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Autore: sakuraenn    13/03/2008    1 recensioni
Questo è il mio primo romazo sui vampiri sarà una storia complessa e particolare è ambientata in un futuro dove i vampiri dominano il mondo, stabilendo le loro regole, Un ragazzo che è un vampiro bianco scopre che suo padre è il più potente vampiro del mondo. Così decide di partire alla sua ricerca e di conoscere meglio il mondo che i vampiri hanno creato.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PARTENZA
Quando si svegliò il sole era già alto. Le campane suonavano a messa e gli ucceli volavano nell'aria cinguettando allegramente.
Il risveglio per Kain non fu piacevole, in un primissimo momento si guardò attorno frastornato poi, i ricordi della sera precedente e delle rivelazioni che gli erano state fatte, si delinearono vividi nella sua mente.
In quel momento realizzò a fondo cosa era successo e, il gesto orribile che aveva compiuto, un nodo alla gola quasi lo soffocò, si mise le mani sul volto piangendo sommessamente.
Lo sfondo delle campane e i mormorii di sottofondo nella cappella sottostante aumentavano il peso sul suo cuore, ora sapeva che in realtà non apparteneva alla razza umana ma che era un vampiro, sconfortato si avvicinò alla finestra osservando la mattina radiosa, tutto gli sembrava così diverso e irreale....tornò a guardarsi la mano e il ricordo di come l'aveva vista la sera prima gli balenò alla mente, strinse il pugno con forza mentre, con rabbia, ricacciava indietro le lacrime e calmava i tremiti.
Si voltò di scatto uscendo dalla stanza e scendendo le scale con foga, si fermò di fronte alla porta che conduceva dal campanile alla chiesa, mentre stava per aprire si bloccò, al di là si stava recitando il Padre Nostro, ritrasse la mano tremante " No! Lui non aveva più il diritto di varcare quella soglia e stare in quel luogo." Un singhiozzo lo assalì, cadde in ginocchio incrociò le mani e iniziò a pregare con fervore mentre i suoi singhiozzi continuavano e le lacrime scendevano copiose dal suo volto.
Non seppe per quanto tempo rimase in quello stato ma, quando la porta si aprì ed entrò un fiotto di luce in quell'antro scuro, alzò lo sguardo lasciandosi andare e singhiozzando ancora più forte. Il parroco sorpreso si chinò su di lui << Kain...... da quanto tempo sei quì? Perchè non sei entrato? >>
Ci furono attimi di intenso silenzio poi Kain abbassò lo sguardo e con voce rotta rispose << Non sono degno di entrare lì dentro! Padre non ne sono degno! >>
Nuove lacrime solcarono il suo viso con irruenza, padre Bernard lo fissò esterefatto alcuni secondi poi gli scostò le mani dal volto con decisione costringendolo a fissarlo negli occhi << Ascoltami! Tu sei sempre lo stesso non sei cambiato! >>
<< Sono un mostro...ho ucciso! >>
<< Santo cielo ragazzo è nella natura di tutti la potenzialità di commettere un omicidio solo che la razionalità, la ragione e i sentimenti frenano quest'impulso; per i vampiri questa legge è fondalmentalmente simile, la loro legge di nutrimento e di vità è diversa dalla nostra ma sotto, sotto sono uomini anche loro. E poi.... se non ti fossi fatto prendere dall'ira...., io non avrei più una figlia adesso. Su alzati! >>
Lo aiutò ad alzarsi e il ragazzo si ritrovò molle sulle gambe, con finta noncuranza fu condotto in cucina e messo a sedere << Herrietta! Presto preparagli un latte caldo è sconvolto! >>
La donna si voltò, sospirò rassegnata squotendo la testa poi disse << Nò marito mio, non prima che abbia fatto il bagno! >>
Bernard la fissò ad occhi sgranati ma lei ignorandolo si avvicinò a Kain e sorreggendolo lo accompagnò nella stanza da bagno, quì lo fece svestire e lo constrinse ad entrare in una tinozza di legno piena di acqua riscaldata aiutandolo a lavarsi.
Il ragazzo sembrava una bambola, chiuso in un silenzio cupo e profondo, mentre gli lavava i capelli Herrietta stanca di quel comportamento disse << Poco prima che tu nascesti mi confrontai con tua madre, accusandola di essere un ignobile mostro che uccideva innocenti per un orribile motivo....>>
Le spalle di Kain sussultarono a quell'affermazione ma la donna fece finta di non notarlo proseguendo << Lei mi sorrise con calore poi, rispose con queste parole "Infondo tutti siamo dei mostri! Noi vampiri lo siamo perchè viviamo di notte e beviamo sangue per nutrirci, uccidendo uomini. Voi siete mostri perchè distruggete l'ambiente e spesso tradite i vostri fratelli per i vostri scopi! Ma.... se togliamo tutto questo? Se a noi vampiri togliete l'arroganza, lo stile di vita e il nutrimentoe, se voi uomini rinunciate ai vostri innumerevoli difetti e la mania di credervi sempre i miglliori ...Cosa resta?" Ricordo che rimasi scioccata quando disse quelle parole, non sapevo come controbattere.
Mi sorrise di nuovo e proseguì " Vedi ...infondo siamo tutti uomini, noi vampiri non ci scegliamo il modo di nutrirci e di vivere, lo stesso vale per voi ma, se togliessimo tutte le differenze resteremo solo esseri umani."
Capisci cosa vogliono dire queste parole Kain? Tu sei te stesso...tutti possiamo commettere errori e tutti ne paghiamo le conseguenze chi in un modo chi in un altro, dipende dalle decisioni che prenderai nel corso della tua vita se d'avvero considerarti un mostro oppure no!
Tu sei un bravo ragazzo e questo nonostante ciò che hai fatto e il motivo per cui l'hai fatto...non angustiarti così tanto ma pensa a riparare al tuo errore piuttosto.>>
Kain si voltò di scatto afferrandola alla vita e facendole fare un sussulto, mettendola in tensione, le appoggiò il viso sul petto scoppiando nuovamente a piangere, un pianto dirotto e liberatorio.
Dopo i primi momenti di timore e sorpresa Herrietta si rilassò, gli accarezzò la testa poi lo staccò da se asciugandogli le lacrime con il grembiule; fissandolo negli occhi gli sorrise per la prima volta nella sua vita poi, lo fece uscire dall'acqua e lo aiutò a vestirsi con l'abito che lei aveva risistemato nel corso della notte dagli abiti smessi di matrimonio del marito.
Quando fu pronto scesero al piano di sotto e si sedettero a tavola a consumare una tranquilla colazione, Kain finalmente si era calmato, il suo sguardo era triste ma i lineamenti del suo vso erano più sereni, questo diede sollievo al parroco che era profondamente preoccupato per il ragazzo.
Consumarono la colazione insieme come non accadeva da molto tempo, i due coniugi si soffermarono spesso ad osservarlo mentre mangiava, capendo a pieno cosa significava quella separazione solo in quel momento.
Kain era sempre stato parte del nucleo familiare sebbene non fosse veramente figlio loro e ora, se ne sarebbe andato e molto probabilmente non l'avrebbero più rivisto.
Era una premonizione che aleggiava nelle loro menti ma alla quale non volevano dare forma sperando con fervore che prima o poi tornasse.
Il ragazzo dal canto suo invece si godeva quegli attimi assaporando il calore di quel momento familiare. Ad un tratto si si fermò dal mangiare e alzò lo sguardo imbarazzato si contorse un po le mani poi inspirò profondamente dicendo << Questo vestito.... è troppo elegante...non potrei rimettere i miei abiti per favore? Mi imbarazza il pensiero di viaggiare vestito così. >> Riabbassò gli occhi leggermente rosso in viso, Herrietta lo guardò sorpresa poi ridendo fece cenno di no con la testa, lo accarezzò sussurrandogli << A mio parere stai vestito benissimo così >>.
Bernard sorrise a sua volta annuendo partecipe << Non vogliamo certo che tuo padre pensi che sei stato allevato da degli straccioni! >>
Kain si contorse di nuvo le mani arrossì e riprese a fare colazione a testa china rimuginando, i due coniugi lo osservarono divertiti riprendendo a chiaccherare.
Il tempo trascorse veloce, finirono la colazione e si dedicarono ai preparativi. Verso le dieci Kain si trovava nella navata della chiesa con le sue poche cose racchiuse in uno zaino, Herrietta uscì proprio in quell'attimo dalla cucina con un fagotto tra le mani, lo posò su una panca e gli si avvicinò << Tutto pronto? >>
Un cenno di assenso, la donna annuì poi, tirò fuori dalla tasca un ciondolo e glielo mise attorno al collo con una punta di tristezza, << Questo, apparteneva a tua madre è l'unica cosa che ti ha lasciato, portala con tè >>
Kain prese il ciondolo in mano sondandolo commosso, lo guardò attentamente poi in un sussurro appena percettibile disse << Grazie. >>
In quel momento entrò il parroco dalla porta che dava sul campanile, il suo sguardo era severo e vi si intravedeva una determinazione incredibile, i due si voltarono ad osservarlo e lui sorrise notando il ciondolo al collo del ragazzo, gli si fermò di fronte e gli porse una spada con il manico intarsiato racchiusa in un fodero di pelle << Questa spada la usavo quando da giovane cacciavo vampiri, vorrei la portassi con te....e, se ne hai bisogno non esitare ad estrala per difenderti >>
Con stupore Kain prese la spada , la osservò alcuni secondi poi, se la infilò sulla schiena ringraziandolo, l'anziano prete lo fissò soddisfatto poi gli porse un vecchio cappotto rattoppato che venne piegato e messo nello zaino.
Quando si rialzò dalla chiusura del suo bagaglio, guardò le persone che per lungo tempo erano state quello che si poteva definire dei genitori in silenzio, osservando attentamente i lineamenti dei loro volti per imprimerseli nella memoria.
Herrietta prese il fagotto dalla cassapanca e glielo mise fra le mani dicendo << Quì c'è il pranzo e qualche provvista per i prossimi giorni... >> Attimi di silenzio, poi un po imbarazzata e con gli occhi che le luccicavano aggiunse << Non smettere di mangiare le verdure! >>
Kain fece un ampio sorriso e annuì con calore.
<< E' ora di andare >>
La voce del parroco li riportò alla realtà, il giovane si voltò e iniziò a seguirlo ma dopo pochi passi si voltò nuovamente << Addio...mamma..>>
Herrietta strinse il grebiule mentre una lacrima le sgorgava dal viso, << Buona fortuna figliolo. >>
Kain si voltò nuovamente sorridendo, ora si sentiva sereno, aveva sempre desiderato che quella diventasse la sua famiglia e ora per la prima volta nella sua vita quel sogno sembrava finalmente realizzato, sentiva che Herrietta e Bernard erano realmente i suoi genitori e cosa ancora più importante sentiva il loro affetto riscaldargli il cuore, sapeva che era una sensazione effimera eppure sebbene la coscienza gli dicesse che la realtà era ben diversa e che quella sensazione sarebbe presto passata decise di accontentarsi e godersi quel piccolo momento.
Il parroco camminava davanti a lui, osservando la schiena ampia e le spalle larghe dell'uomo sentì una sensazione di forza e determinazione provenire da quel corpo, non seppe come ma in qualche maniera, percepì che il suo tutore in gioventù aveva duramente lottato per proteggere ciò che gli era caro e che questo l'aveva reso l'uomo forte e un po burbero che era adesso.
Quella forza diede a Kain una senzazione di sicurezza cancellando le piccole inquietudini che aveva dentro e si scoprì a desiderare di voler diventare come lui.
Riemerse da questi pensieri quando arrivarono al portone della chiesa, con enorme sorpresa del ragazzo svoltarono a destra ed uscirono per la piccola porta sul retro che dava sul cimitero, le lapidi di pietra erano pulite e ben ordinate, con fiori freschi e incenso fumante, i vialetti ghiaiosi erano stati ripuliti recentemente dalla neve caduta e l'aroma dei pini in lontananza profumava l'aria mescolandosi all'odore pungente dell'incenso.
Bernard condusse Kain per un vialetto che portava al muro nord del cimitero, camminarono qualche minuto fino ad arrivare ad angolo della parete, quì nascosta sotto l'ombra di un vecchio Pino stava una croce di pietra senza nome ma con intarsi di incredibile bellezza, l'uomo si voltò e lo fissò alcuni secondi poi, chiuse gli occhi, gli riaprì e scostandosi di lato disse << Kain...tua madre. >>
Sorpreso il ragazzo si avvicinò, guardò in silenzio la lapide alcuni minuti poi vi passò la mano sopra scostando la polvere che la ricopriva e con una nota triste domandò << E' stata..... >>
<< Si tutta la procedura, l'abbiamo decapitata poi cremata... la gente temeva potesse tornare in vita >> Con amarezza il ragazzo abbassò lo sguardo e poi avvicinandosi alla lapide sussurrò << Stò andando a incontrare papà mamma, andrà tutto bene, tornerò stanne certa e ti porterò dei fiori, riposa tranquilla. >>
Staccò la mano dalla croce e si alzò voltandosi verso Bernard che distolse lo sguardo, sorrise tristemente guardandolo in volto.
<< Grazie >>
L'uomo lo fissò e rispose << Sta attento figliolo >> Un cenno d'assenso, poi ripresero in silenzio il cammino e uscirono dal cimitero camminando lungo il bordo della parete fino a raggiungere l'ingresso della chiesa, quì una piccola folla attendeva.
Kain guardò con stupore la gente del villaggio, tutti erano in silenzio e in breve si instaurò un clima di tensione, poi, l'anziano sindaco si staccò dagli altri e gli si avvicinò porgendogli un biglietto.
<< Questo... è da parte di tutti ragazzo, sapevamo il tuo segreto e abbiamo taciuto, non ci fidavamo ma tu ci hai sorpreso.
In questi anni sei stato di grande aiuto per tutti noi,questo è il nostro ringraziamento. Buona fortuna e non cambiare miraccomando. >>
Kain prese il biglietto con le lacrime agli occhi, l'osservò e non riuscì a trattenere l'emozione << Grazie a tutti quanti! >>
Il sindaco sorrise e la gente anche gridando, " Buona fortuna e torna a trovarci! ""
Il parroco si affiacò al ragazzo osservando anche lui il dono ed esclamò << Oh mio Dio! Kain quello è un biglietto del Treno! >>
Fissò il sindaco ad occhi sgranati e questi sorrise a sua volta, Kain fissò tutti i presenti disorientato e balbettò << Ma... ma...vi sarà costato una fortuna! Io..io.. non... >>
L'anziano uomo lo zittì con un gesto della mano << E' il nostro ringraziamento non ti è concesso rifiutarlo .>> Il ragazzo abbassò la testa in lacrime stringendo con delicatezza quel prezioso dono << Grazie Tante! Grazie! >>
Una pacca sulla spalla gli fece alzare lo sguardo Bernard sorrideva e la gente anche, si asciugò le lacrime e sorrise a sua volta,si mise lo zaino sulle spalle e fissando tutti disse << Devo Andare ... >>
Proprio in quel momento una voce alle sue spalle lo richiamò, lui si voltò fissando l'esile figura con il collo bendato che si avvicinava.
Le corse in contro agitato, urlando << Penelope >>
La ragazza si chinò e lo baciò sulla guancia << Buona fortuna fratellino! >>
Kain la guardò stordito e si posò la mano sulla guancia dove era stato baciato, sorrise di nuovo e disse << Tornerò ve lo prometto! >>
Corse via agitando la mano in segno di saluto, smise solo fuori dal villaggio, quì si fermò e fissò la costruzione a poche centinaia di metri da lì, guardò il biglietto.
La stazione del treno....non aveva mai viaggiato su un mezzo così di lusso, con il cuore sobbalzante in petto si diresse di corsa verso l'imponente edificio, un misterioso e oscuro futuro lo attendeva mentre alle sue spalle il sole illuminava con la sua luce il villaggio e il suo quieto passato.
  
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