Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: S t r e g a t t o h_    06/09/2013    0 recensioni
{Questa storia non è un plagio, sono Scarlet_Ace00 ho cambiato nikname}
[arancione][Long][Kirino Ranmaru/ Nuovo personaggio][Triangolo]
Buongirino gente!(?)-oggi saluto così-
Eccomi qui con una nuova long. *esulta solo lei*
Il protagonista è la mia nuova OC e Kirino, diciamo sono i due Kirino...L'idea mi è venuta vedendo la copertina di un fanbook, di cui cercherò di mettere l'immagine se capisco come diavolo si fa...
###
« Haru-chan, ti prego vieni con me! » una ragazza dai lunghi, mossi, capelli rosso fuoco, legati in una coda alta e gli occhi color della notte, pregava l’amica, scuotendole un braccio.
« Non ci penso neanche, lo sai bene che io non ci credo affatto a queste cose! Si inventano tutto! Quindi io dalla maga, chiromante o come cavolo si chiama non ci vengo! »
[...]
« Tu, sei la ragazza scelta dagli “alti saggi”... Fai le scelte giuste... Attenta, sta sbocciando... » subito dopo aver pronunciato queste parole la donna sembrò risvegliarsi, come da una trance e si guardò intorno interdetta.
###
... aveva i capelli lisci, rosa, come i fiori di ciliegio e grandi occhi azzurro cielo.
[...]
« Ma-ma tu... Cosa s-sei? »
« Un angelo no? »
Spero vi piaccia!
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kirino Ranmaru, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


            .: Chapter I :.   
                
{First meeting}

 

 


Haruka osservava la scena impietrita.
Le mani, che afferravano la calda maglia del pigiama tremavano leggermente, così come i suoi occhi rosei, che sembravano aver perso quel colore per lo shock.
Sei uomini erano riuniti intorno a un basso tavolo circolare in pietra che ergeva dalla coltre di nebbia grigia che avvolgeva quello strano luogo.
Gli uomini avevano una lunga barba bianca, tre indossavano una tunica bianca, con un cappuccio, i rimanenti indossavano lo stesso indumento ma nero, che arrivava fin sopra i piedi.
Un giovane ragazzo era disteso sul tavolo, aveva i capelli rosa, legati in due codini sfatti, indossava dei pantaloni bianchi che gli arrivavano alle ginocchia, un po’ strappati.
I polsi e le caviglie erano stati legati con delle funi per non far scappare il ragazzo, probabilmente.                                                                
Uno degli uomini che accerchiavano il ragazzo pronunciava una strana formula in una lingua sconosciuta alla rossa; quando smise di parlare una luce avvolse il ragazzo; era talmente intensa che Haruka dovette coprirsi gli occhi.



« Haru-chaaan! Svegliati! » disse un piccolo bambino, scuotendo la ragazza; aveva i capelli scompigliati, rossi, leggermente più chiari di quelli di Haruka e gli occhi erano verde smeraldo.
« Mh... Kiseki lasciami dormire » rispose la rossa, con la voce impastata dal sonno, accoccolandosi tra le coperte.
« Ma la mamma mi ha detto di svegliarti! E poi non sei contenta di vedermi? Ieri ero dal mio amico! » protestò Kiseki al rifiuto della sorella di alzarsi.
« Sì, sì, davvero molto contenta... Ora vai a fare colazione » la maggiore allontanò il bimbo dal letto spingendogli la faccia con la mano.
« Mammaaa! Haru-chan non si alza! »
« Tesoro, vieni ho preparato i pancake per colazione! C’è anche lo sciroppo d’acero! » urlò la madre dalla cucina al piano di sotto; a quelle parole la ragazza saltò in piedi.
« Pancake? » ripetè ad alta voce per essere sicura di aver capito bene.
« Arrivo! »
« Onee-san, aspettami! »
I due fratelli scesero le scale della casa, che conducevano in cucina, di corsa e si sedettero a tavola.
« Buon giorno ragazzi! » disse la madre, avvicinandosi al tavolo con un vassoio pieno dei tanto ambiti pancake.
Era una bellissima donna, i capelli erano quelli di Haruka solo che i suoi erano boccolosi, invece quelli della figlia erano lisci, leggermente mossi in fondo, gli occhi erano verdi come quelli che Kiseki aveva ereditato. Slanciata e con la pelle nivea.
Appena posò il vassoio sul tavolo di vetro, i due ragazzi iniziarono ad abbuffarsi.
Un uomo alto, la pelle leggermente abbronzata gli occhi color pesca e i capelli color albicocca, osservava la scena; vedere il modo in cui i suoi figli divoravano quei dolci era davvero divertente.
« Almeno lasciatemene uno, non mi sembra di chiedere molto! » 
« Ciao papà! » esclamarono in coro, notando la presenza del padre.
« Buon giorno » disse rivolgendosi ai figli poi si avvicinò a sua moglie e le diede un bacio a fior di labbra, mettendole un braccio intorno alla vita per avvicinarla a sè.
« Vado a cambiarmi » si congedò Haruka. Si preparò per andare a scuola e uscì di casa raggiungendo il lungo in cui si trovava con i suoi amici per andare a scuola.
« Buon giorno! » salutò la ragazza.
« Haru-chan! » Mitsuko corse incontro alla sua amica per salutarla.
« Ciao » Dissero in coro i tre ragazzi.
Insieme si avviarono verso la scuola, parlarono della bella giornata trascorsa il giorno precedente al luna-park.
Arrivati di fronte all’edificio ognuno si diresse nella propria classe; Haruka e Masaki nella 3°B, Mitsuko, Ryuuji e Seiji nella 3°E.



« Io odio matematica » sbuffò Masaki, sdraiandosi sul banco.
« Ma tu guarda, non l’avevo capito! » ridacchiò la rossa osservando l’espressine disgustata del compagno di fronte al compito appena assegnato dalla professoressa.
« Tranquillo, tra due minuti ce ne andiamo a mangiare » a questa affermazione gli occhi del blu brillarono di gioia.
« Nanase, Kariya volete smetterla di parlare? Signorino Kariya sa dirmi il risultato dell’espressione alla lavagna? » la professoressa interruppe il dialogo fra i due.
Il povero Kariya non aveva la minima idea di quale fosse la risposta e proferì soltanto un “No...” molto incerto.
« Male! Il risultato è trentasette virgola due per radice di tre, lo ha appena detto il suo compagno! »
"Vecchia stronza”  pensò il ragazzo, accasciandosi di nuovo sul banco.
Fortunatamente la campanella suonò, il blu scattò in piedi e mise in ordine i suoi libri alla velocità della luce per poi metterli nello zaino.
« Ha-ru-ka! Muoviti! Ho fame! »
« Un secondo, arrivo! » i due uscirono dall’aula dirigendosi vero la mensa.
Haruka notò che Masaki sembrava molto pensieroso.
« Masaki-kun, va tutto bene? » il ragazzo si risvegliò dai suoi pensieri.
« Eh? Sì, sì... Ecco... Posso farti una domanda? » la rossa annuì.
« Secondo tè, io piaccio a Mi-chan » la ragazza guardò il blu per qualche secondo per poi scoppiare a ridere.
« Cosa c’è da ridere? » Masaki mise un finto broncio.
« Niente... Se vuoi saperlo, perchè non lo chiedi a lei, è lì » disse indicando l’amica.
A quelle parole Masaki arrossì lievemente. 
I cinque ragazzi entrarono nella mensa, si servirono, cercarono un tavolo dove sedersi e iniziarono a mangiare.
« Allora come è andata sta mattina? » chiese Mitsuko.
« Mi sono divertito un sacco a fare origami durante tutta l’ora di matematica » rispose Masaki ironico.
« Haru-chan va tutto bene? » domandò Ryuuji alla rossa che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
« Secondo voi è normale fare lo stesso sogno da quando si è nati, praticamente? » 
« Beh, dipende. Che tipo di sogno? » rispose Seiji
« Uno qualsiasi, uno che sembra quasi una scena reale o un ricordo » rispose pensierosamente la ragazza.
« Potrebbe essere possibile, ma non ne sono sicuro, perchè questa domanda? » disse sempre il primo dei due gemelli.
« Niente » concluse l’argomento la ragazza, fissando il piatto con aria smarrita.
Tutti osservarono Haruka interrogativamente, che si limitò a sorridere per rassicurarli.
Per il resto del pranzo nessuno osò parlare.
La campanella dell’imminente inizio delle lezioni suonò e ognuno si diresse nella propria classe.
Per il resto delle lezioni la rossa mantenne quell’espressione persa; Masaki era seriamente preoccupato per l’amica; era tanto preoccupato che per distrarsi ascoltò persino la lezione di matematica.
Quando la scuola finì la ragazza mise in ordine le sue cose e sparì. I suoi amici provarono a cercarla ma senza successo quindi se ne tornarono a casa.

 

 

Il telefonino squillo, facendo sobbalzare Haruka; le era arrivato un messaggio da parte di Mitsuko. Si fermò per leggerlo.


“Hey! Cos’è successo oggi? Sembravi strana a pranzo e poi sei sparita.
Va tutto bene?
Baci. Mi-chan★”


La rossa osservò il cellulare, e un sorriso le si dipinse in volto. Una folata di vento la fece rabbrividire e notò che il cielo si stava annuvolando.
Prese una felpa blu dal suo zaino e la indossò. Rispose al messaggio dell’amica.



“Sì, sto bene. Scusatemi, vi ho fatto preoccupare per nulla.
Volevo solo tornare a casa il più in fretta possibile perchè era prevista pioggia per il pomeriggio:)”

 

Un altra folata di vento, fece schiodare la ragazza che ricominciò ad avviarsi verso casa.
Percepì qualche goccia di pioggia sul viso e si mise a correre per arrivare il più in fretta possibile.
Passò la panetteria, che si trovava poco distante da dove viveva, girò l’angolo dove c’era il fioraio e svoltò a sinistra anzichè a destra, in una stretta via; solitamente non prendeva quella stradina, passava dal viale dei negozi, che era a destra, ma la pioggia aveva iniziato a battere forte e, nonostante il tragitto potesse essere leggermente più lungo almeno, passando di lì, non si sarebbe bagnata.
Girò in fondo alla strada, sempre correndo ma non riuscì a bloccarsi e andò a sbattere contro qualcosa o meglio, qualcuno. La persona istintivamente l’abbracciò per non farla cadere ma i libri, che  la ragazza teneva in mano -colpa della cartella poco capiente- caddero a terra.
« Mi-mi scusi » balbettò la rossa, inginocchiandosi a terra per raccogliere i libri e il suo raccoglitore giallo canarino che nella caduta si era aperto e tutti i fogli erano usciti. 
« Scusami tu. Dovevo stare più attento. Aspetta, ci penso io » proferì un ragazzo.
Afferrò delicatamente la mano di Haruka per fermarla poi il ragazzo schioccò le dita e magicamente gli anelli, del quaderno si aprirono; tutti i fogli che erano a terra volteggiarono per qualche secondo, gli anelli si richiusero di scatto con un veloce “Clic”  il raccoglitore si chiuse, con all’interno tutti i fogli in ordine.
La ragazza sollevò lo sguardo; precedentemente non aveva nemmeno guardato chi fosse la persona contro cui era andata a sbattere; troppo impegnata a pensare a come arrivare in fretta all’abitazione.
Era un ragazzo, doveva avere sedici anni come lei, forse diciassette; i tratti androgini, le gote leggermente arrossate, probabilmente per il freddo, i capelli rosei che ricadevano sulle spalle, legati in due codini e due meravigliose iridi azzurrine, proprio come il cielo d’estate.
Alla vista dell’individuo Haruka rimase shoccata, gli occhi si strinsero come se avesse appena assistito ad un assassinio; subito le venne in mente il suo sogno.
I due si fissarono negli occhi; il ragazzo guardava Haruka dubbioso mentre lei lo fissava impaurita.
« M-ma t-tu ... Cosa sei? »
« Eh? Un angelo no? » sorrise il rosa raggiante.

 

 


Oh-oh ma che bravo!
l’hai trovata velocemente
beh non credo ci vorrà molto tempo
prima che anche l’altro la scovi
no, non ci vorrà molto tempo...




 




Angolo di un gatto dale movenze strambe☾
Ho impiegato una vita ad aggiornare-colpa del nuovo editor-
Ma ce l'ho fatta!
Sono anche riuscita a cambiare nikname ora sono S t r e g a t t o h_
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, forse dico forse, più avanti avrò bisogno di un OC, non so.
Ora mi dissolvo.
Baci AriAnNa


 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: S t r e g a t t o h_