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Autore: ImAFeather    05/09/2013    9 recensioni
[...]E gli occhi parlano più di mille parole dette, sussurrate o urlate; più di mille gesti fatti, gettati o pensati; perché sono occhi, fanno parte dell’uomo, ma non sono controllati da questo… sono come i diamanti scalfiti, solo, da loro simili.
E Beth sapeva che con gli occhi non si può mentire, non si può ferire; ma sapeva, anche, che con gli occhi si può amare, si può morie.
Eppure, doveva ammetterlo, sapeva che ciò che fa innamorare il mondo sono le parole, dolci suoni che compongono eterne melodie.
E sapeva anche che... quelle parole... pronunciate dalle sue labbra... erano state il colpo mortale.
E allora Beth disse addio a quell'ultima scheggia di cuore che le era rimasta; perchè adesso lo sapeva che era completamente, e irrimediabilmente, suo.
| Alec è un musicista. E potrebbe essere nient'altro. Ma non è così.
| Beth è un'artista. E potrebbe essere nient'altro. Ma non è così.
N.d.a. Non è la solita storia d'amore se d'amore vogliamo parlare!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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»Chapter 6


Homecoming - As Ink On Paper


30 settembre.

Ottobre era alle porte. E con il suo arrivo anche l' Homecoming.
Gli studenti del Bath High School erano in trepidante attesa.
Le ragazze, indecise su quale vestito comprare, che scarpe indossare e quale accessorio abbinare, erano ansiose di scoprire chi le avrebbe invitate al ballo.
I ragazzi, invece, anche i più coraggiosi, diventavano timidi difronte alla proposta da porre alle ragazze.
Negli studenti, del Bath High School, si alternavano le domande Mi inviterà? Accetterà? Chi mi chiederà di accompagnarlo al ballo? A chi chiederò di venire al ballo? Quando me lo dirà? E' il momento giusto?...
Ma nella mente di Beth e Alec, le domande erano solo due, le stesse.

Chi sei?

Dove sei?


Da quella sera, l'ultima in cui i loro occhi si erano scontrati, non avevano fatto altro che cercarsi, senza trovarsi. Cercare di sapere chi fossero, senza scoprirlo. Pensarsi, senza vedersi. Domandarsi. Domandarsi, senza ricevere nessuna risposta.
E allora Beth aveva deciso di smettere. Smetterla con quella cosa. Qualunque cosa fosse.
Aveva cercato di dimenticare quegli occhi. E credeva di esserci riuscita.
Ma ben presto avrebbe capito che non era affatto così.


E allora Alec, aveva cambiato ragazza ogni notte. Aveva deciso di chiudere quella cosa. Qualunque cosa fosse.
Aveva cercato di dimenticare quegli occhi. E credeva di esserci riuscito.
Ma ben presto avrebbe capito di essersi sbagliato.

***



L'aria di ottobre si faceva sentire nella città di Bath.
Il vento soffiava freddo e forte.
Beth, abbracciata nel suo Parka, forse un po' grande, voleva solo tornare sotto il suo piumone e dormire.
Non c'è niente di più bello di dormire, al calduccio, in una giornata fredda, pensò.
Ed invece, stava andando a scuola.
Aveva perso l'autobus.
Stava camminando a piedi.
Aveva freddo.
E alla prima ora l'aspettava il compito di matematica.
<< Bella merda! >> pensò ad alta voce.
A differenza, di quasi tutti gli esseri viventi, a Beth piaceva la matematica.
Era fatta di numeri e regole. Di precisione. Era perfetta: giusta o sbagliata. Non c'era una via di mezzo. Cosa che, invece, regnava nella sua vita. L'indecisione. Il grigio. La via di mezzo. Non una partenza, non un arrivo.
Ma, ultimamente, era stata troppo impegnata a cercare di dimenticarsi di qualcosa, o meglio qualcuno, e la sua mente aveva cacciato via numeri e lettere, equazioni e problemi, e soprattutto compiti in classe.
Con la voglia di entrare a scuola, spedita nei posti più remoti dell'universo, Beth entrò in classe.


Alec, dopo un'altra serata passata con chissà quale ragazza, era in ritardo per la scuola.
L'orologio segnava le 9.30 a.m.
Avrebbe fatto in tempo per la seconda ora, se solo avesse voluto.
Era stanco. Gli occhi, due persiane, erano indecisi se alzarsi o chiudersi del tutto. Il corpo sembrava aver superato una prova di resistenza. La testa era in balia di una centrifuga.
Provò ad alzarsi, ma troppo assonato, si accasciò nuovamente sul letto. Chiuse gli occhi, e dormì così. Con un paio di boxer neri. Un letto disfatto. Senza coperte. Panni sparsi sul pavimento. E una chitarra ansiosa di essere suonata.

La giornata andava di male in peggio.
Il compito di matematica era divenuto una tragedia drammatica.
Hannah, era andata a casa prima che iniziasse il compito per un improvviso malore, mimandole uno scusa patetico.
Così, Beth, aveva svolto il compito da sola, risolvendo quattro esercizi su sei. E non era sicura di averli svolti bene.
Ed, aveva la febbre.
Le ore successive passarono con una lentezza angosciante. Le mura delle stanze sembravano inghiottirla.
Voleva scappare. Evadere da quel carcere.
Ma non poteva. Almeno, non per il momento.
Tutti non facevano altro che parlare dell'imminente ballo. Ma a Beth, non importava. Probabilmente, anche quest'anno l'avrebbe passato a casa.
Di solito, nessuno l'invitava, e la ragazza da un lato ne era felice, ma dall'altro voleva solo essere come le altre ragazze. E per una volta non essere quella strana.

***

Quest'anno era toccato al Bath High School organizzare l'Homecoming per tutti i licei della città. Il Parade Gardens, aperto solo nel periodo estivo, sarebbe stato sede, eccezionalmente, del ballo in maschera.

Ottobre era ben inoltrato.
Era sera, quando, a casa di Beth arrivò Hannah.
Qualche giorno prima, si era presentata con un vestito e l'aveva costretta ad andare al ballo.
Beth, sfinita, dopo ore di scuse inventate per non presentarsi, dovette accettare.
E così, ora, si ritrovava con un vestito, un'amica squilibrata, senza un cavaliere e un ballo, ad attenderla.


Alec, lottava contro i mocassini che non ne volevano sapere di ospitare i suoi piedi. Dannate scarpe. Dannato ballo.
Ovviamente, lui, del ballo non ne voleva sapere, ma Jake l'aveva costretto.
E così, ora, si ritrovava con un odioso vestito, dei dannati mocassini, Loren come accompagnatrice e un dannato ballo, ad attenderlo.
Loren, dopo aver fatto di tutto, per farsi notare da Alec, era riuscita a farsi invitare al ballo con un secco vieni al ballo con me?,ed ora, non vedeva l'ora che il ragazzo venisse a prenderla a casa.
Ed anche per questa sera, non sarò solo, pensò.
Alec Cooper, aveva sempre avuto la fama di donnaiolo, e per lui, più che un'offesa, era un complimento.
Alec ha passato molte notti con molte ragazze.
Tutte le sue ragazze da una notte, non erano studentesse della sua scuola, ma Loren, lo era, e per questo, si reputava fortunata.


Hannah, non faceva altro che correre per la camera dell'amica. Beth, invece, era sdraiata sul suo letto, le braccia piegate dietro la testa, e le cuffie nelle orecchie. Tranquilla, come se non dovesse andare ad un ballo. In realtà, lo era, perchè doveva indossare una maschera e nessuno l'avrebbe riconosciuta.
<< Alza quel culo e muoviti! >> le urlò Hannah.

20.30 p.m.

Alec nei suoi jeans neri, strappati sulle ginocchia, t-shirt aderente bianca, giacca e papillon neri, era appoggiato sul fianco della sua macchina aspettando Loren. Le sue converse sfregavano sull'asfalto. L'aria era fredda. E voleva solo andarsene.
Quando la ragazza, in un mini abito rosso, arrivò, le regalò un sorriso sghembo. Da vero gentiluomo, le aprì la porta dell'auto e partirono verso il Parade Gardens.

21.00 p.m.

Il Parade Gardens era divenuto la scenografia di un film adatto a Nicholas Sparks, candele e petali erano sparsi ovunque, rendendo l'atmosfera romantica. Enormi tavoli rotondi erano presentati da un lungo tappeto rosso che dava il benvenuto. L'intero parco sembrava un cielo stellato.

I ragazzi nei loro smoking e le ragazze nei loro sfavillanti vestiti rendevano il tutto tremendamente elegante.

E Beth, si sentiva, così insignificante nel suo abito corto. Così fuori luogo nei suoi anfibi rovinati. E tremendamente a disagio nell'essere sola.

Alec, era veramente stufo di questa situazione, Loren non faceva altro che vantarsi di essere riuscita a farsi invitare da lui, e le sue amiche non facevano altre che ridere. I loro cavalieri parlavano di cose inutili, e lui era tremendamente a disagio nel sentirsi solo.
Finì la birra e si allontanò.
Tutte le ragazze, quella sera, gli sembrarono uguali. Tutte fasciati da abiti strettissimi, tacchi vertiginosi e trucco abbondante. Erano tutte uguali.
Quando, però, giro la testa, e vide una bellissima ragazza cambiò idea.

Il corpo esile e formoso era fasciato da un'abito corto panna, con inserti in pizzo nero. I capelli neri e lunghi, erano lasciati lisci e sciolti. Una bellissima maschera argento e nera, le copriva il viso, mettendo in risalto le labbra carnose. Con sua sorpresa, non calzava tacchi vertiginosi, ma anfibi neri e rovinati.
Sorrise, era bellissima.
La vide sola e si avvicinò.
Le prese la mano e la trascinò in pista
<< Guarda, che non sono la tua dama! >>
<< Sei la mia dama! >> le sorrise
<< Ti conosco? >>
<< Sono il tuo Romeo e tu la mia Giulietta!! >> rispose il ragazzo in modo sfacciato.
La ragazza dai lunghi capelli neri sorrise
<< si, nei tuoi sogni!! >> disse e fece per andarsene, ma Alec la prese per il polso e fece scontrare il proprio petto con la sua schiena
<< Io sogno sveglio! >> disse con voce seducente al suo orecchio
<< E' una frase di Shakespeare >> sorrise.
Lui, lentamente la girò, poi, i loro occhi s'incontrarono e il suo cuore perse un battito o forse, prima, era fermo ed in quel momento aveva ricominciato a battere.

Non poteva credere ai propri occhi. La riconobbe, così, come un marinaio riconosce sempre la stella polare. L'aveva cercata così a lungo. L'aveva sognata tante volte, ed ora era tra le sue braccia.

Beth, non ci poteva credere. Lo riconobbe.
L'aveva cercato così a lungo. L'aveva sognato tante volte, ed ora le sue braccia l'avvolgevano.

Non seppe che dire. Forse lui non l'aveva riconosciuta. Forse, in realtà, non l'aveva mai vista, e quando i loro occhi si erano incontrati non aveva provato le stesse cose.
Fece finta di non averlo mai visto.

Non seppe che dire. Forse lei non l'aveva riconosciuto. Forse, in realtà, non l'aveva mai visto, e quando i loro occhi si erano incontrati non aveva provato le stesse cose.
Fece finta di non averla mai vista.

La ragazza allungò le braccia e gli cinse il collo. Brividi.

Il ragazzo fece scorrere lentamente le proprie mani fino a raggiungere i suoi fianchi. Brividi.

Alec e Beth, ballarono così, sulle note di Kiss Me di Ed Sheeran, uno dei loro cantanti preferiti, facendo finta di non essersi mai incontrati. Di non avere i brividi. Che il cuore, non volesse uscire dal petto. Abbracciati, con la paura di guardarsi negli occhi. E con una tremenda voglia di baciarsi.




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Ink Droplets

Care lettrici,
come promesso ecco il nuovo capitolo.
Non è lungo come credevo, ma su Word sembra che non finiva più, perciò scusatemi.
Spero vi piaccia.
E, scusate eventuali errori, ma ci tenevo a postarlo entro stasera.

Cosa ne pensate del capitolo?
Il vestito di Beth vi piace?


P.s. ringrazio tutte le persone che hanno recensito, messo la mia storia tra le preferite, ricordate e seguite.
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeee! A 6 recensioni pubblicherò il nuovo capitolo!
Xoxo Fil

 


   
 
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