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Autore: Faffy    11/03/2008    2 recensioni
Fanfiction confusa, molto strana, direi. Non anticipo i personaggi, perchè so già che quando la leggerete mi odierete a morte. Nata mentre scrivevo "Don't phunk with my heart". Come nasce il fuoco.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura, Touya/Toy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Da un dannato

Un grande ringraziamento a chi recensisce, voi ragazze motivate il nostro lavoro e la nostra fatica, quindi un grande e sincero ringraziamento, siete mitiche...
Grazie mille anche a chi legge senza recensire...
Faffy e Francy

Da un dannato                                         ***(alle mie Francy e Ale)***

 

Affranto

Stridente

Atroce…

Fottutamente romantico

Come graffi su pietra che spezzano le unghie lasciano sanguinare le dita tra gemiti e strepiti.
Noo.
Solo… Immortale… Epocale.
Ti aspetto morte fammi a pezzi l’importante è che tu mi faccia gridare come un dannato nell’inferno tra le impietose fauci di Lucifero… bene ti attendo e sfido te e il tuo immenso sporco male.
Sono completamente impazzito.
Sussurramelo…
Satana dimmelo che giaccio nelle tue schiere dalla nascita.
I muscoli della schiena si tendono, le braccia ricadono all’indietro la testa si inclina verso l’alto tra le cicatrici delle mie ali tranciate dalle mie stesse mani.
Vieni qui Sakura.
Ci tieni tanto?
Sono qui…
Le mie cellule divennero ipersensibili euforiche pazze POSSEDUTE FINO ALLO SPASIMO…
Esilarante!

Forsaken
Forsaken

Abbandonato.
Uh! No sbagliato!
I pazzi hanno mille voci nello stomaco e non sono mai soli.
MAI
È vero, sono fuggito, mi sono allontanato da te, sorella, terrorizzato dalla tua candida espressine, dalla tua monda impudicizia. E quando hai aperto gli occhi sono corso in camera.
Vorrei che l’impietoso Serpente tacesse nella mia testa, poiché grida incessantemente graffiante:

Abbandona ogni scrupolo…
È disgustoso no?
Non più di quanto lo sia già però, quindi avrei bruciato la morale nel fuoco dell’inferno dietro le mie costole.
Sorrisi nel buio della mia stanza mentre lasciavo che le fiamme diaboliche nel mio petto uscissero e m’incendiassero completamente.
Estatico.

Molto bene…
Sono nel fuoco! Nei suoi riflessi vermigli: brucia sin dentro l’anima ripercorre la schiena la gola, gli occhi e anche tu sorella sarai cenere.
Bruciano troppo velocemente le falene…
Farò sì che accada lentamente
.
Ma sarà stata solo colpa tua.
Solo tua se le tue ali grideranno contorcendosi ed il tuo cuore seppur minuscolo, se le falene ne hanno, eleverà un falò infinito che brucerà quelle stelle stordite e cianotiche nello sperduto buio abissale.
Al diavolo Yukito.
Al diavolo le Geishe tra i ciliegi in fiore
.
Ora avrò te mio fittizio fantasma, dolcissimo spettro senz’anima immerso in una bara di rose bianche.
Immenso SACRIFICIO…
La neve sta cadendo…
Sulle falene.
Le falene sono farfalle della notte.
Figlie dei fiori chiusi.
Sono le puttane degli spiriti nei laghi.
E concubine della luna. Se tu fossi la mia puttana sarebbe una cosa immensamente dolce e romantica. Non come pensano gli altri: perché saresti mia a discapito del tuo onore e della tua felicità… e della mia. Cosa c’è di più significativo di perdere tutto.
Noi rinunciamo per sempre alle volte marmoree dei cancelli dell’Eden. Diciamo ad esse addio perché l’Inferno sarà il nostro tormentoso Paradiso, tra coloro che annegano nella colpa e nella disgrazia, dopotutto insieme e contemplando il nostro reciproco sacrificio.
E allora piccola falena straziata voglio sentirti gridare atrocemente mentre strapperò con le unghie le tue ali baciate e divorate dall’avida luna.

Morirò con te…

***

Guardare in faccia nostro padre quella mattina penso fu difficile anche per mia sorella, dal canto mio non vi feci caso.
Io e Sakura frequentavamo lo stesso liceo così io l’accompagnavo in auto. Anche lì rimase zitta.
L’avevo umiliata, ferita e solo per non distruggerla, ma se voleva sgretolarsi nei fumi della mia dannazione non glielo avrei impedito più.

Prima d'ucciderti, io t'ho baciata.
Non mi restava altro modo che questo:
uccidermi morendo in un tuo bacio.

Otello di Shakespeare.
Ed io lucida lacrima di vetro morirò annegando nella tua pelle infinitamente.
Entrammo a scuola senza scambiarci una parola. Vedi, sono tragicamente crudele e macabro, straziato, folle, negato profondamente a moralità alcuna, ma trovo ancora la dolcezza ingenua ed infantile di una bambina nel mio squallido amore per te sorella.
Ti ho chiamato “bimba di stella”, ho amato impudicamente un angelo ed il mio animo sibilava parole vietate ad un mite pellegrino.
Lasciami morire sulle tue labbra bimba dolce. Morirei sul tuo cadavere d’infante bagnando la tua bocca con veleno. Vili chiodi ci crocifiggono alla moralità inventata da gente morta che borbotta che un uomo non può amare schifosamente una sorella, o una figlia, o un demone stesso.
Nel libro dell’Apocalisse v’è Incesto: diavolo femmina bianco come la lebbra. Che quella donna ci leghi pure tra ceppi ardenti e fiamme eterne… ed io tra quei vermigli fulgori cercherò in lacrime coi miei occhi di cenere i tuoi.
Ti sorriderei.

“Non li guardare sorella loro non sanno quel che fanno”

E non sapranno mai davvero che significa amare.

Che ci condannino.
Dio, Satana, dissolvetevi come gli antichi fumi delle menti morte che vi hanno creati ad immagine e somiglianza dell’uomo e lasciateci soli.
Non abbiamo più bisogno di voi.
Scenderemo dalle croci capovolte, cammineremo oltre le fiamme dei nostri roghi di vampe eretiche, squarceremo il soffitto dell’Inferno.
Perdiamoci mia amante, prostituita, incestuosa, perversa ed innocente: se neanche noi conosciamo il luogo in cui siamo nessuno ci troverà mai più e Dio e Satana periranno.
Un’ora di chimica passò con mio totale disinteresse, benché fosse la mia materia preferita, poi arrivò l’insegnante di giapponese. Ecco che ripartiva con letteratura: haiku, Basho e gli epigrammi giapponesi. Io odiavo quella materia. Non era come la matematica: stabile prevedibile coerente, l’arte che si faceva finestra verso la psiche umana era come un colombo che insegui a perdifiato da bambino e che non acchiapperai mai perché già si allontana in volo.
Annoiato chiesi al professore di andare in bagno.
Il povero vecchio Sasaki dovette farselo ripetere due volte, prima che il messaggio oltrepassasse le sue vecchie orecchie.
Sasaki aveva la faccia rugosa di una tartaruga, occhialetti tondi e un’espressione che sembrava esclamare sconcertata “Ma che ci fanno tutti questi ragazzini disposti su banchi nel mio soggiorno all’ora del te?”
Nel complesso ricordava abbastanza Mahatma Gandhi.
“Oh sì figliolo e già che esci prendi il gesso caro ragazzo”
Con la netta impressione che mi avesse scambiato per il bidello della scuola, mi alzai ed uscii dall’aula, mentre Yukito mi faceva un cenno divertito.
Io camminai stanco lungo il corridoio e passai davanti all’aula di mia sorella.
Stavano facendo artistica e rimasi stupito vedendo da lontano che il foglio di Sakura sembrava essere completamente viola, vidi che lanciava sguardi ai pennelli sporchi ed intuii che sarebbe andata presto in bagno a sciacquarli.
Ci pensai un attimo, poi me ne andai nel bagno delle ragazze e mi appoggiai su una delle porte rosa.
Nei cinque minuti di attesa qualche ragazza che mi aveva rivolto uno sguardo sconcertato vedendomi nel bagno femminile si era sentita gridare contro: “Sono gay, problemi?” e poi era scappata.
Dopo un altro po’ d’attesa, come avevo previsto, Sakura arrivò in bagno, ma mi dava le spalle per sciacquare i pennelli nel lavandino, poi si girò e quando mi vide per la sorpresa li lasciò cadere tutti insieme ai fazzoletti appallottolati con cui li aveva asciugati.
Io la fissai, mentre raccoglieva tutto, poi mi guardò senza dire una parola.
Appoggiò la roba che aveva raccolto sul bordo del lavandino vicino al rubinetto. Io le afferrai il polso e la fissai. “Sei sicura di quello che volevi ieri?” chiesi gelido.
Sakura annuì dopo qualche secondo di smarrimento. Io cominciai ad avanzare costringendola a camminare all’indietro e disorientandola ancor più.
“Davvero?... Davvero?” lei continuava ad annuire con sempre meno decisione e quando la spinsi nel bagno chiudendo la porta a chiave e ripetendo la domanda fece un violento e spaventatissimo segno di dissenso.
“Già” mormorai con un sorrisino di scherno.
Le schiacciai le spalle contro le piastrelle bianche del bagno poi la baciai alzandole lentamente la gonna della divisa, mentre lei, incantata come una ragazzina rispondeva al mio bacio.

Ceruleo angelo col capo chino a sinistra e le labbra quasi posate sulla spalla…

Angelo morbido e lieve come l’acqua che ti accarezza mentre anneghi…

Angelo che le tue mani d’aurora hai macchiate di tristo sangue ché stretta una rosa ne pagasti il prezzo…

Era la sua prima volta e mia sorella gemette appena di dolore guardandomi spaventata e confusa.
“Baciami” tagliai corto.

Oh angelo che sporcasti il mio cuore di impudichi amori e di lievi petali, ma del colore dell’Averno infuocato.

Angelo.

Lieve petalo di ciliegio.

Fiore sì crudelmente stroncato.

Tu che hai pianto l’incesto di Edipo e l’amore di Achille e Pentesilea.

Tu che rimiri gli stucchevoli peccati e i più grotteschi mali…

Fissai incantato una ciocca dei suoi capelli ondeggiare piano sulla parete del bagno, come a innamorarmi di ogni dettaglio di lei.

Tu, angelo, che su questa terra hai il nome di Sakura…

Tu incendiato male…

Tu fulgido barlume argenteo nello spietato Inferno di cenere e ossa maleodoranti…

Mi fermai e la guardai ansante. Anche lei aveva il fiatone ed il volto arrossato. Glielo presi tra le mani e la baciai prima di uscire dal bagno.

Perdonami…

PERDONAMI!

“TOUYA!!!!” sentii gridare dietro di me quando già stavo attraversando il corridoio.
Sakura mi corse incontro sorridendo radiosa come la stella più apocalitticamente straordinaria.
Mi mise in mano la sua catenina con la croce.
“Ti amo!” disse
baciandomi a stampo sulle labbra. Poi si girò correndo verso la sua classe lasciandomi entusiasta dietro di lei.

Andiamo avanti finché possiamo... insieme, verso una terra abbandonata da Dio, un luogo dove nessuno ci conosce, un luogo dove nessuno ci osserva, oltre il filo spinato, verso un regno per noi due soli, che più di ogni altro è vicino al paradiso!

(Angel Sanctuary)

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