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Autore: lollipop 2013    13/09/2013    1 recensioni
“Ebbene si, torno a scrivere di un amore romantico, drammatico e problematico. Spero che chi ha amato e seguito Giochi di potere possa appassionarsi anche a quest'ultima. ”
TRATTO DAL CAP. 1:
Per anni il mio nome ha caratterizzato il mio carattere... Nieves, fredda come la neve. 
Sono vittima di bullismo vengo additata con appellativi poco signorili. 
Mai una lacrima ha rigato il mio viso, mai una ferita ha lacerato il mio cuore, mai la rabbia è diventata padrone di me. Sempre calma, sempre fredda e distaccata... come la neve. 
P.S = Come sempre ringrazio la mia fantastica cugina foreverwithyou per il favoloso banner e per il video creati per questa storia. Thanks cugy ♥
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 6.
 
Chapter – Nieves.
 
Un’altra settimana è giunta al termine.
La campanella che scandisce la fine delle lezioni finalmente risuona.
Mi fiondo nella mia camera con l’intento di studiare,
non ho intenzione di trascorrere il fine settimana con la testa china sui libri.
Arrivo sull’uscio della mia stanza e ad accogliermi odo l’assordante musica di Julia.
Mi fiondo nella camera, spalanco la porta…
Ho tutta l’intenzione di urlare contro Julia.
Entro in camera restando sorpresa di non trovarvi nessuno.
Quella sciagurata è uscita lasciando lo stereo acceso.
Sfilo via il cd con quell’assordante chiasso che qui chiamano musica e lo lancio via.
Non ho mai avuto una buona mira e per poco il cd non vola fuori dalla finestra aperta.
Per mia fortuna si ferma in tempo, atterrando sul davanzale.
Pericolo scampato!
Lo lascio lì ed inizio ad immergermi nello studio.
Dopo ore china a mo’ di gobbo di Notre Dame,
finalmente termino il mio studio.
Giusto il tempo di chiudere i libri che sento la porta alle mie spalle aprirsi,
mi volto e vedo Julia e la sua gang entrate.
Addio pace e tranquillità.
Le quattro ridono e scherzano tra di loro,
quasi non si accorgono della mia presenza.
Mentre sistemo i miei libri tra gli scaffali della libreria,
sento Julia andare su e giù per la camera.
Un urlo improvviso mi fa sobbalzare,
mi volto e vedo Julia appoggiata alla finestra,
stringe in mano il cd e mi guarda col suo, più minaccioso sguardo.
<< Sei stata tu… >>
Mi punta il dito contro, cosa ho fatto?
<< Io, che ti ho fatto? >>
Chiedo quasi con aria incredula.
<< Hai messo il nostro cd al sole ed esso si è smagnetizzato,
conteneva i brani per il nostro saggio di danza… Maledetta
>>
Oh cavolo, come ho fatto a non pensarci.
Esposti al sole i cd si smagnetizzano, cancellando ogni traccia di musica da esso.
<< Mi dispiace tanto Julia, non l’ho fatto apposta…
 Come posso rimediare? >>
Guardo Julia, nella speranza che lei trovi una soluzione al problema.
Attendo una qualche sua idea,
mentre mi ritrovo circondata da lei e dalle sue tre amiche.
Sostengo lo sguardo di Julia mentre vedo la sua faccia cambiare colore.
Il suo viso diventa di un rosso intenso
e le sue guance assumono un colorito quasi violaceo.
Provo a porgere nuovamente le mie scuse a Julia ma lei non me ne da il tempo.
Afferra i miei capelli e mi trascina via fuori dalla camera.
Urlo e mi dimeno mentre tengo la mia testa stretta tra le mie mani.
<< Ti prego Julia lasciami… >>
Vengo trascinata giù per le scale, ho il cuoio capelluto in fiamme,
temo che la ciocca, che Julia tiene ben stretta nella sua mano,
possa staccarsi dalla radice.
Arriviamo ai bagni dove gruppi di ragazze e ragazzi attendono il loro turno per le docce.
Julia mi scaraventa a terra,
nel cadere sbatto la testa contro il calorifero che dimora sulla parete.
Mi massaggio il capo con una mano mentre orme di ragazzi si accalcano alla porta del bagno, pronti ad assistere allo spettacolo.
Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo.
Mi guardo intorno e tra la folla di ragazzi in accappatoio
riesco a riconoscere un volto familiare,
quello di Martin, lo guardo per un istante,
la mia attenzione però torna subito a posarsi su Julia e
sulle cattiverie indirizzate nei miei confronti.
Se hai intenzione di litigare con qualcuno in questa scuola,
il bagno è il luogo migliore dove farlo.
Qui insegnanti e staff non mettono piede e questo Julia lo sa bene.
Julia mi gira intorno seguita dalle tre oche e mi punge con la sua lingua biforcuta.
<< Nieves, sei solo una lurida mendicante… Guardati sei così goffa e sovrappeso,i rotoli di cicca fuoriescono dalla divisa. Povera… sei così invidiosa di me che faresti di tutto per sabotarmi. Sei ridicola. >>
I miei occhi iniziano a riempirsi di lacrime,
alzo il capo ancora dolorante,
cerco lo sguardo di Martin tra la folla, in cerca del suo aiuto.
Incrocio i suoi occhi per un istante.
Martin china il capo distogliendo il suo sguardo dal mio,
si fa spazio tra la folla e voltandomi le spalle se ne va via,
lasciandomi alla mercè di questa pazza.
Da lontano sento risuonare una voce nel corridoio…
<< Ragazzi cosa succede, che fate tutti accalcati sulla porta del bagno? >>
E’ la voce di Maria, la custode della palestra.
Sento i suoi passi avvicinarsi, i ragazzi scappano nessuno vuole farsi trovare lì
rischiando di beccarsi una punizione.
Anche Julia fa per andarsene ma l’immagine di me che cerco di rialzarmi
aggrappandomi alla parete, sembra infastidirla.
Si sofferma a guardarmi per qualche secondo,
poi mi sputa addosso il suo veleno,
colpendomi con la sua saliva.
Gira i tacchi e va via.
Dopo una manciata di secondi Maria entra nel bagno e mi aiuta a rialzarmi,
mi porta in palestra e chiude la porta dietro di se,
in modo tale che nessun altro possa entrarvi.
Con il viso rigato dalle lacrime guardo Maria che con cura e dolcezza,
 ripulisce i miei capelli dalla saliva di Julia.
<< Allora piccola, ti va di dirmi cosa è successo? >>
La sua dolcezza e i suoi modi di fare così materni mi permettono di aprirmi e di raccontargli l’accaduto.
<< Non posso tornare in quella camera Maria, puoi aiutarmi? >>
Distesa sul letto, offertomi da Maria nella sua camera,
penso e ripenso all’accaduto.
Mi odio per non aver reagito
e per aver mostrato a quei bulli la mia debolezza, piangendo.
I miei pensieri si posano su Martin,
perché è andato via, perché mi ha voltato le spalle
senza degnarmi neanche di una parola, di uno sguardo?
  Con tutto quello che mi è capitato oggi io penso a Martin.
Che stupida che sono!

Nieves.


Ecco a voi il sesto capitolo di Addict to you,
spero possa essere di vostro gradimento,
si entra sempre di più nel vivo della storia.
Attendo i vostri commenti,
intanto vi lascio con il link del video creato per la storia
dalla fantastica foreverwithyou:
Cliccate qui per vederlo.
Al prossimo capitolo.
 
Kiss-Kiss. lollipop 2013

 
   
 
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