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Autore: AlexVT    14/03/2008    5 recensioni
-Comandante, posso farle una domanda?- L'uomo appoggiato alla scrivania sollevò la testa annoiato dal documento che fingeva di leggere da almeno quaranta minuti. Che diavolo vorrà ora?!? -Lei è innamorato del tenete Hawkeye?-
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jean Havoc, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il “suo” tenente

Il “suo” tenente

 

 

 

Non ricordava il corridoio così lungo…

Probabilmente era solamente una questione di umore: quel giorno infatti non desiderava altro che chiudersi nel suo ufficio in silenzio (o per lo meno in qualcosa che sembrasse tale) senza scocciatori intorno.

Percorse a passo di marcia gli ultimi metri cercando di ignorare il sorriso ammiccante che le stava rivolgendo il segretario del Generale Fargunt comparso all’improvviso davanti alla porta dell’ufficio del suo superiore. Chissà chi si credeva di essere quell’idiota per comportarsi così?!?!?

Credeva davvero che bastasse il suo bel sorriso a farla cadere ai suoi piedi?!?!

Quasi quanto il tizio che lavorava nell’ufficio spese del secondo piano!!! Un altro bellimbusto arrogante e pieno di sé. L’ultima volta l’aveva gelato con un’occhiataccia che ancora se la ricorda…

Militari…

Uomini…

Per cortesia.

Bastava uno sguardo storto perché scappassero con la coda tra le gambe…

Se proprio doveva scegliere avrebbe preferito il ragazzo della mensa: almeno era gentile…

Sospirò accelerando il passo e sorpassando l’uomo che ancora non aveva smesso di sorriderle maliziosamente senza degnarlo di uno sguardo dirigendosi oltre la curva che portava al suo ufficio.

E poi non ho certo tempo da perdere con queste cose!

Ma possibile che non si rendano conto che badare al colonnello e alla sua banda di scansafatiche sia un lavoro a tempo pieno?!?!?

Scosse la testa tentando di riprendere il controllo prima di varcare la soglia dell’ufficio.

 

Una volta entrata si accorse subito che, ovviamente nessuno stava lavorando…

Anzi, tutti erano accalcati al centro della stanza attorno a quello che probabilmente era Havoc.

Erano così interessati all’argomento che non l’avevano nemmeno sentita.

-…credo bene. Anche se ‘sta volta l’ho rischiata davvero grossa…-

-Rischiato cosa?- Si intromise.

Tutti si voltarono inorriditi. Già, non l’avevano proprio sentita entrare… Avrebbe voluto sorridere davanti alle loro facce terrorizzate, ma si trattenne nascondendosi oltre la sua maschera di freddezza.

-…Niente.. stavamo…-

-HAKWEYE!!!!!- Lui invece l’aveva sentita eccome!!!

-Non crediate che me ne dimentichi-

Li oltrepassò dirigendosi verso l’ufficio del suo superiore, pronta ad una delle sue sfuriate da “bambino dell’asilo”… aveva deciso di catalogare così i suoi “momenti di crisi esistenziali sospettosamente collocati in tempi ben precisi di sovraccarico da cartacce”. Era uno stratega, è vero, ma purtroppo per lui, ormai lo conosceva troppo bene per cascare nei suoi giochetti.

Non era certo una delle ochette con cui si faceva vedere in giro ogni sera!!!

Spalancò e richiuse alle sue spalle la porta forse con rabbia eccessiva per poterla nascondere completamente; tuttavia le ci volle meno di un istante per riprendere il pieno controllo di sé e mettersi sull’attenti davanti alla grande scrivania ingombra di documenti.

-Mi voleva, Colonnello?-

Lo vide per un secondo spalancare gli occhi e la bocca come colto in fallo e osservarla con uno sguardo strano.

-Colonnello?!?! Posso fare qualcosa?!?-

-Sì…ecco. Credo di aver combinato un guaio…- sembrò uscire dallo stato di trance in cui era caduto e riprendere il suo fare sicuro e arrogante.

-E sarebbe?- Aveva già notato tutti i fogli sparsi sul pavimento, ma voleva sentirlo confessare…

-Be’, ecco, non è che potresti prendere questo libro e metterlo a posto intanto che io sistemo qui?- Le sorrise.

CHE COSA?!?!?!?!? L’aveva chiamata solo per farle mettere un accidente di libro, che tra l’altro gironzolava da mesi sulla sua scrivania, nella libreria in fondo alla stanza?!?!?!

Non si lasciò scappare in singolo moto di stizza, mentre si avvicinava al tavolo e prendendo il volume tra le mani si voltava per svolgere il suo compito.

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette passi ed ecco fatto. Possibile che Roy fosse diventato così pigro da non volersi alzare nemmeno per arrivare fino a lì?!?!?

Non appena sì voltò per congedarsi se lo trovò a pochi centimetri dal naso.

Non ebbe il tempo di muovere un muscolo, ne spiccicare una sola parola, riuscì a malapena a spalancare gli occhi prima di rimanere pietrificata dalla sue labbra sulle proprie.

Che diavolo stava succedendo?!?!? Roy la stava baciando?!?!?!? E come la stava baciando!!! Lei, lei Riza Hawkeye, tenente, guardia del corpo, cecchino, scialba e invisibile ombra costantemente alle sue spalle!!! Da quando in qua la considerava qualcosa di più di un compagno d’armi?!?! Di un amico d’infanzia?!?! Della figlia del suo maestro?!?!? Da quando in qua la considerava una donna?!?!?!

Ci vollero alcuni minuti prima che si decidessero a staccarsi per riprendere fiato. Tuttavia, Roy non pareva avesse intenzione di staccarsi da lei più di quei pochi centimetri necessari perché un poco d’ossigeno gli entrasse nei polmoni. La stringeva a sé come avesse il terrore che qualcuno comparisse da un momento all’altro e gliela soffiasse da sotto il naso

-Hanno ragione, sai?- Con una mano le stava sistemando i capelli dietro l’orecchio.

-Vederti camminare…è una cosa da mozzare il fiato…- sorrise davanti all’espressione sempre più scioccata di Riza.

-E’ un peccato, sai, che io ti debba sempre camminare davanti- sorrise –Comunque, è solo una cosa temporanea, te lo prometto. Non appena raggiungeremo la meta ti assicuro che non ti permetterò mai più di lasciare il mio fianco. Che ne dici di diventare la first Lady di Amestris?-

Cosa le aveva appena chiesto?!?!?!?

Roy scoppiò a ridere stampandole un bacio in fronte mentre la vedeva annuire.

-Così anche tutti quei “mosconi” si metteranno una volta per tutte l’animo in pace e smetteranno di provarci col mio tenente…- la strinse possessivamente a sè prima di tornare a cercare le sue labbra.

-E loro?- Lo fermò lei, scostandosi di qualche centimetro e ammiccando verso la porta da cui provenivano rumori sospetti..

-Per ora lasciali guardare-  Sorrise malizioso - …li ringrazieremo più tardi…-

Rispose al sorriso riavvicinandosi a lui.

E sia, per questa volta avrebbe finto di dimenticarsi qualcosa…

 

 

 

   
 
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