-
Granger, sei
proprio sicura di quello che stiamo facendo?
Hermione sbirciò oltre il
cespuglio e annuì senza guardarlo.
Lui sospirò.
-
A me sembra
piuttosto strano…
La ragazza si alzò in piedi e
camminò verso la siepe successiva, apparentemente senza degnarlo di attenzioni.
La seguì di malavoglia.
-
E secondo me è la
più grande cazzata che possiamo fare mentre siamo…
Gli occhi dorati gli
lanciarono uno sguardo seccato prima che il dito si posasse sulle labbra in
segno di silenzio.
Un altro sospiro mesto di chi
ha ormai perso la battaglia.
-
E questi vestiti,
lascia che te lo dica, sono proprio ridicoli!
Lei si alzò in piedi e lo
guardò malamente.
-
Sei più rumoroso
dei cannoni di Buckingham Palace,
lo sai?
-
Scusa tanto se mi
sento una specie di clown!
-
Hai sempre da lamentarti
di qualcosa, è mai possibile che tu non possa rimanertene un po’ zitto?
-
In genere la
gente mi chiede tutto il contrario
-
Beh, allora
perché non taci! Se continui a fare così ci scopriranno subito!
-
Ma se siamo
ancora fuori della biblioteca! Chi vuoi che noti due come noi?
-
Uno “di loro”
sarà senz’altro all’erta mentre si avvicina al “posto che tu sai”, guarderà
ogni dettaglio
-
Mi è concesso
mangiare o credi che manderanno la scientifica ad analizzare le briciole di
pane prima di girare la maniglia?
Il suo freddo sarcasmo la
infastidiva parecchio, perché doveva essere sempre così pessimista nei
confronti dei suoi piani?
Accidenti, era una maledetta
serpe e pure una cornacchia portatrice di guai, sembrava quasi che gli piacesse
sviscerare tutte le più truculente possibilità in caso di fallimento del loro
sofisticato piano!
-
Granger, poi
spiegami perché mi sono dovuto conciare in questo modo! È un insulto!
-
Così ci
spacceremo per studenti della facoltà di Legge
-
E gli studenti di
Legge sono tutti così privi di gusto?
-
Ogni facoltà ha i
suoi modi di vestire, a Legge portano jeans e maglioni larghi e a me piacciono!
-
Certo… devono
essere tutti in astinenza da anni se si possono permettere di nascondere le
belle ragazze dietro strati di vestiti inutili…
-
La tua misoginia
è insultante!
-
E questi abiti lo
sono per me!
-
Ma se ti salvano
la pelle forse puoi fare lo sforzo di metterli
-
Un giorno, col
vasto pozzo di scienza che ti porti dietro, devi spiegarmi perché dobbiamo
sempre finire a litigare…
-
Perché sei pieno
di storie e non ti va bene niente
-
Parla la
signorina “a me sta bene tutto e non faccio commenti”
Hermione lo squadrò con odio,
accidenti, perché doveva farsi del nervoso già dal mattino?
Se si agitava il piano andava
a farsi benedire, maledizione a lui! Che la lasciasse in pace e si cucisse
quella maledetta ciabatta!
Anche con quei maglioni non è
che passassero tanto inosservati, soprattutto lui… e meno male che era riuscita
a convincerlo a colorarsi i capelli di castano…
-
Malfoy, sta’
zitto e piantala! Stai scocciando parecchio e di farmi ammazzare non ne ho
voglia!
-
Ma se non aspetti
altro!
Ma chi è che gli aveva
insegnato ad avere una risposta a qualunque domanda idiota gli facesse? Voleva
farlo anche lei quel corso!
In quel momento, però, avrebbe
voluto soffocarlo, almeno sarebbe riuscito a tacere cinque minuti…
Nervosamente percorse il
vialetto di ghiaia che separava il prato dalla Queen
Victoria e oltrepassò la porta con al fianco il biondastro sempre brontolante.
Riconoscendo lo stereotipo
degli studenti di Legge le commesse al banco non fecero commenti e continuarono
la loro opera di archiviazione dei libri, alzando appena gli occhi oltre le
lenti spesse.
Salirono le scale che
conducevano alla sala di lettura, raccattarono un paio di tomi per strada e si
sedettero proprio di fronte all’ingresso, tenendo d’occhio la porta.
Tutto era quieto come
ricordavano, qualche passante che girovagava tra gli scaffali consultando
volumi dalle dimensioni spropositati e crollando immancabilmente sotto il loro
peso.
Draco ed Hermione stavano
aspettando che ci fosse pace e silenzio e che tutti i curiosi se ne andassero
per potersi infiltrare con calma nella covo nemico.
Non sapevano cosa li avrebbe
accolti dall’altra parte, poteva esserci un congresso di mangiamorte
come il nulla più totale, chissà quali magie avrebbero dovuto oltrepassare,
chissà cosa avrebbero visto, cosa avrebbero trovato.
Non potevano negare di avere
una certa ansia, non era una cosa da prendere alla leggera.
Draco, dal canto suo, era il
più agitato perché, oltre a dover badare alla mezzosangue che voleva sempre
cacciarsi nei guai doveva pure fare attenzione che sua zia non gli facesse la
pelle troppo in fretta.
Aveva una missione, non
poteva permettersi di rimetterci le penne prima del previsto.
Chiuse gli occhi.
Come faceva a proteggerla?
Come ci sarebbe riuscito?
L’unica cosa di cui aveva
bisogno in quel momento era di farsi una bella dose di nicotina.
Chissà cosa stavano facendo Blaise e gli altri a Scuola… tra una settimana circa anche
loro sarebbero dovuti ritornare, dopotutto il periodo di durata della pozione
cambia età era quasi scaduto, presto sarebbero rimasti sempre alla loro età
normale senza problemi.
E avrebbe potuto uccidere
quel maledetto fratello Canon che l’aveva spinto
direttamente sulle scale dove l’attendeva la bomba.
Chissà poi chi era stato a
prepararla.
Era qualcuno della scuola?
Era qualcuno di fuori?
Lo conosceva?
Perché l’aveva fatto?
…in verità quell’ultima
domanda era stupida e inutile.
Guardò la mezzosangue che
ostentava calma e sicurezza, ma sapeva che le batteva il cuore a mille.
Aveva paura, lo sentiva.
Lo percepiva.
E gli dispiaceva perché lei
era una persona che non faceva mai vedere quando c’era qualcosa che la turbava.
Se la cosa lo spiazzava, da
una parte, però, ne era molto felice perché significava che lo riteneva
speciale al punto da lasciargli intravedere le sue paure e le sue debolezze.
Come faceva a riempirlo di
gioia anche solo con un’occhiata? Anche solo litigando?
Che cosa sentiva lei?
Vide la mano abbandonata sul
tavolo che tremava appena.
Sorrise.
Spostò la sua che andò a
coprire quella di lei, la strinse appena.
Lei alzò gli occhi stupita.
Guardò nei suoi e lui non
avrebbe saputo dire cosa vi aveva letto, in quel momento.
Ma potè
solo dire che il sorriso che lei gli regalò fu il più bello che avesse mai
visto.
Se qualcuno l’avesse dipinto,
sarebbe stato senz’altro un capolavoro.
-
Andiamo? – le
domandò piano
Hermione annuì e insieme si
alzarono dal tavolo.
* * *
Il pannello dove sapevano che
stava la porta di accesso appariva come uno dei tanti riquadri di legno che
tappezzavano il primo metro di muro ad altezza umana.
Una grossa testa barocca era
incisa su uno sì e su uno no nel legno rossiccio, ormai scolorito dal tempo.
Come si faceva ad entrare?
Tastarono la superficie
lignea, ma nulla, pareva che non ci fossero pannelli mobili o ingranaggi a
muoverla.
-
Proviamo con l’alohomora? –
domandò lei, un poco preoccupata
-
Sarebbe troppo
semplice
-
E come facciamo?
Draco la guardò e le intimò
di rimanere in silenzio.
Prese la bacchetta da sotto
il largo maglione verde e la agitò in aria sussurrando appena una formula
magica che la Gryffindor non aveva mai sentito.
Per incanto, il legno si aprì
verso l’interno, rivelando un cunicolo piuttosto stretto e alto che proseguiva
nelle viscere del palazzo.
Entrarono senza sapere dove
conducesse.
-
Che cos’era? –
indagò lei
-
Quella che i mangiamorte usano come parola d’ordine per la maggior parte
dei loro nascondigli.
Un sopracciglio bruno si
sollevò stupito mentre seguiva quel ragionamento.
Era una cosa piuttosto
stupida dare ai loro rifugi sempre la stessa parola d’ordine, ma, visto il
numero di maghi, era difficile inventarne uno per ciascun posto e fare sì che
ciascuno lo ricordasse.
L’anta di legno si richiuse
rapida alle loro spalle, intrappolandoli in quello spazio angusto che sapeva di
umidità e di pietre vecchie.
Sentirono qualche goccia
cadere dal soffitto.
Improvvisamente, uno sciame
di piccole fiammelle comparve intorno a loro, illuminando lo spazio appena
circostante perché non inciampassero su qualche sporgenza o mattonella
malmessa.
Hermione rimase nuovamente
stupita.
Sapeva da dove venivano
quelle fiamme perché non bruciavano, esattamente come quelle che lui aveva
richiamato il pomeriggio che Harry, Ginny e Blaise erano venuti a trovarli.
… non avrebbe dovuto
utilizzare le magie relative alle Reliquie, ogni volta peggiorava un po’ la sua
condizione e quelle altre fiamme, quelle nere che lo avvolgevano e lo
laceravano, potevano ricomparire in ogni momento.
Incosciente…
Lui le passò davanti, la
bacchetta, fatta di un legno particolarmente giovane e scuro, stretta in pugno,
pronta per ogni evenienza.
Draco non era Harry, rifletté,
non avrebbe avuto esitazioni ad utilizzare una Crucio, una Imperius o una Avada Kedravra se fosse
stato necessario e non poteva dargli tutti i torti.
Harry, invece, si ostinava a
invocare Patronus
e Expelliramus.
Pregò solo che il suo
migliore amico cambiasse al più presto la sua filosofia di utilizzo delle
Maledizioni senza Perdono, soprattutto prima che qualcuno gli facesse la pelle
e lo mandasse a far compagnia ai suoi genitori.
Vide i braccialetti dorati
che aveva assegnato loro Silente brillare alla luce delle fiammelle e una nota
di tristezza le invase l’anima.
Spostò gli occhi e guardò avanti,
oltre le spalle di lui, dove proseguiva il loro cammino.
Il cunicolo stretto stava
arrivando al fondo dove un bivio conduceva in due direzioni; il piccolo spiazzo
dell’incrocio era illuminato da torce alle pareti e immetteva in altri due
corridoi.
La ragazza deglutì a fatica,
appigliandosi alla lana spessa della maglia di lui con le dita della mano.
-
Andiamo insieme o
ci separiamo? – domandò lo Slytherin scrutando prima
l’accesso di destra e poi quello di sinistra
La logica avrebbe dovuto
farle rispondere “dividiamoci”, in questo modo avrebbero esplorato più
facilmente e rapidamente l’intero covo, ma aveva una morsa allo stomaco e non
riusciva a mettere in fila quelle due semplici parole che avrebbero
momentaneamente separato i loro destini.
-
In…sieme – balbettò
Draco le lanciò un’occhiata e
tornò a guardare avanti: sapeva come si sentiva.
Un profano poteva anche
credere che i luoghi dove si ritrovavano i mangiamorte
fossero delle semplici grotte o stanze, in realtà c’era un’aura malefica tutta
particolare che avvolgeva quei posti, qualcosa che ti faceva sentire
costantemente minacciato e spiato da ogni parte.
All’inizio era stato così
anche per lui.
Era anche per quello che non
avrebbe voluto portarla lì dentro, la sentiva tremare e questo lo innervosiva e
agitava a sua volta quando sarebbe dovuto rimanere lucido e cosciente, pronto
per ogni occasione perché, tra i due, era lui che conosceva i trucchi del
mestiere.
In quel momento, sembrava che
la stesse conducendo al patibolo e, probabilmente, nessuna espressione era più
calzante per rendere lo stato d’animo.
Lo stretto corridoio terminò
infine in quella che, a prima vista, sembrava una cisterna abbandonata
dell’acqua piovana, di quelle che si costruivano quando ancora non si poteva
incanalare l’acqua e non se ne consumava così tanta.
Le pareti erano di pietre
molto spesse, ricoperte da un intonaco che stava cadendo a pezzi e illuminate
da torce e fiaccole, l’aria invasa da tanti sottili filamenti verdi
fluorescenti che si muovevano come se spostati dalla corrente.
Draco si portò svelto un dito
alle labbra per indicarle il più assoluto silenzio e con la punta della
bacchetta indicò appena l’indefinita magia nell’aria
-
Che cos’è? –
chiese lei appena in un sussurro
La bacchetta scura si spostò
fino a disegnare la figura di una medusa marina
-
Meduse? – sillabò
La testa bionda fece cenno di
no, ma la mano indicò qualcosa di simile e poi fece cenno “più tardi”.
Se fossero usciti vivi,
probabilmente le avrebbe spiegato di cosa si trattava.
Ma perché quei così dovevano
stare in una stanza disabitata?
I due scrutarono tutt’attorno alla ricerca di un indizio: lumi, qualche
straccio abbandonato per terra, un tavolino a tre gambe addossato alla parete e
una cesta sopra.
La cesta!
Certo, non poteva essere
altro!
Ma… che cosa conteneva? E
perché c’era quello strano incantesimo protettivo?
Trova una magia che secchi l’aria e la privi di
umidità
Le disse telepaticamente
Malfoy continuando ad osservare i flutti verdi.
Una magia che secca l’aria…
Una magia che toglie l’umidità…
Probabilmente le meduse erano
sensibili alla percentuale di acqua…
Difficile, eppure ricordava
di aver studiato qualcosa…
Ma dove?
Quando?
Accipicchia, doveva smetterla
di memorizzare tante stupidaggini e accumulare più formule che tornavano utili,
come quella, ad esempio… chissà in quale recondito recesso della sua mente era
stata accantonata, adesso…
Luce… no.
Fuoco? Naa…
Acqua? Decisamente No.
Aria… forse…
Ma certo!
Erano tutte formule di Erbologia, era lì che le insegnavano qualche incantesimo per
cambiare le condizioni atmosferiche in modo da far crescere meglio o più
rapidamente le piante!
Restringendo il campo la cosa
si faceva un poco più semplice…
Ora doveva solo ricordarsi
quella giusta!
-
Als je uit het water!
Pronunciò ad alta voce. Le
meduse nell’aria si voltarono tutte nella sua direzione all’udire le parole
forti, ma piano piano si mossero sempre più
lentamente e neppure una riuscì a raggiungere lei o il biondo, pronto a
respingerle con la bacchetta in mano.
Si guardarono attorno sconcertati,
attorniati da quelle strane cose verdi e immobili.
Un’ultima occhiata e corsero
fino al muro umidiccio dove stava il mobiletto vecchio e un po’ marcio.
Malfoy aprì i tre cassetti e
vi trovò, rispettivamente, un libro di favole, delle pezze e una scodella.
Li richiuse rapidamente
sospirando mesto: niente.
Hermione si alzò sulle punte
dei piedi e guardò all’interno del paniere dove era stato posto un involto di
stracci, probabilmente era abbandonato lì da parecchio, però allora non si
spiegava la presenza di quegli esseri pericolosi che avevano dovuto
immobilizzare prima di poter raggiungere il tavolo…
Uno dei bordi del cencio
vecchio si mosse appena e lei guardò incuriosita quello strano spostamento.
Prese l’altro lembo e lo
scostò del tutto.
Ciò che vide la lasciò senza
parole e dovette strattonare Draco per la manica e attirare la sua attenzione
all’interno dove la figuretta minuta di un bambino addormentato riposava
tranquillo tra la stoffa.
Non era il posto adatto per
un neonato, visto che non poteva avere più di un anno. Era magrolino e con la
testa coperta da capelli biondi, gli occhi erano chiusi, quindi non seppero
dire di che colore fossero, ma sembrava tranquillo, anche se un po’ trascurato.
Al braccino destro aveva un
braccialetto sottile formato da perline alternate una bianca e una nera e dal
collo pendeva un piccolo medaglione sulla cui cassa era incisa
Era chiaramente un oggetto
Ottocentesco, di quei ciondoli apribili in cui vengono considerati piccoli
ricordi e ciuffi di capelli, chissà come mai un simile monile, un po’
sproporzionato per la creatura che lo indossava, era stato affidato proprio a
lui…
Allungò la mano per
accarezzargli la faccina paffuta, ma a pochi centimetri dalla pelle il bimbo
aprì gli occhi rivelando due iridi blu cobalto che fissarono un istante la
sconosciuta che lo guardava prima di mettersi a strillare e piangere.
Hermione ritrasse rapida la
mano e guardò preoccupata Malfoy che, tuttavia, era troppo distratto dagli
esseri verdi che stavano ricominciando a muoversi per prestarle attenzione:
merda, erano bloccati li!
E proprio in quel momento,
mentre lui cercava di tenere a bada le meduse, un pannello del muro di pietre
scomparve, rivelando, nel vano scuro da cui proveniva, una figura biondissima e
dagli occhi verdi, giovane, che indossava una camiciola bianca.
La sconosciuta li fissò
aprendo e richiudendo le labbra, più che sorpresa, ma la sua espressione rimase
dolce.
Draco avvertì la presenza di
un nuovo mago e si voltò istintivamente, fissando gli occhi grigi in quelli
verdi di lei, Hermione lo studiò e per la prima volta le parve che implorasse
la sconosciuta… qualcosa… chissà di cosa la stava implorando con quello
sguardo?
Di non ucciderli?
Ma chi era? Non aveva
l’aspetto di un mangiamorte, anzi! Vestiva
addirittura di bianco! E i suoi tratti erano dolci e delicati, molto differenti
da quelli di Bellatrix e co.
-
Nicholaa! – strillò una voce profonda e cavernosa proveniente
dal corridoio nascosto da cui anche lei era sbucata.
Nicholaa, quindi quella doveva essere la madre di Pansy Parkinson, si affrettò a
farsi vicina alla cesta e prese tra le braccia il bambino, cullandolo appena,
dopodiché fece un rapido gesto con il braccio libero e tra le redivive meduse
si creò un varco; con lo stesso braccio fece cenno a loro di andarsene e
l’espressione diventò improvvisamente seria e orgogliosa mentre la voce dal
corridoio pronunciava nuovamente il suo nome.
Era vero, Nicholaa
era muta… non poteva parlare…
Draco ed Hermione non si
fecero ripetere il gesto una seconda volta e corsero verso il fondo della
stanza verso la porta di uscita che conduceva nuovamente al corridoietto
che immetteva nella biblioteca.
La Gryffindor
si voltò un’ultima volta mentre Draco la trascinava velocemente lungo il pavimento,
quasi che volassero; Nicholaa stava ancora là dietro
col bimbo quieto tra le braccia, lo sguardo ancora duro, sembrava la
rappresentazione della tristezza materna
Tornate a prendere il bambino
Senti scandire nella sua mente.
Una lacrima scivolò sulla
gota della donna che rimase immobile.
Hermione accennò un assenso
col capo, dopodiché voltò la testa e si mise a correre più forte che poteva.
Sarebbe tornata.
Glielo aveva promesso!
* * *
Fenrir Greyback sbucò dal tunnel
da dove era arrivata la madre di Pansy subito dopo
che i due ragazzi ebbero imboccato il tunnel esterno.
Si guardò attorno e annusò
l’aria, poi lanciò un’occhiata terrificante al bambino tra le braccia minute
della donna
-
Perché non
rispondevi! – le urlò malamente muovendo un passo verso di lei che fece quasi
tremare il pavimento.
Nicholaa arretrò un poco stringendo la creatura al petto protettivamente e il mangiamorte
le sferrò un ceffone che la scaraventò a terra e le arrossò tutta la guancia
sinistra dove la mano callosa e irta di peli ispidi aveva scontrato la pelle
giovane.
Si toccò il segno con mano
tremante
-
Sei davvero un
essere inutile… - disse con disprezzo Fenrir – come
fai a non essere neppure capace di parlare? Non sei altro che una creatura
inferiore! Una stupida puttana senza utilità!
La donna chinò la testa e i
lunghi capelli biondi toccarono il pavimento umido
-
Mi domandò perché
ti permettano ancora di vivere – continuò il lupo mannaro, poi girò i tacchi e
il mantello e se ne andò da dove era venuto senza ricordarsi del perché era
andato a cercare
Nicholaa coprì in maniera materna il bambino e lo depositò
nuovamente nel cesto, rimboccandogli le coperte e trascinandolo sul pavimento
accanto a lei.
Tirò le ginocchia fino al
mento e vi appoggiò la testa, cominciando a piangere.
* * *
Quanto la forma antiquata
dell’uscio che separava il nascondiglio dei mangiamorte
comparve davanti ai due fuggiaschi, la sagoma consunta e di cattivo gusto parve
quasi come il cancello del Paradiso.
Muovendo la mano con la
bacchetta mentre si stavano ancora avvicinando, Draco fece aprire il portello
che immise nell’angusto spazio il fascio di luce chiara della del giorno, luce
che non riusciva a filtrare attraverso le insignificanti feritoie della
cisterna abbandonata.
Con un colpo la porta si
richiuse dietro di loro attirando l’attenzione di quattro studenti, seduti nei
tavoli a consultare dei volumi, che alzarono stupiti la testa e guardarono
spaesati i due che erano appena comparsi dalla porta sul muro.
-
Sai smaterializzarti?
– chiese Malfoy alla Caposcuola quando tutti furono tornati alle rispettive letture
Lei annuì appena, preoccupata
-
Andiamo a casa
-
Ma Silente ha
detto che non possiamo…
-
Subito! – sbraito
lui in maniera maleducata
E lei non poté fare altro che
chinare il capo e annuire, facendosi trascinare in uno degli scaffali affianco,
un poco nascosto dalle colonne altissime.
Lo guardò e vide il petto
abbassarsi e alzarsi in maniera aritmica, Draco stava sudando e aveva gli occhi
lucidi, che stava accadendo?
Con la mano destra si stava
tenendo il braccio sinistro: il Marchio Nero!
Accidenti, si sarebbe dovuta
ricordare di quanto era pericoloso per lui entrare in un covo del genere!
Era stata davvero stupida ed
egoista a volerlo portare là dentro così ostinatamente, senza riflettere su
cosa sarebbe successo a lui… non ci aveva proprio pensato al dolore che un
traditore provoca nel rimettere piede in un posto del genere e non si riferiva
solo a quello scatenato dall’osceno incantesimo che Voldemort
aveva lanciato sul pupillo di Lucius.
Si guardò spaesata intorno,
dovevano andarsene! Immediatamente!
Un’ultima occhiata alla porta
che aveva separato il mondo dei babbani dagli inferi
dei mangiamorte, un pensiero per quelle due creature
intrappolate là sotto senza possibilità di fuga: Nicholaa
e il bambino.
Agitò la bacchetta e in un
battibaleno furono nel salottino dell’attico di Raymond,
di fronte ad Hyde Park illuminato dalla luce del
tramonto.
* * *
Hermione guardò il biondo
un’ultima volta prima di appoggiare bacchetta e borsa sul tavolo e levarsi la
giacca sportiva che aveva usato per il travestimento.
Draco sedette sul bordo del
letto sbottonando i polsini della camicia e portandosi le mani ai capelli,
appoggiando poi i gomiti alle ginocchia.
La mezzosangue notò che la
pelle intorno al tatuaggio nero era di un rosso violento, probabilmente il
dolore per lui era insopportabile, eppure non aveva detto una parola, l’aveva
solo implorata di riportarlo lì e di allontanarsi dalla biblioteca, una
richiesta più che legittima visto quanto accaduto.
-
Hermione –
incominciò senza guardarla negli occhi – non cacciarti più in guai come questi
La Granger arretrò di un
passo e si portò la mano al petto, guardandolo colpevole.
Lui, però, non la poteva
vedere.
Era il caso di dirgli quello
che aveva sentito?
Era il caso di riferirgli ciò
che Nicholaa le aveva implorato di fare?
Era quello il momento adatto?
Se avesse taciuto adesso,
avrebbe taciuto per sempre e non avrebbe avuto il coraggio di raccontargli
tutto, una volta che il momento fosse passato.
Che doveva fare?
Perché era tutto così
maledettamente complicato?
Silenzio.
Ancora.
-
Draco, io voglio
tornare a salvare quel bambino – disse appena allungando la mano verso di lui
come a volergli fare una carezza
Un gesto troppo intimo per un
momento come quello dove, lo sapeva, si trovavano ai due capi di un precipizio.
Una voragine li divideva,
niente di meno.
Draco sollevò il capo dalle
mani e alzò gli occhi sgranati su di lei, Hermione vi vide saettare della
rabbia.
Inconfondibile, è qualcosa
che non è possibile scambiare per nient’altro.
Solo rabbia.
Le sopracciglia si
abbassarono fino a nascondere quasi completamente l’argento baluginante degli
occhi.
Aprì la bocca per dire
qualcosa, ma, per un attimo, nessun suono uscì dalle belle labbra disegnate.
L’attimo dopo, un grido
straziante lacerò l’aria e tutti gli oggetti di vetro andarono in frantumi,
costringendo la Caposcuola a pararsi la testa con le braccia per non rischiare
di essere ferita dalle schegge di vetro della cornice del quadro appeso accanto
a lei, vicino alla libreria.
Quando aprì gli occhi, Draco
era disteso sul pavimento, avvolto in fiamme nere come la pece e urlava
straziato, tenendosi la testa, completamente avvolto da quell’incantesimo
malefico che lo bruciava fino a consumarlo.
E si dimenava come se fosse
stata una serpe a intrappolarlo.
Di nuovo la persecuzione
dell’Inferno.
Hermione allungò il braccio
come per toccarlo, ma quel nero, quelle lingue di fuoco, non erano come i fuocherelli che lui richiamava per gioco quando c’era
necessità, quelle fiamme facevano male e sembravano far bruciare perfino le
ossa, carbonizzando la pelle tutta intorno.
Come faceva lui a sopportare
quel dolore, il fuoco non bruciava, ma era un altro tipo di dolore che si
percepiva e che partiva da dentro, dall’anima.
Fu costretta ad allontanare
svelta il braccio prima che anche lei venisse incenerita.
Vide il palmo della mano
destra completamente arrossato e anche metà del braccio tra il polso e il
gomito.
Lo portò protettivamente
vicino e si guardò attorno alla ricerca del libro che aveva consultato l’altra
volta.
Sarebbe stata costretta a
richiamare per la seconda volta un incantesimo Oscuro, ma non le importava, non
l’avrebbe lasciato in quello stato, non poteva, non senza tentare…
Che pagina era? Sarebbe stata
in grado di ritrovarla? L’aveva cercata parecchio le settimane prima, nella
speranza di rintracciare quell’incantesimo, soprattutto quando ancora non
conosceva la storia delle Reliquie e voleva sapere che formula magica aveva
pronunciato.
Adesso? Sarebbe stata in
grado di salvarlo?
Il tomo era impilato assieme
ad altri sul bordo dello scaffale, pronto per essere ordinatamente riposto,
sorte che non era toccata a nessuno dei volumi disseminati per la stanza.
Aprì le chiusure di ottone che
fermavano le pagine e cominciò a sfogliarle velocemente.
Avrebbe dovuto lavorare con
calma, analizzando una dopo l’altra le formule magiche anziché scorrerle così
rapidamente, ma era agitatissima, neppure quando lei, Harry e Ron avevano fatto la follia di giocare quella partita
particolare agli scacchi dei maghi si sera sentita così e a quel tempo era al
primo anno e non sapeva niente della storia di Voldemort
e di tutti gli intrighi del mondo magico.
Quello che provava adesso era
simile a ciò che aveva sentito quando con Harry avevano percorso indietro il
tempo e salvato Sirius Black dalla prigionia, ma era
come se tutte le sensazioni di allora fossero moltiplicate per cento, anzi, no!
Per centomila!
Perché stava così male?
Perché si sentiva così inutile? Lei!Lei che era la migliore studentessa di Hogwarts che le formule le snocciola come caramelle!
Assurdo, doveva assolutamente calmarsi se voleva fare qualcosa!
Un’altra occhiata, la
situazione non era certo migliorata… scartabellò ancora, le pagine ingiallite
non le fornivano alcun aiuto per i ricordi confusi degli atti compiuti quella
lontana mattina di quasi tre settimane prima.
All’improvviso un foglio un
poco stropicciato e rovinato attirò la sua attenzione, nel mezzo delle pagine
era caduta una limetta per unghie.
Sicuro!
Stava facendo la doccia
quando era uscita dal bagno per controllare, doveva senz’altro essere quella la
pagina!
Probabilmente nella fretta
aveva richiuso il libro prima di accorgersi che l’oggetto le era caduto e non
ci aveva fatto caso… ecco perché non riusciva più a trovare un pezzo del suo
set da unghie!
Con l’indice tremante
percorse le righe in corsivo dell’incantesimo, preparandosi allo scossone
psicologico, fisico e morale che evocare una simile magia le provocava.
L’aveva già sperimentata,
coraggio Hermione, puoi farcela! Ripeté a se stessa per regolarizzare la
respirazione affannata.
Puntò la bacchetta, un attimo
di esitazione, poi le parole fuoriuscirono scandite dalle sue labbra.
Una dopo l’altra andarono a
formare quell’incantesimo.
Sentì il braccio tremarle
mentre l’incantesimo veniva lanciato. Un momento ancora, solo uno, doveva
resistere, poi sarebbe finito tutto. Per lei e per lui.
Chiuse gli occhi, quel giorno
c’erano troppe cose che non voleva vedere.
Quando li riaprì la famosa
sfera nera volteggiava nella stanza lanciando saette pericolose di uno
stravagante colore violetto.
Pregò che andasse tutto bene,
che non avesse fatto un errore.
L’incantesimo era senz’altro
quello perché mentre lo pronunciava aveva recuperato dalla memoria i ricordi di
quella mattina.
Coraggio Draco, tieni duro,
un attimo, solo uno anche per te e poi…
* * *
Spazio autrice:
ciao a tutti! Eccomi tornata con un nuovo cappy
decisamente più movimentato del precedente.
Si entra nel vivo della storia
e presto si scoprirà qualcosa di più, per quanto mi riguarda, con le vacanze
alle porte spero proprio di avere un po’ più di tempo da dedicare alla stesura
dei prossimi capitoli.
Mi auguro comunque che questo
vi sia piaciuto, ditemi cosa ne pensate!
Ciao e un bacio,
Nyssa
Vavva:
come ti capisco, anche mia mamma ogni tanto si preoccupa quando mi metto a
ridere davanti allo schermo a causa di qualche fic
particolarmente divertente… ma col tempo ci ha fatto l’abitudine.
Sono molto felice che il
capitolo ti abbia fatto ridere, l’ironia non è proprio il mio cavallo di
battaglia, quindi, sapere di essere riuscita a far divertire una lettrice, mi
fa enormemente piacere! =)
Spero che ti piaccia anche il
mio nuovo aggiornamento, aspetto di sapere, ciao e un bacione!
Nyssa
Shavanna:
è bello sapere di non aver distrutto l’atmosfera che si era creata, ma con
tutti i pasticci di Silente credo che ci volesse qualcosa per rispostare l’attenzione sui veri protagonisti della fic, ovvero Draco ed Herm che, in
questo nuovo aggiornamento, hanno tutto il palcoscenico per loro e per la loro
stravagante avventura in biblioteca.
Che Draco sia un mito, beh, è
come dire che il fuoco brucia… Herm invece è un
personaggio difficile da riportare in questa fic
perché, se nell’altra era lui a farsi dei complessi, qui la ragazzina mica
scherza! E poi mi piace descriverla quando si arrabbia, le persone brave quando
si arrabbiano sono delle vere furie, mi diverte farle perdere le staffe,
probabilmente Draco mi ha contagiata…
Beh, anche se esageri con i
complimenti non credo che mi dispiaccia, tutt’altro!
E non moderarti, non ce n’è
bisogno, a me fa piacere sentire tutto quello che hai da dire e non abbiamo
limiti di spazio, quindi… scrivere, scrivere e scrivere! Un bacio grandissimo, Nyssa
Mirichan:
sono felice che il capitolo ti sia piaciuto e anche il finale, spero che sia lo
stesso anche con questo nuovo aggiornamento! A presto, Nyssa
Falalula:
se tu virgoletti tutto, io riempio le fic di incisi,
quindi non credo ci sia di che dire, ognuno ha le sue tendenze, per quanto mi
riguarda sembra che per ogni cosa che dico ci sia da fare una precisazione e
così virgole a volontà!
Sono felice che l’idea di
spezzare un po’ sia stata bene accolta, come dici tu, e come penso io, era il
caso di staccare un po’ e anche di riportare l’attenzione sui due protagonisti
che, comunque, hanno bisogno anche di qualche spazio tranquillo per battibeccare a sufficienza e riflettere come si deve su
cosa provano.
Sono estremamente felice
delle tue parole sul finale, essendo un capitolo poco serio mi sembrava un po’
azzardato mettere una simile conclusione, l’ho riveduta e corretta diecimila
volte prima di pubblicare e se è così era solo perché altrimenti sarei stata in
ritardo con i termini di pubblicazione…
PS: ho capito perfettamente
la tua recensione, grazie mille, è splendida!
Bijoux, Nyssa
Luana1985:
innanzi tutto, mi dispiace moltissimo, so come ci si sente a fallire qualche
obiettivo, io sono ancora alle superiori e quindi non ho proprio l’idea
generale, ma penso di capire… credimi, mi dispiace moltissimo, spero che i
prossimi siano da fare invidia, sono sicura che sei un’ottima studentessa!
Per quanto riguarda il cappy, mi fa piacere che ti sia piaciuto e spero che sia
riuscito un poco a distrarti… tranquilla, Draco ed Herm,
anche se non l’ammetterebbero mai, sarebbero capaci ad andarseli a creare quei
momenti di litigata per avvicinarsi un po’, quindi no problem!
Spero che approverai anche
questo nuovo aggiornamento, aspetto la tua opinione al più presto! Un bacione! Nyssa
Potterina_88_: beh,
Draco è Draco, se non è capace lui ad approfittarsi degli altri… e chiaramente,
visto che Herm non gli è poi così tanto indifferente,
non credo che gli dispiaccia così tanto “approfittarsi” di lei… e forse neppure
a lei XP
Diciamo che, se anche Herm ha pensato che la soddisfazione più grande l’abbia
avuta Malfoy, in realtà non voleva ammettere che le aveva fatto un immenso
piacere poterle umiliare… è troppo santarellina per ammettere qualcosa del
genere a se stessa…
Sono felice che anche
l’ultima parte ti sia piaciuta, come ho già detto, all’inizio mi sembrava un
po’ azzardato aggiungere quella conclusione ad un capitolo decisamente poco
impegnato, l’ho corretta diecimila volte, poi alla fine l’ho lasciata così,
quindi sapere che è stata bene accolta mi fa immensamente piacere!
Bene, spero che ti piaccia
anche questo nuovo aggiornamento, ciao e un bacione! Nyssa
Lord Martiya: Jenny-pokemon? Beh, i pokemon mi piacciono così così,
ma credo che jenny sia decisamente più stupida del pokemon più idiota che Ash ha tra
i suoi…
Per curiosità, quale pokemon ti immaginavi?
Beh, se mi dici che hai
scritto delle follie vado subito a vedere! Di che parlano queste follie?
Spero che ti piaccia anche il
nuovo capitolo, ciao! Nyssa
Killkenny:
suppongo che dopo la “ripassata” che gli hanno dato Eva sensei,
Mana, Sayo e Kaede di Grindewald non sia
rimasto molto… peccato, avrei voluto fargli fare qualche altra comparsa nella
storia… vabbè, troverò un sostituto.
Cosa intendi con “il sadismo della coppia Draco/Herm è qualcosa di pari solo alla Tomolo/Eriol?” m’incuriosisce questa affermazione!
Penso anche io che Jenny,
Simone, Amanda e Cinthya sarebbero degne com(p)ari di LavLav, ma forse
sono troppo stupide anche per lei, ad ogni modo, magari le farò incontrare per
un esperimento sul campo…
Spero che ti piaccia anche il
nuovo aggiornamento, ciao! Nyssa
Lauwren:
non dirlo a me, tra compiti, scuola e cento altro non ho neppure il tempo di
postare!
Come faccio a postare
regolarmente? Beh, quando ho cominciato a scrivere l’altra fic
ero mooooolto più puntuale e aggiornavo due volte a
settimana, lo faccio perché quando seguo io una fic
entro letteralmente nel pallone, non sono brava con la roba a puntate, ci
scappo di testa e vorrei subito sapere come va a finire, così ho deciso che, se
qualcuno avesse voluto leggere le mie cose, avrebbe avuto la certezza di poter
accendere il pc e controllare regolarmente, senza
dover stare a spulciare la fic giorno per giorno.
Anche io non seguo molte fanfic lunghe e l’unica che vorrei veder finita è bloccata
da sei mesi! (l’autrice si prende delle lunghe pause di riflessione…).
Sono felice che il continuo
battibecco tra Draco ed Herm sia divertente e mi fa
piacere che lo sia stato anche il cappy scorso, spero
che approverai anche questo nuovo post!
A presto e un bacio grande! Nyssa