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Autore: MartaJonas    07/09/2013    5 recensioni
-Ho paura – disse il giovane guardando negli occhi Thomas. Era in cerca di un aiuto, di un consiglio.
-Non sempre avere paura è una cosa negativa. Se in una battaglia non si avesse nulla da perdere, non avresti motivo per vincere. Se sei solo, se non hai un obbiettivo, se non hai una ragione per restare in vita, non lotteresti. Saresti indifferente ad ogni cosa. Avere paura di perdere significa tenerci, tenerci alla vita, avere uno scopo. Fin’ora vivere o morire per te è stata la stessa cosa, adesso, quella lettera ti ha dato un motivo per cui lottare. Quindi sì, fa sii che quel bambino sia la paura in ogni tua battaglia, così da riuscire a vincere sempre. – rispose il dottor Mason rivolgendogli un sorriso.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 5

 
The Letter
 
 
 

May 2, 2015

 
Caro Joe,
per prima cosa, ti starai chiedendo chi io sia. Be’, come puoi leggere sulla busta, sono Claire Stewart, ma tu mi conoscevi soltanto come Cla. Probabilmente neanche ti ricorderai di me, Joe. Probabilmente ero soltanto una storiella d’estate di appena una settimana. Nessuno dei due desiderava altro che questo. L’ultima volta che ci siamo visti era il 21 agosto 2012, sotto casa tua a Los Angeles. Mi avevi sorriso e prima che mi allontanassi tanto da non sentirti più, con un sorriso sulle labbra, mi avevi gridato “Sono stato benissimo con te, mi mancherai”. Dovevi passare del tempo a New York, dai tuoi fratelli a scrivere musica, e lì non ti avrei mai potuto raggiungere, e quindi i nostri giorni giunsero al termine. In quei sette giorni trascorsi insieme, però, non mi hai lasciato solo un bel ricordo di te, ma anche qualcosa di più “impegnativo”.
Si chiama Hal, ha compiuto 3 anni il 15 maggio, a fine agosto comincerà a frequentare l’Olympic Primary Center. Per ora è a un centro estivo, sempre nello stesso edificio, in preparazione all’anno che verrà. Se non ti fosse ancora chiaro, sì Joe, Hal è tuo figlio, nostro figlio. Se non mi credi, puoi anche fare l’analisi del dna, però è davvero evidente, perché non è soltanto tuo figlio, è un piccolo Joe Jonas in miniatura, con qualche tratto caratteriale della madre.
C’è una ragione per cui non ti ho detto nulla a proposito e ce ne sono altre due ben precise se adesso ti sto scrivendo questa lettera.
Non ti ho mai detto nulla a proposito, perché, semplicemente, non volevo nulla in cambio da te. Sei un cantante di fama mondiale, e se un giorno mi fossi presentata da te dicendo che avevo il tuo bambino in grembo, chiunque mi avrebbe considerata qualcuno che è solo in cerca di soldi.
Così ho deciso di tenere il segreto, neanche la mi famiglia ne è a conoscenza, mi sono confidata soltanto con mia sorella, Maggie.
Ho deciso di dirtelo, perché, per prima cosa ho capito che non fosse giusto nei tuoi confronti, era un tuo diritto saperlo e dovevo dirtelo prima, quindi mi scuso per questo; inoltre ho capito che Hal può crescere senza uno dei genitori, ma non senza entrambi. Se stai leggendo questa lettera, Joe, significa che io non ci sono più. Il cancro ha avuto la meglio su di me, un tumore al seno mi ha portata via prima del tempo.
So dove sei in questo momento, e capisco che tu non stia attraversando un buon momento della tua vita. Ho fatto alcune ricerche, quindi so di tuo fratello, e so della tua dipendenza. Sono riuscita addirittura a trovare il centro medico dove sei, quindi sono ben informata. Non sai quanto mi dispiace sapere tutto questo. Ma sappi che a volte le cose brutte accadono, senza che ci sia un vero motivo o che sia colpa di qualcuno in particolare , ma bisogna essere forti, così forti da cadere ma riuscire a alzarsi sempre.
Ora ti chiedo solo una cosa Joe, ti chiedo di provare a fare il padre. Non subito magari, esci da lì dentro, rialzati, e poi guardalo sorridere e giocare, osservalo mentre corre, e parlaci. Ti vedrai riflesso nei suoi occhi. Ti posso assicurare che non è difficile fare il genitore, devi solo metterci il cuore.
Ti ho lasciato dietro al foglio il numero di mia sorella, lei ti porterà da Hal in qualunque momento tu voglia, e in ogni modo tuo figlio è tutti i pomeriggi tranne la domenica nel cortile del Olympic Primary Center. Ho infilato nella busta anche una foto di me ed Hal, così da poter ricordarti per bene chi sono io, e identificare il piccolo una volta all’asilo.
Non ti ho mai ringraziato per avermi donato Hal, quindi grazie Joe. Quel bambino mi ha aiutato a superare tutti i miei momenti più bui.
Ti ho sempre voluto bene, Joe, prenditi cura di lui.
 

 Cla.
 

Joseph lesse quella lettera così velocemente senza pensare veramente a quello che c’era scritto. Un figlio? Sembrava assurdo. Cla morta? Doveva essere uno scherzo.
Ricordava Cla, ricordava quella ragazza spumeggiante e piena di entusiasmo, dai capelli biondi e gli occhi marroni. Era costantemente felice, felice per ogni cosa che faceva. Le aveva voluto bene, ma la loro rottura era stata necessaria: a lui aspettava un nuovo album, mentre a lei un nuovo anno di college.
Infilò una mano nella busta bianca, dalla quale ripescò un foto a colori che ritraeva Claire e Hall sorridenti. Il piccolo era sulle gambe della madre e guardava l’obbiettivo. Il bimbo era davvero il ritratto del padre in miniatura. Sembrava quasi stesse rivedendo una sua vecchia foto. Erano incredibilmente uguali.
Si ritrovò a fissare quella foto, senza riuscire a realizzare cosa stesse davvero accadendo. Gli sembrava tutto così surreale, come se fosse uno sbaglio, un incredibile falsità messa in atto solo per spaventarlo, per fargli ricordare di avere delle responsabilità, di avere motivo di vivere. Gli sembrò un sogno, uno strano sogno, dal quale ci si sveglia scossi ma con la consapevolezza del fatto che fosse soltanto un sogno quanto più verosimile, ma pur sempre un sogno.
Guardò di nuovo la foto che teneva stretta tra l’indice e il pollice della mano destra, poi dette uno sguardo all’ordinata scrittura della ragazza, e un senso d’ansia lo avvolse, come se ogni cosa venisse messa in discussione, come se vivere o morire per lui non fosse più la stessa cosa. Si mise a fissare un punto non ben definito del corridoio, mordendosi il labbro inferiore.
Un figlio. Avrebbe potuto semplicemente buttare nel cestino il tutto, e continuare la sua vita come se non gli fosse stato recapitato nulla; d’altronde se anche l’infermiera non l’avesse visto lì si sarebbe dimenticata di quella lettera. Poi c’era quella voce che continuava a sussurrargli che quel che stava pensando fosse terribilmente sbagliato, che quel bambino aveva bisogno di suo padre, che aveva il diritto di avere un padre, che non doveva essere codardo, ma doveva rispondere delle sue responsabilità.
Magari quel bimbo sarebbe potuto essere la sua ancora di salvezza, magari lui stesso poteva essere la salvezza per suo figlio. Soltanto il pensiero che un bambino potesse chiamarlo papà gli sembrò come innaturale. Chi mai vorrebbe un padre sciagurato come lui? Drogato, emarginato e depresso? Chi mai vorrebbe prenderlo come esempio? Chi mai potrebbe fidarsi di uno come lui?
Claire si è fidata di te le rispose quella voce, quella stessa voce che era restata in silenzio per anni, e che solo in quel momento di stava ripresentando ossessivamente; o forse era stato soltanto lui che non l’aveva più ascoltata nonostante fosse sempre rimasta lì? E chi meglio di sua madre sa cosa è meglio per suo figlio? continuò ancora quel sibilo dentro la sua testa.
Guardò per l’ennesima volta foto e si vide in quel sorriso, in quegli occhi, in quei capelli corvini che gli contornavano la testa. C’era un po’ di lui in quel bambino. Conoscerlo sarebbe stato come ricoprirsi, come ritrovare quella parte di sé che credeva persa, come scoprire che qualcosa di buono riuscisse a farlo anche lui. Gli si velarono gli occhi di lacrime soltanto pensando a un’eventualità del genere.
Ripose la lettera e la foto nella busta bianca, si alzò dalla sedia e si riavviò in camera sua, con un paio di certezze. La prima era che quella notte non avrebbe davvero chiuso occhio, l’altra che voleva provare a fare il padre






Buonasera gente!
Beh, che dire, ci sono tante novità in questo capitolo, non credete?
Che ne pensate? Che pensate di Cla? di Hal? e di Maggie?
Fatemi sapere! Un bacione! Ci sentiamo al più presto!
Marta <3

  
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