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Autore: koopafreak    05/09/2013    4 recensioni
I primi avventurosi approcci genitoriali nella solitaria famiglia Koopa. Ludwig passa in vantaggio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bowser, Ludwig Von Koopa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Avere figli fa di voi un genitore non più di quanto avere un pianoforte faccia di voi un pianista. Michael Levine, Lessons at the Halfway Point, 1995



Il tempo di un erede era infine giunto, ma un solo trono della Terra Oscura era ufficialmente occupato poiché il sovrano aveva coltivato altre ambizioni a tenere costantemente impegnati mente e corpo dal cercare una consorte degna di stare al suo fianco. Bowser non aveva mai manifestato alcun interesse nel socializzare con le koopa di sangue nobile dei piccoli regni e delle prosperose contee sparsi per il mondo, tra cui diverse si sarebbero probabilmente lasciate blandire dai vantaggi di un possibile contratto di matrimonio, mentre l'unica delicata creatura a cui il sovrano aspirasse viveva esattamente nel regno limitrofo dalle lande erbose e città edificate nel totale rispetto e amore per Madre Natura. Tuttavia, gli sforzi per reclamarla erano andati falliti uno dopo l'altro e gli anni avevano proseguito inesorabili nel proprio lento scorrere: lei una tenera pulzella troppo inesperta per sbocciare nella regina che ben prometteva e lui invece un sovrano già affermato ma ancora giovane e per alcuni versi alle prime armi, ritrovatosi costretto ad adempiere agli imprescindibili doveri della discendenza.

Le cose tra Bowser e la principessa erano troppo turbolente al momento, tra rapimenti e tentativi di soverchiamento lungi dall'essere ancora perdonati, perciò il drago aveva trovato una soluzione ragionevole nel range di opportunità che la scienza offriva. E non nuova in realtà per altri potenti lungimiranti che avevano assecondato il desiderio di rifiutare i capricci del caso e possedere una progenie impeccabile e a propria immagine di perfezione da qualsiasi punto di vista. Della donatrice non avrebbe mai conosciuto il volto e il nome, non che la cosa gli importasse, nutrendo per la stessa ignota soltanto un vago senso di riconoscenza per aver fornito la mancante metà genetica necessaria a completare l'opera e a breve anche quello sarebbe sbiadito del tutto, sepolto dalla speranza che la sola colei che viveva stupenda e amabile nei suoi sogni avrebbe accettato come suo il frutto di quella decisione un giorno.

Fu così che venne al mondo il primo di quelli che poi in futuro sarebbero stati otto pargoli Koopa all'appello. Certo, suo padre lo avrebbe cresciuto nel migliore dei modi e con un'istruzione di alto livello per offrirgli un oceano di possibilità in cui poter distinguersi e primeggiare: non gli avrebbe fatto mancar nulla per vivere felice. Vi avrebbe triplicato l'impegno per compensare la temporanea assenza di una canonica figura materna ed era ben deciso a trasformare l'indifeso trottolino in un vero genio della strategia e della milizia. Tutto questo però era assai più rapido a dirsi che a farsi ovviamente e non sarebbe stato un progetto così semplice da realizzare come l'ignaro monarca aveva creduto all'inizio.

Rivestire il ruolo di genitore si era rivelato un autentico lavoro parallelo all'impegnativa sovranità e, come tale, risucchiava attenzione, tempo ed energie ogni giorno, tutti i giorni, tutte le notti senza pause. Il primogenito era stato il trampolino di lancio nell'insidioso mondo di pappette e pannolini con l'esperto Kamek come provvidenziale paracadute onde evitare morti e distruzione lungo lo sfiancante tragitto. Comunque il magikoopa aveva la ferma intenzione di responsabilizzare il suo padrone stavolta, avendo già provveduto alla crescita di quest'ultimo e dunque consapevole su quale giostra l'esordiente genitore fosse salito senza averlo ancora pienamente compreso se l'ereditario temperamento fosse rimasto conservato nella fresca discendenza. Era stata sì un'esperienza che rievocava in lui una certa nostalgia di tanto in tanto, ma che avrebbe preferito lo stesso non ripetere. Decisamente no.

Dall'alba in cui il Re aveva fatto ritorno alla sua dimora col minuscolo fagottino seminascosto nell'incavo del braccio, un nuovo capitolo nella storia del castello era stato aperto ed il regno aveva festeggiato la lietissima notizia nella gelosa riservatezza, impedendo che le voci sorvolassero i confini e giungessero ad orecchie estranee. Questa era la politica: ciò che accadeva nella Terra Oscura restava nella Terra Oscura, a meno che il Re non avesse stabilito altrimenti. Perciò nessuno, nemmeno il Regno dei Funghi vicino, era venuto a conoscenza dell'arrivo del principino (e dei suoi fratelli in seguito) e ne sarebbe rimasto escluso per altri anni a venire.

Ludwig fu il nome scelto non a caso dal sovrano e unico genitore, portando in esso il significato di valoroso combattente assieme al peso di chi avrebbe dovuto rispondere al compito di alimentare a sua volta l'onore della dinastia Koopa quando il momento di ascendere al trono sarebbe arrivato. Dalle dimensioni interessanti per la sua tenera età e le piccole corna nascoste tra la folta chioma che ricopriva l'intera testolina, si poteva desumere con piacere che sarebbe cresciuto in un reggente grande e forte come il padre, nonostante dei suoi tratti avesse ereditato in minima parte: il musetto era paffuto e col naso meno pronunciato; gli occhi tondi ed espressivi e il suo colore caratteristico era un bluette che tingeva sia i capelli che il guscio ancora troppo fragile e privo di spuntoni. Ma tali dettagli piombavano nel baratro dell'insignificanza davanti all'irrefutabile realtà che nelle sue vene scorresse il sangue di un Bowser orgoglioso e pronto ad insegnargli tutti i segreti per regnare ed addestrarlo nel glorioso guerriero che il nome stesso presagiva. Ciò, naturalmente, dopo che avesse almeno appreso a reggersi in piedi.

« È normale questo? » brontolò il grosso koopa stringendo il cucchiaino tra gli artigli fino a deformarlo. Erano arrivati solo al quarto da quando si erano seduti.

« Più di quanto crediate, Vostra Imponenza. » Kamek non si preoccupò di nascondere un sorrisetto di vaga soddisfazione al carapace spinoso rivolto verso di lui, gustandosi la giustizia del karma per tutte le innumerevoli occasioni in cui era toccato a lui essere il bersaglio in passato.

Il re mugugnò di nuovo, passandosi un fazzoletto sul muso per eliminare il proiettile di pappa in mezzo agli occhi che gli avava imbrattato le squame smeraldine e le folte sopracciglia. Se non fosse stato così nervoso, probabilmente sarebbe rimasto impressionato dalla mira invidiabile.

Ludwig si godeva immobile lo spettacolo e le attenzioni dal suo seggiolone mentre la montante collera paterna non faceva altro che divertirlo.

« Ritentiamo. E questa volta lo tengo io il cucchiaio. » Bowser mise ancora una volta in chiaro chi fosse al comando nella stanza, gettando via la posata con la forma del suo pugno e afferrandone un'altra dal mucchio di scorta. Cercare di mantenere la sua reputazione di sovrano malvagio nel riuscire a convincere un koopolotto di nemmeno un mese di vita a mangiare senza storie la sua pappa era una sfida anche per lui. « Ora apri. Apri! » ordinò ricevendo ben poca collaborazione dal fronte opposto.

Kamek osservò come fossero tornati alla solita conversazione a senso unico puntualmente da dove avevano lasciato: all'inizio Bowser lo avrebbe chiesto gentilmente, per quanto gentile sapeva essere; dopo un po' avrebbe cominciato a scaldarsi ed eventualmente alzare la voce; dopo l'inutile sbraitare si sarebbe infine piegato ad implorare... Al momento si trovavano esattamente tra la fase due e la tre.

« Per tutti i fulmini! Se non mangi subito questa sbobba, la butto fuori dalla finestra e salterai il pranzo! » proruppe il drago spazientito torcendo senza accorgersene l'ultimo cucchiaino tra le grinfie.

Ludwig non parve affatto intimorito né di fronte allo sguardo di fuoco né dalla minaccia e voltò il musetto dall'altra parte in segno di sfida.

Con un ringhio infuriato il re mantenne la sua parola e la ciotolina sfrecciò nel cielo simile ad un ufo, fendendo le nuvole più basse e catturando l'attenzione di qualche fortuito spettatore tra i soldati. « Contento adesso?! »

No, per niente. Lo scoppio di pianto in risposta ne fu la palese dimostrazione, gettando la testolina all'indietro e spalancando la bocca ancora priva di dentini mentre i polmoni si svuotavano di tutto l'ossigeno a disposizione.

Bowser si calmò all'istante e affondò il collo tra le spalle per la vergogna delle conseguenze di quel gesto avventato sotto lo sguardo di estrema disapprovazione dalla direzione di Kamek. Prendendo in braccio il cucciolo singhiozzante, lo strinse al petto ed emise morbidi rombi gutturali per consolarlo, strofinando la punta del muso contro il faccino triste e umido ed in breve tempo riducendo l'intensità dei lamenti in singulti smorzati. Al diavolo la reputazione, non sopportava quando Ludwig piangeva e specialmente se era proprio lui la causa. C'era qualcosa in quel suono straziante che lo faceva crollare come un castello di carte e l'unico pensiero che aveva il sopravvento sul resto era riuscire a placarlo. « Di' nelle cucine di mandare su un'altra porzione » mormorò sconfitto.

E altri cucchiaini, pensò tra sé il magikoopa uscendo dalla porta. E il ciclo si ripeteva anche quella mattina.


Nota d'autrice:

Quando il mio cervello è sotto stress, questi sono i frutti del mio delirio. Sono da poco diventata zia e forse è stato l'incentivo ad approcciarmi a un tema simile. 
E sono pienamente consapevole che Miyamoto abbia messo in chiaro solo dall'anno scorso che Junior sia l'unico a condividere un legame di sangue diretto col Re Koopa, mentre gli altri bowserotti sono stati relegati al ruolo di semplici sgherri. La scelta di perseverare nella vecchia idea degli otto figli in questa fanfiction è voluta :]
Mi scuso inoltre per il ritardo nel recensire le storie nelle mie liste, ma sto affrontando un periodo molto impegnativo e questa breve fanfiction che progetto di sviluppare è stata un piccolo sfogo per smorzare la pressione tra una cosa e l'altra. Prometto che mi farò risentire presto e riprenderò tutto da dove ho lasciato!


Bowser, Ludwig & Co. © Nintendo

  
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