrotto Wes e David con i tuoi sorrisi da sgualdrina».
«Geloso, Duval? Vorresti un po’ del mio charme?».
«Smythe, procurami una bustina per il vomito, piuttosto».
«Ho anche un ragazzo migliore del tuo con cui faccio del sesso eccellente».
«Sesso o non sesso, il mio fidanzato è meraviglioso di suo».
«Vedo che ti eccitano terribilmente le Barbie senza seno e con l’uccel…».
«E ADESSO BASTA!», Trent dovette urlare per farsi sentire.
Sebastian e Nick interruppero il loro focoso battibecco. «Ma vi rendete conto? Non avete nemmeno un po’ di decoro!», disse, inorridito.
Nick arrossì. «Scusatemi… mi sono lasciato trasportare», commentò, chinando il capo.
Sebastian sbuffò leggermente. «Insomma, non posso farmi spodestare da quel cat-sitter inquietante. È guerra aperta», ghignò.
«Solo a me Hunter ha dato una bella impressione? Andiamo, quel gatto era tenerissimo», finalmente parlò Jeff, con occhi inteneriti.
«Tenerissimo? Quel gatto sarà il suo punto forte. E debole allo stesso tempo. Sarà la sua arma a doppio taglio. Quel Clarington nasconde qualcosa, e io lo dovrò scoprire. Dovrò fraternizzare col nemico, così lo potrò distruggere», asserì Sebastian, convinto.
«Mi sa che leggi troppi libri e che vedi troppi film», commentò Thad, poi disse, severo: «Ah, noi due dovevamo discutere. Andiamo in camera. Ora».
Thad camminò risoluto verso la propria stanza.
«Lo sa meglio di me che ogni nostro litigio si conclude con dell’ottimo sesso riconciliatorio», sogghignò Sebastian bramoso per poi seguirlo, lasciando Trent, Nick e Jeff leggermente inquieti.
«Mi fa schifo, con me ha chiuso», mormorò Nick, stringendo i pugni. Jeff gli accarezzò dolcemente una spalla. «Lo so, fa schifo anche a me», concordò il biondo.
«Bene, io invece devo andare in camera. So che Richard doveva dirmi qualcosa», asserì Trent: «A dopo, ragazzi!».
 
Trent entrò in camera, aprendo lentamente la porta e chiudendosela alle spalle.
La stanza era buia. Completamente buia.
Uno dei suoi soliti scherzi, come al solito, pensò Trent annoiato.
Cercò l’interruttore con non poca difficoltà e accese la luce.
«Ti stavo aspettando».
Trent sobbalzò: Hunter Clarington era seduto su un letto, con il gatto bianco sulle sue gambe che miagolava spaventosamente.
«Oddio, mi hai fatto prendere uno spavento», Trent sorrise, imbarazzato.
«Oh, scusami. Ho un debole per le entrate ad effetto», Hunter ricambiò il sorriso.
Un’altra primadonna con l’egocentrismo a mille.
«Sì, okay, ma… ehm… scusa, ma che ci fai qui? Cioè no, non ti sto cacciando, ma mi sembra strano che tu sia qui…», farfugliò Trent.
«Sono il tuo compagno di stanza», Hunter sorrise: «Sì, so benissimo cosa starai pensando, ma ho chiesto in presidenza di fare un cambio: Richard starà in stanza con un certo Flint che già mi sta sulle scatole e io con te. Sei l’unico che “conosco” qui dentro e sono anche un po’ misantropo. Tu sembri gentile, invece».
Trent non seppe cosa dire.
«Ah… bene. Spero di trovarmi bene con te», disse infine, sorridendo leggermente.
«Ovviamente, Trent Nixon. Sarà un piacere».
«Tu sai… tu sai il mio…».
«Certo, Richard mi ha detto tutto di te. So anche che hai dei boxer rossi natalizi con tanti Babbi Natale e non mi meraviglio se l’altro giorno sembravi quasi attratto da quell’orrido pigiama».
Trent divenne paonazzo.
Richard se la vedrà con me!, pensò, irritato.
«Non ne ero attratto, ero soltanto curioso, e avevo anche pensato di comprarlo a Richard per uno scherzo, visto che lui me ne fa sempre. Dopo questo, credo proprio che glielo comprerò».
Hunter sorrise, malizioso, estraendo qualcosa da un borsone che stava a terra.
Un pigiama azzurro con cuori verdi e arancioni, per l’esattezza.
Quel pigiama.
«L’hai davvero comprato?», chiese Trent, quasi sconvolto.
«L’avrei voluto regalare ad un mio amico cadetto come scherzo quando verrà a casa mia per il weekend, ma credo che sia più carino darlo a te per Richard come strumento di vendetta, dato che domani è il suo compleanno e ho saputo della festa a sorpresa di voi Warblers».
Trent sorrise. «Lo sai che sei geniale?».
«Certo che lo so, e questo mi rende ancora più figo di quanto già non lo sia. Avrò anche tanti muscoli e un fisico mozzafiato, ma ho anche un cervello».
Trent, divertito, non riuscì a non trattenere un sorriso. «Sei simpatico».
 
«Un giorno di questi morirò di asfissia».
«Mio piccolo Harwood, come sei fragile», Sebastian gli accarezzò lentamente un fianco: «Non devi esserlo, dato che si prospetta un terzo round ancora più scatenato di quello precedente…».
Thad alzò gli occhi al cielo. «Sei un ninfomane».
«Questo è il mio modo per farmi perdonare».
«Potresti regalarmi una scatola di cioccolatini e saresti perdonato immediatamente».
«Non sono così sdolcinato».
«Sì, ma il cioccolato mette di buon umore».
«Anche il sesso».
«Dipende».
«Anzi, sesso e cioccolato. Bell’accoppiata. Che ne pensi?».
«… che mi fa schifo. Che mi fai schifo».
«Nah, te lo farò piacere».
«Nah. Non mi piace la tua mente perversa».
«Non ci credo nemmeno un po’».
Qualcuno bussò alla porta.
«Hanno imparato a bussare», bisbigliò Sebastian.
Qualcuno entrò in stanza.
«Okay, ma non hanno imparato che prima di entrare devono ricevere una risposta», fece Thad, infastidito.
«Ragazzi, ho un pian… bontà divina! Mettetevi qualcosa, subito!».
«Mai visto un uccello, Sterling?».
«Volevamo metterci qualcosa, se solo ci aveste dato tempo!», sbottò Thad irritato, coprendosi con le lenzuola.
«E poi questa è la nostra camera, facciamo quel che ci pare», asserì Sebastian, lasciandosi coprire col lenzuolo.
Nick e Jeff entrarono, socchiudendo la porta. «Dicevo… ho un piano», fece il biondo.
«Un piano per uccidere Clarington?».
«No», rispose Jeff secco: «Un piano per far mettere insieme Trent e Hunter».
«CHE COSA?».
«Dato che il mio bambino ha trovato l’amore che poi si è manifestato in un’acida mangusta ma vabbè, purtroppo incidenti di percorso capitano anche ai migliori, il mio buonsenso mi suggerisce di tutelare qualcun altro, e chi se non Trent che secondo me ha una cotta non poco evidente per quell’Hunter?», Jeff argomentò la sua tesi, con un sorriso soddisfatto.
«Sterling, fa’ quel che cazzo ti pare, ma non mi coinvolg…».
Sebastian si interruppe. Un sorriso inquietante comparve sul suo volto.
«… continua», il francese incitò Jeff: «Se Clarington trova l’amore, penserà soltanto ad esso almeno per un periodo, e ciò vorrà dire fallimenti per i Warblers. Fallimento di Hunter Clarington uguale ascesa di Sebastian Smythe. Due più due, ecco! È così semplice!»
Nick, Jeff e Thad si guardarono, sbigottiti. «Okaaaaay, Sebastian. Vai a dormire. Sei ubriaco», fece Thad, impassibile.
«Non lo sono. Sono semplicemente geniale», fece lui, secco: «Allora, biondina? Prosegui».
«Dicevo… io e Nick abbiamo un piano formidabile e voi ci aiuterete. Domani sera, alla festa a sorpresa di Richard, io e Nick ci occuperemo dei giochi e abbiamo progettato qualcosa di stuzzicante. Voi, invece, vi occuperete del punch. Il vostro obiettivo sarà quello di far ubriacare i Trunter».
«I cosa?», chiese Sebastian inarcando un sopracciglio.
«Andiamo, Smythe, non ci vuole tanto per arrivarci. Trunter uguale Trent più Hunter», disse Nick, seccato.
«Perché mai dobbiamo farli ubriacare?», chiese Thad, sconcertato.
«Così faciliteremo il proseguimento dei giochi che abbiamo preparato. Devono essere necessariamente ubriachi per fare certe cose, e poi si dice in vino veritas. Magari ad Hunter scapperà qualche parolina dolce e a Trent qualche dichiarazione strappalacrime».
«Trent resterà sobrio. Detesta l’alcool», spiegò Thad: «e se si ubriaca soltanto uno dei due, è la fine».
«Fidati, il nostro piano funzionerà!», Jeff sorrise, fin troppo contento.
 
La sera seguente, c’era fin troppo entusiasmo nei corridoi della Dalton.
L’aula canto era stata decorata con palloncini e festoni. Tavolini portatili montati al momento erano pieni di stuzzichini. Nick e Jeff si erano occupati anche della musica. All’angolo della stanza, Thad e Sebastian, invece, si occupavano di malavoglia dei drink.
Flint, il nuovo compagno di stanza di Richard, aveva ricevuto l’incarico di portarlo sano e salvo in aula canto, inventandosi una scusa.
Ma forse l’incarico era stato dato alla persona sbagliata.
«Richard, dobbiamo andare subito in aula canto! È stata indetta una riunione improvvisa dei Warblers! Chissà cos’hanno da dirci!», recitò.
«Ma io dovrei andare a casa e…».
«… e no, Richard, non puoi!».
«Perché? È il mio compleanno e…».
«… e noi abbiamo organizzato una festa a sorpresa per te! Avanti, andiamo in aul… oh cazzo».
«Lo sai che sei un cretino?», Richard sorrise, quasi intenerito, poi tubò: «Comunque aww, grazie di cuore, è la cosa più bella che potevate fare per me».
Flint sorrise. «Allora? Vuoi ancora venire?».
«Certo. Salterò la cena con i parenti, ma chi se ne frega».
 
«SORPRESAAAA!».
Coriandoli dappertutto non appena Richard entrò in aula canto con Flint.
Richard finse di non sapere nulla per salvare la pelle di Flint, e finse sguardi così pieni di stupore con tanto di mani sulla bocca e occhi spalancati da insospettire sia Smythe che Clarington che non erano stupidi.
Trent lo abbracciò stretto. «Buon compleanno, amico mio! Questo è da parte di tutti noi», e gli porse un pacchetto rosso. Hunter fece l’occhiolino a Trent e lui rispose con un sorriso a trentadue denti.
Richard ringraziò con un sorriso, per poi aprire il pacchetto e…
Bontà divina.
Un orrido pigiama turchese con cuoricini arancioni brillantati e verde acido.
«Uhm, grazie, mi mancava un pigiama così fashion!», fece Richard sfoggiando un sorriso finto: «Vi ringrazio, davvero!».
«È inutile che menti, si capisce dalla tua faccia che ti fa schifo. Ma dai, vedila in modo positivo, potrai usarlo per il prossimo Halloween, oppure potrai essere ingaggiato per un film horror nel quale interpreterai una povera vittima uccisa di notte che ha avuto un pessimo costumista», Hunter gli mise amichevolmente una mano sulla spalla. 
I Warblers non si trattennero e risero. «Bluff, ecco il regalo», Trent sorrise, divertito.
Gli occhi di Richard si illuminarono quando scartò il regalo e vi trovò il videogioco che tanto desiderava.
«Io VENERO questo gioco», disse il ragazzo: «Ci giocherò per la prima volta indossando quel pigiama, giuro che lo farò! Vi voglio bene, ragazzi».
I Warblers incominciarono a cinguettare amabilmente, finché Sebastian, stanco di quella scenetta, non disse: «Che il party abbia inizio!».
«Qualcuno vuole bere? Avanti, voi due, prendete qualcosa!», Thad sorrise in modo inquietante, indicando Trent e Hunter.
«Io non bevo», fece Trent, semplicemente.
«Ma avanti, che party è senza essere un po’ brilli!», cercò di persuaderlo inutilmente Sebastian.
«Per me andrebbe bene un bicchierino», disse invece Hunter.
«Thad, hai dell’arsenico da… ahia!».
 
Un’ora più tardi, l’aula canto aveva già un aspetto diverso.
I Warblers, mezzi ubriachi, chi più e chi meno, erano tutti seduti a terra in cerchio, a giocare al gioco della bottiglia.
Jeff costrinse tutti a giocare a quel gioco che, per l’occasione, aveva diverse regole. Nick e Jeff avevano preparato miriadi di bigliettini appallottolati contenenti le cose da fare e i pegni e li avevano inseriti nella bottiglia. La bottiglia, una volta fattala girare, avrebbe scelto un ragazzo che avrebbe dovuto pescare un biglietto a caso ed eseguire quel che era richiesto.
E quella era la cosa divertente per Jeff: lui aveva scritto le cose e Nick aveva accartocciato i biglietti, senza aver letto perché il biondo insisteva che doveva essere una sorpresa per tutti.
Chissà cosa aveva scritto quel diavolo dalla chioma bionda.
La prima vittima fu Flint.
Bacia Hunter con la lingua per dieci secondi.
Flint era visibilmente eccitato; Hunter, invece, aveva spalancato gli occhi.
«Sono etero, non ho mai baciato un ragazzo prima d’ora e se mai dovessi baciare un ragazzo, non voglio che il mio primo bacio sia con quello», disse, secco.
«Scusa, Clarington, ma mi sono fermato a quel sono etero e poi non ho capito più niente!», Sebastian rise fragorosamente, appoggiato sulla spalla di Thad. Sì, era sbronzo.
«Se ti rifiuti, verrai espulso dai Warblers. È questa la nuova regola», Thad sorrise in modo inquietante. Anche lui era ubriaco.
Hunter sbuffò. «Una cosa veloce, Wilson», fece.
«Dieci secondi con la lingua», specificò Flint: «Così stava scritto».
Un attimo dopo, le labbra di Flint si fiondarono su quelle di Hunter. La lingua di Flint scavò nella bocca di Hunter per ben dieci secondi, poi l’ex cadetto lo allontanò di scatto.
«Bontà divina! Mr. Puss, aiutami tu», mormorò Hunter, inorridito, rivolgendosi al gattino al suo fianco che si fece accarezzare.
«Il prossimo», fece Jeff.
Era il turno di Richard.
Togliti un indumento e lancialo addosso alla persona che ti piace.
«E a chi lo lancio? Io ho una ragazza!», replicò Richard.
«Una ragazza? Ma fammi il piacere, i Warblers sono tutti gaaaaay», disse allegramente Sebastian.
Richard si sfilò la t-shirt e la lanciò addosso a Trent. «Non pensate male. Siamo migliori amici», fece Trent, precedendo immediatamente i Warblers che li stavano guardando già maliziosi.
Jeff non sembrava contento delle sorti del gioco. Sospirò, pescando un biglietto.
Slinguazzati con Smythe per venti secondi.
«Sembra divertente», fece Jeff, digrignando i denti.
«Vedo che il karma si sta rivoltando contro il creatore del gioco!», fece Hunter, soddisfatto.
Jeff lo guardò, truce. Smythe era fin troppo ubriaco e stava capendo ben poco. «Prima lo bacio prima finisco», sbottò, lasciandosi baciare dal biondo.
«Venti secondi, mi raccomando!», precisò Flint, beccandosi due gomitate alle costole da Thad e Nick.
Sebastian, ubriaco fradicio, cinse Jeff per il collo per poter approfondire il bacio. Richard cronometrò il tempo per poi dire: «Okay, stop».
Sebastian e Jeff si allontanarono immediatamente, come se avessero presa la scossa.
«Che schifo», mormorò il francese, inorridito: «Si sente il tuo lucidalabbra alla fragola».
«Non è lucidalabbra, ma burro di cacao!», rispose il biondo, pulendosi la bocca con la manica della maglietta.
Toccò a Thad.
Limona con Smythe per almeno un minuto.
«Che culo, Harwood!», esclamò Richard.
«Lo so che ha un bel culo», ridacchiò Smythe, fuori di sé.
 
Un minuto e mezzo più tardi, Sebastian era ancora disteso a terra, con le labbra attaccate a quelle di Thad. L’ispanico si strusciava sopra di lui con vigore e con le mani indugiava sul corpo dell’altro.
«Stava scritto di limonare per un minuto, non era richiesto del sesso in diretta!», fece Flint: «Se volevamo del sesso sarei andato su un sito porno, non credete?».
«Naaah, siamo meglio di un film porno», commentò Sebastian, facendo ridere di gusto Thad contro le sue labbra.
Fu Nick a prendere provvedimenti e a separare i due ragazzi.
«Già mi mancano le tue labbra», sbuffò Thad.
«A chi lo dici. Dopo avremo tutto il tempo che vogliamo e nessuno oserà disturbarci. Ti farò dimenticare persino come ti chiami».
Hunter strabuzzò gli occhi, bevendo un po’ dal suo bicchiere. Il terzo, per la precisione.
«Deve essere piuttosto aggressivo Smythe a letto», mormorò, rivolgendosi a Trent che si era appena seduto vicino a lui dopo aver preso dell’aranciata.
«Thad non ne parla molto, ma non si lamenta nemmeno. Insomma, lo lascia intendere», rispose Trent.
«Mm», fece Hunter, non molto convinto: «E tu? Tu come te la cavi?».
Trent divenne paonazzo.
«Sei ubriaco, vero?».
«Di te».
A Jeff non sfuggì nulla: aveva deciso di restare sobrio per vigilare quei due, e almeno questo gli stava riuscendo alla grande.
«Okay, scusa, forse ho bevuto un po’ troppo», Hunter rise.
«Sì, infatti», fece Trent con un sorriso timido, ancora rosso in viso.
A Nick capitò di dover baciare Thad.
«Ma che schifo, è come se dovessi baciare il fratello che non ho!», si lamentò Nick, ma il pegno da pagare era terribile e perciò baciò Thad a stampo.
«Con la lingua», si lamentò Flint, e questa volta si beccò le gomitate di Sebastian e Jeff.
Dopo quel supplizio, Nick tornò a farsi consolare da Jeff.
E poi fu il turno di Trent.
Bacia in bocca qualcuno a tua scelta.
No.
Sarebbe stato il suo primo bacio.
No.
No, no e no e ancora no.
Jeff si rese conto troppo tardi che il gioco che aveva creato era un’enorme cazzata. «Trent, non è specificato per quanto tempo o se è a stampo o con la lingua», fece Nick, notando il disagio del ragazzo: «Un bacio casto sulle labbra va benissimo».
Flint sbuffò in segno di disapprovazione.
«Essendo il creatore del gioco, posso assolvere qualcuno e decido, quindi, di assolvere Trent se non vuole…».
«No, non mi sembra giusto. Ho dovuto sorbirmi la tua lingua per dieci terrificanti secondi e ora Nixon non può dare un insignificante bacetto sulle labbra», si lamentò Sebastian.
«Sebastian, sarà il suo primo bacio, non è la stessa cos…».
«La mia prima scopata è stata con uno sconosciuto allo Scandals», Sebastian interruppe Richard: «Un bacio non è niente a confronto».
Quanto si sbagliava.
Trent attendeva quel momento da sempre, e lo aveva immaginato dolce, perfetto e romantico, con la persona che amava. Non a causa di uno stupido gioco.
Trent stava quasi toccando l’idea di rinunciare e di abbandonare i Warblers, quando una mano si posò delicatamente sulla sua spalla. «Puoi baciare me, se vuoi», fece Hunter, con un piccolo sorriso.
Jeff trattenne un urletto di gioia. «Sono la mia nuova OTP», sussurrò nell’orecchio di Nick, che lo guardò confuso.
«Non era la Sterek la tua OTP?».
«Anche la Trunter».
Trent esitò un momento. «S-sicuro?», balbettò: «Non ti fa schifo baciare un… un ragazzo?».
«Ho già baciato Flint e sprecato la mia prima volta con un ragazzo. Almeno tu mi stai simpatico, spero che questo renderà più piacevole il bacio», spiegò Hunter.
Trent annuì leggermente. Hunter si sporse leggermente, chiudendo gli occhi, come per esortarlo a baciarlo.
E Trent lo baciò.
Labbra che si sfioravano, lentamente.
Le labbra di Hunter avevano un sapore buonissimo: sapevano di… cioccolato fondente?
Labbra che aderivano, leggermente.
Quelle di Trent erano dolcissime, ad Hunter parve che sapessero di zucchero e biscotti, nonostante il ragazzo avesse prima bevuto dell’aranciata.
Lingue che si incontravano, inaspettatamente.
Trent vide i fuochi d’artificio.
Lingue che si toccavano, dolcemente.
Hunter credette di morire; nessuna ragazza della sua vita gli aveva dato un bacio del genere.
«Io… forse sarà troppo presto, ma credo di amarti», sussurrò Trent sulle labbra di Hunter, guidato dal cuore.
Le loro labbra si staccarono. Jeff stava quasi piangendo dalla gioia, come una mamma fiera dei suoi bambini. Il cuore di Sebastian si era quasi ammorbidito. Quello di Thad era completamente andato.
E quello di Hunter aveva smesso di battere.
Quello di Trent, invece, batteva velocemente, come un martello nel petto.
«Io… io devo andare!», Trent non riuscì a guardare Hunter negli occhi, e scappò via a gambe levate.
«No, Trent! Aspetta! Aspetta!».


 



Angolo Autrice

Bonjour à tous!
Eccomi con il secondo capitolo/prompt, ce l'ho fatta!
Come vedete ho anche aggiunto un angolo note prima dell'inizio del capitolo x)
Vi ringrazio per tutte le bellissime recensioni che mi avete lasciato :D Il vostro parere è essenziale per me. <3
Come vedete, qui abbiamo un Sebastian-sono-ubriaco-e-cretino-e-ninfomane-Smythe, un Thad-sono-inquietante-un-po'-ubriaco-anch'io-Harwood, due Niff e... e ovviamente i nostri amati TRUNTER, che si danno il "primo" bacio! ♥
Forse mi direte che Trent sta correndo, ad avergli detto addirittura che crede di amarlo.. ma ci sarà una spiegazione anche a questo ;)
Come reagirà Hunter?
Scontro Nickbastian. Non so voi, ma io mi sono divertita tantissimo a scrivere del loro battibecco ♥
Jeff è un genio del male, il caso è chiuso.
Ah, e mi scuso con Flint che a furia di gomitate alle costole dovrà tipo operarsi per fratture interne(?) D:
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo ♥
Al prossimo <3 (che non so quando arriverà) çç

   
 
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