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Autore: MakieyoMela    12/09/2013    1 recensioni
Partendo dal principio; Taemin era un idiota. Uno di quelli incoerenti, i peggiori! Quelli che dicono una cosa e poi si ritrovano col farne un'altra. Una di quelle persone che si prenderebbe a sprangate da solo sulle gengive ma si trattiene dal farlo solo per paura di sentire dolore.
Genere: Erotico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key, Onew, Taemin
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Secondo capitolo;
Dove sei?


 
Non si poteva scegliere di chi innamorarsi, giusto? E forse questa cosa era davvero una tragedia ma al tempo stesso un divertimento. Tutti hanno sempre avuto litigi e casini per l'amore ma Taemin ne aveva solo sentito parlare, ora però si ritrovava in una di quelle tante storielle che vedeva in giro. Si ritrovava tra due ragazzi, uno innamorato di lui e l'altro che forse da lì ad un po' di tempo che l'avrebbe lasciato e stop. Ci si mise a pensare tutta la notte. Taemin voleva solo non rimanere solo. Voleva avere qualcuno al suo fianco perché ne aveva davvero bisogno, non è così tanto forte come fa credere di essere. Taemin era distrutto dentro per tutte le cose che gli capitavano; per il padre che lo odiava e che non perdeva occasione di insultarlo e cacciarlo di casa, per la madre che subiva gli abusi del padre, doveva badare ai fratelli minori ma non ne poteva più di stare in quella casa e l'unico appiglio era quello di stare alle panchine con i suoi amici. Si sentiva perso e tagliato fuori dal mondo, come se il suo posto non fosse quello. 
Per questo dico che Jonghyun l'aveva salvato in una maniera strana ma perfetta; si era preso cura di lui essendo se stesso, facendo sentire il piccolo in piena armonia con se stesso, lo faceva sentire bene perché lo distraeva senza nemmeno farci caso. Era tutta una cosa naturale. Come l'erba. Quando l'erba è piena di robaccia chimica, artificiale, l'effetto potrebbe durare ore e non farti capire nulla. Quando l'erba, invece, è naturale.. Il suo effetto potrebbe durare anche solo minuti, una mezz'oretta per poi farti tornare alla realtà dei fatti, ma l'effetto che ti fa in quei minuti è devastante, ti senti una meraviglia. Ed è questo l'effetto che Jonghyun faceva a Taemin, ma se fosse anche quello per poco? Se tutto finisse in fretta e Taemin fosse caduto di nuovo nel buco nero dei suoi pensieri? Era la preoccupazione massima del più piccolo.

Una sera come tante, o almeno così sembrava all'apparenza. Kibum non si era degnato molto di salutare il suo ragazzo, anzi. Un cenno di testa e poi era sparito dietro al muretto che portava al bar alle panchine, cosa molto strana, non era da lui, ma a Taemin poco importava. Aveva un brutto presentimento. Di quelli che quando li senti, pensi "Forse sarebbe stato meglio se fossi rimasto a casa", ma no, adesso era lì, seduto con una sigaretta tra le labbra mentre scherzava e sorrideva con gli altri, con Jonghyun. Nessuna traccia di Kibum per almeno due ore e forse un po' di preoccupazione c'era. 
-Taemin, ti posso parlare?- Si sentì chiamare dalla sua destra. Con un cenno di capo, si alzò dal suo posto e fecero pochi passi più in là, lui e una sua vecchia amica che aveva l'espressione abbastanza tesa, mordicchiandosi il suo labbro sporco di rossetto -So che non sono nessuno in questa faccenda, ma c'è Kibum ubriaco fradicio che sta chiedendo di te.-
Sbarrò gli occhi, deglutì a fatica e poi si passò una mano tra i capelli, scuotendo la testa più volte -Non posso.. Non posso andare lì, mi dispiace. Non ce la faccio. Se lo vedessi, scoppierei a piangere, lo so e non voglio.- La sua amica non poté che annuire e sparire dietro quel muretto dove ore fa c'era andato Kibum. Ora si che il suo brutto presentimento aveva fatto effetto. Voleva piangere. Era stato capace di ridurre un uomo così?
-Jong, mi accompagni a fa una giro?- Sussurrò con gli occhietti da cerbiatto lucidi, aveva bisogno di lui. Ma inaspettatamente Jong gli rifilò un no, senza capire nemmeno il perché. Lo stavano abbandonando tutti, quella sera? Trascinò via dalle braccia della ragazza, Kai, portandoselo in un vico per sfogarsi. -Non dire nulla, non sto bene, mi fa male dentro e.. Kai, non sono sicuro di riuscire ad andare avanti. Le persone mi guardano come se avessi ucciso qualcuno, ma sono loro che stanno uccidendo me!- E le uniche cose che fece Kai furono abbracciarlo e assicurarlo che tutto questo sarebbe passato, prima o poi. 
Si vergognava da morire di essere caduto così in basso a piangere per strada mentre le persone lo osservavano, ma che poteva farci se era stato duro e cinico per troppo tempo, fingendo che non gliene importasse niente della sua vita? Eccome se gliene importasse! Stava male, troppo. 
Tornarono alle panchine dopo essersi asciugato il viso sporco anche un po' di matita, mise indosso un sorriso finto e per sbaglio incontrò lo sguardo di Jonghyun. Non tardò a trascinarlo più dove non c'era  nessuno, cercando il suo sguardo in fretta, ancora una volta. -Cosa è successo, Taemin? Perché stai piangendo?-
-Non sto piangendo, sto bene.- Sussurrò. Bugiardo.
Lo abbracciò. Così, di getto, cosa che Jonghyun non avrebbe mai fatto.. Tranne in quella situazione. Lo strinse forte tra le sue braccia mentre Taemin iniziò a sporcare di lacrime la camicia del maggiore. -Lo so che forse gli sto facendo del male, anzi sicuramente.. Ma perché dovrei sempre guardare a come stanno gli altri, prima di pensare a me? Vorrei essere felice anche io!- 
Tra le sue braccia.. Fu la prima volta in cui Taemin si sentì protetto veramente. Ma non perché era il ragazzo che gli piacesse o cazzatelle varie. Taemin si sentiva protetto dal mondo, inspirava il suo profumo come se fosse una droga da cui era dipendente, le braccia lo accoglievano tutto e chiuse gli occhi sentendosi.. Libero di essere se stesso, almeno per una volta.
-Taemin, non importartene di nessuno. Nessuno si è mai messo nei panni degli altri come stai cercando di fare tu.- Jonghyun si staccò da lui, accarezzandogli i capelli e portando poi via quelle lacrime dal suo viso. -Ora chiamo Kibum, parliamone tutti insieme, va bene?- Nemmeno il tempo di rispondere che Jong trascinò Kibum alla loro postazione. Un Kibum arrabbiato e ubriaco che sputava veleno su di loro.
-Che cazzo vuoi da me, eh?! Taemin, perché cazzo stai piangendo?! Sei vicino al ragazzo che ti piace, no?! Cazzo piangi? Sono io quello che sta male qui!- Urlava, sbraitava, prendendo una birra per poi frantumarla in piccoli pezzi sull'asfalto. Si sentì venir trascinato via da qualcuno. Aveva causato davvero tutto quello? Le persone li stavano guardando con occhi curiosi e penosi. Jonghyun cercava di farlo ragionare, e lui? Lui era appoggiato al muretto poco distante in preda alle lacrime. Ma fu in quel momento che capì che di quella storia non voleva saperne niente. Delle urla isteriche di Kibum, delle sue lacrime e di come si comportava. Non ne voleva sapere niente. 
-Lasciamoci.- Disse. E in quel momento tutto si fermò. Tutti lo guardarono e Kibum con occhi spalancati scosse la testa. -Sono stanco delle tue scenate. Non ti amo, non mi piaci e non voglio avere niente a che fare con te.-
-E' per la scenata?- Balbettò Kibum -Giuro che non succederà più, ti prego, scusami.- 
Taemin girò i tacchi e se ne andò da solo, sotto lo sguardo dispiaciuto di Jonghyun che voleva rincorrerlo per stargli accanto, ma non poteva. Tutti lo stavano fermando, con i loro sguardi e le paroline dette sotto voce. Lo lasciò andare da solo. 
 
-Quando ti ho abbracciato ho sentito come dei coltelli che si infilassero nella mia schiena.
Quanto odio queste persone che non si fanno i cavoli loro.
Ma io te l'avevo detto che sarebbe finita così.

 
 
Quella sera andò a casa di Kai per dormire. Ma sapete cosa? Non pianse. Sorrise, anzi. Rise addirittura perché si sentiva come se si fosse liberato di un peso dallo stomaco. Certo, forse adesso aveva tutti i tipi delle panchine contro di lui, ma che se ne andassero in un bel posto. Taemin si sentiva bene adesso e passò quella nottata a messaggiare con Jonghyun e a ridere con il suo migliore amico. Tralasciando i messaggi di Kibum. 
-La conosci quell'App fighissima?
-No, quale?
-Non mi Appendere domani.
-Ma quanto sei idiota, Jong. Non ti appendo.
-Grazie, Minnie.
 
Quando quella mattina successiva si svegliò ancora tutto frastornato per la sera precedente, sentì il suo cellulare vibrare sotto al cuscino. Sconosciuto. Ma sapeva alla perfezione chi potesse mai essere alle dieci del mattino. Passò il cellulare a Kai, sveglio già da un po', e lo pregò di rispondere. Così fece. Ma la faccia tesa e sbalordita dell'amico non lo aiutò affatto, dopo varie cose e dicerie, abbassò il telefono staccando la chiamata.
-Okay, Taemin, io capisco che questo ragazzo è innamorato e tutto, ma in pratica sta venendo sotto casa mia per parlarti.-
-Io non scendo, ti prego, scendi tu. Non posso guardarlo! Si è comportato una merda ieri sera e ora aspetta pure che lo perdoni?- Alzò le coperte fin sopra la testa e si nascose, continuando a pregare l'amico di scendere al posto suo. Così fece. Rimase a meditare sotto le coperte per molto tempo aspettando il ritorno dell'amico ma data l'infinità di tempo che stava passando, si vestì e scese al piano inferiore, allungandosi verso la porta per vedere se Kibum stesse andando via. Si scontrò con l'amico che si presentò con un mazzo di fiori e due buste piene di cornetti. 
-Dovresti litigare con i tuoi ragazzi più spesso. Abbiamo la colazione!- 
Quella situazione non gli aveva fatto ne caldo e ne freddo. Ormai Kibum era diventato completamente indifferente e tra i mille messaggi che stava ricevendo sul cellulare, prese a rispondere solo quelli di Jonghyun, cioè quelli che gli importavano sul serio, sostanzialmente. 
E così fu, il ventinove di maggio finì definitivamente la loro storia. 
Ma.. Si chiude una porta e si apre un portone, no? 
  
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