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Autore: Nyssa    19/03/2008    8 recensioni
L'amore non è solo come una rosa che sboccia o una pesca delicata, l'amore è anche una mela selvatica dal sapore un po' asprigno che nasce al freddo e tra le spine.
L'amore è fatto di tante cose, anche di imprevisti, esattamente come quello che colpisce Draco Malfoy ed Hermione Granger durante una delle loro solite litigate, ma che cosa gli è capitato veramente? E quali sono i tanti misteri della Londra babbana (ma non troppo) che Hermione è più che mai decisa a scoprire? E quali sono gli altrettanto sconosciuti motivi che spingono (o costringono?) Draco Malfoy a seguirla?
Prima classificata al Never Ending Story Awards - Terzo Turno secondo la scelta del pubblico.
Vincitrice nelle categorie: Best Saga, Best Romance, Best Plot e Best Couple (Draco/Hermione)
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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-          Granger, sei proprio sicura di quello che stiamo facendo?

Hermione sbirciò oltre il cespuglio e annuì senza guardarlo.

Lui sospirò.

-          A me sembra piuttosto strano…

La ragazza si alzò in piedi e camminò verso la siepe successiva, apparentemente senza degnarlo di attenzioni.

La seguì di malavoglia.

-          E secondo me è la più grande cazzata che possiamo fare mentre siamo…

Gli occhi dorati gli lanciarono uno sguardo seccato prima che il dito si posasse sulle labbra in segno di silenzio.

Un altro sospiro mesto di chi ha ormai perso la battaglia.

-          E questi vestiti, lascia che te lo dica, sono proprio ridicoli!

Lei si alzò in piedi e lo guardò malamente.

 

-          Sei più rumoroso dei cannoni di Buckingham Palace, lo sai?

-          Scusa tanto se mi sento una specie di clown!

-          Hai sempre da lamentarti di qualcosa, è mai possibile che tu non possa rimanertene un po’ zitto?

-          In genere la gente mi chiede tutto il contrario

-          Beh, allora perché non taci! Se continui a fare così ci scopriranno subito!

-          Ma se siamo ancora fuori della biblioteca! Chi vuoi che noti due come noi?

-          Uno “di loro” sarà senz’altro all’erta mentre si avvicina al “posto che tu sai”, guarderà ogni dettaglio

-          Mi è concesso mangiare o credi che manderanno la scientifica ad analizzare le briciole di pane prima di girare la maniglia?

 

Il suo freddo sarcasmo la infastidiva parecchio, perché doveva essere sempre così pessimista nei confronti dei suoi piani?

Accidenti, era una maledetta serpe e pure una cornacchia portatrice di guai, sembrava quasi che gli piacesse sviscerare tutte le più truculente possibilità in caso di fallimento del loro sofisticato piano!

 

-          Granger, poi spiegami perché mi sono dovuto conciare in questo modo! È un insulto!

-          Così ci spacceremo per studenti della facoltà di Legge

-          E gli studenti di Legge sono tutti così privi di gusto?

-          Ogni facoltà ha i suoi modi di vestire, a Legge portano jeans e maglioni larghi e a me piacciono!

-          Certo… devono essere tutti in astinenza da anni se si possono permettere di nascondere le belle ragazze dietro strati di vestiti inutili…

-          La tua misoginia è insultante!

-          E questi abiti lo sono per me!

-          Ma se ti salvano la pelle forse puoi fare lo sforzo di metterli

-          Un giorno, col vasto pozzo di scienza che ti porti dietro, devi spiegarmi perché dobbiamo sempre finire a litigare…

-          Perché sei pieno di storie e non ti va bene niente

-          Parla la signorina “a me sta bene tutto e non faccio commenti”

Hermione lo squadrò con odio, accidenti, perché doveva farsi del nervoso già dal mattino?

Se si agitava il piano andava a farsi benedire, maledizione a lui! Che la lasciasse in pace e si cucisse quella maledetta ciabatta!

Anche con quei maglioni non è che passassero tanto inosservati, soprattutto lui… e meno male che era riuscita a convincerlo a colorarsi i capelli di castano…

 

-          Malfoy, sta’ zitto e piantala! Stai scocciando parecchio e di farmi ammazzare non ne ho voglia!

-          Ma se non aspetti altro!

 

Ma chi è che gli aveva insegnato ad avere una risposta a qualunque domanda idiota gli facesse? Voleva farlo anche lei quel corso!

In quel momento, però, avrebbe voluto soffocarlo, almeno sarebbe riuscito a tacere cinque minuti…

 

Nervosamente percorse il vialetto di ghiaia che separava il prato dalla Queen Victoria e oltrepassò la porta con al fianco il biondastro sempre brontolante.

 

Riconoscendo lo stereotipo degli studenti di Legge le commesse al banco non fecero commenti e continuarono la loro opera di archiviazione dei libri, alzando appena gli occhi oltre le lenti spesse.

 

Salirono le scale che conducevano alla sala di lettura, raccattarono un paio di tomi per strada e si sedettero proprio di fronte all’ingresso, tenendo d’occhio la porta.

 

Tutto era quieto come ricordavano, qualche passante che girovagava tra gli scaffali consultando volumi dalle dimensioni spropositati e crollando immancabilmente sotto il loro peso.

 

Draco ed Hermione stavano aspettando che ci fosse pace e silenzio e che tutti i curiosi se ne andassero per potersi infiltrare con calma nella covo nemico.

Non sapevano cosa li avrebbe accolti dall’altra parte, poteva esserci un congresso di mangiamorte come il nulla più totale, chissà quali magie avrebbero dovuto oltrepassare, chissà cosa avrebbero visto, cosa avrebbero trovato.

Non potevano negare di avere una certa ansia, non era una cosa da prendere alla leggera.

Draco, dal canto suo, era il più agitato perché, oltre a dover badare alla mezzosangue che voleva sempre cacciarsi nei guai doveva pure fare attenzione che sua zia non gli facesse la pelle troppo in fretta.

Aveva una missione, non poteva permettersi di rimetterci le penne prima del previsto.

Chiuse gli occhi.

Come faceva a proteggerla?

Come ci sarebbe riuscito?

L’unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento era di farsi una bella dose di nicotina.

 

Chissà cosa stavano facendo Blaise e gli altri a Scuola… tra una settimana circa anche loro sarebbero dovuti ritornare, dopotutto il periodo di durata della pozione cambia età era quasi scaduto, presto sarebbero rimasti sempre alla loro età normale senza problemi.

E avrebbe potuto uccidere quel maledetto fratello Canon che l’aveva spinto direttamente sulle scale dove l’attendeva la bomba.

Chissà poi chi era stato a prepararla.

Era qualcuno della scuola?

Era qualcuno di fuori?

Lo conosceva?

Perché l’aveva fatto?

…in verità quell’ultima domanda era stupida e inutile.

 

Guardò la mezzosangue che ostentava calma e sicurezza, ma sapeva che le batteva il cuore a mille.

Aveva paura, lo sentiva.

Lo percepiva.

E gli dispiaceva perché lei era una persona che non faceva mai vedere quando c’era qualcosa che la turbava.

Se la cosa lo spiazzava, da una parte, però, ne era molto felice perché significava che lo riteneva speciale al punto da lasciargli intravedere le sue paure e le sue debolezze.

Come faceva a riempirlo di gioia anche solo con un’occhiata? Anche solo litigando?

Che cosa sentiva lei?

 

Vide la mano abbandonata sul tavolo che tremava appena.

Sorrise.

Spostò la sua che andò a coprire quella di lei, la strinse appena.

Lei alzò gli occhi stupita.

Guardò nei suoi e lui non avrebbe saputo dire cosa vi aveva letto, in quel momento.

Ma potè solo dire che il sorriso che lei gli regalò fu il più bello che avesse mai visto.

Se qualcuno l’avesse dipinto, sarebbe stato senz’altro un capolavoro.

 

-          Andiamo? – le domandò piano

Hermione annuì e insieme si alzarono dal tavolo.

 

*          *          *

 

Il pannello dove sapevano che stava la porta di accesso appariva come uno dei tanti riquadri di legno che tappezzavano il primo metro di muro ad altezza umana.

Una grossa testa barocca era incisa su uno sì e su uno no nel legno rossiccio, ormai scolorito dal tempo.

Come si faceva ad entrare?

Tastarono la superficie lignea, ma nulla, pareva che non ci fossero pannelli mobili o ingranaggi a muoverla.

-          Proviamo con l’alohomora? – domandò lei, un poco preoccupata

-          Sarebbe troppo semplice

-          E come facciamo?

Draco la guardò e le intimò di rimanere in silenzio.

Prese la bacchetta da sotto il largo maglione verde e la agitò in aria sussurrando appena una formula magica che la Gryffindor non aveva mai sentito.

Per incanto, il legno si aprì verso l’interno, rivelando un cunicolo piuttosto stretto e alto che proseguiva nelle viscere del palazzo.

Entrarono senza sapere dove conducesse.

-          Che cos’era? – indagò lei

-          Quella che i mangiamorte usano come parola d’ordine per la maggior parte dei loro nascondigli.

Un sopracciglio bruno si sollevò stupito mentre seguiva quel ragionamento.

Era una cosa piuttosto stupida dare ai loro rifugi sempre la stessa parola d’ordine, ma, visto il numero di maghi, era difficile inventarne uno per ciascun posto e fare sì che ciascuno lo ricordasse.

L’anta di legno si richiuse rapida alle loro spalle, intrappolandoli in quello spazio angusto che sapeva di umidità e di pietre vecchie.

Sentirono qualche goccia cadere dal soffitto.

Improvvisamente, uno sciame di piccole fiammelle comparve intorno a loro, illuminando lo spazio appena circostante perché non inciampassero su qualche sporgenza o mattonella malmessa.

Hermione rimase nuovamente stupita.

Sapeva da dove venivano quelle fiamme perché non bruciavano, esattamente come quelle che lui aveva richiamato il pomeriggio che Harry, Ginny e Blaise erano venuti a trovarli.

… non avrebbe dovuto utilizzare le magie relative alle Reliquie, ogni volta peggiorava un po’ la sua condizione e quelle altre fiamme, quelle nere che lo avvolgevano e lo laceravano, potevano ricomparire in ogni momento.

Incosciente…

 

Lui le passò davanti, la bacchetta, fatta di un legno particolarmente giovane e scuro, stretta in pugno, pronta per ogni evenienza.

Draco non era Harry, rifletté, non avrebbe avuto esitazioni ad utilizzare una Crucio, una Imperius o una Avada Kedravra se fosse stato necessario e non poteva dargli tutti i torti.

Harry, invece, si ostinava a invocare Patronus e Expelliramus.

Pregò solo che il suo migliore amico cambiasse al più presto la sua filosofia di utilizzo delle Maledizioni senza Perdono, soprattutto prima che qualcuno gli facesse la pelle e lo mandasse a far compagnia ai suoi genitori.

 

Vide i braccialetti dorati che aveva assegnato loro Silente brillare alla luce delle fiammelle e una nota di tristezza le invase l’anima.

Spostò gli occhi e guardò avanti, oltre le spalle di lui, dove proseguiva il loro cammino.

 

Il cunicolo stretto stava arrivando al fondo dove un bivio conduceva in due direzioni; il piccolo spiazzo dell’incrocio era illuminato da torce alle pareti e immetteva in altri due corridoi.

La ragazza deglutì a fatica, appigliandosi alla lana spessa della maglia di lui con le dita della mano.

-          Andiamo insieme o ci separiamo? – domandò lo Slytherin scrutando prima l’accesso di destra e poi quello di sinistra

La logica avrebbe dovuto farle rispondere “dividiamoci”, in questo modo avrebbero esplorato più facilmente e rapidamente l’intero covo, ma aveva una morsa allo stomaco e non riusciva a mettere in fila quelle due semplici parole che avrebbero momentaneamente separato i loro destini.

-          In…sieme – balbettò

Draco le lanciò un’occhiata e tornò a guardare avanti: sapeva come si sentiva.

Un profano poteva anche credere che i luoghi dove si ritrovavano i mangiamorte fossero delle semplici grotte o stanze, in realtà c’era un’aura malefica tutta particolare che avvolgeva quei posti, qualcosa che ti faceva sentire costantemente minacciato e spiato da ogni parte.

All’inizio era stato così anche per lui.

Era anche per quello che non avrebbe voluto portarla lì dentro, la sentiva tremare e questo lo innervosiva e agitava a sua volta quando sarebbe dovuto rimanere lucido e cosciente, pronto per ogni occasione perché, tra i due, era lui che conosceva i trucchi del mestiere.

In quel momento, sembrava che la stesse conducendo al patibolo e, probabilmente, nessuna espressione era più calzante per rendere lo stato d’animo.

 

Lo stretto corridoio terminò infine in quella che, a prima vista, sembrava una cisterna abbandonata dell’acqua piovana, di quelle che si costruivano quando ancora non si poteva incanalare l’acqua e non se ne consumava così tanta.

Le pareti erano di pietre molto spesse, ricoperte da un intonaco che stava cadendo a pezzi e illuminate da torce e fiaccole, l’aria invasa da tanti sottili filamenti verdi fluorescenti che si muovevano come se spostati dalla corrente.

Draco si portò svelto un dito alle labbra per indicarle il più assoluto silenzio e con la punta della bacchetta indicò appena l’indefinita magia nell’aria

-          Che cos’è? – chiese lei appena in un sussurro

La bacchetta scura si spostò fino a disegnare la figura di una medusa marina

-          Meduse? – sillabò

La testa bionda fece cenno di no, ma la mano indicò qualcosa di simile e poi fece cenno “più tardi”.

Se fossero usciti vivi, probabilmente le avrebbe spiegato di cosa si trattava.

Ma perché quei così dovevano stare in una stanza disabitata?

I due scrutarono tutt’attorno alla ricerca di un indizio: lumi, qualche straccio abbandonato per terra, un tavolino a tre gambe addossato alla parete e una cesta sopra.

La cesta!

Certo, non poteva essere altro!

Ma… che cosa conteneva? E perché c’era quello strano incantesimo protettivo?

Trova una magia che secchi l’aria e la privi di umidità

Le disse telepaticamente Malfoy continuando ad osservare i flutti verdi.

 

Una magia che secca l’aria…

Una magia che toglie l’umidità…

Probabilmente le meduse erano sensibili alla percentuale di acqua…

Difficile, eppure ricordava di aver studiato qualcosa…

Ma dove?

Quando?

Accipicchia, doveva smetterla di memorizzare tante stupidaggini e accumulare più formule che tornavano utili, come quella, ad esempio… chissà in quale recondito recesso della sua mente era stata accantonata, adesso…

 

Luce… no.

Fuoco? Naa

Acqua? Decisamente No.

Aria… forse…

 

Ma certo!

Erano tutte formule di Erbologia, era lì che le insegnavano qualche incantesimo per cambiare le condizioni atmosferiche in modo da far crescere meglio o più rapidamente le piante!

Restringendo il campo la cosa si faceva un poco più semplice…

Ora doveva solo ricordarsi quella giusta!

 

-          Als je uit het water!

 

Pronunciò ad alta voce. Le meduse nell’aria si voltarono tutte nella sua direzione all’udire le parole forti, ma piano piano si mossero sempre più lentamente e neppure una riuscì a raggiungere lei o il biondo, pronto a respingerle con la bacchetta in mano.

Si guardarono attorno sconcertati, attorniati da quelle strane cose verdi e immobili.

Un’ultima occhiata e corsero fino al muro umidiccio dove stava il mobiletto vecchio e un po’ marcio.

Malfoy aprì i tre cassetti e vi trovò, rispettivamente, un libro di favole, delle pezze e una scodella.

Li richiuse rapidamente sospirando mesto: niente.

 

Hermione si alzò sulle punte dei piedi e guardò all’interno del paniere dove era stato posto un involto di stracci, probabilmente era abbandonato lì da parecchio, però allora non si spiegava la presenza di quegli esseri pericolosi che avevano dovuto immobilizzare prima di poter raggiungere il tavolo…

 

Uno dei bordi del cencio vecchio si mosse appena e lei guardò incuriosita quello strano spostamento.

Prese l’altro lembo e lo scostò del tutto.

Ciò che vide la lasciò senza parole e dovette strattonare Draco per la manica e attirare la sua attenzione all’interno dove la figuretta minuta di un bambino addormentato riposava tranquillo tra la stoffa.

Non era il posto adatto per un neonato, visto che non poteva avere più di un anno. Era magrolino e con la testa coperta da capelli biondi, gli occhi erano chiusi, quindi non seppero dire di che colore fossero, ma sembrava tranquillo, anche se un po’ trascurato.

Al braccino destro aveva un braccialetto sottile formato da perline alternate una bianca e una nera e dal collo pendeva un piccolo medaglione sulla cui cassa era incisa la lettera D piena di riccioli.

Era chiaramente un oggetto Ottocentesco, di quei ciondoli apribili in cui vengono considerati piccoli ricordi e ciuffi di capelli, chissà come mai un simile monile, un po’ sproporzionato per la creatura che lo indossava, era stato affidato proprio a lui…

Allungò la mano per accarezzargli la faccina paffuta, ma a pochi centimetri dalla pelle il bimbo aprì gli occhi rivelando due iridi blu cobalto che fissarono un istante la sconosciuta che lo guardava prima di mettersi a strillare e piangere.

 

Hermione ritrasse rapida la mano e guardò preoccupata Malfoy che, tuttavia, era troppo distratto dagli esseri verdi che stavano ricominciando a muoversi per prestarle attenzione: merda, erano bloccati li!

 

E proprio in quel momento, mentre lui cercava di tenere a bada le meduse, un pannello del muro di pietre scomparve, rivelando, nel vano scuro da cui proveniva, una figura biondissima e dagli occhi verdi, giovane, che indossava una camiciola bianca.

La sconosciuta li fissò aprendo e richiudendo le labbra, più che sorpresa, ma la sua espressione rimase dolce.

 

Draco avvertì la presenza di un nuovo mago e si voltò istintivamente, fissando gli occhi grigi in quelli verdi di lei, Hermione lo studiò e per la prima volta le parve che implorasse la sconosciuta… qualcosa… chissà di cosa la stava implorando con quello sguardo?

Di non ucciderli?

Ma chi era? Non aveva l’aspetto di un mangiamorte, anzi! Vestiva addirittura di bianco! E i suoi tratti erano dolci e delicati, molto differenti da quelli di Bellatrix e co.

-          Nicholaa! – strillò una voce profonda e cavernosa proveniente dal corridoio nascosto da cui anche lei era sbucata.

Nicholaa, quindi quella doveva essere la madre di Pansy Parkinson, si affrettò a farsi vicina alla cesta e prese tra le braccia il bambino, cullandolo appena, dopodiché fece un rapido gesto con il braccio libero e tra le redivive meduse si creò un varco; con lo stesso braccio fece cenno a loro di andarsene e l’espressione diventò improvvisamente seria e orgogliosa mentre la voce dal corridoio pronunciava nuovamente il suo nome.

Era vero, Nicholaa era muta… non poteva parlare…

 

Draco ed Hermione non si fecero ripetere il gesto una seconda volta e corsero verso il fondo della stanza verso la porta di uscita che conduceva nuovamente al corridoietto che immetteva nella biblioteca.

 

La Gryffindor si voltò un’ultima volta mentre Draco la trascinava velocemente lungo il pavimento, quasi che volassero; Nicholaa stava ancora là dietro col bimbo quieto tra le braccia, lo sguardo ancora duro, sembrava la rappresentazione della tristezza materna

Tornate a prendere il bambino

 Senti scandire nella sua mente.

Una lacrima scivolò sulla gota della donna che rimase immobile.

Hermione accennò un assenso col capo, dopodiché voltò la testa e si mise a correre più forte che poteva.

 

Sarebbe tornata.

Glielo aveva promesso!

 

*          *          *

 

Fenrir Greyback sbucò dal tunnel da dove era arrivata la madre di Pansy subito dopo che i due ragazzi ebbero imboccato il tunnel esterno.

Si guardò attorno e annusò l’aria, poi lanciò un’occhiata terrificante al bambino tra le braccia minute della donna

-          Perché non rispondevi! – le urlò malamente muovendo un passo verso di lei che fece quasi tremare il pavimento.

Nicholaa arretrò un poco stringendo la creatura al petto protettivamente e il mangiamorte le sferrò un ceffone che la scaraventò a terra e le arrossò tutta la guancia sinistra dove la mano callosa e irta di peli ispidi aveva scontrato la pelle giovane.

Si toccò il segno con mano tremante

-          Sei davvero un essere inutile… - disse con disprezzo Fenrir – come fai a non essere neppure capace di parlare? Non sei altro che una creatura inferiore! Una stupida puttana senza utilità!

La donna chinò la testa e i lunghi capelli biondi toccarono il pavimento umido

-          Mi domandò perché ti permettano ancora di vivere – continuò il lupo mannaro, poi girò i tacchi e il mantello e se ne andò da dove era venuto senza ricordarsi del perché era andato a cercare la signora Parkinson.

Nicholaa coprì in maniera materna il bambino e lo depositò nuovamente nel cesto, rimboccandogli le coperte e trascinandolo sul pavimento accanto a lei.

Tirò le ginocchia fino al mento e vi appoggiò la testa, cominciando a piangere.

 

*          *          *

 

Quanto la forma antiquata dell’uscio che separava il nascondiglio dei mangiamorte comparve davanti ai due fuggiaschi, la sagoma consunta e di cattivo gusto parve quasi come il cancello del Paradiso.

Muovendo la mano con la bacchetta mentre si stavano ancora avvicinando, Draco fece aprire il portello che immise nell’angusto spazio il fascio di luce chiara della del giorno, luce che non riusciva a filtrare attraverso le insignificanti feritoie della cisterna abbandonata.

 

Con un colpo la porta si richiuse dietro di loro attirando l’attenzione di quattro studenti, seduti nei tavoli a consultare dei volumi, che alzarono stupiti la testa e guardarono spaesati i due che erano appena comparsi dalla porta sul muro.

 

-          Sai smaterializzarti? – chiese Malfoy alla Caposcuola quando tutti furono tornati alle rispettive letture

Lei annuì appena, preoccupata

-          Andiamo a casa

-          Ma Silente ha detto che non possiamo…

-          Subito! – sbraito lui in maniera maleducata

E lei non poté fare altro che chinare il capo e annuire, facendosi trascinare in uno degli scaffali affianco, un poco nascosto dalle colonne altissime.

Lo guardò e vide il petto abbassarsi e alzarsi in maniera aritmica, Draco stava sudando e aveva gli occhi lucidi, che stava accadendo?

Con la mano destra si stava tenendo il braccio sinistro: il Marchio Nero!

Accidenti, si sarebbe dovuta ricordare di quanto era pericoloso per lui entrare in un covo del genere!

Era stata davvero stupida ed egoista a volerlo portare là dentro così ostinatamente, senza riflettere su cosa sarebbe successo a lui… non ci aveva proprio pensato al dolore che un traditore provoca nel rimettere piede in un posto del genere e non si riferiva solo a quello scatenato dall’osceno incantesimo che Voldemort aveva lanciato sul pupillo di Lucius.

Si guardò spaesata intorno, dovevano andarsene! Immediatamente!

Un’ultima occhiata alla porta che aveva separato il mondo dei babbani dagli inferi dei mangiamorte, un pensiero per quelle due creature intrappolate là sotto senza possibilità di fuga: Nicholaa e il bambino.

 

Agitò la bacchetta e in un battibaleno furono nel salottino dell’attico di Raymond, di fronte ad Hyde Park illuminato dalla luce del tramonto.

 

*          *          *

 

Hermione guardò il biondo un’ultima volta prima di appoggiare bacchetta e borsa sul tavolo e levarsi la giacca sportiva che aveva usato per il travestimento.

 

Draco sedette sul bordo del letto sbottonando i polsini della camicia e portandosi le mani ai capelli, appoggiando poi i gomiti alle ginocchia.

La mezzosangue notò che la pelle intorno al tatuaggio nero era di un rosso violento, probabilmente il dolore per lui era insopportabile, eppure non aveva detto una parola, l’aveva solo implorata di riportarlo lì e di allontanarsi dalla biblioteca, una richiesta più che legittima visto quanto accaduto.

-          Hermione – incominciò senza guardarla negli occhi – non cacciarti più in guai come questi

La Granger arretrò di un passo e si portò la mano al petto, guardandolo colpevole.

Lui, però, non la poteva vedere.

Era il caso di dirgli quello che aveva sentito?

Era il caso di riferirgli ciò che Nicholaa le aveva implorato di fare?

Era quello il momento adatto?

 

Se avesse taciuto adesso, avrebbe taciuto per sempre e non avrebbe avuto il coraggio di raccontargli tutto, una volta che il momento fosse passato.

Che doveva fare?

Perché era tutto così maledettamente complicato?

Silenzio.

Ancora.

 

-          Draco, io voglio tornare a salvare quel bambino – disse appena allungando la mano verso di lui come a volergli fare una carezza

Un gesto troppo intimo per un momento come quello dove, lo sapeva, si trovavano ai due capi di un precipizio.

Una voragine li divideva, niente di meno.

 

Draco sollevò il capo dalle mani e alzò gli occhi sgranati su di lei, Hermione vi vide saettare della rabbia.

Inconfondibile, è qualcosa che non è possibile scambiare per nient’altro.

Solo rabbia.

Le sopracciglia si abbassarono fino a nascondere quasi completamente l’argento baluginante degli occhi.

Aprì la bocca per dire qualcosa, ma, per un attimo, nessun suono uscì dalle belle labbra disegnate.

L’attimo dopo, un grido straziante lacerò l’aria e tutti gli oggetti di vetro andarono in frantumi, costringendo la Caposcuola a pararsi la testa con le braccia per non rischiare di essere ferita dalle schegge di vetro della cornice del quadro appeso accanto a lei, vicino alla libreria.

Quando aprì gli occhi, Draco era disteso sul pavimento, avvolto in fiamme nere come la pece e urlava straziato, tenendosi la testa, completamente avvolto da quell’incantesimo malefico che lo bruciava fino a consumarlo.

E si dimenava come se fosse stata una serpe a intrappolarlo.

Di nuovo la persecuzione dell’Inferno.

 

Hermione allungò il braccio come per toccarlo, ma quel nero, quelle lingue di fuoco, non erano come i fuocherelli che lui richiamava per gioco quando c’era necessità, quelle fiamme facevano male e sembravano far bruciare perfino le ossa, carbonizzando la pelle tutta intorno.

Come faceva lui a sopportare quel dolore, il fuoco non bruciava, ma era un altro tipo di dolore che si percepiva e che partiva da dentro, dall’anima.

 

Fu costretta ad allontanare svelta il braccio prima che anche lei venisse incenerita.

Vide il palmo della mano destra completamente arrossato e anche metà del braccio tra il polso e il gomito.

Lo portò protettivamente vicino e si guardò attorno alla ricerca del libro che aveva consultato l’altra volta.

Sarebbe stata costretta a richiamare per la seconda volta un incantesimo Oscuro, ma non le importava, non l’avrebbe lasciato in quello stato, non poteva, non senza tentare…

 

Che pagina era? Sarebbe stata in grado di ritrovarla? L’aveva cercata parecchio le settimane prima, nella speranza di rintracciare quell’incantesimo, soprattutto quando ancora non conosceva la storia delle Reliquie e voleva sapere che formula magica aveva pronunciato.

Adesso? Sarebbe stata in grado di salvarlo?

 

Il tomo era impilato assieme ad altri sul bordo dello scaffale, pronto per essere ordinatamente riposto, sorte che non era toccata a nessuno dei volumi disseminati per la stanza.

Aprì le chiusure di ottone che fermavano le pagine e cominciò a sfogliarle velocemente.

Avrebbe dovuto lavorare con calma, analizzando una dopo l’altra le formule magiche anziché scorrerle così rapidamente, ma era agitatissima, neppure quando lei, Harry e Ron avevano fatto la follia di giocare quella partita particolare agli scacchi dei maghi si sera sentita così e a quel tempo era al primo anno e non sapeva niente della storia di Voldemort e di tutti gli intrighi del mondo magico.

Quello che provava adesso era simile a ciò che aveva sentito quando con Harry avevano percorso indietro il tempo e salvato Sirius Black dalla prigionia, ma era come se tutte le sensazioni di allora fossero moltiplicate per cento, anzi, no! Per centomila!

Perché stava così male? Perché si sentiva così inutile? Lei!Lei che era la migliore studentessa di Hogwarts che le formule le snocciola come caramelle! Assurdo, doveva assolutamente calmarsi se voleva fare qualcosa!

 

Un’altra occhiata, la situazione non era certo migliorata… scartabellò ancora, le pagine ingiallite non le fornivano alcun aiuto per i ricordi confusi degli atti compiuti quella lontana mattina di quasi tre settimane prima.

 

All’improvviso un foglio un poco stropicciato e rovinato attirò la sua attenzione, nel mezzo delle pagine era caduta una limetta per unghie.

Sicuro!

Stava facendo la doccia quando era uscita dal bagno per controllare, doveva senz’altro essere quella la pagina!

Probabilmente nella fretta aveva richiuso il libro prima di accorgersi che l’oggetto le era caduto e non ci aveva fatto caso… ecco perché non riusciva più a trovare un pezzo del suo set da unghie!

 

Con l’indice tremante percorse le righe in corsivo dell’incantesimo, preparandosi allo scossone psicologico, fisico e morale che evocare una simile magia le provocava.

L’aveva già sperimentata, coraggio Hermione, puoi farcela! Ripeté a se stessa per regolarizzare la respirazione affannata.

Puntò la bacchetta, un attimo di esitazione, poi le parole fuoriuscirono scandite dalle sue labbra.

Una dopo l’altra andarono a formare quell’incantesimo.

Sentì il braccio tremarle mentre l’incantesimo veniva lanciato. Un momento ancora, solo uno, doveva resistere, poi sarebbe finito tutto. Per lei e per lui.

 

Chiuse gli occhi, quel giorno c’erano troppe cose che non voleva vedere.

 

Quando li riaprì la famosa sfera nera volteggiava nella stanza lanciando saette pericolose di uno stravagante colore violetto.

 

Pregò che andasse tutto bene, che non avesse fatto un errore.

L’incantesimo era senz’altro quello perché mentre lo pronunciava aveva recuperato dalla memoria i ricordi di quella mattina.

 

Coraggio Draco, tieni duro, un attimo, solo uno anche per te e poi…

 

*          *          *

 

Spazio autrice: ciao a tutti! Eccomi tornata con un nuovo cappy decisamente più movimentato del precedente.

Si entra nel vivo della storia e presto si scoprirà qualcosa di più, per quanto mi riguarda, con le vacanze alle porte spero proprio di avere un po’ più di tempo da dedicare alla stesura dei prossimi capitoli.

Mi auguro comunque che questo vi sia piaciuto, ditemi cosa ne pensate!

Ciao e un bacio,

Nyssa

 

Vavva: come ti capisco, anche mia mamma ogni tanto si preoccupa quando mi metto a ridere davanti allo schermo a causa di qualche fic particolarmente divertente… ma col tempo ci ha fatto l’abitudine.

Sono molto felice che il capitolo ti abbia fatto ridere, l’ironia non è proprio il mio cavallo di battaglia, quindi, sapere di essere riuscita a far divertire una lettrice, mi fa enormemente piacere! =)

Spero che ti piaccia anche il mio nuovo aggiornamento, aspetto di sapere, ciao e un bacione! Nyssa

 

Shavanna: è bello sapere di non aver distrutto l’atmosfera che si era creata, ma con tutti i pasticci di Silente credo che ci volesse qualcosa per rispostare l’attenzione sui veri protagonisti della fic, ovvero Draco ed Herm che, in questo nuovo aggiornamento, hanno tutto il palcoscenico per loro e per la loro stravagante avventura in biblioteca.

Che Draco sia un mito, beh, è come dire che il fuoco brucia… Herm invece è un personaggio difficile da riportare in questa fic perché, se nell’altra era lui a farsi dei complessi, qui la ragazzina mica scherza! E poi mi piace descriverla quando si arrabbia, le persone brave quando si arrabbiano sono delle vere furie, mi diverte farle perdere le staffe, probabilmente Draco mi ha contagiata…

Beh, anche se esageri con i complimenti non credo che mi dispiaccia, tutt’altro!

E non moderarti, non ce n’è bisogno, a me fa piacere sentire tutto quello che hai da dire e non abbiamo limiti di spazio, quindi… scrivere, scrivere e scrivere! Un bacio grandissimo, Nyssa

 

Mirichan: sono felice che il capitolo ti sia piaciuto e anche il finale, spero che sia lo stesso anche con questo nuovo aggiornamento! A presto, Nyssa

 

Falalula: se tu virgoletti tutto, io riempio le fic di incisi, quindi non credo ci sia di che dire, ognuno ha le sue tendenze, per quanto mi riguarda sembra che per ogni cosa che dico ci sia da fare una precisazione e così virgole a volontà!

Sono felice che l’idea di spezzare un po’ sia stata bene accolta, come dici tu, e come penso io, era il caso di staccare un po’ e anche di riportare l’attenzione sui due protagonisti che, comunque, hanno bisogno anche di qualche spazio tranquillo per battibeccare a sufficienza e riflettere come si deve su cosa provano.

Sono estremamente felice delle tue parole sul finale, essendo un capitolo poco serio mi sembrava un po’ azzardato mettere una simile conclusione, l’ho riveduta e corretta diecimila volte prima di pubblicare e se è così era solo perché altrimenti sarei stata in ritardo con i termini di pubblicazione…

PS: ho capito perfettamente la tua recensione, grazie mille, è splendida!

Bijoux, Nyssa

 

Luana1985: innanzi tutto, mi dispiace moltissimo, so come ci si sente a fallire qualche obiettivo, io sono ancora alle superiori e quindi non ho proprio l’idea generale, ma penso di capire… credimi, mi dispiace moltissimo, spero che i prossimi siano da fare invidia, sono sicura che sei un’ottima studentessa!

Per quanto riguarda il cappy, mi fa piacere che ti sia piaciuto e spero che sia riuscito un poco a distrarti… tranquilla, Draco ed Herm, anche se non l’ammetterebbero mai, sarebbero capaci ad andarseli a creare quei momenti di litigata per avvicinarsi un po’, quindi no problem!

Spero che approverai anche questo nuovo aggiornamento, aspetto la tua opinione al più presto! Un bacione! Nyssa

 

Potterina_88_: beh, Draco è Draco, se non è capace lui ad approfittarsi degli altri… e chiaramente, visto che Herm non gli è poi così tanto indifferente, non credo che gli dispiaccia così tanto “approfittarsi” di lei… e forse neppure a lei XP

Diciamo che, se anche Herm ha pensato che la soddisfazione più grande l’abbia avuta Malfoy, in realtà non voleva ammettere che le aveva fatto un immenso piacere poterle umiliare… è troppo santarellina per ammettere qualcosa del genere a se stessa…

Sono felice che anche l’ultima parte ti sia piaciuta, come ho già detto, all’inizio mi sembrava un po’ azzardato aggiungere quella conclusione ad un capitolo decisamente poco impegnato, l’ho corretta diecimila volte, poi alla fine l’ho lasciata così, quindi sapere che è stata bene accolta mi fa immensamente piacere!

Bene, spero che ti piaccia anche questo nuovo aggiornamento, ciao e un bacione! Nyssa

 

Lord Martiya: Jenny-pokemon? Beh, i pokemon mi piacciono così così, ma credo che jenny sia decisamente più stupida del pokemon più idiota che Ash ha tra i suoi…

Per curiosità, quale pokemon ti immaginavi?

Beh, se mi dici che hai scritto delle follie vado subito a vedere! Di che parlano queste follie?

Spero che ti piaccia anche il nuovo capitolo, ciao! Nyssa

 

Killkenny: suppongo che dopo la “ripassata” che gli hanno dato Eva sensei, Mana, Sayo e Kaede di Grindewald non sia rimasto molto… peccato, avrei voluto fargli fare qualche altra comparsa nella storia… vabbè, troverò un sostituto.

Cosa intendi con “il sadismo della coppia Draco/Herm è qualcosa di pari solo alla Tomolo/Eriol?” m’incuriosisce questa affermazione!

Penso anche io che Jenny, Simone, Amanda e Cinthya sarebbero degne com(p)ari di LavLav, ma forse sono troppo stupide anche per lei, ad ogni modo, magari le farò incontrare per un esperimento sul campo…

Spero che ti piaccia anche il nuovo aggiornamento, ciao! Nyssa

 

Lauwren: non dirlo a me, tra compiti, scuola e cento altro non ho neppure il tempo di postare!

Come faccio a postare regolarmente? Beh, quando ho cominciato a scrivere l’altra fic ero mooooolto più puntuale e aggiornavo due volte a settimana, lo faccio perché quando seguo io una fic entro letteralmente nel pallone, non sono brava con la roba a puntate, ci scappo di testa e vorrei subito sapere come va a finire, così ho deciso che, se qualcuno avesse voluto leggere le mie cose, avrebbe avuto la certezza di poter accendere il pc e controllare regolarmente, senza dover stare a spulciare la fic giorno per giorno.

Anche io non seguo molte fanfic lunghe e l’unica che vorrei veder finita è bloccata da sei mesi! (l’autrice si prende delle lunghe pause di riflessione…).

Sono felice che il continuo battibecco tra Draco ed Herm sia divertente e mi fa piacere che lo sia stato anche il cappy scorso, spero che approverai anche questo nuovo post!

A presto e un bacio grande! Nyssa

 

   
 
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