Il “suo” tenente
Non
ricordava il corridoio così lungo…
Probabilmente
era solamente una questione di umore: quel giorno infatti non desiderava altro
che chiudersi nel suo ufficio in silenzio (o per lo meno in qualcosa che
sembrasse tale) senza scocciatori intorno.
Percorse
a passo di marcia gli ultimi metri cercando di ignorare il sorriso ammiccante
che le stava rivolgendo il segretario del Generale Fargunt comparso
all’improvviso davanti alla porta dell’ufficio del suo superiore. Chissà chi si
credeva di essere quell’idiota per comportarsi così?!?!?
Credeva
davvero che bastasse il suo bel sorriso a farla cadere ai suoi piedi?!?!
Quasi
quanto il tizio che lavorava nell’ufficio spese del secondo piano!!! Un altro
bellimbusto arrogante e pieno di sé. L’ultima volta l’aveva gelato con
un’occhiataccia che ancora se la ricorda…
Militari…
Uomini…
Per
cortesia.
Bastava
uno sguardo storto perché scappassero con la coda tra le gambe…
Se
proprio doveva scegliere avrebbe preferito il ragazzo della mensa: almeno era gentile…
…
Sospirò
accelerando il passo e sorpassando l’uomo che ancora non aveva smesso di
sorriderle maliziosamente senza degnarlo di uno sguardo dirigendosi oltre la
curva che portava al suo ufficio.
E
poi non ho certo tempo da perdere con queste cose!
Ma
possibile che non si rendano conto che badare al colonnello e alla sua banda di
scansafatiche sia un lavoro a tempo pieno?!?!?
Scosse
la testa tentando di riprendere il controllo prima di varcare la soglia
dell’ufficio.
Una
volta entrata si accorse subito che, ovviamente nessuno stava lavorando…
Anzi,
tutti erano accalcati al centro della stanza attorno a quello che probabilmente
era Havoc.
Erano
così interessati all’argomento che non l’avevano nemmeno sentita.
-…credo
bene. Anche se ‘sta volta l’ho rischiata davvero grossa…-
-Rischiato
cosa?- Si intromise.
Tutti
si voltarono inorriditi. Già, non l’avevano proprio sentita entrare… Avrebbe
voluto sorridere davanti alle loro facce terrorizzate, ma si trattenne
nascondendosi oltre la sua maschera di freddezza.
-…Niente..
stavamo…-
-HAKWEYE!!!!!-
Lui invece l’aveva sentita eccome!!!
-Non
crediate che me ne dimentichi-
Li
oltrepassò dirigendosi verso l’ufficio del suo superiore, pronta ad una delle
sue sfuriate da “bambino dell’asilo”… aveva deciso di catalogare così i suoi
“momenti di crisi esistenziali sospettosamente collocati in tempi ben precisi
di sovraccarico da cartacce”. Era uno stratega, è vero, ma purtroppo per lui,
ormai lo conosceva troppo bene per cascare nei suoi giochetti.
Non
era certo una delle ochette con cui si faceva vedere in giro ogni sera!!!
Spalancò
e richiuse alle sue spalle la porta forse con rabbia eccessiva per poterla
nascondere completamente; tuttavia le ci volle meno di un istante per
riprendere il pieno controllo di sé e mettersi sull’attenti davanti alla grande
scrivania ingombra di documenti.
-Mi
voleva, Colonnello?-
Lo
vide per un secondo spalancare gli occhi e la bocca come colto in fallo e
osservarla con uno sguardo strano.
-Colonnello?!?!
Posso fare qualcosa?!?-
-Sì…ecco.
Credo di aver combinato un guaio…- sembrò uscire dallo stato di trance in cui
era caduto e riprendere il suo fare sicuro e arrogante.
-E
sarebbe?- Aveva già notato tutti i fogli sparsi sul pavimento, ma voleva
sentirlo confessare…
-Be’,
ecco, non è che potresti prendere questo libro e metterlo a posto intanto che
io sistemo qui?- Le sorrise.
CHE
COSA?!?!?!?!? L’aveva chiamata solo per farle mettere un accidente di libro,
che tra l’altro gironzolava da mesi sulla sua scrivania, nella libreria in
fondo alla stanza?!?!?!
Non
si lasciò scappare in singolo moto di stizza, mentre si avvicinava al tavolo e
prendendo il volume tra le mani si voltava per svolgere il suo compito.
Uno,
due, tre, quattro, cinque, sei, sette passi ed ecco fatto. Possibile che Roy
fosse diventato così pigro da non volersi alzare nemmeno per arrivare fino a
lì?!?!?
Non
appena sì voltò per congedarsi se lo trovò a pochi centimetri dal naso.
Non
ebbe il tempo di muovere un muscolo, ne spiccicare una sola parola, riuscì a
malapena a spalancare gli occhi prima di rimanere pietrificata dalla sue labbra
sulle proprie.
Che
diavolo stava succedendo?!?!? Roy la stava baciando?!?!?!? E come la stava
baciando!!! Lei, lei Riza Hawkeye, tenente, guardia del corpo, cecchino,
scialba e invisibile ombra costantemente alle sue spalle!!! Da quando in qua la
considerava qualcosa di più di un compagno d’armi?!?! Di un amico
d’infanzia?!?! Della figlia del suo maestro?!?!? Da quando in qua la
considerava una donna?!?!?!
Ci
vollero alcuni minuti prima che si decidessero a staccarsi per riprendere
fiato. Tuttavia, Roy non pareva avesse intenzione di staccarsi da lei più di
quei pochi centimetri necessari perché un poco d’ossigeno gli entrasse nei
polmoni. La stringeva a sé come avesse il terrore che qualcuno comparisse da un
momento all’altro e gliela soffiasse da sotto il naso
-Hanno
ragione, sai?- Con una mano le stava sistemando i capelli dietro l’orecchio.
-Vederti
camminare…è una cosa da mozzare il fiato…- sorrise davanti all’espressione
sempre più scioccata di Riza.
-E’
un peccato, sai, che io ti debba sempre camminare davanti- sorrise –Comunque, è
solo una cosa temporanea, te lo prometto. Non appena raggiungeremo la meta ti
assicuro che non ti permetterò mai più di lasciare il mio fianco. Che ne dici
di diventare la first Lady di Amestris?-
Cosa
le aveva appena chiesto?!?!?!?
Roy
scoppiò a ridere stampandole un bacio in fronte mentre la vedeva annuire.
-Così
anche tutti quei “mosconi” si metteranno una volta per tutte l’animo in pace e
smetteranno di provarci col mio tenente…- la strinse possessivamente a sè prima
di tornare a cercare le sue labbra.
-E
loro?- Lo fermò lei, scostandosi di qualche centimetro e ammiccando verso la
porta da cui provenivano rumori sospetti..
-Per
ora lasciali guardare- Sorrise malizioso
- …li ringrazieremo più tardi…-
Rispose
al sorriso riavvicinandosi a lui.
E
sia, per questa volta avrebbe finto di dimenticarsi qualcosa…