Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: a rainy day    09/09/2013    4 recensioni
Lei, Alexia Anne Scott, una nota giornalista ventiquattrenne che vive a Bradford, costretta a trasferirsi a Doncaster per lavoro.
Lui, James William Collins, un pastore protestante, scrittore per passione e osservatore attento di natura. Venticinque anni e tanta voglia di fare del bene per gli altri.
Ad Alexia Anne Scott viene commissionata la scrittura di un opuscolo da allegare ad un noto giornale di Doncaster, nel quale dovrà parlare dell'ultimo libro in uscita di James William Collins. Lavoreranno fianco a fianco, tra mille domande e altrettante risposte.
Uno dei quesiti più difficili a cui entrambi saranno sottoposti sarà: "Cosa siamo noi?".
Sapranno mai rispondere?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ringrazio infinitamente Drawjng Efp per lo stupendo banner!

3. Terzo capitolo
 
James parcheggiò l'auto in un vialetto di fronte ad una grande casa con giardino. Andò verso la portiera di Alexia e la aprì, aspettando che lei scendesse e poi la richiuse. Si precipitò velocemente verso la porta d'ingresso e la aprì in un istante. Alexia era dietro di lui ad attendere che la facesse entrare. 
- Accomodati - le fece segno di sedersi su un divano di pelle color ocra che si trovava al centro della stanza. La giornalista si mise a sedere su quel divano, continuando a fissare James che se ne stava a guardarla con occhi adoranti. 
- Ti offro qualcosa. Aspettami qui. Fa' come se fossi a casa tua, guardati pure intorno, prendi ciò che vuoi. So che ti piacciono i libri, li trovi su quella libreria - disse, indicando uno scaffale pieno di libri e riviste di ogni genere. Poi si voltò e andò verso quella che doveva essere la cucina. Alexia, invasa dalla curiosità, si alzò dal divano e andò verso quella libreria. Iniziò a sfogliare un libro che catturò la sua attenzione. Lesse la trama e poi fece scorrere velocemente le pagine, annusandone l'odore. La ragazza adorava il profumo emanato dalle pagine dei libri: la rilassava più di qualsiasi altra cosa. Chiuse per un istante gli occhi e non poté fare a meno di visualizzare nella sua mente l'immagine di James e il suo profilo illuminato di tanto in tanto dalle luci della strada su cui erano appena stati. Si riprese da quello stato di rilassamento perché sentì cadere sui piedi un foglio. Si chinò per raccoglierlo e si accorse che era una foto che raffigurava una bambina che pareva avesse quattro o al massimo cinque anni. Nel frattempo, arrivò James dietro di lei e le si avvicinò lentamente, poggiando le sue delicate mani sulle spalle di Alexia che si sentì invadere da un senso di piacere e benessere che non aveva mai provato prima. James si staccò per qualche secondo da lei, cosa che le permise di riacquistare la lucidità perduta. La giornalista si voltò verso di lui, lo guardò negli occhi per pochi istanti che parvero eterni e poi fece bella mostra della fotografia che aveva appena trovato. Non gli fece domande, semplicemente sperava che James capisse dal suo sguardo che volesse sapere chi fosse la bambina della foto. E così fu. Il pastore protestante distolse lo sguardo da quello di Alexia e lo fissò su una delle tante gocce di pioggia che si trovavano sul grande vetro della finestra del salotto. Poi tornò a fissarla, dicendole: 
- Carina, vero? Non la vedo da parecchio tempo, è mia nipote - fissò di nuovo lo sguardo altrove, questa volta in un punto indefinito del parquet su cui poco prima era caduta la foto che Alexia teneva in mano. La ragazza cercò lo sguardo di James e riuscì ad incontrarlo: era spento, triste e pensieroso. Sembrava quasi che stesse mentendo, questo era balenato nella testa della giovane giornalista. Scosse la testa come per scacciare quell'assurdo pensiero e si concentrò meglio su James, che iniziò a parlarle. 
- Ti va un caffè? - le chiese interrompendo ogni suo pensiero. Alexia annuì. Andarono verso il piccolo tavolino che si trovava davanti al divano in pelle e James versò del caffè in due tazze. 
- So che non siamo più bambini e che forse fare un gioco non era proprio nei tuoi piani ma, è da un po' che ci penso, vorrei proporti una cosa - disse il pastore protestante mentre sorseggiava dalla sua tazza di caffè. Alexia lo guardò incuriosita arricciando la fronte e, con lo sguardo, lo incitò a continuare e a spiegarle meglio cosa avesse in mente. 
- Ti spiego meglio - disse lui, sistemandosi comodamente sul divano e continuando a fissare la giornalista. 
- Abbiamo a disposizione due domande ciascuno. Possono essere riguardanti qualsiasi argomento. Tutto chiaro? – 
- Niente di più semplice! - esclamò Alexia, lasciandosi sfuggire un sorriso che fece rilassare James per qualche istante. James si alzò dal divano dirigendosi verso una cassettiera dove prese dei fogli e delle penne. Li appoggiò sul tavolino al centro della stanza e poi parlò: 
- Le domande le scriviamo su questi fogli, va bene? – 
Alexia annuì convinta e prese i fogli, iniziando così a scriverci sopra le domande da porre al pastore protestante. Passò un interminabile quarto d'ora, in seguito al quale Alexia notò che James la stava fissando insistentemente. La guardava mentre ondeggiava il suo polso e la sua mano sul foglio che le aveva dato il ragazzo. Diventò rossa e, dopo aver alzato per un istante lo sguardo, riabbassò il capo per continuare a scrivere. Il ragazzo notò subito la comparsa di un sorriso sul volto della ragazza, che non scomparve finché lo stesso James mise il suo dito indice sotto il mento della giornalista provetta, alzandole la faccia e obbligandola così a scambiarsi l'un l'altro un intenso e profondo sguardo. Con l'altra mano, James le scostò i capelli dal viso e glieli mise dietro l'orecchio. Poi si avvicinò alla sua bocca, la sfiorò leggermente con il polpastrello del pollice, espandendo la carezza alla guancia. Con un gesto delicato la attirò a sé premendo leggermente le labbra su quelle di lei. Alexia, sorpresa, si abbandonò tra le braccia di James. Ciò che interruppe il loro contatto fu il suono del campanello. Il pastore protestante si sistemò meglio che poté e andò frettolosamente ad aprire la porta. Gli si avventò violentemente contro una donna, più o meno della sua stessa età, che urlava a più non posso contro di lui rivolgendogli imprecazioni e parole d'odio. James provò a farla calmare, ma nulla poteva placare la sua ira. La giornalista prese la sua borsa e tutte le sue cose e decise di uscire da quella casa e sedersi sull’amaca che si trovava in giardino tra i due alberi. Non sapeva chi fosse quella donna né cosa volesse da James e non le sembrava per nulla opportuno restare lì a guardarli mentre discutevano.
Prese una Marlboro e la accese. Non aveva il vizio di fumare, lo faceva soltanto quando sentiva il bisogno di concentrare la sua attenzione su qualcos’altro che non fosse ciò che la circondava.  Alzò il volto verso il cielo, poi chiuse gli occhi, avvicinò la sigaretta alla bocca e lasciò che il suo viso si facesse accarezzare dolcemente dal vento autunnale.
- Ciao – Alexia sentì una flebile voce pronunciare quel saluto. Aprì istintivamente gli occhi e notò davanti a sé una piccola ed esile figura che la osservava curiosa. Si trattava di una bambina. Era intimidita e a dir poco spaventata. Le si avvicinò lentamente e si sedette accanto a lei. Alexia la guardò, seguì ogni suo piccolo movimento e un’immagine le balzò alla memoria: quella bambina somigliava a quella della foto, era praticamente identica. 
- Che ci fai qui? – le chiese la bambina, sistemandosi meglio sull’amaca che ora ospitava entrambe.
- Sono un’amica di James – le rispose la giornalista, sorridendole e addolcendo così quel momento teso.
- Come ti chiami? – ribatté lei, con tono sempre più curioso.
- Alexia e tu piccolina? – 
La bambina strinse a sé il suo piccolo coniglietto di peluche e poi rispose.
-    Il mio nome è Jade. Sai, la mamma è molto arrabbiata e dice sempre che mio papà è uno stupido, ma io non sono d’accordo con lei –
-    Ah, no? E chi è tuo papà? – Alexia aveva già intuito tutto. 
-    James William Collins – disse, in modo deciso e sicura di sé. 
Come sempre, l’intuito di Alexia non aveva sbagliato. Per un attimo, la signorina Scott, fu colta dalla rabbia. Strinse il pugno in cui non aveva la sigaretta e con l’altra mano buttò a terra quel che restava della sua Marlboro e schiacciò il mozzicone con il piede. Chiuse gli occhi per evitare che le lacrime le scendessero sulle guance e poi sentì il peso dell’amaca alleggerirsi e la voce di una donna che chiamava Jade, la figlia di James. Aprì gli occhi e si trovò davanti la figura di quella donna che fino a poco tempo prima era andata su tutte le furie, che la fissava con sguardo d’odio puro. Quella che doveva essere stata l’ex fidanzata di James, si rivolse a di lui dicendo:
-    Vedo che non hai perso tempo – tono acido e inviperito, sguardo da gatta morta e figura ritta e ben composta, trucco ben fatto e tacco dodici, magra e snella, mora.
Detto questo, prese per mano Jade e sparì dal viale della casa del pastore protestante e salì su quella che doveva essere la sua auto. In un attimo di lei non ci fu più traccia.
Alexia prese la borsa e si alzò dall’amaca. Non aveva nessuna voglia di restare lì né tantomeno di parlare con James. L’unica cosa che voleva fare era andarsene via da lì per correre in hotel a distendersi sul letto e riposare un po’, ne aveva davvero bisogno. 
Uscì dal cancello di quella casa e James la seguì, prendendola per un braccio e costringendola così a girarsi verso di lui e guardarlo negli occhi. La ragazza stava piangendo, era delusa dal comportamento di James. 
Ce l’aveva con lui per il semplice fatto che, una volta trovata la foto di quella bambina nel libro, lui le aveva mentito. L’impatto con la verità, ora che la conosceva, era stato davvero grande e doloroso.
La giornalista si era illusa che ci potesse essere qualcosa tra lei e James, ma un rapporto senza fiducia né verità non può esistere. 
Si dimenò da quella presa e si voltò per andarsene, dirigendosi verso l’hotel. A quel punto il pastore protestante non poteva farci nulla, soltanto darle il tempo necessario per riflettere e assimilare quello che aveva da poco scoperto. 
Dopo una decina di minuti si girò per controllare che James non la stesse seguendo. Una volta appurato ciò, si voltò di scatto e continuò per la sua strada. Le lacrime iniziarono a scenderle copiose sul viso, la vista le si offuscava sempre di più e non desiderava altro che arrivare presto all'albergo in cui alloggiava. Aveva bisogno di urlare, urlare a più non posso, fino a non avere più voce, fino a stancarsi, fino a sentire le corde vocali andare in frantumi. Si sentiva fragile e un terribile senso di vuoto la invase. Arrivò con poco fiato nella hall dell'hotel e, sempre correndo, salì in camera sua. Continuava ininterrottamente a versare lacrime, pensando e ripensando alla bugia che gli aveva detto James. Ora Alexia era sicura di non potersi più fidare di quell'uomo. Con questa convinzione nella mente, si coricò e chiuse gli occhi e, dopo qualche minuto, cadde in un sonno profondo. Un sonno tormentato, agitato. Sognò, immaginò di poter stringere di nuovo tra le braccia James, l'uomo a cui aveva dato tanta fiducia e che aveva scoperto non ne meritasse nemmeno una piccola parte.
Al suo risveglio, tutto era tranquillo. Trovò tre chiamate perse. Poi squillò il telefono della camera, un suono sgradevole e a dir poco fastidioso. Con gli occhi gonfi e il fiato corto, Alexia rispose al telefono. 
- C'è un uomo qui che dice di voler parlare con lei, signorina Scott. Si chiama James. Lo faccio salire? - diceva la voce dall'altro capo del telefono.



 
AngoloAutrice
Hi, everyone! Eccomi qui con il terzo capitolo di questa mia storia. Che ve ne pare? Mi scuso infinitamente per l'attesa, ma ho avuto degli impegni scolastici e non e il tempo per scrivere mancava sempre.
So che non è granché, però succede una cosa che sconvolge un po' l'equilibrio tra James e Alexia, giusto per dare un po' di movimento alla storia! Nei prossimi capitoli le cose cambieranno e avverrà una cosa che (forse) non vi aspettate. 

Volevo avvisarvi che ho creato un gruppo su facebook in cui potete trovare spoiler e anticipazioni su "Un incarico che le cambiò la vita". Lo trovate qui. Spero in una vostra iscrizione, è un gruppo chiuso e perciò nessuno potrà vedere ciò che fate all'interno di esso.
Beh, dai, vi ho già annoiato abbastanza! Quindi ora vi lascio, nella sperenza di trovare qualche recensione e, soprattutto, sperando che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. 
A presto e grazie a tutti quelli che seguono la storia. 
too shy for him.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: a rainy day