»Chapter 6
Homecoming - As Ink On Paper
30 settembre.
Ottobre
era alle porte. E con il suo arrivo anche l'
Homecoming.
Gli studenti del Bath High School erano in trepidante attesa.
Le ragazze, indecise su quale vestito comprare, che scarpe indossare e
quale
accessorio abbinare, erano ansiose di scoprire chi le avrebbe invitate
al
ballo.
I ragazzi, invece, anche i più coraggiosi, diventavano
timidi difronte alla
proposta da porre alle ragazze.
Negli studenti, del Bath High School, si alternavano le domande
Mi inviterà?
Accetterà? Chi mi chiederà di accompagnarlo al
ballo? A chi chiederò di venire
al ballo? Quando me lo dirà? E' il momento giusto?...
Ma nella mente di Beth e Alec, le domande erano solo due, le stesse.
Chi
sei?
Dove
sei?
Da quella sera, l'ultima in cui i loro occhi si erano scontrati, non
avevano
fatto altro che cercarsi, senza trovarsi. Cercare di sapere chi
fossero, senza
scoprirlo. Pensarsi, senza vedersi. Domandarsi. Domandarsi, senza
ricevere
nessuna risposta.
E allora Beth aveva deciso di smettere. Smetterla con quella cosa.
Qualunque cosa fosse.
Aveva cercato di dimenticare quegli occhi. E credeva di esserci
riuscita.
Ma ben presto avrebbe capito che non era affatto così.
E allora Alec, aveva cambiato ragazza ogni notte. Aveva deciso di
chiudere
quella cosa. Qualunque cosa fosse.
Aveva cercato di dimenticare quegli occhi. E credeva di esserci
riuscito.
Ma ben presto avrebbe capito di essersi sbagliato.
***
L'aria
di ottobre si faceva sentire nella città di Bath.
Il vento soffiava freddo e forte.
Beth, abbracciata nel suo Parka, forse un po' grande, voleva solo
tornare sotto
il suo piumone e dormire.
Non c'è niente di più bello di dormire,
al calduccio, in una giornata
fredda, pensò.
Ed invece, stava andando a scuola.
Aveva perso l'autobus.
Stava camminando a piedi.
Aveva freddo.
E alla prima ora l'aspettava il compito di matematica.
<< Bella merda! >> pensò ad alta
voce.
A differenza, di quasi tutti gli esseri viventi, a Beth piaceva la
matematica.
Era fatta di numeri e regole. Di precisione. Era perfetta: giusta o
sbagliata.
Non c'era una via di mezzo. Cosa che, invece, regnava nella sua vita.
L'indecisione. Il grigio. La via di mezzo. Non una partenza, non un
arrivo.
Ma, ultimamente, era stata troppo impegnata a cercare di dimenticarsi
di qualcosa,
o meglio qualcuno, e la sua mente aveva cacciato
via numeri e lettere,
equazioni e problemi, e soprattutto compiti in classe.
Con la voglia di entrare a scuola, spedita nei posti più
remoti dell'universo,
Beth entrò in classe.
Alec, dopo un'altra serata passata con chissà quale ragazza,
era in ritardo per
la scuola.
L'orologio segnava le 9.30 a.m.
Avrebbe fatto in tempo per la seconda ora, se solo avesse voluto.
Era stanco. Gli occhi, due persiane, erano indecisi se alzarsi o
chiudersi del
tutto. Il corpo sembrava aver superato una prova di resistenza. La
testa era in
balia di una centrifuga.
Provò ad alzarsi, ma troppo assonato, si accasciò
nuovamente sul letto. Chiuse
gli occhi, e dormì così. Con un paio di boxer
neri. Un letto disfatto. Senza
coperte. Panni sparsi sul pavimento. E una chitarra ansiosa di essere
suonata.
La
giornata andava di male in peggio.
Il compito di matematica era divenuto una tragedia drammatica.
Hannah, era andata a casa prima che iniziasse il compito per un
improvviso
malore, mimandole uno scusa patetico.
Così, Beth, aveva svolto il compito da sola, risolvendo
quattro esercizi su
sei. E non era sicura di averli svolti bene.
Ed, aveva la febbre.
Le ore successive passarono con una lentezza angosciante. Le mura delle
stanze
sembravano inghiottirla.
Voleva scappare. Evadere da quel carcere.
Ma non poteva. Almeno, non per il momento.
Tutti non facevano altro che parlare dell'imminente ballo. Ma a Beth,
non
importava. Probabilmente, anche quest'anno l'avrebbe passato a casa.
Di solito, nessuno l'invitava, e la ragazza da un lato ne era felice,
ma
dall'altro voleva solo essere come le altre ragazze. E per una volta
non essere
quella strana.
***
Quest'anno
era toccato al Bath High School organizzare
l'Homecoming per tutti i licei della città. Il Parade
Gardens, aperto solo nel
periodo estivo, sarebbe stato sede, eccezionalmente, del ballo in
maschera.
Ottobre
era ben inoltrato.
Era sera, quando, a casa di Beth arrivò Hannah.
Qualche giorno prima, si era presentata con un vestito e l'aveva
costretta ad
andare al ballo.
Beth, sfinita, dopo ore di scuse inventate per non presentarsi, dovette
accettare.
E così, ora, si ritrovava con un vestito, un'amica
squilibrata, senza un
cavaliere e un ballo, ad attenderla.
Alec, lottava contro i mocassini che non ne volevano sapere di ospitare
i suoi
piedi. Dannate scarpe. Dannato ballo.
Ovviamente, lui, del ballo non ne voleva sapere, ma Jake l'aveva
costretto.
E così, ora, si ritrovava con un odioso vestito, dei dannati
mocassini, Loren
come accompagnatrice e un dannato ballo, ad attenderlo.
Loren, dopo aver fatto di tutto, per farsi notare da Alec, era riuscita
a farsi
invitare al ballo con un secco vieni al ballo con me?,ed ora, non
vedeva l'ora
che il ragazzo venisse a prenderla a casa.
Ed anche per questa sera, non sarò solo,
pensò.
Alec Cooper, aveva sempre avuto la fama di donnaiolo,
e per lui, più che
un'offesa, era un complimento.
Alec ha passato molte notti con molte ragazze.
Tutte le sue ragazze da una notte, non erano
studentesse della sua
scuola, ma Loren, lo era, e per questo, si reputava fortunata.
Hannah, non faceva altro che correre per la camera dell'amica. Beth,
invece,
era sdraiata sul suo letto, le braccia piegate dietro la testa, e le
cuffie
nelle orecchie. Tranquilla, come se non dovesse andare ad un ballo. In
realtà,
lo era, perchè doveva indossare una maschera e nessuno
l'avrebbe riconosciuta.
<< Alza quel culo e muoviti! >> le
urlò Hannah.
20.30
p.m.
Alec
nei suoi jeans neri, strappati sulle ginocchia, t-shirt
aderente bianca, giacca e papillon neri, era appoggiato sul fianco
della sua
macchina aspettando Loren. Le sue converse sfregavano sull'asfalto.
L'aria era
fredda. E voleva solo andarsene.
Quando la ragazza, in un mini abito rosso, arrivò, le
regalò un sorriso
sghembo. Da vero gentiluomo, le aprì la porta dell'auto e
partirono verso il
Parade Gardens.
21.00
p.m.
Il
Parade Gardens era divenuto la scenografia di un film
adatto a Nicholas Sparks, candele e petali erano sparsi ovunque,
rendendo
l'atmosfera romantica. Enormi tavoli rotondi erano presentati da un
lungo
tappeto rosso che dava il benvenuto. L'intero parco sembrava un cielo
stellato.
I
ragazzi nei loro smoking e le ragazze nei loro sfavillanti
vestiti rendevano il tutto tremendamente elegante.
E
Beth, si sentiva, così insignificante nel suo abito corto.
Così fuori luogo nei suoi anfibi rovinati. E tremendamente a
disagio
nell'essere sola.
Alec,
era veramente stufo di questa situazione, Loren non
faceva altro che vantarsi di essere riuscita a farsi invitare da lui, e
le sue
amiche non facevano altre che ridere. I loro cavalieri parlavano di
cose
inutili, e lui era tremendamente a disagio nel sentirsi solo.
Finì la birra e si allontanò.
Tutte le ragazze, quella sera, gli sembrarono uguali. Tutte fasciati da
abiti
strettissimi, tacchi vertiginosi e trucco abbondante. Erano tutte
uguali.
Quando, però, giro la testa, e vide una bellissima ragazza
cambiò idea.
Il
corpo esile e formoso era fasciato da un'abito corto
panna, con inserti in pizzo nero. I
capelli neri e lunghi, erano lasciati lisci e sciolti. Una bellissima maschera
argento e nera, le copriva il viso,
mettendo in risalto le labbra carnose. Con sua sorpresa, non calzava
tacchi
vertiginosi, ma anfibi neri e rovinati.
Sorrise, era bellissima.
La vide sola e si avvicinò.
Le prese la mano e la trascinò in pista
<< Guarda, che non sono la tua dama! >>
<< Sei la mia dama! >> le sorrise
<< Ti conosco? >>
<< Sono il tuo Romeo e tu la mia Giulietta!!
>> rispose il ragazzo
in modo sfacciato.
La ragazza dai lunghi capelli neri sorrise
<< si, nei tuoi sogni!! >> disse e fece per
andarsene, ma Alec la
prese per il polso e fece scontrare il proprio petto con la sua schiena
<< Io sogno sveglio! >>
disse con voce seducente al suo
orecchio
<< E' una frase di Shakespeare >> sorrise.
Lui, lentamente la girò, poi, i loro occhi s'incontrarono e
il suo cuore perse
un battito o forse, prima, era fermo ed in quel momento aveva
ricominciato a
battere.
Non
poteva credere ai propri occhi. La riconobbe, così, come
un marinaio riconosce sempre la stella polare. L'aveva cercata
così a lungo.
L'aveva sognata tante volte, ed ora era tra le sue braccia.
Beth,
non ci poteva credere. Lo riconobbe.
L'aveva cercato così a lungo. L'aveva sognato tante volte,
ed ora le sue
braccia l'avvolgevano.
Non
seppe che dire. Forse lui non l'aveva riconosciuta.
Forse, in realtà, non l'aveva mai vista, e quando i loro
occhi si erano
incontrati non aveva provato le stesse cose.
Fece finta di non averlo mai visto.
Non
seppe che dire. Forse lei non l'aveva riconosciuto.
Forse, in realtà, non l'aveva mai visto, e quando i loro
occhi si erano
incontrati non aveva provato le stesse cose.
Fece finta di non averla mai vista.
La
ragazza allungò le braccia e gli cinse il collo. Brividi.
Il ragazzo fece scorrere lentamente le proprie mani fino a raggiungere
i suoi
fianchi. Brividi.
Alec e Beth, ballarono così, sulle note di Kiss Me
di Ed Sheeran, uno
dei loro cantanti preferiti, facendo finta di non essersi mai
incontrati. Di
non avere i brividi. Che il cuore, non volesse uscire dal petto.
Abbracciati,
con la paura di guardarsi negli occhi. E con una tremenda voglia di
baciarsi.
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Ink
Droplets
Care
lettrici,
come promesso ecco il nuovo capitolo.
Non è lungo come credevo, ma su Word sembra che non finiva
più, perciò
scusatemi.
Spero vi piaccia.
E, scusate eventuali errori, ma ci tenevo a postarlo entro stasera.
Cosa ne pensate del capitolo?
Il vestito di Beth vi piace?
P.s. ringrazio tutte le persone che hanno recensito, messo la mia
storia tra le
preferite, ricordate e seguite.
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeee! A 6 recensioni pubblicherò il nuovo
capitolo!
Xoxo Fil