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Autore: charlise    14/09/2013    0 recensioni
Non è facile essere l'assistente personale di una celebrità. Non è facile programmare le sue interviste, fare attenzione ai suoi orari, organizzare alla perfezione i suoi impegni, senza che gli si accavallino tra loro...insomma, non è facile non avere mai un briciolo di tempo per te. E per Emma, dopo tutti questi anni, la cosa era diventata pesante e sentiva il bisogno di condividere il suo lavoro con qualcuno...
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sera dopo 2:31 AM

 

Charlie

Il loro ennesimo concerto era finito da almeno 2 ore. Ed invece di essere sfiniti e assonnati, i ragazzi avevano deciso di organizzare un party. Infondo avrebbero avuto una settimana buona per riprendersi le loro forze. Ma a loro bastava anche solo un paio di ore di sonno, ed erano già carichi. “Ehi, Reddy!” sorrisi al ragazzo che si stava avvicinando. Era Tom, uno dei tanti pezzi della crew. Mi aveva soprannominato Reddy per il colore dei miei capelli. Era lui che mi aveva fatto avere il posto qui. Gli dovevo tanto “Ehy, Tom!” dissi abbracciandolo “non vieni a ballare?” mi chiese subito mentre si staccava, tenendomi comunque un braccio dietro la schiena “forse dopo..” dissi con un mezzo sorriso, lui ricambiò “ok, ti aspetto in pista, non deludermi!” disse puntandomi. Ero davvero stanca. Lavorare per una band non era affatto facile. Soprattutto lavorare per Jared Leto. Ogni cosa che io sceglievo non andava mai bene e lui la cambiava, poi ritornava a volere quella di prima. Ma ormai erano 8 mesi che lavoravo con i Mars, e un po mi ero abituata. Shannon era vicino al dj, un suo amico che veniva Manhattan. Jared amoreggiava con la 'tipa del momento' e Tomo parlava con altri ragazzi che non conoscevo. Mi misi seduta a fissarli tutti. Quanto mi piaceva stare tra loro. Erano così una grande famiglia ed ogni giorno, dal primo giorno, mi sentivo sempre a casa. Sorrisi, mi presi un bicchiere di Vodka che era su un tavolino poco distante e lo bevvi tutto d'un fiato. Sospirai e, dopo la faccia schifata dal sapore della Vodka, alzai le mani “ragazzi, preparatevi, la grande ballerina sta per mischiarvi a voi!” dissi andando verso Tom e altri ragazzi cominciando a scatenarmi, anche Emma era tra loro “ti aspettavamo!” mi disse cominciando a saltellarmi accanto, la guardai “oh, cazzo, Emma è ufficialmente ubriaca!” dissi ridendo e continuando a ballare.

 

Jared

Erano circa 2 mesi che mi vedevo con Trish. Una graphic designer australiana che aveva l'aspetto di una modella e che sapeva farmi impazzire con baci piccanti e non solo. Ma erano un paio di settimane che, se non lavoravo, stando con lei e, a volte, sembrava di annoiarmi. Mi annoiava il fatto di fare solo sesso. Il fatto che mi guardasse e alludesse solo a quello. Ma quando mai a me il sesso aveva annoiato? Io ero uno che lo faceva dappertutto. Uno al quale piaceva. Eppure, ultimamente, mi annoiava.

Ma forse non era il sesso in se per se ad annoiarmi, ma la ragazza con la quale condividevo gli attimi di intimità. O forse era il fatto che stavo andando avanti con l'età e che quindi cominciava a farsi dura per me fare quelle cose? Tutti questi pensieri mi venivano mentre la baciavo. Perchè in effetti, preferivo pensare ad altro quando ero con lei. ragazzi, preparatevi, la grande ballerina sta per mischiarvi a voi! sentii in lontananza la voce di una donna urlare questa frase, e mi staccai lentamente da Trish per guardare nella direzione dalla quale venisse la voce. La voce non era di una donna qualunque, ma di Charlie. Era sempre la solita casinista del cazzo. Sorrisi nel guardarla andare a ballare “Tesoro, perchè non andiamo di sopra?” chiese Trish con la sua voce suadente mentre cominciò a mordicchiarmi l'orecchio. Ma la cosa non mi allettava affatto “dai, Trish, divertiamoci un po con tutti!” dissi cercando di staccarla “ma io voglio divertirmi con te, non con tutti!” disse mentre con la sua mano mi prese il mento per farmi voltare verso lei, la fissai per un attimo, poi la scostai“ed invece io voglio stare qui!” dissi alzandomi e andando verso Emma, le misi un braccio sulla spalla mentre lei ballava. Cominciai a muovermi anche io e mi avvicinai al suo orecchio “allora, hai parlato con Charlie?” le chiesi. Avevamo concordato che doveva farle la proposta per vedere se voleva lavorare come assistente personale “di cosa?” mi chiese, e in quel momento mi travolse una puzza di alcol incredibile “Emma, quanto cazzo hai bevuto?” le domandai. Quando beveva era un disastro, per questo non lo faceva mai “non lo so, credo 1 o 2..” aggiunse frastornata “bicchieri?” chiesi per precisare “ma certo che no, scemolino!” disse buttandosi e aggrappandosi al mio collo “bottiglie!” continuò precisando con un tono felice “evviva!” aggiunsi io con tono felice ed ironico allo stesso tempo. Mentre ci abbracciavamo si avvicinò Charlie “ehi, venite a ballare con noi!” dissi mettendo le mani sui fianchi di Emma e poggiandole la testa sulla spalla sinistra “Charlie!” urlò Emma voltandosi verso di lei continuando a tenermi un braccio al collo e mettendo l'altro che aveva appena tolto al collo della ragazza, ci stringeva quasi come per stritolarci “Emma, almeno un altra ventina di anni vorrei campare!” dissi subito aggrappandomi a Charlie, visto che stava quasi per buttarci a terra “Emma, sei ubriaca!” sentenziò Charlie “ma dai, non ce n'eravamo accorti!” esclamai con ironia. Era la regina dell'ovvio. Lei sorrise. Stavamo dondolando tutti e tre come dei cretini, ed io e lei, reggevamo Emma. In quel momento mi accorsi di avere ancora la mano sul suo fianco. In quel preciso istante mi accorsi che noi non avevamo mai avuto un contatto. Nessun contatto fisico. Solo una stretta di mano il giorno in cui l'ho conosciuta. E forse lei qualche volta mi aveva toccato aiutandomi ad infilare una giacca o una maglia “lo sai, stavamo parlando di te!” i miei pensieri furono interrotti dalla frase di Emma, se non l'avrei fermata, di sicuro avrebbe fatto qualche casino. “sul serio?” chiese lei con la curiosità di chi voleva sapere cosa si stesse dicendo su di essi “si...Jared voleva farti una proposta!” lei ci guardò alzando il sopracciglio. Il solito sguardo che aveva prima di sparare una delle sue cazzate, ma prima che potesse parlare, Emma si staccò da noi facendoci abbracciare “ballate da soli, credo di dover vomitare!” e si allontanò da noi. Continuammo a guardarla fino a non vederla più, lei mi rivolse lo sguardo e sulle note della musica electro house che suonava, noi sembravamo ballare un lento “allora è vero la cosa che Emma ti programma anche gli appuntamenti con le donne.” disse, la guardai in modo molto confuso “senti, io non posso venire a letto con te, altrimenti dovrei andarci anche con Shannon...” la guardai stranito, ma non per il perchè avesse detto quella cosa, ma per ciò che aveva detto “scusa, perchè se devi venire a letto con me, devi farlo prima con mio fratello?” le chiesi “perchè lui è più grande di te, perchè mi parla più di quanto lo faccia tu e perchè è molto più affettuoso di te nei miei confronti!” spiegò subito contando i 3 punti con le sue dita, mentre si poggiava con il gomito sulla mia spalla e teneva l'altra mano dietro al mio collo “e così tu vai in base a chi ti da più attenzioni e non a chi ti piace di più?” risposi con un'altra domanda, il discorso si faceva interessante “ma no! Vado con chi mi pare!” rispose sorridendo “allora ti piaccio più di quanto ti piace mio fratello, ma con lui è una questione di affetto?” chiesi alquanto confuso “non ho mai detto che mi piaci di più tu!” disse sorridendo e sgranando gli occhi “ma non hai detto nemmeno il contrario!” le dissi puntandola con un dito tenendo sempre l'altra mano su uno dei suoi fianchi. Era così magra. I suoi fianchi erano così stretti. E non era tanto bassa. Anche perchè aveva delle scarpe altissime, ma non mi ero mai accorto che c'era così poca differenza di altezza tra me e lei “allora, era questo che volevi chiedermi?” la sua voce mi riportò alla realtà dai mille pensieri che si erano messi nella mia mente “no, Charlie, in realtà io...cioè noi...insomma..” mentre stavo parlando, Tom si avvicinò a noi e ci interruppe e fu li che ci staccammo e sentii come se un brivido mi percorresse la schiena. Come se ad un tratto sentissi freddo perchè lei non mi stringeva più “quindi se potresti venire in bagno...perchè sta piangendo..” sentii solo, ma chi stava piangendo? E Tom ce l'aveva con me. Ad un tratto ricordai che Emma era ubriaca, e che era andata a vomitare “si, vado subito da lei.” prima di andare, ritornai un attimo da Charlie “ehm, ti dispiacerebbe dire a tutti di lasciare la casa perchè la festa è finita?” le chiesi quasi spaventato dal fatto che potesse tirarmi una scarpa “oh, ma certo...non preoccuparti, va pure...” mi disse rassicurandomi della cosa, sorrisi e lei ricambiò, stavo per andare, ma ritornai avvicinandomi al suo orecchio “se Trish dice che vuole aspettarmi per salutarmi, dille che può andarsene perchè ho da fare...” mi staccai dal suo orecchio e la guardai “Okay!” disse solo, le diedi un bacio sulla fronte “Grazie!Sei un angelo” le dissi per poi allontanarmi.

 

 

Poco più tardi 3:49 AM

 

Charlie

Tutti avevano lasciato la casa, ma nessuno di loro si era preoccupato del casino che c'era. Shannon era andato a fare un giro per la città con i suoi amici e Tomo era andato a dormire. Avevo detto a Trish di andarsene, come mi aveva gentilmente, e aggiungerei anche miracolosamente, Jared. Ed ora mi ero messa a raccattare i bicchieri e le bottiglie. Almeno in questo potevo dargli una mano, poi per il resto poteva vedersela anche da solo. Gironzolavo per la stanza con un sacco gigante della spazzatura. Sembravano una di quelle scene che si vede solitamente nei telefilm americani, quando i ragazzi organizzano quelle feste dove fanno solo casini. Sorrisi tra me e me. Una bottiglia cadde mentre la stavo prendo “Porca Puttana!” esclamai guardando i vetri sul pavimento “ma se proprio volevi romperti, non potevi farlo per mano di Jared, o di Shannon?” dissi dirigendomi verso il mobile dove avevo, con mio stupore, trovato il sacchetto in un solo minuto. Mi misi a cercare una paletta e quando la trovai, tornai a raccattare il tutto. Mentre facevo questo, Jared mi raggiunse chiudendosi la porta alle spalle senza fare rumore “Sei ancora qui?” mi chiese rimanendo quasi di stucco. Forse non si aspettava di vedermi ancora li “oh, si...volevo sapere come stava Emma, e..” buttai la paletta a terra e mi pulii le mani sul jeans “così, visto che nessuno aveva avuto il pensiero del casino lasciato...ho pensato di dare una mano a togliere un po di sporcizia...” dissi sorridendo. Mi guardava ancora più stranito “in effetti, l'ho fatto anche perchè mi annoiavo di aspettare notizie di Emma con le mani in mano...” aggiunsi -e anche perchè mi stavi dicendo qualcosa prima che arrivasse Tom- ma questo fu solo un pensiero, non lo dissi veramente “puoi lasciare tutto come sta, domani ci pensiamo io, Emma, Shannon..” disse andando verso il divano a sedersi “Shannon?” chiesi “guarda, se ci pensa come ci ha pensato adesso, ti conviene chiamare una donna delle pulizie.” aggiunsi ironica, e lui sorrise. Jared aveva sorriso ad una mia battuta e non mi aveva dato dell'imbecille come suo solito. In realtà la cosa non mi importava tantissimo. Non me ne fregava se rideva o no alle mie battute, ma era strano vederlo sorridere per qualcosa che dicevo. Scossi la testa dai mille pensieri “quindi? Come sta Emma?” chiesi ricordandomi che ero rimasta li anche per quello “ha detto qualche cazzata, ha vomitato, ha pianto, l'ho portata a letto e si è addormentata in attimo.” disse sfregandosi gli occhi, mi sedetti poco distante da lui “e non sei abituato a mettere le donne a letto” mi guardò confuso “intendo senza aver dato loro prima altro..” aggiunsi ironica “oh, andiamo Charlie, sei sempre la solita!” mi disse abbozzando un mezzo sorriso. Il silenzio cadde tra noi. Era sul serio così la loro casa, quando noi non eravamo con loro? Credevo si sentissero urla e suoni di tamburi per tutta la durata della giornata. E invece era così silenzioso li. Se non mi alzavo, sarei caduta in un sonno profondo, e non era il caso “direi che si è fatta ora, per me, di andare.” dissi alzandomi. Mi passai le mani sulle cosce per stendere di più il mio jeans “aspetta!” mi disse alzandosi con me. Lo guardai “si?” dissi subito “prima, io e te...insomma, ricordi che stavamo parlando?” lo guardai, evviva, non sarei morta con il dubbio di ciò che voleva chiedermi “oh, si...ricordo che mi stavi dicendo qualcosa, ma mi era passato di mente..” mentivo spudoratamente “ehm, si...io in realtà volevo chiederti...” si fermò un attimo “...abiti lontano da qui?” lo guardai accigliata “volevi chiedermi se abitavo lontana da qui?” gli chiesi disorientata. Lui mi sorrise “no, volevo chiederti un'altra cosa...ma volevo farlo accompagnandoti...” mi disse “...sai, a quest'ora, da sola, per strada. Ti accompagno con la tua auto e mi faccio passare a prendere da Shannon!” In effetti, mi scocciavo pure di guidare “okay!” dissi solo.

Ci stavamo dirigendo verso la mia auto, la aprii e gli lanciai le chiavi “ottima presa, signor Leto!” aggiunsi. Entrammo in macchina. “Trish ha fatto storie per andarsene?” mi chiese “no, solo qualche smorfia, mentre si auto-palpava le tette per assicurarsi che non si erano sgonfiate e l'aggiunta di un 'va bene' dissi tutto questo imitandola. Lui cominciò a ridere come un cretino “Oddio, in poche ore, hai sorriso ad un mia battuta e dopo addirittura riso ad un altra..” sbottai con una faccia ironicamente sorpresa e mettendomi una mano sul petto “...deve essere il mio giorno fortunato!” esclamai infine. Lui smise di sorridere, divenne leggermente serio “si, proprio riguardo al tuo giorno fortunato...” lo interruppi subito “senti, Jared, l'ho capito!” mi guardò, poi ritornò a guardare la strada “che hai capito?” chiese prontamente “è da ieri che Emma mi fa una faccia strana, Shannon mi rassicura che sono bravissima, tu che ridi a ciò che dico...” gli misi una mano sulla spalla “E' stato bello lavorare per voi, ma sono sicura che se dovete licenziarmi, avrete i vostri buoni motivi.” appena terminai la frase, Jared frenò di botto e per poco non mi ritrovavo nel parabrezza. “ma sei cretino o cosa?” chiesi innervosita e spaventata dall'accaduto “e tu invece sei un emerita stronza!” esclamò subito, non mi lasciò dire niente che subito ricominciò a parlare “credi veramente che se io avessi voluto licenziarti, non te l'avrei detto con qualche mese di preavviso in modo che potevi provvedere a trovare altro?” mi urlò subito. Ma certo che questo era sempre incazzato quando si parlava di lavoro “ehi, io che ne so, tu ed Emma ci girate intorno a questa notizia come se doveste annunciarmi la morte del mio criceto!” urlai a mia volta. Lui mi guardò, sospirò e poi si rimise a camminare con la macchina “non vogliamo licenziarti, cioè un po si..” disse. Ma che cazzo mi stava a significare che volesse licenziarmi solo un po? Ah, ma certo, voleva dimezzarmi le ore e quindi anche lo stipendio “oh, capisco, quindi non vi servo più a tempo pieno?” alle mie parole, lui sbuffò. Quanto lo odiavo, nemmeno stavolta l'avevo azzeccata “potresti per favore parlare chiaro una volta e per tutte?” gli chiesi urlando dall'esasperazione “vuoi diventare la co-assistente personale della band?” disse dopo aver posteggiato l'auto fuori casa mia. Le sue parole mi lasciarono di stucco, sul serio mi stava dicendo una cosa che non mi aspettavo “cosa?” dissi sbalordita.

  
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